giovedì 31 dicembre 2015

...non è di questo mondo

Anche se non sapevo di preciso su quale strada, saltava comunque agli occhi che Jacqueline era più avanti. Non voglio dire soltanto che era superiore sul piano morale, ma soprattutto che ne sapeva di più, che nella sua coscienza si instauravano connessioni più numerose...Ha vissuto i suoi ultimi anni convinta che la fine del mondo fosse imminente. Era una situazione che mi faceva soffrire. La logica avrebbe voluto che la sua vita terminasse in un tripudio di luce; invece Jacqueline è sprofondata nelle tenebre.

Diciamo che Hervè appartiene a quella categoria di persone per le quali essere non è affatto ovvio. Da quando era piccolo si chiede: che ci faccio qui ? E che cos'è 'io' ? E che cos'è 'qui' ?
Molte persone possono passare tutta la vita senza essere sfiorate da queste domande, o in caso, solo di striscio, per poi continuare per la loro solita strada...Ma per un altro tipo di persone non basta. O è troppo. In ogni caso per loro non funziona così...Non si sono mai riprese da una sorta di stupore che impedisce loro di vivere senza chiedersi perchè vivono, qual è il senso di tutto ciò, ammesso che ci sia.

In verità io ti dico: quando eri giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi. (dal Vangelo di Giovanni)

Guardando le cose dal suo punto di vista, credo di averle dato filo da torcere, soprattutto perchè ho un'intelligenza spaventosa. Non fraintendetemi. Non sto peccando d'orgoglio. Al contrario, lo sto intendendo in senso negativo..., come l'ho inteso io quando Madame C., la mia psicanalista, seduta sulla sua poltrona dietro di me, si è lasciata sfuggire con voce afflitta: 'Ma perchè lei dev'essere a tutti i costi così intelligente ?'

Quando è uscito il film tratto dal Diario di Anna Frank hanno chiesto a Billy Wilder un parere.
'Splendido', aveva risposto serio, 'davvero splendido...Molto commovente. (Pausa) Ma comunque sarebbe interessante conoscere il punto di vista dell'avversario.'

Secondo Nietzsche gli individui vengono giudicati e -al contrario di quel che dice Gesù, bisogna giudicarli, in base alla capacità che hanno di non raccontarsi storie, di amare la realtà e non le consolatorie invenzioni di cui loro stessi la rivestono. Vengono giudicati in base alla quantità di verità che riescono a tollerare.

Hervè mi dice che da piccolo lo stupiva molto una cosa: il pappagallo di sua nonna, quando veniva aperta la porta della gabbia, non scappava mai. Invece di prendere il volo restava lì come un deficiente. La nonna gli aveva spiegato il trucco: basta mettere uno specchietto in fondo alla gabbia. Il pappagallo è così contento di guardarsi, è talmente preso da non vedere neppure la porta aperta e ciò che sta fuori, la libertà, raggiungibili con un colpo d'ala.

Molti pensano, in modo un po' indefinito ma pressante, che per tutta una serie di motivi stiamo andando dritti contro un muro. Sulla base di questa constatazione, si formano due famiglie spirituali...Io appartengo alla frangia moderata della prima famiglia, secondo la quale forse non stiamo andando dritti verso la fine del mondo ma di sicuro verso una tragedia storica di portata immane che provocherà la scomparsa di buona parte dell'umanità....Hélène, mia moglie, che appartiene alla seconda famiglia, risponde che...da quando esiste l'umanità una delle sue occupazioni preferite è quella di temere e annunciare la fine del mondo, e che questa non ha più motivi per accadere oggi o domani di quanti ne abbia avuti in passato nelle infinite circostanze in cui quelli come me la ritenevano inevitabile.

Seneca dice che se per disgrazia si trovasse costretto a lavorare per vivere non ne farebbe certo una tragedia: si suiciderebbe, semplicemente.

Perchè (alla fine ha dovuto rassegnarsi) Luca non faceva parte della felice famiglia degli uomini che amano la vita sulla terra, ne sono ricambiati e non ne vogliono una diversa. Lui faceva parte dell'altra famiglia, quella degli irrequieti, dei malinconici, di coloro che credono che la vita vera sia altrove...Luca ha imboccato come molti suoi contemporanei la strada che porta all'ebraismo, e non si è sentito spaesato. L'anima era in esilio: in Egitto soffriva perchè era lontana da Gerusalemme; a Babilonia soffriva perchè era lontana da Gerusalemme; e a Gerusalemme soffriva perchè era lontana dalla vera Gerusalemme.

Hervè era pensieroso, e poi di punto in bianco ha detto: 'Tutto sommato, sono deluso. Quando ero giovane pensavo che avrei oltrepassato la condizione umana. Ma ormai ho sessant'anni e devo rassegnarmi al fatto che, almeno in questa vita, non ce l'ho fatta.'

Ho trovato questa frase, copiata da un apocrifo copto del secondo secolo: 'Se fai accadere quello che c'è in te, quello che farai accadere ti salverà. Se non fai accadere quel che c'è in te, quel che non avrai fatto accadere ti ucciderà'.

Penso che anche le persone più sicure di sé percepiscano con angoscia lo scarto che esiste fra l'immagine di sé che bene o male cercano di dare agli altri e quella che hanno di loro stesse nei momenti d'insonnia, o di depressione, quando tutto vacilla e si prendono la testa fra le mani, sedute sulla tazza del cesso. In ciascuno di noi c'è una finestra spalancata sull'inferno; cerchiamo di strane alla larga il più possibile, e io, per una mia precisa scelta, ho passato a quella finestra, ipnotizzato, sette anni della mia vita.

A Gerusalemme, dice il Talmud, c'era un rabbino assai devoto che si chiamava Yohanan ben Zakkay. Allievo del grande Hillel, ben Zakkay era un fariseo che aveva dedicato l'intera vita allo studio della Legge. Durante l'assedio di Tito aveva esortato inutilmente a fare uso della ragione. Quando la situazione era ormai chiaramente disperata, è riuscito a lasciar la città disteso in una bara insieme ad un cadavere, in maniera che l'odore del corpo in decomposizione ingannasse i soldati al posto di blocco...Dopodichè il rabbino sarebbe riuscito ad ottenere che il futuro imperatore risparmiasse dall'imminente distruzione di tutto ciò che era ebraico una piccola enclave, in cui una manciata di devoti avrebbero potuto continuare a studiare la Legge in pace...Questa nuova modalità d'esistenza, assolutamente inedita, è iniziata a Yavne, vicino a Yaffo, dove dopo il sacco di Gerusalemme si è insediata la piccola riserva farisea voluta dal rabbino ben Zakkay. Lì è germogliato in segreto, in silenzio, quello che è diventato l'ebraismo rabbinico...Lì gli ebrei hanno smesso di abitare una patria per abitare soltanto la Legge.

Ho attraversato il deserto quasi assoluto di questi ultimi tre giorni di vacanza (letteralmente, di vuoto) soprattutto grazie a questo, ancora una volta fantastico e incredibile, libro di Emmanuel Carrère, Il Regno.
Un testo esplosivo, affabulatorio, geniale e mostruoso, davvero impressionante, antico e attualissimo.
Che mi ha condotto a concludere l'anno, inopinatamente, in compagnia degli Atti degli Apostoli e delle Lettere di Paolo (che sono andato anche a rileggermi in diretta), accompagnandomi ancora una volta a seguire le vicende di quello strano essere che è stato Gesù di Nazareth, e di quelli che -ancora più stranamente- l'hanno seguito.
Un'incomprensibile irragionevolezza che ancora oggi, comunque, sta lì e dura, a dispetto di se stessa.
Leggendo Carrère si può capire perchè.
Ve lo consiglio: un romanzo storico sui generis, veramente avvincente (tenete conto che io, di solito, i romanzi storici non li leggo e non li amo)...

Si avvicina la notte dell'ultimo dell'anno.
Un altro anno così e schiatto...






lunedì 28 dicembre 2015

età della pietra

'Lo sai bene, rispose Hermann, sì, lo ammetto, mi angoscia un po' l'ultimo libro che ho dato alle stampe. Devo reimparare ad attingere a piene mani, tornare alle fonti. Non ho tanto bisogno di comporre nuove poesie, quanto di vivere per un bel pezzo in modo fresco e ininterrotto. Vorrei starmene sdraiato lungo un torrente, come quando ero bimbo, scalare montagne o suonare il violino, correre dietro alle ragazze, vivere proiettato nell'azzurro e attendere che i versi vengano a me, invece di dar loro la caccia angosciato e col fiato sospeso'....
'Niente male!, ribattè lentamente il vecchio filosofo Giravolta. 'I poeti sono ancora oggi inclini a credere che, nel grembo della vita ci siano, semiassopite, determinate potenze e bellezze eterne, il cui presagio balugina talvolta nel nostro enigmatico presente come un lampo di calore nella notte. Infatti per loro tutta la vita normale ed essi stessi sono soltanto immagini su una bella tenda dipinta, e soltanto dietro quella tenda si dipanerebbe una vita vera e reale. Le parole più alte ed eterne dei grandi poeti mi sembrano la cantilena di una persona che sogna e che, senza saperlo, mormora con le labbra grevi a proposito delle altezze viste di sfuggita di un mondo al di là'... '

Allora anche Hermann Lauscher recitò una delle sue poesie:

La stanca estate reclina il capo
osservando nel lago il suo giallo riflesso;
io cammino stanco e impolverato
all'ombra del viale.
Cammino stanco e impolverato
e dietro a me si ferma, titubante,
la giovinezza, reclina il suo bel capo
né con me più vuole andare avanti.

Tutto quello che un giorno mi rallegrava e mi sollevava al di sopra del tempo ha perduto fascino e calore. I miei dei sono pietrificati, e la mia vita era un pallido sogno, le cui forme sfiorano all'interno il mio occhio come ombre lontane. Forse che, in un'altra città, uno dei miei amici è sveglio nel suo letto, pensando a me. No, dorme! E dovunque rivolga i miei pensieri bisgonosi di conforto, non trovo niente. O trovo soltanto persone che soffrono e sopportano, una comunità pallida e stanca di insonni ciascuno dei quali giace inquieto e tormentato come me, con gli occhi spalancati, pallido e sofferente. Vi saluto, tristi fratelli, che vi trovate lontani da me e lontani l'uno dall'altro, in molte camere da letto buie e solitarie. Voi soffrite come me, voi cercate ad occhi spalancati le invisibili figure dell'oscurità e soffrite atrocemente non appena chiudete le vostre rigide palpebre. Pensate ai vostri fratelli ? Pensate a me ?... Non posso chiamarvi, fratelli miei. Ma ogni notte vi ricorderò, e vi saluterò col saluto di chi soffre con voi.

I miei rispetti al mio libraio antiquario! Mi ha procurato l'incomparabile Boehme del 1730...Voglio annotarmi la massima sulla bile che vi ho letto oggi:
'Vedi, ogni uomo ha dentro di sé una bile, che è veleno, e non può vivere senza la bile, perchè la bile rende gli spiriti siderali mobili, gioiosi, trionfanti o ridenti, ed è quindi una sorgente di gioie. Se però essa si infiamma in un suo elemento, essa guasta la persona intera, perchè dalla bile proviene la collera degli spiriti siderali...La stessa fonte ha anche la gioia, che è fatta della stessa sostanza della collera. Vale a dire che, quando la bile si infiamma in quantità amabili o dolci, in ciò che è caro all'uomo, allora tutto il corpo trema di gioia, dalla quale talvolta sono contagiati anche gli spiriti siderali, se la bile si è tanto sollevata e infiammata in queste qualità dolci...'

(da H. Hesse, Hermann Lauscher, 1901)

Feste di Natale finite, i giorni che mi aspettano qui in città si aprono da oggi come un'infinita voragine. Mancano ancora due settimane al prossimo viaggio.
La pancia è ancora dura, come l'anima.
Tutto mi appare come pietrificato, anche i respiri.
Le polvere sottili si fanno pesanti, il sole ci conforta ed illumina ma nasconde i misfatti che esso stesso compie, lui che ha temporaneamente ucciso sia la pioggia che il vento.
Mi aggiro tra casa e giardinetto, in attesa della notte.
'L'unica scusa del lavoro è la paura della noia', mi dice Renard.

E Schopenhauer mi ricorda che 'ciò che rende gli uomini socievoli è la loro incapacità di sopportare la solitudine e se stessi. Sono il vuoto interiore, la noia a spingerli a frequentare la società'...

sabato 26 dicembre 2015

smog natalizi

Meno male che gli italiani passano il Natale in casa con i parenti.
Vista l'aria che tira fuori...
Niente da dire, fa proprio un bel calduccio, anche a Mosca o a Manhattan.
Ma l'aria è bella sporchina, non piove e non c'è vento.
Tra clima che ribolle e marmitte catarritiche, anche quando non ci sono attentati è meglio non uscire. Così stiamo al sicuro.
Sull'oasi sta piovendo. Un beduino si affaccia alla porta e dice alla moglie: Cara, vuoi proprio startene a casa con una splendida giornata come questa ?

Il colon mi sta colonizzando.
Forse anche colite viene da cholè, bile, da cui melaina cholè, bile nera, melancolia ?
Non so. Comunque non tira aria buona dentro di me.
Aria ce n'è tanta, ve l'assicuro, tra le viscere. Ma non è buona.
Dolori attutiti, superato l'esame del pranzo di Natale, ma gonfiori e indurimenti permangono senza rimedio. Il massimo che riesco a fare è stato comprarmi un mini-pimer.
Chi non applica nuovi rimedi dev'esser pronto a nuovi mali, perchè il tempo è il più grande degli innovatori, diceva Bacone.
Ecco, per guarire -lo so- dovrei aumentare la serotonina in circolo.
Drogarmi ? Andare a puttane ? Giocare d'azzardo ? Uccidere ?
Se questa Londra non fosse così nera, e la sua gente così pesante, se non ci fosse quest'odore di carbone e nemmeno questa nebbia, mi metterei persino a studiare l'inglese (Chopin).
Studiare l'inglese ?

Ieri mattina, passeggiata con mio nipote intorno a casa sua.
Abbiamo comprato dei fiorellini e siamo andati alla tomba di sua madre.
La prima volta per me che ci andavo.
Natale al cimitero. Endiadi di livello.
La foto, colorata e luminosa, mi ha ricordato il suo sorriso allenato a nascondere la fatica.
Giochi linguistici di famiglia.
Luca ama innaffiare fiori, anche di altri, e lavare lapidi, di tutti.
Quella di Titti è di un bel verde foresta, che con l'acqua risalta e splende.
Luca era soddisfatto, ad opera compiuta.
Mentre accarezzavamo l'immagine della madre, mi ha chiesto cos'è la depressione, e come se ne può morire.

Risposta:
Quando tu riesci a non avere più un ideale, perchè osservando la vita sembra un'enorme pupazzata, senza nesso, senza spiegazione mai, quando tu non hai più un sentimento, perchè sei riuscito a non stimare, a non curare più gli uomini e le cose, e ti manca perciò l'abitudine che non trovi, e l'occupazione, che sdegni, quando tu -in una parola- vivrai senza la vita, penserai senza un pensiero, sentirai senza cuore, allora tu non saprai che fare: sarai un viandante senza casa, un uccello senza nido. Io sono così. (Luigi Pirandello)
Ma non si può dire tutto questo ad un pur coraggioso capitano di tredici anni...










mercoledì 23 dicembre 2015

venceremos

Oggi in varie parti del mondo i mass media ci invitano a cantare 'People have the power', già riproposta da Patty Smith a Parigi, in risposta agli attentati terrroristici.
Un segno di forza contro la paura, la violenza, la morte.
Al di là delle valutazioni su quanto queste cose contino per noi (poco) e per i nostri 'nemici' (zero),
vorrei che riflettessimo sul contenuto di quel titolo e di quella frase.

Il bisogno si è rafforzato vedendo in tv il comizio finale e trionfale di Podemos, dopo le elezioni spagnole. Pablo (Julio?) Iglesias si esibiva, con i suoi compagni, tutti a pugno chiuso, nientepopodimento che in 'El pueblo unido jamàs serà vencido' !
Pensavo di vedere uno spezzone del 1975, ed invece era vero, con quarant'anni di ritardo.
E neppure ridevano di se stessi.

Insomma: puro e molesto riciclaggio di zombie (Patty Smith gli assomiglia proprio), second hand con cui farsi pugnette (chiuse) alla moviola, guardandosi allo specchio.
Replay smorto di beatniks sessantottini, gli unici superstiti arricchiti di un mondo imploso nella droga e nei miti new age.
Di movimenti terzomondisti e Inti Illimani vari, che peraltro registravano già allora la sconfitta bruciante delle speranze elettorali su Allende, il golpe americano e l'esilio.
Due inni del fallimento utilizzati per provare, invano, a rigasarci, a darci fiducia e coraggio.
Ma si può...!?

Insomma, meno il popolo (sempre che esista qualcosa di simile in natura o nella storia, ancor più se lo si vuole pensare 'unido'...) ha potere e più si prova a cantarlo, in un'epica perlomeno retrò.
E mentre loro cantano per consolarsi o autocelebrarsi, i potenti (ed i terroristi) -loro sì- se la ridono.
Sanno che sarà il popolo a morire, sempre: a Parigi come a Damasco, a Raqqa come a Tunisi.
Sanno che sarà sempre il popolo ad essere fregato dalle banche e mai viceversa.
Sanno che gli Stati si possono permettere di fare quasi qualsiasi cosa e che le proteste non contano nulla.
Sanno che il popolo non avrà mai il potere, e che sarà sempre vinto.
Anche quando lotta.
Figuriamoci quando, come ora, non ne è capace e sa soltanto canticchiare canzonette alla radio.
Che cosa si è capaci di inventarsi pur di non riconoscere di essere già morti e sepolti...





martedì 22 dicembre 2015

paradoxa

In Spagna si parla di fine del bipartitismo.
E' vero, certamente, non da ora.
Ma quel che si profila non è una nuova democrazia, ma -e neppure troppo paradossalmente- un nuovo monopartitismo (il che assomiglia alquanto ad un regime).
In Italia, con la nuova legge elettorale, guiderà un partito solo.
Negli altri paesi, Germania, Grecia, Francia. e tra poco Spagna (checchè ne dica il PSOE), centrosinistra e centrodestra fanno e faranno inciuci, di fatto un unico partito a due teste, così come accade ora nel nostro governo, di fatto.
Una sola politica, quella delle banche e dei mercati, con ai margini gli estremi di destra e di sinistra, isolati.
I Cinquestelle rappresentano una differenza ed un'incognita rispetto a questi giochi classici di schieramento.
Ma si illudono se pensano di generare cambiamenti significativi nella gestione del potere politico-economico in Italia per via elettorale.
Anche se, per improbabile ipotesi, giungessero al potere da soli, non riuscirebbero a governare e sarebbero costretti ad arrendersi (vedi Tsipras).

Più l'Isis sarà combattuta ed assediata sui fronti di guerra classicamente intesa, più diventerà minacciosa e distruttiva nelle nostre città.
Più si troverà a malpartito nella lontana Siria, più trasferirà la sua forza nella vicinissima Libia.
Più la attaccheremo con gli eserciti di singoli stati nazionali, da soli o coalizzati, più faremo degradare le nostre stesse istituzioni internazionali, l'ONU e l'Unione europea.
E' come per il clima: se la produzione industriale riprendesse, crescerebbe ulteriormente l'inquinamento.
Siamo dentro circoli autocatalici, retroazioni impazzite, paradossi irresolubili.

A proposito di paradossi, per finire.
Ieri al giardinetto un barbone alcolizzato si è seduto al mio fianco e mi ha chiesto se stavo male, perchè ero sempre solo e triste, etc...
Ieri al telefono un' amica che non vedo da tempo, preoccupata per la mia salute declinante, mi ha dato dei consigli igienici e alimentari. E pensare che quando ci siamo conosciuti, vari decenni fa, io ero la parte sana della nazione e cercavo di guarirla dai suoi mali...!
Come cambia il mondo.
Ps: Oggi mi sembra di stare leggermente meglio.


lunedì 21 dicembre 2015

influenza coreana

Il viaggio era cominciato in aereo, un giorno di luglio. A bordo, sfogliando il Financial Times, avevo letto che la Corea del Sud detiene il record mondiale di suicidi: una media di trentatrè al giorno. E che, per scoraggiarne la diffusione, si erano inventati perfino i falsi funerali. Grosse società come la Samsung o la Allianz pagavano perchè i loro dipendenti passassero una giornata, anziché al lavoro, a dire addio a se stessi, nella speranza che poi non lo facessero veramente.
C'era un'apposita organizzazione, chiamata Korea Life Consulting, che provvedeva a tutto. Aveva già celebrato cinquantamila riti. Il numero cinquantamila e uno, ho pensato mentre atterravamo, voglio essere io.

Così eccomi su un altro aereo, per Seoul. E da lì su un altro ancora, per Gwangiu. E da lì su un taxi per mezz'ora, fino a Naju...Un uomo gentile chiamato canzone, Song, mi aspetta con l'ombrello aperto e mi conduce in una stanza dove conoscerò il fondatore della società: il signor Ko Min-su...
Andiamo in una seconda stanza, molto più grande... Mi viene scattata una fotografia che verrà prontamente stampata e infilata in una cornice di crisantemi gialli e nastri neri...
Sulla lavagna passa un lucido. Hanno intervistato cento uomini vissuti fino all'età di ottant'anni. In media così hanno speso la loro esistenza: 23 anni a dormire, 20 a lavorare, 6 a mangiare, 5 a bere e a fumare, altri 5 aspettando un appuntamento, 4 a pensare, 228 giorni a lavarsi la faccia e i denti, 26 giocando con i figli, 18 a farsi il nodo della cravatta. E, da ultimo, 46 ore di felicità.
La scritta rimane accesa, nessun commento, silenzio. Una vita: 46 ore di felicità. Abbassano le luci, mettono una candela sul banco, portano la mia fotografia listata a lutto, un foglio e una penna.
'Adesso devi fare testamento. Hai mezz'ora. Ricorda: devi considerare che davvero sta per finire, non hai più tempo per cambiare nulla. Le cose che hai sono le cose che hai, le persone che contano sono quelle che sono.'

Quando poso lo penna l'uomo gentile chiamato canzone si avvicina,mi invita a portare con me il testamento e a seguirlo: 'E' l'ora del tuo funerale'.
L'ultima sala è una ghiacciaia, al fondo c'è un altare. Sul pavimento, appena illuminate da una soffusa luce rossa, sono sparse file di bare, una ventina. Mi indicano la mia, poi mi danno una vestaglia bianca, l'abito funerario coreano.
Mi fanno sdraiare nella bara...Essendo lungo, tocco con i piedi e con la testa, non ho spazio per le braccia, che devo tenere conserte. Sto ancora cercando di abituarmi quando vedo il coperchio scendere...Un martello batte sui chiodi ai quattro lati, una manciata di terra viene fragorosamente gettata sulla bara. Poi tutto tace. Buio.

Mi è stato detto che 'era tempo di riposare'. Di arrendersi, accettare la fine.
Chiese Kurt Cobain agli altri Nirvana la sera prima di spararsi: 'Ragazzi, voi vi state ancora divertendo ?'.
Si va avanti perchè questo è e altro non c'è. Si sposa la vita in ricchezza e povertà, per 46 ore di felicità e 228 a lavarsi la faccia e i denti.
Non aspettatevi che bussi sul coperchio o urli per farmi aprire. Ho imparato a resistere e, se ci riesco qua dentro, la prossima risonanza magnetica sarà uno scherzo. Qualcosa accadrà: finchè c'è vita c'è vita. La speranza, quella non mi sembra fondamentale. 'Non sperare in faccia a nessuno', ammonisce il mio amico poeta Alessandro Bergonzoni. E Franco Berardi, detto Bifo, in Heroes fornisce questi suggerimenti: 'Non prendere parte al gioco, non aspettarti soluzioni dalla politica, non essere attaccato alle cose materiali, non sperare. Non appartenere, E ricorda che disperazione e gioia non sono incompatibili'.

Una voce lontana annuncia:'Ora sei pronto per rinascere'.
Mi 'stappano'. Respiro. Tolgo la vestaglia senza tasche e mi rimetto le scarpe. Risalgo le scale.
Torno nell'ufficio di Ko Min-su, che mi offre un the.

(Gabriele Romagnoli, Solo bagaglio a mano, 2015, pp. 9-13, 84-6)
In questi giorni le emozioni e i desideri, anche di scrivere, sono piatti come non mai.
I dolori del corpo fanno il resto.
Il colon è sempre irritato: non ha digerito molte cose, mi sa.
L'anno si conclude in forme sintomaticamente (e poco simpaticamente) emblematiche di quel che è stato: 1 ora di felicità, forse, e tante a mangiare, dormire e lavarsi i denti.
E, sempre più spesso, a lamentarsi e a curarsi.
Ecco la novità dell'ultimo anno: più tempo dal medico.
I miei malanni si susseguono, dopo una vita passata in salute, e si prolungano tanto, prima di sembrare guariti.
Non morirò sano, come speravo. Anche in questo la mia vita si fa comune, va a somigliare a quella di tutti. La peggiore delle punizioni.
Regali di Natale.







sabato 19 dicembre 2015

motilità diverticolitiche

Per Ludwig Wittgenstein seguire una linea di indagine a piedi oltre che nella mente era un atteggiamento che costituiva parte integrante della sua filosofia...' Mi sembra di aver fatto nascere dei nuovi pensieri dentro di me.' La parola usata da Wittgenstein per 'pensieri', Denkbewegungen, è un neologismo che potrebbe essere tradotto 'moti di pensiero', 'vie di pensiero', 'percorsi di pensiero': idee che sono state tradotte in essere per mezzo di spostamenti lungo un sentiero (Weg).

E anche al fango c'è da fare attenzione: un passo dove non devi e ti trovi bloccato e assediato dal pantano, con la marea pronta a ghermirti.
Due giorni prima di partire, James mi consigliò premurosamente di portare una piccola accetta affilata: 'Così, se resti intrappolato nel fango con la marea in arrivo, puoi tagliarti le gambe alle caviglie e darti alla fuga'...

Il fondamentalismo religioso è oggetto del suo disprezzo in quanto comporta, per usare le sue precise parole, 'l'estinzione della metafora'. 

A volte Darwin impilava delle selci all'inizio del circuito, formando una specie di tumulo, e a ogni giro ne buttava giù una con il bastone da passeggio. Imparò a fare previsioni affidabili, distinguendo ad esempio tra 'problemi da tre selci' e 'problemi da quattro selci', quantificando così in termini di distanza di cammino il tempo necessario per risolvere un problema intellettuale. 

I gasteropodi, come le patelle, ...se riescono ad aderire così bene alle rocce è perchè sigillano perfettamente lo spazio tra il bordo della conchiglia e la superficie rocciosa a cui si attaccano. La sigillatura impedisce ai gabbiani affamati di staccarli a beccate dallo scoglio o alle onde di trascinarli via; inoltre li protegge dal rischio di essiccarsi durante la bassa marea. Creano la sigillatura ruotando e riruotando lentissimamente, in un senso e nell'altro, le proprie conchiglie, In questo modo il profilo della superficie rocciosa si incide nel bordo della conchiglia. Le patelle abradono se stesse per adattarsi al terreno prescelto... 

Ripensai al consiglio di Ian a proposito di come leggere la superficie del mare per cercare un pericolo: 'Cerca le perturbazioni dell'ordine atteso, stai attento alle interazioni impreviste'. E mi venne anche in mente Edward Thomas, che allenava l'occhio a individuare gli 'elementi di disturbo' e le impronte che all'interno di una paesaggio testimoniavano la presenza di un sentiero quasi svanito. 

Continuava a venirmi in mente, con una cadenza a cui uniformavo il mio passo, una frase palindroma spagnola relativa ai pellegrinaggi: La ruta nos aportò otro paso natural. 'La strada ci fornì un nuovo passo naturale'. 

L'estremità di un arto, umano o animale, affonda nella neve e la pressione del movimento comprime i fiocchi sottostanti in forma di impronta. La neve, intorno, depositata in strati meno compatti, viene sciolta dal sole o spazzata dal vento e poco a poco scende al livello dell'impronta e più giù ancora, finchè lascia emergere in rilievo la neve compatta dell'orma. Sono impronte controintuitive, in quanto la pressione verso il basso esercitata dal passo sembra aver prodotto una struttura cresciuta verso l'alto, a dispetto della forza di gravità. Sono forme palindrome: ciò che era stato compresso si presenta 'innalzato', e l''impressione' si trova trasformata in 'espressione'.
Qualche volta, scendendo d'inverno da un fianco montano per lo stesso sentiero da cui ero salito, ho trovato le mie orme dell'andata trasformate in bassorilievi. L'effetto perturbante prodotto da questi momenti scaturisce dall'incontro con tracce modificate di un nostro sé passato. Tra il primo passaggio e il ritorno il mondo è cambiato in modo sottile ma rilevante...

Una delle poche consolazioni di questi giorni, muoversi attraverso Le antiche vie, di Robert Macfarlane. Visto che i dolori diverticolitici quasi mi fermano del tutto, spaccano la schiena e il fianco, rendono faticoso il passo, impossibile il flettersi o il girarsi.
Altro conforto: Irrational man di Woody Allen, una storia in cui non è difficile ritrovarmi.
Altro ancora: il sonno. E, dimenticavo, il sole.
E qualche compagnia di sventura, dolce.


martedì 15 dicembre 2015

cess-azioni

Per qualche giorno ho cessato di scrivere, come forse avrete notato.
Ero in viaggio al nord, e non avevo con me il computer, nè la voglia di accendere quelli di altri.
Poco da dire, comunque.

Se non che, nel viaggio d'andata, l'aereo Easy Jet per Malpensa ci ha fatto salire tutti e poi riscendere tutti perchè il bagno perdeva e non si poteva partire con l'acqua che colava verso il corridoio.
Due ore e mezza di ritardo, giusto in tempo per evitare la penale.
In aeroporto, nell'attesa, le due volte che sono entrato nel bagno dei maschi ho incontrato due signore anziane, che smanettavano senza capire dov'erano.
Le ho avvisate, e sono fuggite, una vergognosa, l'altra ridente.

Il mio colon alterna diaree a stitichezze, il tutto condito da mal di pancia e mal di schiena, da giorni.
Prendi un rimedio, risolve un problema e ti crea l'altro.
Quando il corpo inizia a non funzionare e non riesce a riequilibrarsi da solo è veramente una palla...
Invecchiare, bel problema.
Vado avanti a mele, finocchi e carote, minestrine e fermenti.
Mi sento proprio un pensionato da ricoverare, in certi momenti.

A Parigi hanno promesso che cesseremo di usare i fossili.
Forse, quando saremo fossili.

Nei giorni scorsi ho rincontrato degli amici nell'ecovillaggio di Torri Superiore, vicino al confine francese di Ventimiglia. Una buona compagnia, un bel conforto.
E mi è arrivato un pacco dono coloratissimo e gustosissimo da due cari amici pugliesi.
Spero di poter gustare presto tutto quel ben di dio.
Colon e cessi permettendo.



martedì 8 dicembre 2015

immacolate concezioni

IL SOCIALISMO SCOMPARIRA', esclama compiaciuta Marine, dopo il suo trionfo in Francia e proprio in regioni tradizionalmente operaie e di sinistra.
Cara Marine, sai molto bene che la tua frase è falsa: il socialismo è già scomparso da tempo.
C'è ancora un po' di gente che vota Hollande, ma questo non vuol dire che esista ancora il socialismo.
Quel che oggi ci propongono non è più neppure socialdemocrazia, al massimo è liberismo sociale, cristianesimo sociale, capitalismo sociale. Ma non certo socialismo.
Il socialismo è finito da almeno 20 anni in occidente: questo, Craxi -insieme a tante altre cose- l'aveva già capito allora...
La domanda non è se sia scomparso o no, allora, ma se possa ripresentarsi e tornare.
Ed anche su questo si possono nutrire molti dubbi.
Non che non esistano più gli oppressi o le classi, anzi.
Ma, da ora in poi, voteranno sempre più a destra, o si asterranno in massa.

QUEL CHE E' ACCADUTO ALLE ELEZIONI FRANCESI, NON ACCADRA' QUI IN ITALIA, balbetta il nostro Matteo.
Caro stupidello, ne riparleremo a breve. L'Italicum è perfetto per far andare al potere la destra, da qui al 2018. E non basteranno questo tuo insulso PD, né gli illusi Cinque Stelle, né tanto meno i sinistri figuri che già conosciamo e che si ripresentano ogni tot di anni come nuovi.
I processi in corso ci portano a destra e, per quanto tu possa rincorrerla e rincorrere i suoi potenziali elettori, trasformando il centro-sinistra in un carrozzone per tutti, al momento giusto voteranno i partiti che gli garantiscono una politica di destra senza infingimenti e flebili distinguo.
Una destra della securitè, disegalitè, sfraternitè.
E ce la terremo, per anni, anche grazie alla tua piccola ambizione, al tuo breve sguardo.

LA LIBERTA' E' PIU' FORTE DELLA PAURA, declama stancamente Obama, guardando negli occhi la Nazione. Ma, se fosse così, come mai i tuoi concittadini continuano ad armarsi in casa e a spararsi di qua e di là ? Come mai i tuoi poliziotti uccidono allegramente i tuoi com-pellanei inermi ? Come mai continuate a bombardare mezzo mondo, accrescendo la paura e l'odio di tutti ?
La storia dimostra, ampiamente, che -di regola e per le maggioranze- la paura è ben più potente della libertà.
Vi possono essere momenti eccezionali e movimenti di minoranza che ci fanno vivere quel che tu dici, che sono capaci di dimostrarlo ogni tanto.
Ma è la paura che ci tiene avvinti alle nostre abitudini, pregiudizi, istituzioni.
E non la libertà.
Sempre che sia libertà quella che ci propinate e che propiniamo al mondo intero, con le buone o con le cattive. Quella che chiamiamo libertà è totalmente assediata dalla paura: per quel che abbiamo fatto e che ci faranno.











domenica 6 dicembre 2015

donne cazzute sempre piaciute



E' stata la moglie a far radicalizzare il marito, a San Bernardino.
La dolce farmacista pakistana se l'è sposato in Arabia saudita, ci ha fatto una bambina, poi l'ha portato a sparare alla festa di Natale dei disabili.
E se la sono cavata niente male...

Sono Marine e Marion Le Pen che guidano le estreme destre alla prossima vittoria in Francia.
Hanno fatto fuori i maschi e il vecchio capo, e vanno avanti come treni.
La Marianne dei sanculotti ha cambiato verso, ma è sempre pimpante.

Più modestamente, ma con qualche effetto, le nostre ministresse procedono anch'esse.
La Boschi, tra un sorrisino e l'altro, si fa ripagare i debiti della sua Banca Etruria ammazzando i correntisti, e si fa la sua bella riforma elettorale, insieme al suo amicone Verdini e in barba ai grandi vecchi del suo partito.
La Madia se ne frega di sindacati e tradizioni e prosegue a brunettizzare il settore pubblico.
Dobbiamo ringraziare la Liga veneta se la Moretti è prematuramente scomparsa dal video, ma -ne siamo certi- ritornerà più gagliarda che pria.
La Boldrini continua ad alitare buonismo d'accatto dagli alti scranni.

E tra non molto, salvi ulteriori disastri, anche la dolce Hillary andrà, prima donna della storia, a governare nientepopodimeno che gli Stati Uniti d'America.
In barba a suo marito che si consolava sotto il tavolo con l'amichetta Monica (Hillary già da allora doveva avere altre priorità), in barba ai machi repubblicani.
Lei sì che ha le palle per dichiarare la terza guerra mondiale...!

La rivoluzione femminista, insomma, va avanti.

Non possiamo lamentarci.

siamo tutti israeliani!

Eretz Israel !

Da tempo insisto nel chiamare quel che sta accadendo al mondo 'israelizzazione'.
Condividevamo già con lo stato sionista il peccato d'origine: come il loro anche i nostri stati sono nati da atti di violenza verso gli indigeni e si sono pasciuti di sfruttamento coloniale.
Ma oggi condividiamo tre nuovi elementi fondamentali:
-una democrazia finta, che copre disuguaglianze feroci ed apartheid di fatto;
-la costruzione di muri di autodifesa, di cemento o meno;
-il rischio continuo di subire attentati terroristici.
Israele, considerato sinora un'eccezione nel mondo, sta diventando la regola, l'esempio, il modello per la vita di tutti. E -inutile illudersi- lo sarà sempre di più, nei prossimi anni.

I campionati europei di nuoto in vasca corta si svolgono in questi giorni proprio a Netanya, in Israele. Ora, già trovavo strano e ingiusto che le nazionali israeliane partecipino alle competizioni sportive europee, ma che addirittura le ospitassero...!
Lasciamo perdere. I nostri sensi di colpa non finiranno mai.
Anziché boicottarli continuiamo ad accoglierli e a proteggerli: quando mai la smetteranno se noi non la smetteremo ?
Detto questo, guardando l'apparente tranquillità dei giochi e del pubblico in sala, anzi in vasca, mi è apparso ancora più chiaro che quella società vive così da più di mezzo secolo: conciliando le bombe, le stragi, la militarizzazione con la normalità e l'adattamento quotidiano più completo.
I cittadini sanno di essere isolati e odiati in tutto il mondo, non solo arabo.
Sanno che se un paese qualunque avesse commesso un decimo di quello che hanno combinato i loro governi sarebbe già stato sanzionato e bombardato da tempo.
Sanno di aver a fianco, sulla loro stessa terra (o, a dire il vero, sulla loro) milioni di palestinesi in gabbia.
Sanno , anche per questo, di essere permanentemente in ostaggio della guerra e del terrore.
Eppure, nonostante questo -o forse proprio grazie a questo- vivono.
Tra un allarme ed un'esercitazione, tra giovani soldati armati sui bus e arabi che li sgozzano con i coltelli per strada, continuano a vivere.
E' un avviso chiaro ai terroristi che si muovono ora nelle nostre città: dateci pure le vostre intifade quotidiane, noi non rimetteremo i nostri debiti.
Ci alleneremo a vivere nel rischio, ma non smetteremo di fare come se niente fosse e come se avessimo ragione.

C'è un istruttivo video dell'FBI che sta girando in questi giorni tra i cittadini statunitensi: è intitolato RUN, HIDE & FIGHT.
Se vieni attaccato da un terrorista dovresti, nell'ordine: provare a scappare; se non puoi, provare a nasconderti; se non puoi, provare a lottare con quel che hai in mano.
Insomma, i cittadini occidentali proseguiranno a fare quel che già fanno, ma ad un altro livello: scappare dopo aver rubato, nascondersi e far finta di nulla, far la guerra se qualcuno non ci sta.
E continuiamo così, a far(ci) del male...!


venerdì 4 dicembre 2015

porchi mondi

Requiem era il contrario di Lucien, che dava sui nervi a tutto il Tram col suo linguaggio fumoso, quell'ipocrita, sempre lì a scribacchiare sui suoi pezzi di carta invece di dirti la verità in faccia...Ammorbava proprio tutti, Lucien. Non si regolava! A che serve darsi aria di intellettuae a destra e a manca se poi l'equazione deve restare la stessa. Le strade che portano alla verità e all'onestà sono interrotte da inondazioni, porcherie, cacate di cane, bugie, distacchi di corrente, e allora perchè lui si incaponiva a credere in un mondo possibile ? Perchè si sforzava di ridurre l'umanità ai sogni e alle citazioni che accozzava insieme alle sue cartacce ? Questa si chiama vigliaccheria, o magari pure amnesia, o un misto delle due.
Il mondo è irrecuperabile, dixit Requiem...
Riflettiamo...Noi cosa faremo al posto del poeta maledetto ? Risposta di Requiem: la tragedia è già scritta, noi ci mettiamo la prefazione. E allora mettiamocela, questa prefazione...

Religione della pietra: il meteo non sappiamo nemmeno cosa sia. Il meteo siamo noi, per non dire che inventiamo un sistema solare tutto nostro. Il sole sorge alla Gare du Nord a tramonta al Tram fra due tette-pompelmo. Noi siamo i principi delle nubi dell'arrabattarsi, i figli della terra e della ferrovia. Questo è il Nuovo Mondo. Non vai a letto ma ti mettono a letto. Non mangi ma ti mangiano. Non accoppi ma ti accoppano. Questo è il Nuovo Mondo. Ognuno per sé e la merda per tutti. Questa è la giungla.

(Fiston Mwanza Mujila, Tram 83, 2014)


I vicini di panchina di stamane mi raccontano il mondo.

Un vecchio elegante, camicia splendente, giacca gilet e papillon giallo, fuma la pipa lentamente.
Occhi chiari, profumo di colonia, puro ottocento francese.
I suoi occhi chiari e liquidi avvolgono l'aria e mi commuovono.

Un altro, più trasandato, se ne sta al sole, col cappello che mette e toglie di continuo.
Legge una rivista, non sembra interessato, dopo poco si alza e cammina.
Ma prima fatica a piegarsi per legarsi i lacci, sembra che rinunci, poi ce la fa.

Una ragazza vestita di nero, si guarda allo specchio dello smart phone, si scioglie i capelli, si accarezza le mani, cura le unghie smaltate di rosso, si gratta la schiena e si toglie i brufoli.
Quando non si tocca o guarda, con attenzione e scrupolo profondi, esclusivi, chatta sul cellulare.
Per mezz'ora buona. Poi si mette gli occhiali scuri e se ne va.

Un tossico guarda tra le aiuole che ci proteggono in parte dal traffico, e cerca le dosi nascoste da qualcun altro, tra le fronde e i topolini che occhieggiano tra esse.
Ha uno sguardo feroce, attivissimo e spento.

Il mio venditore abituale di Diabolik ripassa a trovarmi dopo molto tempo.
Ma non vende più i suoi libri e giornaletti.
Ora si è convertito e gira la città, le chiese, gli ospedali per pregare, e convertire.
Un mese fa è caduto in casa ed ha avuto una sensazione di paresi alle gambe. Non riusciva ad alzarsi e, novello Saulo, Dio gli ha parlato. Ora crede.
La sua vita di peccatore si è conclusa, ora Gesù è con lui, ed è tutto per lui.

Il mondo è qui, intorno a me, nel suo malato fulgore.
Ed è dentro di me.
Nei miei ricordi di poco tempo fa.
Un anno fa giravo intorno alla base inglese di Akrotiri, a Cipro, in bici.
E' circondata da un grande lago salto e asciutto, su cui ho affondato più volte, e lasciato le mie scie.
Ed è prossima ad un monastero in cui miagolano cento gatti.
Sentivo i reattori sibilare a fianco al mare, e li vedo ora che decollano verso la Siria.
Gli inglesi occupano questo territorio, ultimo residuo coloniale sull'isola di Venere.
A nord dell'isola, turchi -arabi e musulmani- chissà cosa ne pensano...

Mi ritornano alla mente anche i confini permeabili tra Tunisia e Libia, le strade di sabbia sotto il diluvio, i suk sulla strada di ogni paese sulla strada. Che ne sarà ora di tutta quella vita ?
Ora da lì passano i guerriglieri, si posizionano i servizi segreti di mezzo mondo, i militari coalizzati contro il Male.
I pozzi di petrolio passano da una mano all'altra, vengono bombardati e inquinano il cielo, ci riducono a vittime sacrificali per la loro conquista.
I nostri dei d'oro (nero) ci chiedono il conto (malauguratamente, profondamente in rosso, sangue...).



giovedì 3 dicembre 2015

vive la france!

regalo di Francesca e Stefano da Parigi...

esser(i) umani

Egli.
Egli ha due avversari; il primo lo incalza alle spalle, dall'origine, il secondo gli taglia la strada davanti. Egli combatte con entrambi. Veramente il primo lo soccorre nella lotta col secondo perchè vuole spingerlo avanti, e altrettanto lo soccorre il secondo nella lotta col primo perchè lo spinge indietro. Questo però soltanto in teoria, poiché non ci sono soltanto i due avversari ma anche lui stesso; e chi può dire di conoscere le sue intenzioni ? Certo sarebbe il suo sogno uscire una volta, in un momento non osservato - è vero che per questo ci vuole una notte buia come non è stata mai – dalla linea di combattimento, e per la sua esperienza nella lotta essere nominato arbitro dei suoi avversari, che combattono tra loro.
(F. Kafka)


Infine, la Volontà -sia che voglia a ritroso, sia che voglia in avanti e senta la propria forza- trascende la semplice datità del mondo. Tale trascendenza è gratuita e corrisponde alla traboccante sovrabbondanza della Vita...
A questo trascendere, che è connaturato al volere, Nietzsche dà il nome di 'Oltrepassamento'. Esso diviene possibile in ragione dell'abbondanza: l'attività stessa è percepita come creatività, e la 'virtù' che corrisponde a tutto questo complesso di idee è la Generosità, l'oltrepassamento vittorioso della sete di vendetta. E' lo sperpero, la 'baldanza temeraria di una volontà straripante e prodiga' che dischiude un futuro al di là del passato e del presente. Il sovrappiù costituisce la conditio sine qua non di ogni cultura.
(H. Arendt)


Di fronte a ciò che 'fu', il volere non ha più nulla da dire, il 'così fu' resiste al volere della Volontà, è avverso e contrario alla Volontà. Ma con questa avversione, ciò che è contrario mette radice nel volere stesso. Il volere ne soffre. La Volontà, cioè, soffre di se stessa, dell'andato via, il passato. Ma il passato discende dal passare. Così la Volontà stessa vuole il passare. L'avversione della Volontà contro ogni 'così fu' appare come volontà di far sì che tutto perisca, dunque di volere che tutto meriti di perire. L'avversione che nasce nella volontà è così la volontà contro tutto ciò che passa -ossia contro tutto ciò che sorge a partire da un sorgere e perdura.
(M. Heidegger)


Per quanto piccoli siano l'estensione e il grado cui possano arrivare le doti naturali di un uomo, indicherà in lui un uomo dal largo modo di pensare il fatto che si elevi al di sopra delle condizioni soggettive private del proprio giudizio, tra le quali tanti altri sono confinati, e rifletta su di esso da un punto di vista generale (che può determinare soltanto mettendosi dal punto di vista degli altri).
(I. Kant)



(da H. Arendt, La vita della mente, 1971)

mercoledì 2 dicembre 2015

incensurate recensioni



Leggere 'La famiglia Radley' di Matt Haig (quello de 'Gli umani') è stato emozionante.
Una famiglia di vampiri, che vivrebbero di sangue e di forti sensazioni, hanno cercato per anni di normalizzarsi e di diventare astinenti: hanno messo su lavoro, casa, famiglia, come tutti.
Ma il richiamo della (loro) vita, a un certo punto, rifà breccia e si ritrovano a godere e soffrire come non mai.
Una buona (ed esilarante) metafora della nostra vita quotidiana, scarnificata immagine dei sogni di bambino fattosi adulto.

Vedere 'The lobster' è un'esperienza inquietante ed eccitante.
Un film fantascientifico, ma non troppo, che descrive una società in cui è vietato essere e restare single ed in cui solo la coppia e la famiglia rappresentano la meta sociale da raggiungere e il simbolo di una vita sana e felice. Vivere da soli è considerato un crimine (oltre che una palese scomodità personale): in una società super individualista è fondamentale salvare le apparenze.
Ormai solo la surrealtà satirica ci fa capire come viviamo davvero, dentro quali assurde mitologie, in mezzo a quali automatismi infalsificabili.
I single, costretti a risiedere in una struttura protetta, possono allungare il loro tempo di vita soltanto cacciando e catturando altri single, quelli che sono riusciti a nascondersi nei boschi e che vivono braccati e clandestini, reietti sociali in piena regola.
Ma mentre nell'albergo il sesso è consentito almeno dentro il matrimonio, nel bosco non sono consentiti rapporti sessuali o affettuosi: lì vige l'antiideologia dell'essere 'assolutamente single'.

Ma il film più bello e mentalmente eccitante dell'anno è stato, qualche sera fa, 'Dio esiste e vive a Bruxelles'. Un soggetto ricchissimo, pieno di personaggi, nel miglior stile Woody Allen delle origini, ma con una profondità tipicamente europea.
Un Dio tirannico verso il Figlio (che è stato ripudiato dopo la sua missione evangelica e partecipa alla vita familiare camuffato in una statuetta benedicente), la moglie (sottomessa e maltrattata ogni giorno, come molte mogli), e la figlia (protagonista e narratrice del film, che a un certo punto scappa di casa fuoriuscendo da una lavatrice e ritrovandosi nel mondo).
Le storie dei potenziali apostoli, i cambiamenti che avvengono nella loro vita, la sensibilità e la forza dei vari passaggi che si succedono man mano, danno vita ad un racconto che -di questi tempi- appare quasi miracoloso. Andate a vederlo, assolutamente...Dio lo vuole!

Per concludere in bellezza, anche il giardinetto ieri pomeriggio ha offerto un nuovo ed inusuale spettacolo. Una giovane coppia, forse straniera, si è seduta in pieno sole sulla panchina a fianco della mia. Io, come sempre, leggevo o facevo parole crociate, non ricordo.
Dopo dieci minuti, sollevo lo sguardo, e vedo che lei -reclinata in avanti- sta facendo un pompino in piena regola al suo partner, che -goffamente, ma senza manifestare alcun disagio- le copre la testa riccioluta e languidamente agitata con la giacca.
I barboni residenti (incluso lo scrivente) si godono lo spettacolo, tra lo stupefatto e l'ammirato.
Poi mi sono spostato, visto che loro proseguivano oltre modo: la mia pudicizia ha vinto, constatato che la loro non dava segno di brillare eccessivamente.
Comunque, non si sono fatti dei selfie nel frattempo, è già qualcosa.
Chi potrebbe pensare che un modesto e degradato giardinetto possa divenire teatro di tali eccitanti filmini ?  Mi sa che non andrò più neppure al cinema.

Si vive così, come vedete, tra un terrore e l'altro, tra uno spettacolo e l'altro, tra un miracolo e l'altro.
Immagino che sia la vita di tutti, anche di chi non la racconta.
E tu chiamale, se vuoi, ec-citazioni...

martedì 1 dicembre 2015

mammala i...trucchi!



L' Europa, dopo aver contribuito a re-islamizzarla -rifiutando il suo accesso nell'Unione- ora corteggia la Turchia, in funzione anti Isis (che peraltro la Turchia sostiene sottobanco) ed anti russa (con cui peraltro la Turchia   ha un traffico economico non da poco).
Proprio nel momento in cui Erdogan il sultano fa fuori opposizione e curdi come non mai, arresta giornalisti e chiude giornali, si erge a dittatore unico della patria in armi, proprio ora la Turchia ci serve: a fare la nuova Libia, a fare da muro e protezione per noi, contro le invasioni di terroristi e immigrati.
A fare da barriera di respingimento per i profughi.
E paghiamo profumatamente questi carcerieri d'oriente.
E la Turchia farà la fine della Libia e, quando Erdogan non ci servirà più, farà la fine di Gheddafi.
Non impariamo niente, non vogliamo imparare niente; la ragion di stato, i soldi e la convenienza a breve termine restano gli unici parametri contemplati e sicuri.
Ma se ne vedranno gli effetti collaterali, come sempre, nel medio periodo.

L'economia, checchè ne dicano le solite ochette starnazzanti, non riparte.
Il terrorismo ha gelato i timidissimi segnali di fiducia dei mesi scorsi.
Produzione e acquisti, se non di lusso, in coma.
Inflazione che non sale, cattivo segno per la finanza, buon per noi.
Ed allora si spera che Draghi prosegua e insista con il megatrucco del quantitative easing: 60 miliardi di euro al mese (nostri) vengono attualmente già sperperati per ricreare liquidità e far ripartire il mercato. In realtà foraggiano ancora una volta solo banche e finanza.
Ma la BCE si impegnerà ancora, farà ancora di più.
Metodi eterodossi, li chiama Padoan. Ci si attacca proprio a tutto, ma non funzionerà.

A Parigi-Bourget è iniziato il COP (che peraltro, in inglese, vuol dire poliziotto).
L'ennesima festa truccata in maschera per mitigare i cambiamenti climatici.
Funziona così: arrivano centocinquanta capi di stato, fanno mirabolanti e suggestivi discorsetti su quanto amano il pianeta che si concludono con la speranza che questa sia la buona volta; poi continuano a far parlare in pubblico scienziati ed ecologisti, mentre i loro tecnici si incontrano nelle segrete stanze a litigare, a raggiungere faticosissimi accordi con mille clausole scritte in piccolissimo, a fare un'interminabile melina su quel che gli interessa e che li tocca.
Poi, i governi realizzeranno infine solo una parte di quel poco che si è deciso lì.
Ma, di volta in volta, il trucco funziona: per le nostre pigre opinioni pubbliche, ovviamente.
Non certo per il pianeta, che continua a degradare e a lessarsi.
E ri-lessiamoci tutti, allora !



domenica 29 novembre 2015

culturame

Sono contrario agli stati confessionali, sono contrario ai crocifissi a scuola, all'ora di religione, alle feste religiose in ambito scolastico. Sono anticoncordatario.
Vorrei vivere nella laicità, cioè nella libertà di tutti di vivere la propria fede, anche in pubblico e in politica, ma senza per questo religiosizzare enti e istituzioni pubbliche.
Soprattutto in un mondo occidentale in cui ormai le religioni non contano quasi più nulla, neppure in privato (non si possono adorare simultaneamente Dio e il Denaro).
Detto questo, e vista invece la situazione in cui siamo di fatto da sempre, credo che non sia una buona idea eliminare le festicciole di Natale a scuola per non indispettire od emarginare i bambini e i genitori credenti in altre fedi.
Che ognuno manifesti la sua, allora, e che ogni fede abbia i suoi tempi per festeggiare durante l'anno scolastico, a turno.
E che festeggino, di volta in volta, solo quelli coinvolti per fede o per scelta di esserci,
 anche solo per stare con i loro amici o per condividere con loro una festa.

Renzi sta aumentando le spese militari e per l'ordine pubblico, ma 'per ogni euro investito nella sicurezza, ne investiremo uno in cultura!'.
Così giustifica e copre le spese militari, senza ottenere peraltro alcun risultato culturale.
Magari qualche voto tra i giovani e qualche occasione in più per l'Isis di ammazzare dei giovani ai concerti o al cinema.
E' incredibile come la parola cultura riempia magicamente le nostre bocche ogni volta che siamo in difficoltà su altri piani. o vogliamo compiere malefatte che desideriamo coprire.
E' ormai una parola distrattiva di massa.
Ma ci pensa Poletti, ministro dei lavoretti e dei lavorucci, a riportarci alla dura realtà.
'Laureatevi, velocemente, anche con voti bassi, ma laureatevi in fretta! '.
Ecco qui, il vero valore che danno alla cultura.
L'importante non è studiare, è prendere il titolo.
Per poter diventare disoccupati, laureati, il prima possibile...



sabato 28 novembre 2015

cara oriana, ti scrivo...

Cara Oriana,
immagino che tu, pur sempre inquieta e insoddisfatta come sei, possa iniziare a trarre conforto da quel che sta accadendo.
Tu l'avevi visto e auspicato da molto più tempo, come spesso sanno fare le persone che sanno prendere posizione e trarre le dovute conseguenze da quel che vedono.
In questo ci assomigliamo, e per questo ti scrivo.
La rabbia e l'orgoglio, come titolava un tuo libro di qualche tempo fa ormai, si fanno strada per le strade d'Europa.
Ovviamente nessuno, anche stavolta, ne parla apertamente, anzi in molti li negano.
Mostrare rabbia non sarebbe civile, sarebbe darla vinta ai cani rabbiosi che ci hanno morso.
E l'orgoglio non è un sentimento che va di moda esibire, a meno che tu non sia un nazionalista francese.
Eppure, la rabbia trova sfogo negli attacchi aerei, nel richiamo alla spietatezza della risposta, nella paranoica ricerca di colpevoli e potenziali stragisti e complici.
Eppure l'orgoglio si esprime con inni, giornate del ricordo, richiami alla cultura e alla civiltà superiore contro 'l'orda di assassini che odia la nostra libertà'.
Tu dirai che, ancora una volta, siamo di fronte a molta retorica e poca sostanza, e che non ti basta.
Dal tuo punto di vista, è difficile darti torto.
In effetti, il fronte militare occidentale è scisso, non coordinato, autocontraddittorio, incerto e pieno di ambiguità e lotte interne.
E, al di là di qualche pomposa marcetta e patetico raduno, i popoli europei non sono -in fondo- per nulla orgogliosi di se stessi, né tanto meno dei loro Stati o dell'Europa.
D'altra parte, come essere orgogliosi di paesi che hanno fallito ripetutamente nel loro tentativo di 'esportare la democrazia' attraverso la guerra e i servizi segreti, per poi negarla ogni qualvolta le libere elezioni hanno portato a parlamenti non graditi (il caso dell'Egitto è soltanto l'ultimo di una lunga serie), oppure costruendo stati confessionali con la conseguente emarginazione di parti fondamentali del paese (come in Iraq), oppure difendendo e sostenendo dittatori contro i tentativi di cambiamento democratico e nonviolento(vedi la stessa Siria), o costituendo governi fantoccio invisi a metà della popolazione (come in Afghanistan).


Inoltre, conoscendoti un po', so che sei sempre più preoccupata del ritorno in scena dell'orso russo.
Mentre la potenza statunitense perde progressivamente il controllo del mondo, ed altri poteri economici e militari prendono il sopravvento; mentre l'Unione europea vacilla e assomiglia sempre più ad un'armata Brancaleone in disarmo, è la Russia che -accerchiata e ridimensionata per due decenni almeno- si sta ribellando alle umiliazioni subìte e riprende territori e potere: il caso ucraino ne è stato il primo esempio, quello siriano il secondo.
L'attacco turco di qualche giorno fa al jet russo non può essere avvenuto senza il beneplacito Usa e Nato. La Russia sta esagerando e va punita, pur proseguendo -su un altro tavolo- a parlare di alleanze contro i nemici comuni (sempre loro, da 15 anni, i terroristi...).
Se gli americani riescono, dopo le disfatte diplomatiche e sul campo con il mondo arabo, a ricrearsi anche il vecchio nemico post-sovietico, credo che per te, Oriana, sarebbe un perfetto en-plein.
Se il contesto diventa di guerra permanente, gli stati autoritari avranno sempre la meglio sugli stati ancora minimamente democratici.
Non devono stare lì a giustificarsi, a far distinguo, a trincerarsi dietro frasette tipo: dobbiamo investire in cultura, l'intervento non può essere solo militare, trattiamo con le armi della politica, etc etc. Nessuno ci crede, neppure loro. Ma devono farlo, per non indispettire quei pochi residui di opinione pubblica liberale che ancora prova a credere in se stessa, nonostante se stessa.
Un Putin non ha di questi problemi: decide di fare guerra e la fa, per difendere i suoi interessi diretti o i suoi alleati, senza remore o cavillosi infingimenti.
Magari, Oriana, a te piacciono i tipi così, e vorresti che anche i nostri governanti andassero più spediti.
Ma ci vorrà ancora un po' di tempo, lo sai. Già gli attentati di quest'anno hanno dato loro una bella mossa, ma i prossimi eventi saranno decisivi e ci faranno fare un altro passo verso la direzione che tu da tempo auspichi: la guerra di civiltà, ammantata da contrasti religiosi.
L'odio cresce e alligna ben bene, sia tra loro verso di noi che tra noi verso di loro.
E la sottile crosta che ancora ci avvolge e non ci fa esplodere del tutto gli uni contro gli altri, sia all'interno degli stati, sia tra loro, è in via di consunzione e disfacimento.
Cara Oriana, nel giro di un decennio -forse meno- ci troveremo dentro il mondo che tu hai preconizzato.

Con buona pace di quel povero diavolo di Tiziano e di tutti gli ingenui pacifismi e irenismi del secolo scorso.

giovedì 26 novembre 2015

dalla siria con furore

Siria: ‘Adesso parlo io’, lettera di una vittima dimenticata

Scrittore
siria_675
Adesso parlo io.
Adesso mi ascoltate perchè sono io la vittima. Come mi chiamo non ha importanza. Io vivo ad Aleppo, a Damasco, ad Hama, a Homs e in tutte le città della Siria. Non mi importano i discorsi sulla geopolitica che vi permettete di fare nei vostri salotti a Parigi, Roma, Ryad o Mosca. Io devo sopravvivere. La mia sopravvivenza non è legata alla speranza che noi vittime, d’improvviso, veniamo riconosciute come il fulcro della questione, del vostro pensare alla Siria, perché sono consapevole che non sarà mai così. Tutto viene relegato a piani astratti.
Quando la questione siriana si allarga al vostro Paese, qualunque esso sia, tramite un evento che vi fa sentire la Siria più vicina, allora vi preoccupate. Parlate dell’Isis, ne avete paura, dimenticando che siamo noi siriani a essere decapitati. Oltre all’Isis non vedete più nulla. Guardate con i miei occhi le milizie, di qualsiasi estrazione confessionale, sciite, cristiane, sunnite, che massacrano il popolo.
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Non guardo più il cielo per osservare le stelle, ma per vedere se c’è un aereo, siriano, russo, francese o americano, che vuole bombardarmi, per “liberarmi” dal fondamentalismo.
Sono stanco, distrutto, dall’idea che le mie aspirazioni di libertà, di dignità e di pari diritti non vengano considerate. Non capite che cerco l’emancipazione dal regime e dal fondamentalismo. Al posto di aiutarmi, di stringermi la mano, continuate a giudicare perchè non conoscete la mia storia. Addirittura, dite che non mi dissocio dall’Isis quando è la mia testa a essere poggiata sul loro ceppo, pronta alla decapitazione.
Oggi parlate dell’aereo russo caduto, ma non conoscete Leymar Al Taani, una bambina uccisa da un bombardamento russo, sabato 22 novembre 2015 a Daara, in Siria, molto lontano dalle postazioni dell’Isis.
E’ vergognoso che la Siria, la mia tragedia, venga utilizzata da alcuni dei vostri partiti politici, nel vostro bell’Occidente, solo per fini elettorali, per alimentare lo scontro.
Ma allora, se non mi volete vedere, dimenticatevi di me, di noi. Così tutto sarebbe più facile e non sarei costretto a constatare l’ipocrisia di un mondo preoccupato dall’interesse e non dalla nostra vita.
Un siriano

una emilyana a parigi

Dopo un grande dolore, i sensi solenni s'atteggiano-
come tombe i nervi siedono cerimoniosi, 
il cuore -irrigidito- si chiede: fui io a sopportare
e fu ieri, o secoli addietro ?

Meccanici si muovono i piedi,
percorso di terra, di aria, di nulla,
un cammino legnoso,
che va a caso,
una pace di quarzo, come pietra.

Questa è l'ora di piombo,
che ricorda chi sopravvive,
come gli assiderati, la neve.
Dapprima una sensazione di freddo, poi lo stupore.
Infine, la resa. 

(1862)


Quando le luci si spengono
poco per volta ci si abitua al buio
come quando il vicino, sollevando alto
il lume, sigilla il suo addio

Dapprima, i passi si muovono incerti
nel buio improvviso
poi, lo sguardo si abitua alla notte
e senza incertezza affrontiamo la strada

Ed è così nelle oscurità più fonde
in quelle notti lunghe della mente
quando non c'è luna che disveli un suo segno
quando non c'è stella che -dentro- si accenda

e i più coraggiosi -per un poco- brancolano
e battono a volte dritti in fronte
contro il tronco di un albero
ma poi imparano a vedere

E allora è la Notte che si trasforma
oppure un qualcosa nella vista
che alla Mezzanotte si conforma,
E la vita procede quasi senza incertezza.

(1862)


Sognamo, ed è buona cosa.
Ci farebbe male, fossimo svegli.
Uccidiamoci, visto che non è altro che un gioco.
Urliamo, tanto siam noi che giochiamo.

Che male c'è! Gli uomini muoiono, di fuori
è, questa, verità di sangue
Ma noi moriamo sul palco
e il teatro non muore

Attenti a non scuoterci
chè non si aprano gli occhi a nessuno dei due,
per paura che il fantasma dimostri l'inganno
e la fredda sorpresa

ci congeli in steli granitiche
con sopra solo Età e Nome
e forse una frase in egizio
E' più prudente, sognare.

 (1862)

Il cuore ricerca il piacere, dapprima
e poi, la dispensa dal dolore
e poi, quei blandi anodini
che anestetizzano la sofferenza.

E poi di potersi addormentare
e poi, se tale fosse
la volontà del suo inquisitore,
il lusso di morire.

(1862)


Presentimento è quell'ombra lunga, sul prato
che preannuncia il tramonto dei Soli

L'avvertimento all'erba sorpresa
che la Notte sta per sopraggiungere.

(1863)


Non sarebbe aspra sfortuna
ricordare quanto sono infelice
se potessi dimenticare quanto sono stata felice
ma il ricordo di alberi in fiore

ogni anno rende difficile il novembre
poi, un giorno, io che ho avuto quasi coraggio,
come un bambino perderò la strada
e morirò di freddo.

(1863)


Morbido come un massacro di soli
trucidati dalla sciabole della notte.

(1868)


Grandi strade di silenzio portavano
lontano, alla volta di zone di pausa, vicine,
Qui non vi era segnale, nè dissenso
nè universo, nè legge.

Gli orologi dicevano che era mattino
a distanza le campane sollecitavano la notte.
Qui tuttavia il tempo non aveva fondamento 
perchè l'epoca si estingueva.

(1870)


Se non avessi mai visto il sole
avrei sopportato l'ombra.
Ma la luce ha reso il mio Deserto
ancora più selvaggio.

(1872)


Era come se le strade precipitassero
poi fu l'mmobilità.
Eclisse: tutto ciò che era dato vedere alla finestra.
Terrore: tutto ciò che provavamo.

A poco a poco, i più coraggiosi uscirono piano
allo scoperto, per vedere se il Tempo c'era ancora.
La natura indossava un grembiule d'opale
e impastava aria più pura.

(1877)


Sembrava un giorno di quiete
senza minacce, nè in cielo nè in terra.
Finchè al tramonto 
un rosso casuale,
un colore diffuso, che sembrava
disperdersi, oltre la città, verso occidente.

Ma quando la terra iniziò a vibrare
e le case svanirono in grande fragore

e le creature umane, tutte, si rintanarono
allora fu il terrore che ci fece capire,
come capirono coloro che videro
la Dissoluzione, il Papavero nella nuvola.

(1877)


Un dono senza pretese, parole impacciate
sono i modi in cui al cuore umano
è rivelato il Nulla.
'Nulla' è la forza 
che il mondo rinnova.

(1883)


(da Emily Dickinson, Silenzi) 
 

martedì 24 novembre 2015

oltre al danno...





Essere ucciso dai terroristi mi dispiacerebbe, certo.
Soprattutto mentre ascolto musica, anche se fosse quella dei Death Angels.
Ma non sopporterei ancor più che al mio funerale si suonassero gli inni, e fossero lì Mattarella e la Pinotti.
Chissà la povera Valeria, attivista di Emergency, cosa dovrà aver pensato, nella bara.
Forse questo: che i potenti sono potenti perchè sanno sempre impossessarsi, al momento giusto, anche di quello che non gli appartiene e soprattutto di quel che ha provato con tutte le sue forze, in vita, a sottrarsi.

I russi bombardano i siriani, per proteggere Assad.
I francesi bombardano i siriani, per far fuori Assad e per credere di proteggere se stessi.
I turchi abbattono aerei russi e li accusano di aver sconfinato.
E, intanto, continuano ad ammazzare curdi, che fanno guerra all'Isis.
L'Isis, sotto sotto e sotto terra, se la ride.

Una capitale europea è sotto coprifuoco preventivo da giorni, ma Salah non si trova.
Negozi, scuole, metro: tutto chiuso, e tanto rumore per nulla.
Prima o poi lo acchiapperanno, ma intanto è una beffa.
O forse lo troveranno prima i suoi compari: non si è fatto saltare, ha avuto un ripensamento, è un traditore. La giustizia divina lo troverà. Lei vede tutto, si sa.

Il mediatore francese che provava a trattare quando le forse di polizia hanno fato irruzione dentro il Bataclan ha dichiarato che i militanti dell'Isis non erano disposti a discutere e continuavano a ripetere soltanto: Siamo soldati del Califfato, la colpa di tutto questo è di Hollande!'.
E aggiunge: 'Erano molto agitati, si muovevano confusamente. Sembravano drogati'.
Quanto siamo ridicoli. Pensiamo che, in piena guerra, si possa ancora essere disposti a mediare o voler ancora parlare. Siamo proprio degli inguaribili ottimisti, razionalisti, illuministi...!
E, visto il grado di convinzione e di fanatismo che anima i terroristi, ipotizziamo che lo facciano sotto l'effetto di droghe. Può darsi anche che le usino, ma non è certo da lì che traggono le loro motivazioni ad agire, sino ad accettare l'autoannientamento delle loro stesse vite.
Noi occidentali -ormai quasi totalmente incapaci di fede in qualunque cosa- non dovremmo essere così presuntuosi da credere che gli altri siano ridotti come noi.
Va bene, uccidiamoli, ma almeno non proseguiamo a spiegarceli con le nostre stupide premesse, vi prego... !

lunedì 23 novembre 2015

amor vacui

Se gli dei esaudissero le preghiere degli uomini, l'umanità verrebbe dissolta a causa di tutti i mali che gli uomini si invocano l'un l'altro. (Epicuro)
Questa frase mi è tornata alla mente vedendo Hollande e Cameron pregare insieme davanti ai luoghi in cui sono morti i parigini. Apparivano contriti e commossi.
Qualche ora dopo, si sono accordati sul fare guerra insieme.
E mai come ora i sondaggi crescono a loro favore.
Ci stanno proteggendo, dobbiamo consentirgli qualunque cosa, purchè altri muoiano per noi o contro di noi; e purchè noi si sopravviva, forse, comunque, grazie a loro.

Se lasciata a se stessa, come osservò Nietzsche, la Volontà dell'uomo 'piuttosto che non volere preferirebbe volere il Nulla', e il pensiero di un progresso infinito implicitamente 'nega ogni suo traguardo e ammette dei fini solo come mezzi che gli consentano di superare se stesso nel suo gioco. In altre parole, la potenza della negazione inerente alla Volontà e concepita come motore della Storia, è una forza distruttrice, annichilante, che potrebbe benissimo tradursi in un processo di annientamento permanente come in un processo di Progresso Infinito. (H. Arendt)

Potrebbe essere giunto per noi tutti il tempo di Non Volere Più, di fare il morto, di declinare.
Ma non rinunciano a Volere. E quindi scelgono di Volere il Nulla.
La favola del Progresso Infinito si è conclusa da tempo.
E' iniziata e procede, da almeno due decenni, quella dell'Annientamento Permanente.
La Volontà di potenza da qualche parte deve pur andare.
La guerra ed il terrore sono la sua voce, ed ora giunge sino a noi, direttamente, finalmente.
Ormai sudditi digitali, stiamo a guardare.


LA PROMOZIONE NEO-COMPORTAMENTISTA DELLA SUDDITANZA

L'insieme dei dispositivi digitali di controllo istituisce sempre nuove condizioni di oggettiva sudditanza. Il loro accoglimento da parte degli utilizzatori tuttavia presenta anch'esso aspetti sorprendenti. Primo dei quali è la disposizione piuttosto indifferente, quando non decisamente collaborativa, della gran parte dei controllati alla sottomissione e all'obbedienza.
Disposizione costruita, certo, e tuttavia confusamente accolta senza opporre significative resistenze, forse perchè simmetrica ai dispositivi disciplinari intrinseci alle istituzioni d'impostazione capitalistica. Comunque sia, questa educazione alla sudditanza si attiene a un'impostazione pedagogica che, in sostanza, consiste nel premiare chi accoglie gli inviti all'auto-disciplinamento subalterno e punire in qualche modo chi vi si sottrae...
Con 'sudditanza' intendo dunque questa acquiescenza passiva e a-problematica, questa abitudine inerte ad assumere su di sé la meta-narrazione delle imprese capitalistiche e a farsene attore e riproduttore obbediente nelle proprie pratiche quotidiane...
La promozione neo-comportamentista alla sudditanza svolge una funzione importante nella colonizzazione dell'immaginario. Per suo tramite infatti passa una normalizzazione diffusa della disponibilità a cedere per qualche briciola di consumo spazi di autonomia e di libertà personale. E ogni spazio ceduto accresce di un anello la catena invisibile della schiavitù mentale e della soggezione all'impero, così come ogni briciola ricevuta alimenta la propria complicità nella dipendenza...

Vale la pena di citare la riflessione già fatta a suo tempo da Marx: 'La sicurezza è il più alto concetto sociale della società civile, concetto della polizia, secondo cui l'intera società esiste unicamente per garantire a ciascuno dei suoi membri la conservazione della sua persona, dei suoi diritti, della sua proprietà'...
E' il dilemma che Vint Cerf, uno dei Padri fondatori di Internet, ha espresso con parole molto chiare: 'Uno stato in cui la privacy è totalmente rispettata è uno Stato insicuro. Uno Stato in cui al contrario chi governa sa tutto dei propri cittadini è il massimo della sicurezza...'


(da Renato Curcio, L'impero virtuale. Colonizzazione dell'immaginario e controllo sociale, 2015)