martedì 30 aprile 2013

polacchine

La Vistola mi accompagna in questo viaggio.
Prima nella calda e cattolica Cracovia della cara Wislawa, ora nella fredda e sovietica Varsavia del notturno Fryderyk.
Sfigatelli questi polacchi, ma resistenti e sempre umani.
Si godono ora la pax romana, dopo due guerre mondiali, il nazismo e lo stalinismo, avvento e fine di Solidarnosc...
Milioni e milioni di morti.

Si sente ancora l'odore del fumo dei camini.
La terra bruna, la torba delle fosse comuni, i binari atroci, le foreste infinite e monotone.
Oggi ho viaggiato sul treno diretto a Danzica, e tutto questo e' tornato alla mente e agli occhi.
I palazzoni di Nova Huta hanno fatto posto a quelli di Praga, quartiere operaio di Varsavia.
I poveri che si affollano ai 'bar latteria' per un pasto caldo a basso costo sembrano gli stessi.
Ma la gioventu' spende e spande, apparentemente ignara della recessione.
Ragazze truccate e luccicanti neppure ti guardano dall' alto dei loro tacchi e lustrini.
Birra a gogo'.

Occhi chiari, azzurri, verdi, da gatto.
Cielo terso e luminoso, che vira al celeste e al grigio.
Attraverso i ponti, tra le luci della notte.
La citta' vecchia imita quella vera, distrutta dai tedeschi col beneplacito dei russi.
Provano a vivere, a divertirsi, ma sempre con un velo di malinconia, come se temessero che la tranquillita' finisse ancora una volta e tornasse il male.
Inizio oggi la mia settimana solitaria di viaggio, da qui verso il Nord...
Vado giorno per giorno, ora per ora, ascoltando, ascoltandomi.







venerdì 26 aprile 2013

liberarsi della libertà

Da qualche anno sento con forza il bisogno di liberarmi della libertà.
E mai come in questi giorni, in cui si festeggia, anzi si fa la festa alla Liberazione, la questione si riaffaccia in me. Ho notato che non sono il solo.
Ho trovato, ad esempio, molto vero e calzante il post di Grillo in occasione del 25 aprile.
Ed ho trovato sempre più lontane ed ipocrite le retoriche resistenzialiste, unitarie, sinistre e destre, intorno ad esso e contro la visione che Grillo propugnava.
'Becchino planetario', è arrivato a definirlo Vendola, il lungimirante.
Ma basterebbe guardare vicino per vedere quel che accade oggi alla libertà.
Basta guardare le facce dei potenziali ministri, i loro nomi e cognomi, l'inespessività triste del mio omonimo Letta, la terribile condanna a vita che -a loro dire e fare- ci attende.
Ma la retorica ha sempre la meglio, e c'è chi -in giornate come queste- riesce ad applaudire Napo, a perdonare Bersa, ad adorare Berlu.
Tutto questo mi fa orrore e mi fa venir voglia di restare qui, a Cracovia, a godermi salsicce e crauti.
E a non sapere più nulla.
A rimuovere tutto, per sopravvivere.

Ugo Bardi ha scritto un bel post sul Fatto, che lo assolda di fatto alle truppe catastrofiste:

Crisi e politica: stiamo negando la realtà?

Non so se gli ultimi eventi della politica italiana hanno fatto venire in mente anche a voi un’epoca altrettanto convulsa e incerta dell’attuale: il tempo dell’ultima guerra. Cosa potevano avere in mente gli italiani quando si sono accorti che la sconfitta era inevitabile? Non sembra strano anche a voi che chi aveva un certo potere decisionale non abbia agito in conseguenza? Se la guerra era ormai perduta, perché non prenderne atto e evitare la distruzione perlomeno di quello che rimaneva? Ma, dal Duce in persona ai vari gerarchi e generali, la grande maggioranza dei leader ha continuato a parlare solo di vittoria fino all’ultimo momento. Lo stesso è successo in Germania. Come è stato possibile?
La risposta l’ho trovata recentemente in un testo di Peter Sandman, specialista di “gestione dei rischi.” A proposito della mancanza di reazione di fronte a un rischio molto grave, cita l’esempio delle donne che non fanno controlli per il tumore al seno. Non è perché non siano preoccupate: al contrario, sono terrorizzate. Ma è proprio il terrore il loro problema. Dice Sandman (traduzione mia): “per evitare un terrore intollerabile, devono evitare di pensare al cancro del seno; per evitare di pensare al cancro del seno, devono evitare di controllare se hanno dei noduli nel seno.” La stesso problema c’è anche con il cambiamento climatico: è una cosa talmente terribile che molti reagiscono evitando accuratamente di pensarci.
Dice ancora Sandman: “Molti immaginano che il grosso problema psicologico in una situazione di emergenza sia il panico. Ma i professionisti nella comunicazione delle crisi sanno che il panico è in effetti molto raro nelle emergenze. La negazione è una delle ragioni per le quali il panico è raro … Quelli che si trovano sul punto di cedere al panico azioneranno in generale un interruttore emozionale e si porteranno in uno stato di negazione. Questo non è certamente ottimale: quelli che negano l’esistenza del rischio non agiscono in modo appropriato.
Se trasferiamo queste considerazioni ai gerarchi del tempo della guerra, ne possiamo concludere che capivano benissimo la situazione e ne erano terrorizzati. Ma, per evitare un terrore intollerabile dovevano evitare di pensarci e per evitare di pensarci dovevano continuare a parlare soltanto di vittoria. Premevano il loro “interruttore emozionale” portandosi in una condizione di negazione. Così facendo, riuscivano a sconfiggere la realtà – ma solo per un certo tempo e il risultato finale non poteva essere che disastroso.
Ora, portiamoci ai nostri tempi. Proviamo a sostituire il concetto di “guerra” con quello di “finanza”. Non vedete anche voi le somiglianze? Non stiamo venendo invasi da un nemico esterno, ma siamo di fronte a un problema altrettanto grave: il nostro sistema finanziario funziona soltanto se può crescere; altrimenti collassa. Ed è proprio quello che sta succedendo in Italia oggi. Non riusciamo più a crescere e il sistema finanziario sta collassando.
Prendere atto della realtà delle cose vorrebbe dire cercare di salvare il salvabile: fermare le grandi opere giustificate con la necessità di “far ripartire la crescita,” e concentrare le risorse che restano nelle infrastrutture essenziali: dall’istruzione all’energia. Ma la realtà sembra per ora la sola vittima degli eventi: parlare di un default del paese, è cosa da “catastrofisti”, proprio come in tempo di guerra parlare di sconfitta era cosa da “disfattisti”. Si può solo parlare di “crescita”, proprio come all’epoca si poteva parlare soltanto di “vittoria”.
C’è solo un piccolo problema: oggi, riuscire a far “ripartire la crescita” sembra proprio altrettanto improbabile per noi di quanto, al tempo della seconda guerra mondiale, lo era riuscire a sconfiggere gli Stati Uniti. 



giovedì 25 aprile 2013

alLettati

Il paziente Italia è alLettato.
La flebo di chemio è in vena, la metastasi è allo stadio terminale, ma la cura continua (solo per far proseguire la carriera dei medici).
La famiglia di Giannino ed Enrichetto (e di tutti i loro amichetti) gestisce la clinica.
Uomini senza qualità.
Ora, alla Sanità, richiameranno in servizio il mitico Don Verzè.
Berlu e Bersa, i due falliti della Seconda Repubblica, vanno a gestire a braccetto la Terza.
Proseguendo sulla strada di Monti, l'altro stra-bocciato dalle urne.
Il voto non conta più. Arrendetevi voi che ci speravate, ancora una volta.
Affrontate la realtà del regime, finalmente.
Accettate la fine di quel che si chiamava democrazia e che da tempo è soltanto una fiction per un pubblico inebetito, pagante (e pagato).
Uno spettacolo che ci alLetta ancora, pare...

Ieri ho attraversato i blocks di Auschwitz ed i binari di Birkenau.
Ho visto le baracche in cui stavano sdraiati in quindici a piano, stremati, ammontichiati e laceri, come larve.
Weimar si ripresenta per l'oggi.
Quelle mangiatoie di fieno potrebbero essere, di nuovo, i Letti di domani.







lunedì 22 aprile 2013

stalli uniti

Se un sistema vuole restare stabile a livello 1, deve poter e saper cambiare a livello 2.
Se non sa o non può farlo, se il cambiamento viene rallentato o impedito ad oltranza, il sistema si destabilizza irreversibilmente e degrada sino a morire.
Se ad uno stallo evidente e cronico a livello 1 (Governo), si risponde con uno stallo al livello 2 (Quirinale), e si presenta questo come soluzione allo stallo 1 (e magari anche allo stallo 3 (Economia e Finanza), significa che il sistema vuole dissolversi da sè.
E vi evito per oggi di citare lo stallo 4 (Ecologia), di cui quasi non si parla, presi come siamo a lottare come galli nel nostro piccolo cortile.
Stiamo vivendo negli Stalli Uniti.
Stalli uniti d'Italia.

Sento passare l'idea che Napo abbia accettato ancora una volta perchè costretto e a malincuore.
Le cose non stanno per nulla così.
Come sempre, dietro la disponibilità pelosa al 'servizio', alla 'cura' e alla 'responsabilità', si palesano intrighi e veleni, desiderio di potere, protervia e dominio.
Napo si illude, ancora una volta, di poter fare il Napisan.
Ma impazzirà, come tutti, assalito dai miliardi di batteri e virus che lo assediano già, dalla metastasi cellulare che ci avvolge e ammorba da tempo.
Metastasi di cui lui stesso è parte e primo protagonista.
(Su questo leggete il fantastico Funeral Party di Travaglio sul Fatto di ieri...).

Grillo urletta in conferenza stampa e parla di golpettino.
Misura i toni, evita il comizio, si fa stranamente prudente.
Ed i suoi ancor più.
Brutti segni, sintomi di precoce istituzionalizzazione, o di paure e minacce inconfessabili.
Ma esclama: saremo gandhiani, non coglioni!
Me lo auguro. Ma non so quanto i suoi eletti ed elettori (e tutti gli scontenti, orfani e disperati del nostro paese) ne saranno capaci.
E cosa farò io in tutto questo ?
Mi limiterò ad osservare e a commentare gli stalli, stando io stesso in stallo, come è ora ?
O accadrà qualcosa di nuovo ?





domenica 21 aprile 2013

il marmo e la rosa

Ora siam giunti al tempo della scelta,
tra l'esile rosa della mano
e il marmo in cui è morta ogni radice...
(R. Frost)

Quel che è avvenuto ieri, con la rielezione di Napo, spero abbia convinto anche i più renitenti che la catastrofe è in corso ed è giunta ad uno stadio avanzato, prossimo al collasso.
E che, tra le pieghe di questo processo più ampio, vanno a definirsi compiutamente e palesemente le vene profonde del potere e del dominio in cui si muove il sangue malato del nostro paese e di tutti i regimi cosiddetti democratici.

Non sono stupito di quel che sta accadendo, anche se neppure io avrei immaginato un tale -sconfortante e disperante- livello di rimozione, stupidità e spudoratezza.
Un riflesso condizionato all'arroccamento, che non lascia scampo nè a chi lo fa nè a chi dovesse passivamente subirlo.
Una vana strategia di pura sopravvivenza, mentre già cadiamo nel baratro.
Dopo mesi di teatrino e messinscene e apparenti colpi di scena ci ritroviamo davanti alla verità sostanziale e brutale di quel che siamo: un vecchio sistema di potere feudale balcanizzato e globalizzato.

La separazione tra il Palazzo e le persone è ora un abisso ancor più invalicabile.
Il retorico rito elettorale si rivela in tutta la sua vuota inconsistenza, così come le mille chiacchiere sul cambiamento.
Che il gioco fosse truccato era chiaro da tempo.
Da astensionista convinto, non posso che compiacermene.
Spero che anche Grillo si renda conto dell'ingenuità assoluta e dell'illusorietà totale delle sue speranze.
Le regole del gioco non sono quelle dichiarate, e non si decidono a suon di voti o di decisioni parlamentari.
Le regole vere sono altre, coperte, sempre identiche a se stesse, e si decidono altrove.
Inutile giocare e provare ad opporsi a chi bara, proseguendo a tentare di giocare correttamente.
E' possibile che il M5S avrà tutto da guadagnare -in termini di voti futuri- dalla rielezione di Napo o da un Governo Letta-Amato etc etc.
Anche perchè tutto sarà sempre più ingovernabile e disastroso e niente si potrà tenere in piedi, in alcun modo e -dentro il modello e le premesse liberiste- qualunque cosa facciano.
E i voti potenziali per il M5S nei prossimi mesi potrebbero crescere, a partire da questo.
Ma il voto ed internet non bastano e non basteranno.
I cittadini eletti a cinque stelle dovrebbero riconoscere di aver sbagliato a fidarsi delle istituzioni e avviare delle campagne di resistenza nonviolenta di massa (ad es. ritirarsi dal Parlamento, lasciando tutti gli 'impresentabili' là dentro, da soli, e creare un governo parallelo...).
La guerra civile a bassa intensità fa ancora un altro passo avanti nel nostro paese.
La democrazia si trasforma definitivamente in una mera questione di ordine pubblico.









giovedì 18 aprile 2013

fatti più in là...!

Avanti un altro!
O, se preferite: vieni avanti, cretino! (2)
Il grande Bersan è riuscito anche questa volta, pur di non abdicare, a farsi impallinare dai suoi.
D'altra parte, se con Marini -il cafone abruzzese- ce l'avesse fatta, sarebbe rimasto soffocato comunque dall'abbraccio del Caimano, mai tanto agognato.
Comunque, tra astensioni, schede nulla e voti a Veronica Lario e Sabelli Fioretti e Francesco Marino, la prima frittata, anche per il Quirinale, è fatta.
Ora si ride.

Chissà perchè nei giorni scorsi il richiamo all'unità nazionale valeva solo per unirsi a Berlu, e non a Grillo e agli astensionisti (che pure sono il 50% del paese).
Chissà perchè Bersan preferisce ancora una volta Berlu a Vendola.
Chissà perchè ha dei dubbi su Rodotà e non su Marini.
Chissà perchè parla di governo del cambiamento e poi fa l'accordo con il vecchio.

Domande retoriche.
La risposta la conoscete e la conoscono soprattutto coloro che lo hanno votato.
Cosa ne dite: non sarebbe meglio che non accadesse più ?
Oppure, vi turerete ancora il naso e gli occhi, anche alle prossime elezioni ?
Ma tanto, alle prossime elezioni, questo PD non ci sarà più.
Oggi ha definitivamente decretato la sua implosione.

E vogliamo vedere che, senza il PD di Bersan e D'Alema e Violante, anche Berlu scomparirà come neve al sole ?
Chi vuole scommettere ?
A risentirci, domani sera.


mercoledì 17 aprile 2013

scassa integrazione

Dalla festa dello sport al panico.
Morte al traguardo della Maratona di Boston.
Dove tutte le bandiere del mondo, simbolicamente, ondeggiavano al triste vento.
In quello spirito di finta fratellanza, tipicamente americano ed occidentale, in cui tutti si ridiventa simili e uguali nel correre, nel divertirsi, nel gareggiare, nello stare all'aria e godersi la città senza traffico e senza pensieri.
Piccole gioie quotidiane, a cui aspirerebbero anche tutti gli amputati di Kandahar, agli uccisi - non due o tre, ma decine di migliaia-  in Iraq e in Afghanistan.
Obama ha dichiarato che 'chiunque uccida civili innocenti è un terrorista'.
Sempre che esistano 'innocenti' (e ne dubito), immagino che parlasse in primo luogo di se stesso e dei suoi soldati, quelli delle 'missioni di pace' e delle 'guerre umanitarie'.
Il bambino che è morto partecipava alle marce pacifista con un cartello: 'smettiamola di fal del male agli altri'.
Spero si riferisse anche al suo governo.
Pentole a pressione (con chiodi e poveri rottami dentro), bombe da casalinghe contro bombardieri e missili.
Così si ridiventa simili oggi, tra noi e loro: solo nel morire.

Napo non ha atteso un minuto per lanciare il suo monito agli italiani: 'questi sono i rischi derivanti da situazioni di perdurante incertezza ed insicurezza sociale e politica'.
Mica male, per uno che si appresta a lasciare il posto a gente come Amato, Marini, D'Alema o Prodi (ma forse lui no, è troppo di sinistra...).
Questo è quel che prova a partorire ancora una volta la loggia PD-PdL.
Due Italie si confrontano, ormai dilaniate e scassate, come da un'esplosione: quella che voterebbe la Gabanelli, Strada o Rodotà e quell'altra, che non molla il potere, pur allo stremo com'è.
Le prime tre votazioni ci riserveranno delle sorprese ?
La Gabanelli andrebbe scelta già solo per la modestia con cui ha reagito.
In ogni caso, Grillo ha già vinto:
sia se il PD va a fare l'inciucio con Berlu già da domani e si inventano insieme anche un nuovo governo tecnico o addirittura un governissimo, già falliti prima di iniziare;
sia se il PD voterà Rodotà alla quarta votazione, insieme ai Cinque Stelle.

Intanto, anche la cassa integrazione si scassa.
Il verminaio degli ammortizzatori sociali sta per saltare.
E' l'ora di finirla con un assistenzialismo che tiene in piedi fabbriche decotte, sindacati marci e lavoratori che non lavorano da decenni.
La Camusso è talmente disperata che arriva persino a proporre un rinvio delle spese militari.
Noi saremo la prima generazione di 'esodati sicuri': quando finiremo di lavorare, la pensione non ci sarà più.
E quelle successive, degli attuali quarantenni e trentenni, non vedranno più neppure il lavoro.
Questo è il motivo per cui, in fondo, nessuno vuole governare davvero.
Perchè nessuno vuole gestire la catastrofe in corso e soprattutto quella che ci attende.

La vita si scassa, perde integrazione.
Altri fili si spezzano.
Anche Maria Lai da Ulassai ci ha lasciato.
Tesseva garbugli da quasi cent'anni.






lunedì 15 aprile 2013

que viva grillo!

L'industriale Artom dichiara:  
Casaleggio ci ha reso partecipi del suo punto di vista, che condividiamo. Sostiene di ribaltare il problema, e cercare di salvaguardare il reddito delle persone, non il loro posto di lavoro. A fine giugno scadrà la cassa integrazione straordinaria. Invece di spendere quei soldi, e molti altri ancora, per cercare di salvare aziende in difficoltà, bisogna lasciarle fallire serenamente. Così si eviterebbe di buttare soldi inutilmente, e li si potrebbe investire per il reddito di cittadinanza. Noi condividiamo quest’ottica strategica, ma per realizzarla bisognerà cambiare la mentalità del mondo del lavoro italiano.

Concordo pienamente.
Basta con il lavoro da difendere, difendiamo il reddito minimo e abbassiamo prezzi e consumi.
Tutti più poveri, ma con l'essenziale per vivere.

Lucia Annunziata scrive:
Non capisco come il sistema politico possa essere in diniego così assoluto. Piaccia o meno, Grillo e il suo movimento hanno vinto qualunque partita sia stata giocata fin qui. E ora, con il voto online per indicare il nuovo Presidente della Repubblica, hanno trovato il modo per condizionare anche la scelta per il Quirinale.
La tattica del M5S è stata per altro semplicissima. Il rifiuto di fare accordi sia con Bersani che con Berlusconi ha bloccato ogni tatticismo parlamentare riducendo le alleanze alla sola opzione Pd/Pdl. Una possibilità che ha fatto subito riemergere dentro il centrosinistra, e non solo, tutte le mai sopite tensioni sul rapporto fra le due coalizioni (inciucio o no?).
Stesso approccio per l' elezione presidenziale.
La selezione online del candidato dei cittadini di Grillo sembra una mossa minoritaria e di scarsa legittimità: il Presidente in Italia viene eletto dal Parlamento, dopotutto, e non con il consenso popolare diretto. Il voto online potrebbe essere dunque considerato poco più di un gioco.
Ma la forte richiesta di partecipazione diretta che si respira in questi tempi dà al metodo online la legittimità "emotiva" di un mini- referendum. Non solo: il gruppo selezionato dai M5S smuove il Sudoku politico in cui siamo bloccati.
La rosa contiene infatti una possibile soluzione alla attuale paralisi: almeno due dei nomi dei dieci, Bonino e Prodi, sono candidati che il Pd potrebbe votare. Dunque, se solo si volesse, da questo momento una maggioranza fra M5S e Pd ci sarebbe. Viceversa, se nessuno dei due candidati in comune fra Pd e M5S sarà eletto, i cittadini di Grillo potranno urlare alla "svendita" del Pd, incastrandolo, ancora una volta, alla sua ambiguità.
Silvio Berlusconi, che ha ben capito la delicatezza di questo snodo, non a caso davanti a migliaia dei suoi fan a Bari ha tracciato una linea di guerra proprio sulla elezione di Prodi a Presidente.
Come si vede, la natura della vittoria del M5S è nella dinamica che è riuscito ad innescare, obbligando tutti a concentrarsi su tutto quello che è nuovo. Definendo la "novità" non con criteri generazionali, alla Renzi (nella rosa per il Quirinale sono tutti molto avanti negli anni), ma di "estraneità" al sistema come fin qui conosciuto.
La forza trainante dei cittadini grillini è possibile che non sia profonda, e nemmeno duratura. Nel giorno per giorno, i nuovi eletti faticano. Appaiono sprovveduti di soluzioni concrete, e incapaci di muoversi su tutti i versanti della società, non solo quello parlamentare - è significativo che sulle questioni del lavoro e della crisi, in questo momento al centro delle scelte più urgenti, siano assolutamente muti.
Ma questi limiti non diminuiscono l'impatto avuto dai grillini. La politica italiana è nelle mani dei loro veti e consensi. E se il Parlamento è la testa del Paese, è il caso di aspettarsi un inevitabile effetto trickle down, come nella famosa teoria economica così cara a Reagan.

Concordo pienamente, anche con lei.
Ora il PD può scegliere tra due forni: se sceglie come al solito di stare con Berlu, cavoli suoi !
Bravo anche Renzi: basta con Marini e Finocchiaro. Que se ne vayan todos !
(Ma, detto tra noi, Bonino e Prodi non mi sembrano meglio. A quel punto andiamo verso Rodotà...sù, un piccolo sforzo ancora, sù...)

sabato 13 aprile 2013

tanto per fare ?

La sensazione è che tutti stiano inventandosi qualcosa così, tanto per fare.
Oggi il PdL fa una delle sue solite pagliacciate di massa a Bari, 'contro la crisi'.
Lo stesso titolo all'incirca ha il megaconvegno di Confindustria.
Il PD invece si scaglia 'contro la povertà' in  un centro sociale della periferia romana.
Tutti mi ricordano quei ragazzi delle comunità di recupero che stavano in via Roma sino a qualche tempo fa e che ti chiedevano di 'firmare contro la droga'.
Quando gli chiedevi 'e che senso ha una petizione contro la droga ?',  loro stessi non lo sapevano.
Ecco, mi pare che siamo più o meno lì, come tra ex drogati.
L'importante è fare qualcosa, muoversi, tanto per fare.
E più si muovono, più annaspano e più avanza il collasso (el gollasso, come direbbe quel coniglio di Josè).
Dicono di voler migliorare la situazione, ma le loro bonifiche assomigliano a quelle di Bagnoli o di La Maddalena: soldi intascati, mare e suoli ancora di merda, anzi peggio.
Bonifica virtuale, la chiamano.

Anche Barca vuole rifare il PD e ha scritto un documentone di 55 pagine.
Si è appena iscritto, e già si propone da segretario.
Peraltro, un documento che sembra scritto da suo padre, Luciano (solo che lui è morto da tempo).
Uno spostamento a sinistra in cui la novità sarebbe rappresentata da un ritorno dei partiti forti e strutturati sul territorio, con una connotazione trontiana/neo-operaista, centrata su produzione industriale e crescita del Pil.
Qualche spruzzata di green economy, una critica al governo dei tecnici, e il gioco è fatto.
Un'altra bella bonifica virtuale.
E pare che Vendola e Camusso siano lì, in attesa, pronti a cascarci dentro in tuffo, con tutte le zampe.
Camusso poi, davanti alla richiesta di un nuovo Patto produttivo (che i padroni fanno sempre quando sono in coma, in modo tale da condividere tutti gli oneri, per poi rimangiarselo quando le cose vanno meglio per loro), sembra che infine abbocchi, insieme ai soliti noti e culirotti, Bonanni e Angeletti.
Ma dice: basta con gli strappi, torniamo alla concertazione.
Un'altra grande novità, sia nel metodo che nei contenuti, non c'è che dire...!

Ma possibile che non ci sia uno straccio di vera innovazione, di sguardo oltre il noto ?
Inutile guardare verso partiti e sindacati, mi direte.
Devo dire che su questo però mi hanno molto deluso anche i nomi emersi dalla Quirinarie.
Se questa è la creatività degli elettori a cinque stelle, non c'è da stupirsi del punto in cui siamo.

Vorrei praticare una secessione, uscire da qui, separarmi da tutto questo.
Vorrei averne la possibilità, ed anche il diritto.
Dentro di me sono a buon punto. Ma fuori ?

Il modello della dominanza non è adattativo nella nostra era altamente tecnologica. Ma, indipendentemente dallo sviluppo tecnologico, esiste un conflitto tra quanto è necessario per mantenere i sistemi della dominanza e quanto lo è per il nostro pieno sviluppo di specie.
...Dovremmo perciò riuscire a raccogliere la grande sfida contemporanea per una fondamentale trasformazione personale, culturale e sociale.
Ma un conto è dirlo, un conto è affermare che inevitabilmente ci riusciremo.
A bloccare la trasformazione ci sono infatti modelli culturali  e istituzioni profondamente radicate.
...Oggi, tutt'intorno a noi, sono state scosse credenze e istituzioni un tempo solidissime, in quanto si sta disintegrando il vecchio sistema della dominanza, e ciò ci sta portando sempre più vicino al caos.
Ma ciò non significa che inevitabilmente emergerà una nuova cultura della partnership.
Come dimostra la teoria della trasformazione culturale, nei periodi di disintegrazione sociale e di estremo squilibrio dei sistemi, si presenta l'opportunità di un cambiamento sociale e ideologico trasformativo.
Rientra tuttavia nella gamma delle possibilità un altro risultato: il sistema della dominanza potrebbe ricostituirsi in forme istituzionali e ideologiche apparentemente nuove, che si limitano meramente a cooptare alcuni elementi del modello della partnership, pur preservando la medesima configurazione di base che offre ricompense sociale ed economiche al predominio e alla conquista e idealizza, se non addirittura sacralizza, il dolore.
Di conseguenza, come nel momento di una qualsiasi biforcazione dei sistemi, non basta l'instabilità perchè emerga una diversa organizzazione sociale. Si rendono necessari moduli di cambiamento trasformativo in numero sufficiente per formare nuovi 'attrattori' capaci, mentre il sistema è in mutamento, di ricostituirlo in una nuova configurazione di base...Per farcela, dobbiamo spingerci più in profondità. Dobbiamo preoccuparci non soltanto di come una società costruisce le sue istituzioni economiche, politiche, religiose ed educative, ma anche di come costruisce fondamenti quali la sessualità, il genere, il sacro e, più oltre ancora, di come si mantiene attraverso l'uso di dolore e piacere.
...Siccome un cambiamento fondamentale comporta lo smantellamento di credenze e istituzioni esistenti, l'attuale lotta per completare il passaggio dalla dominanza alla partnership inevitabilmente implica dolore...Desidero anche dire che, anche se riusciremo nei nostri sforzi per lasciarci alle spalle un sistema che tanto pesantemente poggia sul dolore per il suo mantenimento, il dolore comunque non sparirà. Il dolore, come il piacere, fa parte dell'evoluzione e della vita... Tuttavia, nei sistemi della dominanza non è concesso neppure di usare appieno il dolore per conseguire scopi di crescita personale, poichè uno degli effetti del dolore cronico è l'ottundimento della percezione e dell'emotività.
Questo è uno dei motivi per cui oggi tanto si parla del diniego della presa di coscienza del nostro dolore.
Per la verità, quanto accadrà sarà in parte doloroso.
Ma anche incoraggiante, forse persino divertente.

(Riane Eisler, Il piacere è sacro. Il potere e la sacralità del corpo e della terra dalla preistoria ad oggi, Forum ed., Udine, 2012)




vieni avanti, cretino...!

Ci sono giorni in cui vado a letto (o mi alzo) e mi sento cretino.
Per quanto mi sforzi e cerchi di trovare una logica in quel che accade, un bagliore di verità e di coerenza, è raro che ci riesca. E forse è proprio lì il problema: vorrei capire.
Tipico dei cretini.

Dopo giorni passati a sbraitare che il PD stava occupando tutto l'occupabile, Berlu ora dice che il PD può scegliere tra i suoi sia il capo dello stato sia quello del governo.
L'importante è esagerare, l'importante è esagerare,  sia nel bene che nel male, senza mai farsi scoprire...
Quel che capisco è chi teme (tra gli altri papabili, quelli che non vuole...) e cosa teme (per sè, non certo per noi).
Ma, per il resto: Berlu che propone i candidati del PD al PD.
Non capisco.

Per dimostrare che non c'è aria di scissione, e per dichiararlo, D'Alema va a Firenze ad incontrare il suo nemico Renzi.
Ora, il fatto che vada ad incontrarlo ci conferma proprio che c'è aria di scissione.
Ma bisogna fare, sino all'ultimo, proprio come se non ci fosse.
In modo tale da dividersi col botto, nel gran finale, come sempre è accaduto a sinistra.
Anche Bossi: pare sia andato dal notaio a depositare gli atti per un suo nuovo partito, ma poi nega d'averlo fatto e che anche nella Lega la scissione sia alle porte.
Sì, ci trattano da fessi e ci sentiamo cretini.
Perchè ci sembra tutto chiaro, e invece...

Qualcosa non mi torna anche nelle Quirinarie di Grillo.
A votazioni concluse si scopre che -dopo i troll- sono arrivati gli hackers.
E si rivota.
Ma possibile che i grandi esperti di rete, affidatisi ad una delle migliori agenzie informatiche, siano stati fregati da un infido e sgusciante web-terrorista ?
Viene, sinceramente, il dubbio che i risultati non andassero bene a qualcuno che si chiama Casaleggio.
A voi no ?

I 10 saggi hanno concluso il loro riposino (ma chi li ha pagati, e quanto, per questo ?) ed hanno portato a Morfeo il loro ennesimo libro dei sogni. O degli incubi.
Gomez l'ha già chiamata 'l'agenda dell'inciucio'.
Tanto fumo negli occhi, roba trita e ritrita, che puzza da lungi, carne avariata e velenosa.
Che senso ha (avuto) tutto questo ?
Prendere tempo, sdoganare Quagliariello, far salvare la faccia a Napo, far respirare Bersa, far ancora murigare Berlu ?  Non capisco.

Se Napolitano fosse disponibile, sarebbe rieletto.
Meno male che lui stesso ammette di essere stanco e troppo vecchio.
Altrimenti, fosse per loro, ce lo rimetterebbero.
Parlano di candidati donna, e mi sembra ragionevole che si pensi finalmente al 'secondo sesso'.
Sinceramente, anzi, non vedo come questa volta non si possa non scegliere una donna.
Ma perchè, anzichè la Gabanelli, ci toccherà la Finocchiaro ?
Continuo a farmi domande assurde.
Euli, ma...sarai cretino...?!





venerdì 12 aprile 2013

ma quand'era nudo...

Parliamo di cose un pò diverse dal solito oggi; di politica sì, ma delle relazioni quotidiane...
Di quello che un tempo si chiamava  'il privato politico'.
Ieri sono uscito, con fatica, di casa e sono andato -per amicizia- alla presentazione del libro 'Trasformare il maschile', curato da Tore Deiana e Massimo Greco.
Un bel testo, che tenta di partire da noi maschi, per costringerci ad una riflessione comune sempre rinviata sulle nostre identità di genere e sui nostri rapporti con il sesso e con l'altro sesso.
Interventi interessanti, ma -come mi capita sempre più spesso di sentire (sarà un problema mio)- un pò troppo 'buoni' e 'politicamente corretti'. Dibattito vispo assente ed (auto)provocazioni non pervenute.
Siccome ci stavamo annoiando, mi hanno chiesto più volte di intervenire e, visto che mi provocavano, l'ho fatto. E...apriti cielo !

Vi riassumo qualcosa di quel che ho detto, aggiungendo anche altro che (e forse è stato un bene) non ho detto.
Il rapporto tra i generi è stato uno dei campi di maggior conflitto del secolo scorso e lo sarà ancora per lungo tempo. Il femminismo ha rappresentato certamente una forma di lotta nonviolenta, di non collaborazione attiva, di boicottaggio-sabotaggio delle forme tradizionali di relazione tra i sessi.
Quel che appariva pacificato e normale ha rivelato la sua violenza e la sua ingiustizia profonda, il conflitto si è fatto esplicito, si è stati costretti ad accettare nuove concezioni del rispetto e della negoziazione. Il rapporto si è catastrofizzato.
Questo conflitto è ancora oggi non risolto, apertissimo, dolorosamente in atto.
Lo viviamo tutti i giorni, cerchiamo di abitarlo per quel che possiamo, sapendo che questa transizione sarà lunga e faticosa (anche perchè, sopratutto i maschi, appaiono molto renitenti ad affrontarlo davvero...).

Quel che mi preoccupa oggi, però, non è l'esistenza del conflitto e la sua persistenza, ma -all'opposto- tutti i tentativi di fuga da esso, di rimozione e neutralizzazione che mi pare di vedere intorno e che io interpreto come tali.
Molto in sintesi, faccio alcuni esempi:

-il femminismo non ha virato storicamente verso una direzione a la Eisler (il piacere è sacro, viviamo liberamente e pienamente la nostra sessualità, seguiamo la varietà e creatività dei nostri desideri...), ma è andato a colludere -soprattutto in Italia- con culture intellettualistiche e razionalistico-giuridiche, giungendo a vere e proprie derive anestetiche e sessuofobiche, che hanno concorso ad allontanarci dal rapporto, immunizzando ulteriormente i 'corpi';

- ho la netta sensazione che un certo numero di persone, maschi e femmine, che si dichiarano omosessuali, siano animate in questa scelta soprattutto dalla 'paura' di avere rapporti eterosessuali e dal rifiuto di andare a negoziare la propria ed altrui differenza, e che preferiscano proteggersi dentro pratiche di gruppo 'autodifensive';

-l'immenso mercato del sesso, virtuale o realmente consumato, ci permette di 'saltare il conflitto', aggirando i rischi dell'incontro diretto e dell'intimità, evitando il peso della continua negoziazione;

-la reciproca mimetizzazione e ibridazione (forzata?) tra i generi rende sempre più vaga la distinzione tra essi: il fenomeno 'metrosexual' da un lato (maschi cosmetizzati, super puliti-palestrati-depilati-truccati) o la maschilizzazione delle 'donne di potere' (dalla Thatcher alla Camcellieri, passando per la Bonino o la Severino o la Hack  (non a caso oggi tra le papabili al Colle)), rappresentano gli estremi di un 'travestimento ambiguante' che occulta il conflitto.
Quel che ci ha stupito infatti del pianto della Fornero è stato proprio il fatto che -proprio una come lei, che si comporta da maschio per esercitare il potere- abbia pianto (proprio mentre imponeva con le sue leggi di massacrare migliaia di uomini e donne).

Il clima, dopo queste parole, si è infuocato.
Amici come prima, ma varie persone in sala si sono sentite toccate, ed hanno reagito in vari modi, tra il divertito, lo scandalizzato e l'interdetto.

Meglio non uscire di casa, mi son detto ancora una volta.
Anche per oggi non si vola.







giovedì 11 aprile 2013

fate presto, stiamo morendo !

Tutti morimmo a stento
ingoiando l'ultima voce 
tirando calci al vento
vedemmo sfumar la luce. 
L'urlo travolse il sole 
l'aria divenne stretta 
cristalli di parole 
l'ultima bestemmia detta
(Fabrizio De Andrè, La ballata degli impiccati)

Anche la Thatcher è morta (ma non impiccata), nonostante si dicesse fosse fatta di ferro.
La Fornero è ancora viva, ed anche la Merkel muove ancora il suo culone sopra il muso di Europa.
Alcuni altri suicidi (di (ex) imprenditori ed (ex) lavoratori nei giorni scorsi..
Più di un milione di posti di lavoro in meno nel 2012.
Quando si urla: bisogna far presto, fate un governo, la gente si uccide, il tempo è scaduto, il paese muore..., è importante ricordarsi sempre che il paese sta morendo e le persone si ammazzano non perchè NON c'è un governo, ma proprio perchè i governi ci sono e ci sono stati.
Quanta gente hanno ammazzato le riforme della Thatcher e di Reagan negli anni 80, quelle di Blair e Prodi nei '90, quelle di Berlusconi e Monti nell'ultimo decennio ?
Quanto il nostro paese è stato spolpato e sbranato proprio da tutti coloro che oggi ancora ci chiedono di ri-governarlo per salvarlo ?
Ecco dove Berlusconi e Bersani, i Berluscani, si incontrano ancora: sul continuare a sbranarci.

Napo ricorda i fulgidi anni di Chiaromonte, delle larghe intese, della solidarietà nazionale.
'Ci volle coraggio!', esclama commosso.
'Ci vuole coraggio', gli rispondo. A dire cose simili.
E poi attacca Grillo, nascondendo la mano: 'Rifiutiamo quel fanatismo moralizzatore, che vuole distruggere la politica...'.
E avete sentito quello scendiletto di Zanda dichiarare che occupare le aule del Parlamento sarebbe un atto 'violento ed antidemocratico' ?
Così si impiccano con le loro mani.
Bravi i grillini ad averlo fatto, seppure in una forma ancora un pò troppo moderata e prudente.
E bravi se faranno delle commissioni parallele autogestite (prodromi di un governo parallelo, quel che si fa  'in regime di occupazione').
Entrambe delle belle mosse nonviolente.
Sono azioni che iniziano a partire dall'assunto che la democrazia è sotto occupazione e sotto ricatto, che va liberata e che va ri-democratizzata.
Perchè ad essere antidemocratici e antipolitici sono proprio e solo loro, i partiti e i governi di sempre.









lunedì 8 aprile 2013

per il Bene della Causa

Negli anni 70 furoreggiava tra l'intelligencia italiana un russo smagrito e con la barba: Alexander Solgenitsin (Alexandr Solzenicyn), reduce dai lager siberiani, fiero oppositore di Breznev e delle altre mummie sovietiche.
In un suo libro, più breve e meno noto di 'Ivan Denisovic' o 'Arcipelago Gulag', intitolato 'Per il bene della causa', descriveva con grande chiarezza i limiti morali e politici del cosiddetto 'socialismo reale'.
Le peggiori menzogne e calunnie, i più vili tradimenti della parola data e degli ideali, i più sfacciati doppiogiochismi e tatticismi, le più orribili nefandezze e i più efferati sterminii: tutto veniva giustificato per il Bene della Causa.
Che, nella retorica del regime, significava; per lo Stato, per la Salvezza della Patria contro il nemico interno, per l'Ordine delle Istituzioni, per il Comunismo assediato dai Nemici esterni, per il Bene supremo del Proletariato, etc etc.
Oggi gli stessi comunisti di allora ammettono che i motivi veri erano altri: per stare al potere, per controllare e dominare un paese sotto un'oligarchia, per mantenere lo status quo, per far pagare i conti ai dissidenti interni, per arrivare al potere di uno solo contro tutti  (eliminando -fisicamente- anche i suoi stessi ex amici).

Che cosa è rimasto al PD della cultura comunista di allora ?
Soltanto questo, purtroppo: la sua doppiezza morale.
Quella che portò Stalin a fare il patto segreto Molotov-Ribbentrop, permettendo ad Hitler di espandersi nell'Est Europa, senza colpo ferire.
Quella che portò Togliatti a far morire il compagno Gramsci in carcere, in accordo con i nemici fascisti.
Quella che portò il PCI e la CGIL a fare i campi pacifisti e a sostenere le industrie d'armi e le 'missioni di pace'.
E -oggi- a dirsi ambientalisti, ma -nel frattempo- a sostenere l'ILVA, il carbone Sulcis, e a far costruire la TAV.

La stessa doppiezza (a)morale che porta oggi il PD a proseguire, di fatto, l'inciucio con il PdL.
Non è facile ancora capire chi e come questo accadrà nei prossimi giorni e mesi.
Inutile fare previsioni precise: nelle porcate sono da sempre molto creativi.
Ma riemerge con evidenza la solita tentazione profonda, il persistente ed incurabile riflesso condizionato.
E ne vedremo gli effetti a breve: sia nella scelta del prossimo Capo dello Stato, sia in quella del prossimo governo, più o meno balneare.
Il segnale chiaro è arrivato dal rifiuto (del PD e del Pdl, e del loro amico Grasso) a far partire le Commissioni parlamentari, col pretesto che non si potrebbe ancora fare -in assenza di un nuovo governo- la spartizione delle loro cariche.
In un paese in cui tutto funziona ad interim, i Presidenti delle Commissioni, invece, devono essere sicuri e permanenti !  Per il bene della causa, evidentemente.
Ed invece quel che appare evidente è proprio la manovra a tenaglia, orchestrata da Napo (e Repubblica e Corriere) e condotta dai -già di fatto- alleati di sempre (PD e PdL), contro Grillo ed il suo 'parlamentarismo diretto'.
Come sapete, ho sempre considerato illusoria la speranza del M5S di giungere a far funzionare il Parlamento come se fosse un' assemblea in diretta online o una rete internet.
E quel che sta avvenendo dovrebbe dar loro ulteriormente da pensare se sia stato un bene entrare là dentro.
Ma, detto questo, non sussistono motivi -se non di bottega- per impedire al Parlamento di iniziare a funzionare con il Governo Monti ancora in sella, seppure ad interim (e, visti i chiari di luna, chissà per quanto ancora...)
Ed eccoci ancora una volta ostaggi di pochi, di poteri ben visibili e insieme occulti, in parte messi lì da noi (voi), in parte indipendenti dalla nostra volontà (ma ben dipendenti da volontà altrui).
La grazia di Napo al militare USA (ultima ed ennesima vergogna del suo mandato) ci chiarisce ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, chi comanda veramente in Italia.

















sabato 6 aprile 2013

cotti & croods

5 aprile, ROMA - "Se l'umanità continua il suo percorso di consumo eccessivo delle risorse con una visione a breve termine potrebbe non sopravvivere". Questo quanto si afferma nel nuovo libro di Jorgen Randers, "2052: Scenari globali per i prossimi quarant'anni", la cui edizione italiana è stata presentata a Roma dall'autore insieme con il Wwf e il Club di Roma in occasione della Aurelio Peccei lecture 2013. A 40 anni dal volume I limiti dello sviluppo (primo rapporto del Club di Roma che nel 1972 ha messo in discussione la crescita continua), nel nuovo rapporto che guarda al 2052 (pubblicato in Italia per Edizioni Ambiente) Randers si pone delle domande alle quali risponde grazie al contributo di 30 esperti. Si scopre così che per i prossimi 40 anni le cose non andranno benissimo: per il rapporto "la causa principale dei problemi futuri è il modello politico ed economico predominante che è eccessivamente focalizzato sul breve termine". 
Tra i nodi che attendono l'umanità nel futuro: la risposta umana al processo di adattamento ai limiti del Pianeta potrebbe "essere troppo lenta per fermare il declino"; l'economia degli Usa "ristagnerà", quella di Brasile, Russia, India e Sud Africa "progrediranno", mentre la Cina sarà "un esempio di successo" per la sua "capacità di agire"; i poveri potrebbero arrivare a 3 miliardi, con una popolazione mondiale che toccherà il massimo "nel 2042" con 8,1 miliardi di persone, e calerà la fertilità nelle aree urbane; il Pil globale crescerà "molto più lentamente del previsto"; come se non bastasse la CO2 in aria continuerà ad "aumentare" portando "un incremento" delle temperature di "2 gradi nel 2052 rispetto alla media pre-industriale", raggiungendo i "più 2,8 gradi nel 2080".
"Viviamo in un modo che non potrà essere portato avanti dalle generazioni future senza importanti cambiamenti - afferma Randers - L'umanità ha sfruttato le risorse della terra e, in alcuni casi, vedremo il collasso prima del 2052".

Ci dibattiamo tra allarmismo e rassicurazioni.
Gli stessi futurologi, ormai lasciano il tempo che trovano, sinceramente.
Non c'è più tempo, facciamo presto, stiamo perdendo tempo, acceleriamo o sarà la fine...
Oppure: fidatevi, siete in buone mani, siamo sulla strada giusta, la luce è vicina...
Più ci si incasina e più si cerca di 'fare i tranquilli' (forse è per questo che Grillo ha scelto per i suoi ieri l'agriturismo 'La Quiete' ?).
Ma, mentre facciamo i tranquilli, tutto si incasina ancora di più, impastoiati dalle nostre stesse regole, divenute ormai dei doppi vincoli patogeni.
E il tempo passa, e non sempre -come pensavano quei zucconi mistici dei Pelati Cirio - 'fa grandi cose'...


Sono passati quattro anni dal terremoto in Abruzzo e L'Aquila è ancora lì, puntellata e morta.
I delfini si spiaggiano a decine senza vita sulle nostre coste e non capiamo perchè.
I focolai di guerra si accendono ovunque e uccidono quasi solo civili, per le strade e nelle case. (e, ancor prima di sparare, le spese militari uccidono paesi interi (vedi Corea del Nord), condannandoli alla fame e alla carestia permanente).
L'evasione fiscale planetaria è un must irrinunciabile per chi è ricco e per chi vuole diventarlo.
Le banche pompano denaro per salvare se stesse e non fanno credito a nessuno (anche perchè sanno che quei soldi non renderebbero, non ritornerebbero indietro e non creerebbero nulla di quel che si dice (occupazione, produzione, ripresa...); le banche sanno, infatti, ben prima e ben meglio di noi, che l' 'economia reale' non è più 'reale'...).


Ora sono tutti impegnati a rincorrere il 'governo del fare', e da fare subito, ovviamente.
Ora, anzi, è già tardi.
E dobbiamo farlo tutti insieme, quelli di prima e di sempre, quelli che non sono mai riusciti ad accordarsi su nulla, se non sullo spolpare (noi) senza requie e sul restare in sella (loro) senza ritegno.
Ma ora ci dovremmo fidare.
In tutta risposta, alcuni continuano a suicidarsi, esodati e pensionati, traditi dal governo che c'è, uccisi dalla Fornero. E chi non riesce a suicidarsi in un botto, muore lentamente, di sfiducia e non senso.
'E' per questo che non c'è più tempo, la gente sta morendo, la casa brucia...!'.
Agire, agire, senza cambiare modello di pensiero e d'azione.
Fallacia del concreto, altra faccia della catastrofe.

Ieri ho visto 'I Croods': famigliola di cavernicoli trogloditi, fronte bassa e poco cervello, che sopravvive a malapena tra caverne e belve. Accade la catastrofe e devono abbandonare le loro (poche) 'sicurezze' e provare a sopravvivere nel casino crescente. Con le loro premesse a breve termine non ce la farebbero mai, se non incontrassero un giovane  'homo sapiens' che guarda oltre, ha nuove visioni della vita, del mondo e del futuro (e che vede nel cambiamento catastrofico un'opportunità per iniziare a vivere e non solo a sopravvivere).
Anche noi siamo lì: dobbiamo decidere se restare cavernicoli e proseguire a prendere-perdere tempo, rincorrendo azioni secondo le solite premesse (che sono quelle di Bersani, ma anche di Renzi, di Berlusconi ma anche di Monti, di Benedetto XVI ma anche di Francesco I...) e mimando i loro finti cambiamenti, oppure provare a rivedere in profondo tutto questo, approfittare della catastrofe e cambiare davvero...
Se non facciamo questo, anche se ci agitiamo a mille, siamo cotti.
Anzi: più agiremo e più ci agiteremo e più e più presto saremo cotti.

Tempus fugit.
Mai come in questi ultimi tempi avverto per me una sensazione strana e nuova: le giornate mi sembrano lunghissime e pesanti, senza fine, accidiose e stanche.
Le settimane, i mesi e gli anni, invece, volano via, velocissimi, leggerissimi ed eterei, insensibili ed insensati, quasi vuoti.
Pensavo che a me, proprio a me, sarebbe toccato di non invecchiare.
Mi sa che dovrò provare a cambiare premesse.











venerdì 5 aprile 2013

dal vangelo secondo matteo

Sia invece il vostro parlare sì, sì ; no, no. 
Il di più viene dal maligno... (Mt , 5, 37)

Proprio Padre Amorth, il noto esorcista che invocavo, qualche post fa, al fine di curare e provare a guarire il nostro Berlu, mi ha inopinatamente scavalcato a sinistra e ha dichiarato alla radio nazionale che Napo (udite udite) è posseduto dal demonio ed è amico di indemoniati, amanti di Mammona. Tutto vero, vi giuro!
Lo candido a nuovo Capo dello Stato, o almeno a Saggio tra i Saggi.

A proposito di verità, che -come si sa- si dice ormai solo di nascosto (oggi, immaginatevi, i grillini si riuniscono in un luogo segreto...) : Valerio Onida si è lasciato scappare che le due commissioni servono solo a prendere tempo, a dare l'impressione di fare qualcosa, mentre si attende di capire cosa fare davvero (anche perchè nessuno lo sa).

Se pure qualche volta è necessario nasconder con le parole una cosa, bisogna farlo in modo o che non appaia, o apparendo, sia parata e presta la difesa...
(N. Machiavelli, Istruzioni a Raffaello Girolami)

A questo punto, dinanzi a tanto machiavellismo, è spuntato l'imberbe Matteo (Renzi), che -nella sua purezza evangelica- ha dichiarato: stiamo perdendo tempo !
Bravo! Parole sante.

Io ho un sogno. Noi abbiamo un sogno. Che un giorno questa nazione si solleverà e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni. E con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie in una bellissima sinfonia di fratellanza. 

Queste bellissime parole sono utilizzate in queste giorni dalla nuova campagna pubblicitaria della Telecom.
Non contenti di aver manipolato Gandhi, ora passano a Luther King.
Parlano di rinascita, di speranza, di nuovo che avanza, di comunicazione e progresso, di libertà.
Ecco però che mi sovvien l'eterno ed emerge più chiaro il dubbio che mi affligge: so che Renzi sta all'alternativa come Telecom sta a Luther King.
Dice il vero, ma dentro uno spot.
Dice il vero, ma nel finto.
E' la realizzazione finale del sogno debordiano: la politica come forma dello spettacolo (d'altra parte, che differenza fa ormai andare da Santoro o dalla De Filippi ?).
Questo è il motivo per cui Grillo non va in televisione (anche se sa bene come fare una 'politica-spettacolo').

Il nuovo Vangelo secondo Matteo (Renzi 2.0) sta per sconvolgere il mondo (o, almeno, il PD).
Ci spero molto, come sapete.
Spero che vinca le primarie e che si candidi alle prossime elezioni.
E spero che le perda.
La trasformazione del PD in un partito di centro-democratico-americano mi sembra che sia nelle cose da tempo.
Sarà interessante vedere cosa farà Vendola o cosa decideranno gli elettori che si sentono ancora di sinistra (o, addirittura, ancora comunisti...) e continuano imperterriti a votarlo, magari col naso turato...
Spero che la smettano, fnalmente, come si smette di farsi o di bere, come si rinuncia ad una coazione a ripetere, ad una cattiva abitudine.
Sarà divertente vedere cosa faranno i machiavellici rottamati e rottamandi del partito.
(Anche se, fra questi, l'unica donna che io vedrei come Presidente della Repubblica sarebbe proprio lei, la mitica Rosy ! Allora sì che Berlu vedrebbe i sorci verdi, altro che Finocchiaro, Bonino o Cancellieri !).
Ma ve li immaginate i poveri D'Alema, Fassino, Bersani davanti al terribile dilemma: far morire il PD affidandolo a Renzi o farlo morire separandosi da lui ?
Essere ammazzati, affidandosi alle amorevoli cure del rottamatore, o morire nel tentativo di farlo fuori ?
Chissà cosa si inventeranno ancora, pur di stare vivi e al potere.
Ma ora la campana suona anche per loro.


giovedì 4 aprile 2013

morire, dormire forse...

Il barbiere mise due dita nel colletto di Rubasciov, come per radergli più agevolmente i capelli sul collo; e quando ritrasse le dita Rubasciov sentì il duro di una pallottola di carta nel colletto...Fu ricondotto nella sua cella, si sedette sul sui letto, gli occhi allo spioncino per essere sicuro di non essere osservato, estrasse il pezzo di carta, lo spianò e lo lesse. Consisteva soltanto in tre parole, evidentemente scribacchiate in gran fretta:  
                                                MORIRE IN SILENZIO.


Colui che si oppone a una dittatura deve accettare la guerra civile come un mezzo.
Colui che rifugge dalla guerra civile deve cessare l'opposizione e accettare la dittatura...
Non si sentiva in grado di continuare la discussione con Gletkin.
La coscienza della sua completa disfatta lo colmava di una specie di sollievo; l'obbligo di continuare a combattere, il peso della responsabilità gli venivano tolti, il torpore di prima ritornava...
Una scritta gli ritornò in mente, una scritta che aveva letto all'ingresso del cimitero di Errancis, dove erano sepolti Saint-Just, Robespierre, ed i loro sedici compagni ghigliottinati.
Essa consisteva di una parola: 
                                                          DORMIR.


Doveva forse dire che un'opposizione attiva e organizzata alla dittatura del  N. 1  non era mai realmente esistita ? Che non s'erano fatte che delle chiacchiere, che un impotente scherzar col fuoco, perchè la generazione della vecchia guardia aveva ceduto tutto quello che aveva, era stata spremuta fino all'ultima goccia, fino all'ultima caloria spirituale; e, come i morti nel camposanto di Errancis, le era rimasta da sperare una sola cosa: dormire e attendere fino a quando la posterità non le avesse reso giustizia ?

da Arthur Koestler, Buio a Mezzogiorno, 1940.

auto-grill

La ragazza dietro al banco mescolava
birra chiara e seven up... (F. Guccini)

Incomincio ad essere seriamente preoccupato per la sorta dei grillini.

Volevano la trasparenza assoluta e sono costretti a fare proprio le loro riunioni a porte chiuse, assediate da una stampa famelica e assetata di sangue.
Riunioni fiume, gente che urla e che piange, decisioni a maggioranza, fronde interne crescenti.
Grillo che lancia strali dal blog, i due capigruppo che annaspano.
Un modello di democrazia non proprio nuovo ed evoluto, tra carismatismo satirico e casino metodologico di gruppo.

E il piccolo cameriere del Park Hotel di Herat ?
Portava un turbante rosa lacca, e quando chiedemmo di pranzare disse: 'Sissignore! Cosalepiace? Qualunque cosa!'
'Che cosa avete ?'
'Niente da bere. Niente ghiaccio. Niente pane. Niente frutta. Niente carne. Niente pesce. Uova. Uno. Forse. Domani. Sì !'   *

Volevano un Parlamento attivo, propositivo, legiferante.
E si trovano impastoiati nelle melasse à la Napolitaine, in attesa di un Governo che non si fa, di Commissioni parlamentari che non si formano, di burocrazie e distinguo e cavilli senza fine.
In mano a tanti Azzeccagarbugli ben più esperti di loro, davvero Saggi nelle presunte interpretazioni oggettive di leggi e leggine.

Volevano andare all'attacco della partitocrazia e si trovano oggi con metà dei loro elettori che li accusano per strada di non voler fare accordi e alleanze con il PD e che si pentono, pare, di averli votati.
Al che Grillo risponde: se volevate questo, avete fatto male voi a votarci !
Ineccepibile.
Ma il grande e vorticoso idillio di un mese fa sembra già rotto.

Durante la guerra anglo-boera, costui fu colpito alle gambe e rimase abbandonato per trentasei ore prima di essere soccorso. C'erano altri uomini colpiti allo stesso modo, i boeri infatti avevano sparato basso. Alcuni erano già cadaveri, ed erano arrivati gli avvoltoi. Finchè i feriti potevano fare qualche debole movimento, i rapaci li lasciavano stare, ma se i caduti si immobilizzavano, gli avvoltoi gli cavavano gli occhi da vivi. Il capo di Stockley aveva descritto ciò che aveva provato nell'imminenza di quella fine, mentre i rapaci gli volteggiavano sulla testa.  **

Non che il PD stia meglio (si approssima la notte dei lunghi coltelli, nonostante i disperati tentativi di melina dell'astuto smacchiatore di giaguari...) e che il Pdl navighi in acque tranquille (con i processi di Milano e un nuovo Presidente della Repubblica, speriamo meno 'amico', alle porte), ma la sensazione è che i 5 Stelle stiano pagando dazio.
E che rischino di finire spennati e arrostiti nell'auto-grill in cui si sono infilati con le loro stesse mani, partecipando alle elezioni e facendosi eleggere in massa al Parlamento.
Non mi pare che abbiano la cultura e gli strumenti per inventarsi delle forme nonviolente di opposizione creativa a quel che accade lì dentro.
E li vedo vagare da una riunione all'altra, da un rinvio all'altro, da una sala all'altra, come naufraghi.

Parlare, però, gli ha messo sete, e siamo andati nel suo ufficio a bere un bicchiere d'acqua.
'Il guaio dell'acqua è che dà tanta sete', ha commentato... **



* B. Chatwin, Lamento per l'Afghanistan, 1980
** R. Byron, La via per l'Oxiana, 1937.



martedì 2 aprile 2013

pesce d'aprile

Scusate, abbiamo scherzato, era solo un pesce d'aprile!
La colomba pasquale di Napo ha volato solo per poche ore.
I distinguo, le riserve, i commenti velenosi e coperti si sono moltiplicati in un battito d'ali.
E Napo non faccia la vittima ! 
Lui è stato uno dei protagonisti proprio di questo sfascio progressivo. Come ?
Attraverso la sua politica da sempre collusiva, mirante alla pacificazione, alla tranquillizzazione forzata, all'abbassamento dei toni, al sopore universale.
Conflitti non elaborati ed ora incancreniti, proprio mentre lui dormiva e cercava di far dormire tutti, per il bene e per l'unità della nazione. Morfeo colpisce ancora.
La commissione dei saggi (fa anche ridere solo a dire la parola, visti i ceffi che ha scelto) è l'ennesimo papocchio.
Serve soltanto a prender tempo, e ad escludere i punctum dolens (ineleggibilità, conflitto di interessi, corruzione...), fingendo di lavorare, senza speranza alcuna peraltro, su questioni inclusive e genericamente condivise (ma se si va nei dettagli...)...
Quella che illusoriamente chiama  'facilitazione della convergenza programmatica...', non può riuscire e, se riuscisse, non sarebbe altro che l'ennesimo inciucio.
Visto che il suo gioco ideale è saltato (grazie a Grillo), ora Napo si è inventato il suo gioco virtuale, che si giocherà da solo, in pensione: la resurrezione del governicchio Monti e la nascita del governicchio di larghe intese che non c'è (simbolizzato proprio dalle due oniriche commissioni...).
Tra due settimane lui se ne andrà (speriamo) e ci lascerà ancor più nella merda...

'Questo paese indeciso a tutto', scrive oggi Ilvio Diamanti su Repubblica..
'...Napolitano ha applicato l'unica soluzione possibile in un Paese eternamente in-deciso, come il nostro. Ha fatto ricorso a quella che il filosofo John Perry ha definito la "procrastinazione strutturata". Cioè, l'arte di rinviare a domani ciò che "dovremmo" fare oggi stesso. Ma in modo, appunto, "strutturato". Programmando "altre" cose utili. Ma meno importanti. Per prendere tempo. Perché più tempo "potrebbe" favorire il dialogo, far emergere soluzioni. Oggi non ancora visibili. Potrebbe. Ma potrebbe anche avvenire il contrario. Nuove divisioni e fratture. Più profonde e drammatiche...'.

La seconda che hai detto..., direbbe Quelo.


  



lunedì 1 aprile 2013

errori nuovi


Alla crisi economico-finanziaria, stante l'attuale errato modello di crescita dissennata e di assatanamento liberista, non c'è rimedio, qualunque cosa si auspichi o si prometta e chiunque ci governi.
O si riconoscerà la sua catastrofe o sarà -sempre più- una catastrofe per tutti.

Alla crisi etico-politica, se si prosegue a sottovalutarla trincerandosi dietro l'emergenza economica, non c'è rimedio, soprattutto se si continua ad affidarsi al gesuitismo togliattiano di Napo & C e alle sue 10 badanti.
(A questo proposito, ho trovato conforto oggi nelle parole di Gomez e Padellaro sul Fatto).

Se e quando se ne andranno, se e quando il campo di gioco sarà finalmente libero, se e quando riconosceremo gli errori, se e quando ci convertiremo e riconvertiremo i nostri modi di vivere su questo pianeta, se e quando accetteremo di morire per quel che siamo stati....
Allora, e solo in quel momento, potremo risalire la china, risorgere, riprendere fiducia e permetterci di riprovare a vivere e a sperimentare qualcosa che abbia un senso.

Quello sarà il momento per provare a fare errori nuovi.
Di sbagliare, ancora e ancora, ma di fare errori inediti, che ancora non conosciamo, di cui non conosciamo la soluzione, che ci stupiscano di noi stessi e degli altri, che aprano ad ulteriori scoperte ed a future pedagogie.
Non chiedo verità, perfezione, albe luminose, bontà.
Di errori nuovi.
Di questo, mi accontenterei.

Esco allo scoperto. Sono morta. Non rinfacciatemelo...
A uno sconosciuto possiamo perdonare la scelta di essere cattolico praticante o di dedicarsi ad atti omosessuali, ma non di sottomettersi alla morte. Detestiamo i rinnegati. Morire, più ancora dell'alcolismo o della dipendenza da eroina, sembra il peggiore dei vizi, e in un mondo dove ti accusano di essere pigra se non ti depili le gambe, essere morti sembra la peggiore delle mancanze.
E' come se uno avesse deciso di scansare la vita, come se semplicemente non avesse fatto uno sforzo serio di realizzare il proprio potenziale. Disfattista che non sei altro!...
A chiunque stia leggendo e non sia ancora morto, auguro buona fortuna. Sul serio.
Continuate pure a mandar giù vitamine. Continuate a fare jogging intorno al laghetto del parco e ad evitare il fumo passivo. Incrociate le dita...magari a voi la morte non capita...
A tutti gli altri dico:non abbiate paura, vi prego. Se andrete in paradiso, buon per voi. Ma in caso contrario...bè, guardate me. Se la Terra ci sembra un inferno, o se l'inferno ci sembra un inferno, è soltanto perchè siamo convinti che debba essere un paradiso. La Terra è la Terra. E i morti sono morti.
(Chuck Palahniuk, Dannazione, 2011)