venerdì 28 novembre 2014

vietnamismi

thang - scale
Commetto errori con regolarità, il più sorprendente l'ho fatto un giorno con la parola 'rebelle', 'ribelle', che credevo derivasse da 'belle': essere bella di nuovo perchè la bellezza si guadagna e si perde. 
La Mamma mi ripeteva spesso che, in caso di conflitto, è preferibile ritirarsi piuttosto che offendere qualcuno, anche se colpevole.
Se infanghiamo l'altro, ci sporchiamo la bocca perchè prima dobbiamo riempirla di rabbia, sangue e veleno.
Da quel momento, smettiamo di essere belle.
Credevo che quel 're' della parola 'rebelle' aprisse la strada a una redenzione, alla redenzione che ci avrebbe permesso di recuperare la bellezza di un tempo...

va-li  - valigia
L'ultima volta che ci siamo visti a Parigi, mentre chiudevamo in fretta la mia valigia, Luc mi ha chiesto: 'Se la settimana prossima mi presentassi alla porta di casa tua, cosa diresti ?'.
Di riflesso, senza pensarci nemmeno un attimo,, baciandolo ho risposto con un'unica parola: 'Catastrofe'.
Era una domanda vera e non l'avevo capita.

yen lang  - silenzio 
Queste visite dall'estetista mi permettevano di riprodurre sul mio corpo i nèi rossi di Luc, che conoscevo a memoria.
Credo che il giorno in cui mi sarò tatuata tutti i suoi nèi, unendoli potrò disegnare la mappa del suo destino sul mio corpo.
E quel giorno, forse lui si presenterà alla mia porta, mi prenderà la mano come faceva d'istinto e baciandomi impedirà che io dica: 'Catastrofe'.


Kim Thùy, Nidi di rondine, Nottetempo, 2014 


mercoledì 26 novembre 2014

viva il papa! viva tutto e tutti!

Ennesimo gran discorso del Papa, questa volta al Parlamento europeo.
Legnate vere e proprie, randellate senza pari a tutti i politici presenti.
Che, ovviamente, plaudivano e applaudivano con fervore proprio sui passaggi più duri per loro.
Ipotesi a: non capivano quel che gli veniva detto.
Ipotesi b: lo capivano ed applaudivano perchè non capivano che parlava a loro e di loro.
Ipotesi c: sono degli scribi e farisei.

D'altra parte vi ricorderete i grandi applausi a papa Woitila sui temi dell'indulto.
Non se n'è mai fatto nulla, ovviamente.
Pura ipocrisia, solo mistificazione.
Al momento giusto siamo tutti cristiani, cioè non lo è veramente nessuno.

Tutti ora fingono preoccupazione per la massa crescente di astensionisti.
In realtà, ne godono quasi tutti.
Siamo però davanti a un vero e proprio sciopero del voto, e sarà dura minimizzarlo.
Fosse accaduto solo in Calabria o al sud non ci sarebbero stati troppi problemi.
Ma che l'elettorato perda così tanti pezzi proprio in Emilia non può essere sottovalutato e non può essere un caso.
Forse è soltanto una stanchezza e delusione specifica e circostanziata (contro la casta locale e le sue ruberie).
Ma in parte prosegue a configurarsi come più consapevole e generale perdita di senso dell'andare a votare nelle condizioni date.

E queste condizioni, se lette con le lenti della storia, appaiono foriere di rivolta e, potremo dire, pre-rivoluzionarie.
Questo non significa che le persone siano pronte a fare la rivoluzione, o ad andare oltre gli scontri di piazza momentanei.
Magari non accadrà nulla, ma la situazione è davvero al limite.
La mancanza e marginalità di movimenti sociali 'indignati' in Italia ha generato (ma già ridimensionato) il fenomeno grillino.
Ben diversa la situazione in Spagna e in Grecia, in cui i movimenti hanno contribuito a creare processi politici come Podemos e Tsipras.
In Italia, tocca affidarsi a Landini ( un trattore del novecento), immaginatevi....
Eppure, proprio questo vuoto quasi totale in qualche modo dovrà essere riempito.
I mediatori e gli spazi di mediazione stanno sparendo quasi totalmente, e non credo possano essere ricoperti dal Papa o dalla Camusso.
Quindi, vedremo...


martedì 25 novembre 2014

machisti contro estetiste

Nelgi ultimi tempi, alcune donne stanno facendo l'esperimento di camminare per strada, filmate di nascosto, e conteggiare il numero di frasi compiaciute, tentativi d'abbordaggio, apprezzamenti fisici che ricevono dai maschietti di turno, opportunamente appostati e nullafacenti.
Il fatto che ne ricevano tanti viene letto come un attacco alla libertà e alla dignità delle donne, una sorta di introduzione alla violenza e allo stalking.
Ma da quando un tipico gioco sociale tra i sessi, che si consuma da millenni di storia umana, è divenuto qualcosa di inaccettabile e perverso ?
Preferiamo che i maschi si tengano certi pensieri per sè ?
E pensiamo che questa 'repressione' favorirebbe una dimunuzione della violenza intergenere ?
E che dire delle donne che apprezzano maschi palestrati e muscolosi, ben vestiti o atteggiati da divi ?
Mi sembra che si stia perdendo il senso delle proporzioni, che si confondano i livelli, e che si stia procedendo a tentare di immunizzare, ipocritamente peraltro, gli ultimi residui di vitalità (magari stupida, infantile, primitiva, animale, ma vita).

Lo stesso mi pare che possa valere per le polemiche scatenate dal post del collega Marco Zurru, titolato 'La figa al potere', e che gli sta costando un deferimento al Comitato Etico dell'Università.
Al di là della persona (che conosco) e dei contenuti (che non conosco), mi sembra davvero esagerato quel che sta accadendo.
Potremmo compensare con un post intitolato 'Il cazzo al potere' (il che sarebbe anche più veritiero, ancora oggi, all'interno della politica, della società e dell'Università) ?
Oppure nessuno avrebbe da dire al proposito ?
O ci darebbero fastidio soltanto la volgarità dei termini usati ?
Ma basta, su...

Resto perplesso di fronte a quel che sta apparendo sempre più  come quel che dovrebbe essere una vera donna, o una donna di successo: si passa dalle veline galline, attraverso le ministre carine, sino all'astronauta tutta d'un pezzo.
Come se Fazio o Renzi fossero meglio di Ricci o Berlu.
Sarebbe questa la differenza tra sinistra e destra, nella relazione televisiva e pubblica tra i generi ?
Sotto il vestito, poco.

lunedì 24 novembre 2014

ti piace vincere facile ?

Renzi ha vinto 5 a 0, così esulta.
L'astensione è un tema secondario, così dice.
700.000 voti in meno per il PD non lo toccano.
La metafora calcistica è totale: non importa quanti siano gli spettatori (perchè a questo ci siamo ridotti...), l'importante sono le tv che ti sponsorizzano e ti riprendono...
I giocatori ? Sempre gli stessi, in fondo. Ogni tanto qualcuno va dalla panchina al campo o viceversa, ma siamo lì.
Tutti brocchi, comunque.
Ogni anno si cambia l'allenatore, perchè non riesce a mantenere le promesse e a fare risultato.
E' come Mancini con l'Inter: la squadra fa schifo, ma i tifosi sperano, ogni volta, che accada il  miracolo...

E ci troviamo ora con il Padre (Berlu), il Figlio (Renzie) e lo Spirito Santo (Salvini), la nuova Trinità.
La sinistra ha percentuali ridicole, Grillo si sgonfia, la maggioranza della gente se ne sta a casa, sconfortata e incazzata.
E nessuna immaginazione al potere.
Dovremo davvero cercarci un altro pianeta ?


e l'astensione la trionferà...!

da Repubblica di oggi:

 Se il primo test, come si è ripetuto per settimane, è stato quello sull'affluenza, il risultato più chiaro di così non sarebbe potuto essere. A vincere le elezioni regionali di questo 23 novembre è stata, sia in Emilia Romagna che in Calabria, l'astensione. L'affluenza è crollata come mai si era visto. Soprattutto in Emilia Romagna il dato è clamoroso: 37,7% contro il 68,1 delle elezioni precedenti e contro il 70% delle europee. Trenta punti percentuali in meno.

In Calabria è andata un po' meglio, ma solo perché si partiva da un dato più basso: hanno votato il 43,8% degli aventi diritto, contro il 59 del 2010 (ma in linea con il 45,8% delle europee). Il calo rispetto a quattro anni fa è poco più del 15%, ma il dato è comunque lontano dal 50%: hanno votato meno di un elettore su due. 

Il rischio 'disaffezione', l'incubo astensione, il non-voto come voto. Si è avverato tutto. Le elezioni regionali di oggi interessavano due territori lontani e diversi tra loro: l'Emilia Romagna e la Calabria. In entrambi i casi, però, i cittadini sono stati chiamati a tornare alle urne con una tempistica anticipata rispetto alla scadenza naturale dei mandati per lo scioglimento della giunta.

A definire "disarmanti" i dati dell'affluenza è il deputato dem Pippo Civati, che sul suo blog scrive: "Da domani forse sarà più chiaro che la governabilità come unica stella - senza rappresentanza - è non solo un problema, ma un vero e proprio pericolo. La sera delle elezioni sapremo chi ha vinto, forse. Ma sapremo anche che avrà perso la democrazia, se andiamo avanti così".

Ecco sì, se i dati sono 'disarmanti', allora...disarmatevi!
Arrendetevi!
Il vero voto oggi è il non voto!
Se un referendum vale solo col quorum del 50.1, cosa possono valere delle elezioni che stanno sotto il 40% dei votanti ?
Nulla, assolutamente nulla.
Vogliamo iniziare a tenerne conto ?
E ad usare questa forza, politicamente ?
Se non faremo scelte alternative, la situazione sarà inevitabilemente quella tracciata da Scamnzi oggi sul Fatto:
 

Dunque Renzi non ha avversari. Aritmeticamente ha meno voti ed è in calo, ma gli altri stanno molto peggio di lui. A lui faceva paura il Movimento 5 Stelle, che però si è al momento depotenziato da solo, lasciando campo aperto (anzitutto in tivù) a Salvini e alle renzine. Dunque Renzi fa benissimo a esultare, perché se si andasse al voto domani otterrebbe meno voti, sì, ma avrebbe anche percentuali bulgare. E sono le percentuali a far governare. Il tema dell’astensione che crolla, ancor più in una regione come l’Emilia Romagna, colpisce certo i Prodi, i Bersani, i Civati. Ma Renzi dell’astensione se ne frega. Detto ancora più chiaramente: capisco benissimo chi si astiene, non potete immaginare quanto vi comprenda, ma chi si astiene – di fatto – vota Renzi. Contribuisce a renderlo ancora più forte. O comunque molto meno debole degli altri.


interstellar



Ieri ho visto Interstellar.

Catastroficamente bello, pazzesco e fantastico (in vari sensi).

Qui sotto un interessante commento di Monbiot, dal Guardian.

Better Dead Than Different

George Monbiot November 11, 2014
Our visions of the future are defined, like the film Interstellar, by technological optimism and political defeatism
By George Monbiot, published in the Guardian 12th November 2014
“It’s like we’ve forgotten who we are,” the hero of Interstellar complains. “Explorers, pioneers, not caretakers … We’re not meant to save the world. We’re meant to leave it.” It could be the epigraph of our age.
Don’t get me wrong. Interstellar is a magnificent film, true to the richest traditions of science fiction, visually and auditorally astounding. See past the necessary silliness and you will find a moving exploration of parenthood, separation and ageing. It is also a classic exposition of two of the great themes of our age: technological optimism and political defeatism.
The Earth and its inhabitants are facing planetary catastrophe, caused by “six billion people, and every one of them trying to have it all”, which weirdly translates into a succession of blights, trashing the world’s crops and sucking the oxygen out of the atmosphere. (When your major receipts are in the US, you can’t afford to earn the hatred of the broadcast media by mentioning climate change. The blight, an obvious substitute, has probably averted millions of dollars of lost takings).
The civilisational collapse at the start of the film is intercut with interviews with veterans of the Dust Bowl of the 1930s. Their worn faces prefigure the themes of ageing and loss. But they also remind us inadvertently of a world of political agency. Great follies were committed but big, brave things were done to put them right: think of the New Deal and the Civilian Conservation Corps(1). That world is almost as different from our own as the planets visited by Interstellar’s astronauts.
They leave the Earth to find a place to which humans can escape or, if that fails, one in which a cargo of frozen embryos can be deposited. It takes an effort, when you emerge, to remember that such fantasies are taken seriously by millions of adults, who consider them a realistic alternative to addressing the problems we face on Earth.
NASA runs a website devoted to the idea(2). It claims that gigantic spaceships, “could be wonderful places to live; about the size of a California beach town and endowed with weightless recreation, fantastic views, freedom, elbow-room in spades, and great wealth.” Of course, no one could leave, except to enter another spaceship, and the slightest malfunction would cause instant annihilation. But “settlements in earth orbit will have one of the most stunning views in our solar system – the living, ever-changing Earth.” We can look back and remember how beautiful it was.
And then there’s the money to be made. “Space colonization is, at its core, a real estate business. … Those that colonize space will control vast lands, enormous amounts of electrical power, and nearly unlimited material resources. [This] will create wealth beyond our wildest imagination and wield power – hopefully for good rather than for ill.”(3) In other words, we would leave not only the Earth behind but also ourselves.
That’s a common characteristic of such fantasies: their lack of imagination. Wild flights of technological fancy are accompanied by a stolid incapacity to picture the inner life of those who might inhabit such systems. People who would consider the idea of living in the Gobi Desert intolerable – where, an estate agent might point out, there is oxygen, radiation-screening, atmospheric pressure and 1g of gravity – rhapsodise about living on Mars. People who imagine that human life on Earth will end because of power and greed and oppression imagine we will escape these forces in pressure vessels controlled by technicians, in which we would be trapped like tadpoles in a jamjar.
If space colonisation is impossible today, when Richard Branson, for all his billions, cannot even propel people safely past the atmosphere(4), how will it look in a world that has fallen so far into disaster that leaving it for a lifeless, airless lump of rock would be perceived as a good option? We’d be lucky in these circumstances to possess the wherewithal to make bricks.
Only by understanding this as a religious impulse can we avoid the conclusion that those who gleefully await this future are insane. Just as it is easier to pray for life after death than it is to confront oppression, this fantasy permits us to escape the complexities of life of Earth for a starlit wonderland beyond politics. In Interstellar, as in many other versions of the story, space is heaven, overseen by a benign Technology, peopled by delivering angels with oxygen tanks.
Space colonisation is an extreme version of a common belief: that it is easier to adapt to our problems than to solve them. Earlier this year, the economist Andrew Lilico argued in the Telegraph(5) that we can’t afford to prevent escalating climate change, so instead we must learn to live with it. He was challenged on Twitter to explain how people in the tropics might adapt to a world in which four degrees of global warming had taken place. He replied: “I imagine tropics adapt to 4C world by being wastelands with few folk living in them. Why’s that not an option?”(6)
Re-reading his article in the light of this comment, I realised that it hinged on the word “we”. When the headline maintained that “We have failed to prevent global warming, so we must adapt to it”(7), the “we” referred in these instances to different people. We in the rich world can brook no taxation to encourage green energy, or regulation to discourage the consumption of fossil fuels. We cannot adapt even to an extra penny of tax. But the other “we”, which turns out to mean “they” – the people of the tropics – can and must adapt to the loss of their homes, their land and their lives, as entire regions become wastelands. Why is that not an option?
The lives of the poor appear unimaginable to people in his position, like the lives of those who might move to another planet or a space station. So reducing the amount of energy we consume and replacing fossil fuels with other sources, simple and cheap as these are by comparison to all other options, is inconceivable and outrageous, while the mass abandonment of much of the inhabited surface of the world is a realistic and reasonable request. “It is not contrary to reason to prefer the destruction of the whole world to the scratching of my finger”, David Hume noted(8), and here we see his contemplation reified.
But at least Andrew Lilico could explain what he meant, by contrast to most of those who talk breezily about adapting to climate breakdown. Relocating cities to higher ground? Moving roads and railways, diverting rivers, depopulating nations, leaving the planet? Never mind the details. Technology, our interstellar god, will sort it out, some day, somehow.
Technological optimism and political defeatism: this is a formula for the deferment of hard choices to an ever-receding neverland of life after planetary death. No wonder it is popular.

www.monbiot.com
References:
1. http://www.cityprojectca.org/blog/archives/5392
2. http://settlement.arc.nasa.gov
3. http://settlement.arc.nasa.gov/
4. http://www.theguardian.com/science/2014/nov/01/sir-richard-branson-space-tourism-project-doubt
5. http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/10644867/We-have-failed-to-prevent-global-warming-so-we-must-adapt-to-it.html
6. http://www.businessgreen.com/bg/james-blog/2337458/climate-adaptation-lobby-is-reckless-dangerous-and-partly-right
7. http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/10644867/We-have-failed-to-prevent-global-warming-so-we-must-adapt-to-it.html
8. https://ebooks.adelaide.edu.au/h/hume/david/h92t/B2.3.3.html

domenica 23 novembre 2014

dottor inevitabile

A SCUOLA DI CATASTROFI DAL DOTTOR INEVITABILE
#‎StefanoBenni‬ La Repubblica 19 novembre 2014

Sulle ultime catastrofi climatiche del nostro paese abbiamo intervistato un esperto poco conosciuto, ma che riveste un ruolo importantissimo. É il dottor Inevitabile, responsabile governativo dell’UTMA, Ufficio Tutela Mutamento Ambientale.

- Dottor Inevitabile, anzitutto definiamo il ruolo del suo ufficio. Che è evidentemente quello di tutelare il suolo italiano e i cittadini contro i disastri climatici -.

- No, la correggo. Il nostro ufficio ha il compito di tutelare e mantenere la situazione di dissesto ambientale, impedendo soluzioni che creerebbero costose e utopiche aspettative.

- Scusi ma perché? 

- Per molti motivi. In primo luogo perché il mutamento ambientale presuppone un adattamento, e finché il popolo italiano non si abitua ai crolli, alle esondazioni e alle frane sarà sempre spaventato e insicuro. E dato che il disastro climatico è irreversibile, diventa necessaria una nuova cultura, che è appunto quella dell’Inevitabilità -.

- Faccia degli esempi...

- Il nostro ufficio studia nuove forme di comunicazione per aiutare gli italiani a accettare questo mutamento climatico con pazienza. Ad esempio abbiamo coniato il termine “bomba d’acqua”. È ovvio che contro i vecchi acquazzoni di una volta si poteva fare qualcosa, ma contro una bomba d’acqua non c’è nulla da fare. La colpa è di nuvole bellicose e militarizzate. Una volta si diceva: arriva il maltempo. Ora si dice: arriva il ciclone Caronte, l’anticiclone Polifemo, l’uragano Cinzia. Ci si sente dentro a un evento epico, oppure è come aspettare un amico un po’ invadente. Chiudi bene la porta, arriva Cinzia. E basta con le speculazioni ideologiche, basiamoci sui numeri. Quando io dico che in un luogo sono caduti 200 millimetri di acqua, cioè quanto abitualmente piove in un mese a Caracas, io spiego matematicamente la fatalità dell’accaduto. E non è vero che non ci diamo da fare, abbiamo sistemi di rilevamento modernissimi e faticosi...sa quanto tempo si perde a raccogliere duecento millimetri d’acqua con un cucchiaio? 

- Ma il mutamento climatico è ormai cosa conosciuta. Contro le esondazioni, le costruzioni abusive, le frane, non si può fare prevenzione?

- Per la prevenzione non abbiamo i soldi perché purtroppo dobbiamo spenderli per riparare i danni di ciò che non abbiamo prevenuto. Se spendessimo i soldi per la prevenzione, poi non avremmo i soldi per riparare i danni -.

- Ma forse prevenendo non ci sarebbero i danni…

- Questo è un aspetto bizzarro della questione, che stiamo studiando. Ma noi facciamo tanta prevenzione. Ad esempio, in cinquant’anni le previsioni metereologiche televisive sono passate da tre a tremila al giorno, e la grafica è molto migliorata. Un altro esempio, se si costruiscono case in un luogo geologicamente pericoloso noi …

- Non lo permettete, e sgomberate -.

- No, non possiamo intervenire, ci vorrebbe l’esercito. Ma diciamo subito che sono abusive. Poi le condoniamo. Anzi, d’ora in avanti pensiamo di condonarle ancora prima che le costruiscano abusivamente. Non è una grande idea? 

- Lei ragiona in modo strano. E le esondazioni?
- Non eravamo pronti. Una volta i fiumi “uscivano dal letto”, “allagavano”, “tracimavano”,“alluvionavano”. Ma adesso fanno una cosa nuova “esondano”. Non ce lo aspettavamo -.

- Ma è la stessa cosa. Il Po esonda o allaga, ma lo ha già fatto tante volte -.

- Certo, il Po se lo può permettere, è un grande fiume. Ma adesso qualsiasi torrentello o canale o fiumiciattolo si sente autorizzato a esondare. Non possiamo controllarli tutti, sembra che lo facciano apposta -. 

- E gli argini? I lavori di contenimento? Il rimboschimento? 

- Vede, se io devo costruire Milano Expo o i palazzi fantasma della Maddalena, io non ho ostacoli, i grandi appalti vanno rapidi e spediti, con un po’ di tangenti si sveltisce tutto. Ma ogni volta che c’è un appalto per un argine, per un lavoro di consolidamento, per dragare un fiume, le ditte in gara litigano, si appellano al Tar, si ritarda. Non è colpa nostra. Bisognerebbe affidare il piano di riassesto idrogeologico a un pool, o alla camorra o alla Fiat, e allora le cose andrebbero svelte. Ma non ce lo lasciano fare - .

- Perciò in futuro andrà anche peggio?

- Dipende da come vediamo la situazione. Noi stiamo preparando un nuovo approccio scientifico e mediatico. Anzitutto abbiamo creato l’evento ω, evento omega -.

- Cos’è?
- L’evento ω - omega è un tipo di accadimento rarissimo e imprevedibile. Ad esempio la pioggia su Genova, uno scontro tra comete, una connessione internet che funziona regolarmente, un arbitraggio di calcio senza polemiche . Questi eventi eccezionali possiamo affrontarli soltanto in un modo -.
- E cioè?
- Vede la forma dell’omega, che cosa le ricorda ? Dobbiamo sperare nel culo, e soprattutto noi politici dobbiamo avere la faccia come un culo -.

- Non mi sembra granché come prevenzione -.

- La prevenzione non la deve fare il governo che ha già troppi pensieri con le banche europee e le spese pazze in vibratori. É la gente che deve assumersi le proprie responsabilità riguardo al mutamento climatico. Abbiamo dimenticato che l’homo sapiens viene dall’acqua, che siamo nati anfibi.Dobbiamo essere pronti a rientrare nel nostro elemento naturale. In ogni casa italiana ci deve essere almeno un gommone o una barca, salvagenti per tutti e una muta, (parola derivata da mutamento) e anche maschera e pinne. Basta lamentarsi che la metropolitana è allagata! Tuffatevi! Questo vuole dire essere buoni cittadini...

- Ma da anni si aspetta un nuovo piano idrogeologico -.

- E noi abbiamo molte idee nuove. Contro le nutrie che rodono gli argini, immetteremo nei fiumi decine di coccodrilli. Saranno proibiti i bed and breakfast nei crateri dei vulcani. Le commissioni rischio terremoti verranno sostituite da una cartomante. Verranno costruite case in cui ci sarà solo un quinto piano, per evitare allagamenti. Per evitare lamentele sui ritardi, nelle stazioni l’orario del treni verrà scritto in cinese. Ma soprattutto, da questo momento in tutto il paese vige il codice fucsia, vale a dire che siamo sempre in emergenza. Se uscite in auto, a piedi, in bici, cazzi vostri. Eravate avvertiti. 

- Insomma secondo lei gli italiani dovranno abituarsi alle catastrofi ?
- Sì, dovranno viverle serenamente, perché sono il futuro inevitabile. Addio clima mediterraneo, siamo entrati nel clima Omega. Scusi, ma mi chiamano al telefono -.

- Dottor Inevitabile, sono la sua segretaria. Mi dicono che la strada è allagata e la sua auto è stata trascinata via...

- Come? Ma è uno scandalo! Cosa è successo?
- Scusi ma sono caduti 132 millimetri di pioggia, il garage si è allagato come al solito e i tombini sono intasati - .

- Basta con questa cazzata dei millimetri di pioggia!. Dove sono i pompieri? I tombini intasati, che scandalo! La mia Mercedes nuova. Cosa fa il governo?

- Scusi dottore, ma il governo è lei, e ci ha appena detto che dobbiamo adattarci al clima omega -.

- Chi se ne frega, la macchina è mia. Dove sono i miei stivali da pesca e il salvagente a papero? Ma in che paese di merda viviamo? E in quanto all’evento omega, sa cosa le dico?

- Posso immaginare...grazie per l’intervista, dottor Inevitabile.

venerdì 21 novembre 2014

krumiri

Quando penso a Casale Monferrato mi vengono in mente i krumiri, quei buonissimi biscotti storti e rugosi, di solito ben cotti, compatti ed eleganti insieme.
Ora mi chiedo se anche i biscotti dell'infanzia contenevano amianto.
E'arrivata l'ennesima prescrizione per reati ambientali.
La gente si scandalizza (non per l'ambiente, solo per le vittime senza giustizia).
Dell'ambiente non gliene frega niente a nessuno, neanche agli ambientalisti in fondo.
Figuriamoci alla 'gente che lavora'.

Sì, perchè mi sapete dire come mai si è arrivati alla prescrizione ?
Per le lentezze burocratiche dei processi, è ovvio.
Per la potenza economica della Eternit, è sicuro.
Ma anche per la lentezza a reagire, per l'omertà, per i silenzi di chi ci lavorava da decenni senza dir nulla, di chi ci abitava attorno e stava zitto, o mugugnava di nascosto.
Ed il tempo è passato, invano.
Perchè il lavoro prima di tutto, prima dell'ambiente, prima della stessa salute.
Innanzitutto i soldi.
Ed in questo, gli operai, i cittadini di Casale e il padrone della Eternit sono uguali.
Lo dimostra il fatto che ancora oggi la ditta continua a produrre amianto e a far soldi in tutto il terzo mondo.
E nessuno protesta, al presente.
Ci si pensa solo dopo, quando è troppo tardi.

Se si vive sotto ricatto, se l'unico centro della vita diventano il lavoro e i soldi, si può diventare come i lavoratori dell'ultimo film dei fratelli Dardenne (che secondo me sono la controfigura segreta di Landini e Papa Francesco).
Il film è lento e palloso, e la storia è emblematica del dove e come viviamo.
In un contesto del genere, che senso ha scioperare o non scioperare ?
Armi spuntate, pure battaglie di retroguardia, slogan d'antan.
Renzi avrà mano libera, se questa è la reazione.
Perchè gli stessi che ora scioperano e vanno in piazza lo fanno solo per il loro lavoro, i loro contratti, in sintesi: per i loro soldi.
E quelli che non ci vanno, uguale.
Non si vede altro, all'orizzonte.
Il sol dell'avvenire splende poco oltre il nostro naso...

giovedì 20 novembre 2014

l'opposizione della realtà



Due piccole fonti di conforto.
La prima è che la realtà italiana rivive il conflitto, almeno nella forma della rappresentazione pubblica.
Escono allo scoperto i dislivelli di potere, di classe, di casa, di censo, di facce.
Molte persone, italiane e non, si trovano di nuovo in strada, fuori dalle loro case occupate, dai loro tuguri dismessi.
Le metropoli rigurgitano quel che che avevano provato a nascondere, a seppellire nelle loro caverne.
Vengono fuori i miserabili, dalle fogne, come topi, come novelli Jean Valjean.
E non si può più tollerare che la legge sia aggirata, sospesa.
E' la legge di Renzi: aprire il conflitto, esplicitamente, contro i deboli.
Umiliarli definitivamente, ricacciarli all'angolo per sempre, scacciarli dalla sua terra promessa, che conosce solo il buono, il bello, l'ottimismo, il benessere.
Chi sta male, deve sparire dalla vista.
Chi non ce la fa, scompaia.
In questo non è democristiano, è puramente liberista.
Ma far emergere il conflitto senza remore e ritegno è un passo avanti per un paese come il nostro.


Il secondo motivo di conforto è che, al di la di tutte le rappresentazioni, positive o negative, al di là di tutti i racconti, le favole e le promesse, al di là di tutte le apparenti opposizioni politiche, Renzi si trova sempre più davanti al suo unico, grande, invincibile oppositore: la Realtà.
Una realtà che sta lì, terribile e spietata, che si chiama Catastrofe e che procede, senza sforzo alcuno, e ci assedia, nonostante qualunque sforzo, anche enorme, di qualunque uomo su questa terra, si faccia chiamare Renzi, Berlusconi, Obama o Dio.
L'irrimediabile si para davanti a noi, in tutto il suo fulgore, e non conosce requie, non si guarda alle spalle, non conosce pentimenti, pietà o sentimenti.
Va, sempre avanti, ricacciandoci indietro, e sbalzandoci avanti, verso terre incognite...

la gaia scienza

Avete sentito di quell'uomo folle che, accesa una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente:'Cerco Dio, cerco Dio!'.
E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò la loro grande ilarità...
A questo punto l'uomo folle tacque e rivolse di nuovo lo sguardo ai suoi ascoltatori; anch'essi tacevano e lo guardavano stupiti.
Finalmente gettò a terra la sua lanterna che andò in frantumi e si spense.
'Vengo troppo presto -disse- non è ancora il mio tempo. Questo enorme avvenimento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino: non è ancora arrivato alle orecchie degli uomini.
Per essere visti e riconosciuti, lampo e tuono hanno bisogno di tempo, il lume delle costellazioni vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute.
Questa azione è per loro ancora più lontana della più lontana delle costellazioni: eppure sono loro che l'hanno compiuta!...'
Quanto di più sacro e di più possente il mondo possedeva fino a oggi si è dissanguato sotto i nostri coltelli.
Chi detergerà da noi questo sangue ?
Con quale acqua potremmo noi lavarci ?
Quale festa sacrificale, quale rito purificatore dovremo istituire ?
La grandezza di questa azione non è forse troppo grande per noi ?
Non dovremmo divenire dèi noi stessi per esserne all'altezza ?...
Che cosa abbiamo fatto sciogliendo la terra dal suo sole ?
Dove va essa ora ?
Dove andiamo ora noi lontani da ogni sole ?
Non è il nostro un eterno precipitare ?
E all'indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati ?
Esiste ancora un alto e un basso ?
Non andiamo forse errando in un infinito nulla ?
Non alita su di noi lo spazio vuoto ?
Non fa sempre più freddo ?
Non si fa notte e sempre più notte ?
Non occorrono lanterne in pieno giorno ?...'

(F. Nietzsche, La gaia scienza, 1882)





























mercoledì 19 novembre 2014

la fine della politica

Stiamo assistendo ad una serie di avvenimenti che hanno in comune un unico, evidente, segnale: la fine della mediazione politica.
Le guerre occidentali e il terrorismo integralista rappresentano la strada che il mondo ha intrapreso: nessun dialogo,distruzione reciproca, eliminazione del nemico assoluto.
Procede l'israelizzazione del conflitto, anche in Medio Oriente: i muri, le occupazioni, le provocazioni e le ingiustizie, gli attentati e i raid rendono impossibile (e inutile) la negoziazione.
E si arriva alle stragi come quella di ieri a Gerusalemme e a tutto quel che ora seguirà.
Per non parlare dello scontro con l'Isis.

Lo stesso vale per i rapporti politici interni a ciascuno stato: i Governi procedono a colpi di decreti e di fiducia, le maggioranze (presunte) decidono in barba a qualunque rimostranza  o protesta, il decisionismo taglia con l'accetta qualunque discussione.
Nessuna mediazione, nessuna trattativa vera; solo operazioni di immagine, ratifiche post hoc, collusioni coperte, conflitti negati, prepotenze evidenti.
Il casino copre la sostanza, ma l'obiettivo è uno solo: portare la maggioranza degli elettori a non occuparsi più di politica, a non votare neppure più (dopo che sono ormai saltati da tempo tutti gli altri elementi e luoghi di partecipazione sociale).
Sapete come la penso: l'unica strada sarebbe quella di utilizzare politicamente l'astensione e di riverberarla contro i potenti oligarchi.
Ma si andrà invece avanti così, senza mediazioni: e le finte maggioranza faranno quello che vogliono su noi tutti.

Idem per i rapporti tra uomo e ambiente: nessuna delle due parti ormai media più: una procede a cementificare e distruggere e inquinare, senza requie e senza pentimenti (se non tardivi e falsi); la natura ha deciso anch'essa di procedere, senza aspettarci più.
E, pezzo a pezzo, demolisce i nostri castelli di carte, costruiti in anni e anni di protervia ed incuria.
Il tempo per la mediazione è trascorso, sta alle nostre spalle.
Ora ci attendono anni di ulteriori rovine e prepotenze, sempre più dolorose e sempre più frequenti.
In extremo stat virtus è il motto del prossimo futuro.

martedì 18 novembre 2014

lotte



'Felici così non lo saremo mai più'.
Si voltò di scatto. Era Lotte...
Guardò il gruppo; nessuno sembrava avere idea di come interpretare quella frase – ovvio, era rivolta solo a lui. Era come se gli dicesse: non m'importa degli altri ma tu, Vincent, tu sai cosa intendo. Visto che nessuno diceva nulla, chiuse il coltellino e scese dalla roccia.
'Proseguiamo ?'

'Ma mi conosci, continuò con forzata autoironia guardandola di nuovo, sì se qualcuno lo conosceva, disse, era lei, e sapeva benissimo cosa gli succedeva sempre, che non resisteva più di qualche settimana con una persona senza buttare tutto al vento.
E a ogni modo, in generale, era convinto che una vita regolata e tranquilla ti svuota l'anima...
'Vorrei poterlo evitare', riprese, con una sorta di flemmatica rassegnazione.
Ma con lui, continuò, era sempre la stessa storia: nel giro di tre settimaneera preso da una tristezza cupa e inesorabile che come una nausea gli montava letteralmente in tutto il corpo.
Allora aveva la sensazione che due vite unite valgono decisamente meno di una più una.

Lotte, lui l'unico ad ascoltare, aveva biascicato la sua verità: che la vita è un fiammifero che viene sfregato ma la cui fiamma va usata al più presto per accendere qualcos'altro, perchè se aspetti si spegne ed è troppo tardi.

Stephan Enter, La presa, Iperborea, 2011

problemi idraulici

Una settimana fa ho provato ad andare con un amico di Roma a visitare Barumini.
Non ci hanno fatto entrare nel sito perchè il nuraghe era tutto allagato.

Nei giorni scorsi ho volato sopra la Liguria e, all'altezza di Chiavari, il fiume e il fango coloravano il mare di grigio e ocra per chilometri, spezzando l'azzurro.
Sembrava di essere alla foce del Rio delle Amazzoni, non di un fiumiciattolo.
Anche i torrenti si incazzano, quando li mettiamo alle strette...

Arrivato a Sesto e Milano, mi sono trovato in una giornata di cielo plumbeo e bassissimo, e in una giornata di pioggia continua, senza tregua.
Il Seveso e il Lambro sono ancora una volta esondati, ho atteso la metro gialla per mezzora, molti i treni camcellati.
Alla mostra di Chagall, la fila stava sotto gli ombrelli e con i piedi nell'acqua per un'oretta, prima di poter entrare almeno sotto i portici del Palazzo Reale.
All'interno, i guardaroba prendevano solo i bagagli ingombranti: vedevamo i quadri con i cappotti e i piumini bagnati.
Bellezza e catastrofe, come nei quadri.

A Lodi, l'Adda viene costantemente monitorato, giorno e notte, e la gente va a vederlo dal ponte e dagli argini, parla di altre alluvioni, confronta e discute.
Un rito comunitario-esorcistico, come tra i primitivi.
Ma con tanta tecnologia in più, meno male...!

 Al rientro, a Bergamo, siamo arrivati sotto l'aereo, ma non ci hanno fatto salire perchè avevano riscontrato 'problemi idraulici'.
Siamo saliti su un altro, mezzora dopo.
All'altezza della Liguria, nel buio, tuoni e fulmini da tregenda.

Ogni settimana frana un pezzo di Italia, e muore qualcuno.
E si va avanti, ci si adatta, si finge di vivere come sempre.
Ma l'ansia sale.

lunedì 10 novembre 2014

lasciamenti


Marina Valcarenghi
Psicoanalista
Sapere quando è il momento giusto per andare via è un’arte che si apprende con il tempo, ma che richiede anche un certo talento naturale: andare via da un lavoro, da un’amicizia, da una città, da una casa, da un’appartenenza politica, da un amore.
Le cose cambiano e noi con loro, così succede che anche i rapporti possano trasformarsi e anche morire. E allora delle due l’una: si può trovare il coraggio qualche volta crudele di accettare la legge del cambiamento per andare avanti o si può fare finta di niente e mantenere in rianimazione il passato per molti e anche ragionevoli motivi, come per esempio la sicurezza economica, la difesa della famiglia, certe consolanti abitudini, certi ricordi, la paura di sbagliare, l’attaccamento a una dipendenza, un imperativo morale e anche l’incertezza del dopo.
psicoanalisi

Ma qualche volta si attiva un’altra forza inerziale ed è la difficoltà di accettare quello che viene vissuto come un fallimento. “Ho dato così tanto per questo progetto, non sopporto che tutto debba finire” “Sono stato dieci anni con lei, non posso buttarli via”.
Non credo che esistano decisioni giuste o sbagliate e ognuno cerca di vivere come vuole e come può, ma dal punto di vista psicologico questa paura del fallimento mi sembra un errore. Quello che abbiamo vissuto è parte di noi e quando un’esperienza si conclude non se ne butta via il valore; non c’è sconfitta in una fine, ma il riconoscimento che la vita è dinamica, ha un suo movimento nel quale ci si trova e ci si perde.
Un viaggio non è sbagliato perché finisce, un lavoro non è stato un errore perché è tempo di fare altro: tutto quello che abbiamo visto, capito, amato, tutto quello che ci ha dato gioia o dolore, e tutte le sorprese in quel viaggio e in quel lavoro, come in quella città e in quell’amore, rimarranno incisi per sempre dentro di noi, comunque. Ma che si vada o che si resti ci è compagna la malinconia.
Il Fatto Quotidiano, Lunedì 3 novembre 2014

da un'allieva


> "Viviamo nella separazione, ma ignoriamo o non siamo coscienti per la
> maggior parte del tempo di essere profondamente separati. Così, portiamo
> dentro noi stessi il cosmo, il mondo fisico-chimico, il mondo vivente, e
> al tempo stesso ne siamo separati dal nostro pensiero, dalla nostra
> coscienza, dalla nostra cultura.
>  Individui separati, portiamo ciò non
> di meno in noi, come dice Montaigne, la forma intera della condizione
> umana. Ecco perchè credo che dobbiamo imparare a collegarci a ciò da cui
> siamo slegati, cosi come dobbiamo imparare a connettere i nostri saperie
> le dimensioni slegate.
> Per quanto mi riguarda,l'ho detto, ho sposato la
> religione dell'unione, che è una fede profonda della non-separabilità:
> del reale e del mito, della ragione e della follia, del bene e del male,
> della conoscenza dell'oggetto , della conoscenza e dell'inconoscibile.
>
> Cerco così di assumere la mia logica di sapiens/demens, di
> conoscente-ignorante.
> Mantengo sempre viva in me la dialogica pascaliana
> tra le quattro forze del dubbio e della fede, della razionalità e del
> misticismo. Nessuna riesce a dominare le altre e il loro conflitto è un
> dialogo in cui l'una genera e rigenera le altre.
> (...)I momenti mistici
> (estasi, natura, gioco ? Sei d'accordo?) sono momenti di poesia. Ci
> aiutano a sopportare la prosa della vita, inseparabile e non di meno
> opposta alla poesia della vita, ci fanno amare la vita malgrado i suoi
> aspetti orribili.
> Credo si debba sviluppare questa mistica che appare
> nel quotidiano: in un momento di convivialità, in un viso amato, in una
> passeggiata..(...)
> Provo un sentimento mistico davanti al profondo
> mistero che avvolge la nostra condizione di esseri viventi,
> che
> costeggia il nostro ambito di conoscenza il quale si situa in una
> striscia mediana tra due dubbi infiniti (cosmico e microfisico, cosmico
> e interiore).
> Provo il bisogno profondo di legare la nostra conoscenza
> al senso del mistero in cui sfocia qualunque conoscenza, di legare i
> miei discorsi all'indicibile. (...)
> Questa esperienza profonda
> dell'inseparabilità che il misticismo ci permette di vivere non esclude
> l'altrettanto profonda esperienza della separazione. Ontologicamente
> siamo immersi in un reale misterioso e tuttavia siamo da esso esiliati.
> Quest'idea si ritrova allorchè si riflette, nuovamente alla maniera
> Pascaliana, sul nostro posto nell'universo. (...)
> Inoltre, ci accorgiamo
> di essere perduti in una storia piena di rumori e di furori, esposti
> all'avvenire incerto dell'umanità. Il pianeta mondializzato non produce
> la  solidale e fraterna.
> Gli sviluppi scientifici, tecnici ed economici
> ci hanno fatti precipitare in uno stato di caos, una stato agonico in
> cui l'umanità non riesce a partorire se stessa.
> Le forze di morte, di
> separazione, di disintegrazione, non sono mai state più potenti.
> Ecco
> perchè dobbiamo sapere pensare dialogicamente smarrimento e speranza.
>
> Persona la parola  può illuminarci.
> Essa significa lotta suprema tra le
> .
> Così, paradossalmente, l'agonia che porta alla morte può anche portare
> la vita nuova ,attraverso una vittoria delle forze di aggregazione sulle
> potenze di disintegrazione."
>
> Dalle conclusione de "I Miei Filosofi" di
> E. Morin

sabato 8 novembre 2014

acqua da tutte le parti

ACQUA DA TUTTE LE PARTI

L'Italia fa acqua da tutte le parti.
Le sue strade, i suoi pendii franosi, le sue case di campagna, i solai e gli scantinati di città.
Gli argini stessi trasudano acqua, e gli alberi, e i randagi.
Le metropolitane, le stazioni, le vetrate alte, supertecnologiche, degli aeroporti.
Tutto fa acqua da tutte le parti.

E le parole che ci diciamo e che ascoltiamo, quelle che ci dicono, quelle già dette e ridette.
Quelle, soprattutto, fanno acqua da tutte le parti.
Quando vedi gli spot che cercano di riabilitare l'Unione Europea, quelli che finiscono con 'per informare, non per influenzare', ma sono capaci di parlarne solo bene.
Quando vedi gli spot sull'Expo 2015 a Milano, quelli del 'cibo è mio, è tuo, e di tutti', e non mostrano nessuno che muore di fame e nessuno di quelli che si stanno intascando le tangenti da mesi e che si fanno d'oro pur di 'nutrire il pianeta'.

Lo sconforto ti prende quando vedi il match tra bugiardi di alto livello quali sono Renzie e Berlu: pensavamo che il secondo fosse superiore, ma il primo ora lo sta sopravanzando.
I loro patti fanno acqua da tutte le parti, scricchiolano, non tengono.
Uno cambia le carte in tavola ogni giorno, l'altro finge di opporsi, ma abbozza.
Pinocchio ed Occhiopin vanno a braccetto, in attesa del finto scontro elettorale.
Stanno insieme, dicono, per il bene del paese.
Ma staranno insieme solo fino a quando converrà ad entrambi.

E la pioggia che va, e NON torna il sereno...!






cambiare

Questa è la mia vita. Cioè, lo era quando riuscivo a dormire.
Più o meno la stessa, ogni giorno che passava.
Tenevo una sorta di diario, ma se mi dimenticavo di scriverci per due o tre volte di fila, non riuscivo più a distinguere una giornata dall'altra.
Avrei potuto scambiarne l'ordine, non l'avrei nemmeno notato.
Ogni tanto mi chiedevo che razza di vita fosse quella.
Ma non per questo mi sentivo insoddisfatta. Ero solo stupita.
Del fatto che le mie giornate fossero tutte uguali.
Che le mie orme venissero spazzate via dal vento in un baleno, prima che avessi il tempo di riconoscerle.
In quei momenti, mi guardavo nello specchio del bagno.
Mi fissavo per un quarto d'ora di fila.
Facevo il vuoto nella mia testa e non pensavo a nulla.
Osservavo il mio viso in silenzio come se fosse un semplice oggetto.
Finchè a poco a poco si separava da me.
Come se la sua esistenza disgiunta fosse contemporanea alla mia.
Allora riconoscevo che il presente era quello.
Nessuna relazione con le orme.
In quel momento la realtà ed io eravamo due entità simultanee, contava solo quello.
Adesso però non dormo più.
E ho anche smesso di tenere un diario.


I ricordi di quel che è accaduto prima che smettessi di dormire sembrano allontanarsi a velocità crescente.
E' una sensazione stranissima.
Ogni giorno quando si fa notte ho l'impressione che la persona che dormiva non fossi veramente io, e che il ricordo di quel tempo non sia veramente mio.
La gente cambia, mi dico.
Ma nessuno sa del mio cambiamento. Nessuno vi fa caso. Ne sono al corrente soltanto io.
Spiegarlo non servirebbe a nulla, la gente non capirebbe perchè non vuole crederci.
E anche se ci credesse, di sicuro non saprebbe mettersi nei miei panni.
Tutto mi vedrebbero soltanto come una minaccia al loro mondo fatto di supposizioni.
Invece io sto realmente cambiando.

Due ombre scure appaiono ai due lati della vettura.
Alla portiera destra e a quella sinistra.
Le facce non si vedono. Neanche i vestiti. Solo due ombre nere in piedi vicino a me...
Sento che la City viene scossa da destra e sinistra...
Trattengo il respiro. Cosa posso fare ?...
Sono sola, chiusa in questa piccola scatola, e non posso andarmene.
E' l'ora più buia della notte, e quegli uomini continuano a scuotere la macchina.
Stanno cercando di capovolgerla.



(Murakami Haruki, Sonno, 2014) 

venerdì 7 novembre 2014

freddo da est

Gli fece piacere constatare che la neve aveva ripreso a cadere...
Adesso, dentro, insieme alla tristezza che aveva provato la sera in cui era arrivato a Kars, sentiva anche una specie di felicità.
Aspettando che gli arrivasse una nuova ispirazione, passò lentamente, come in un sogno, davanti ai palazzi di cemento armato, brutti e miseri, ai parcheggi coperti di neve, alle vetrine ghiacciate delle sale da tè, ai barbieri e droghieri, ai cortili dove i cani abbaiavano fin dai tempi dei russi, e ai negozi dove si vendevano pezzi di ricambio per trattori e per carrozze e formaggi.
Sentiva che non avrebbe dimenticato, fino alla fine dei suoi giorni, tutto ciò che vedeva...
Questa straordinaria chiarezza di percezione che provava per i dettagli del momento che viveva, e il sentimento che ' in quell'istante tutto era connesso a tutto e lui era un pezzo inseparabile di questo mondo profondo e bello ', cresceva dentro di lui con una forza tale che pensò gli stesse arrivando una nuova ispirazione, così entro in una sala da tè in viale Ataturk.
Ma l'ispirazione non arrivò.

'Non voglio assumermi questa responsabilità', disse alla fine.
'Perchè ?'.
'Forse perchè non sono affatto coraggioso. Adesso sono molto felice. Non vorrei diventare il bersaglio degli integralisti...Anche se me ne scappassi in Germania, un bel giorno mi sparerebbero in strada e mi ammazzerebbero.
'Prima ucciderebbero me, -disse Sunay orgoglioso-. Ma mi ha fatto piacere che tu abbia detto di non essere coraggioso. Anch'io non lo sono, credimi. In questo paese solo chi ha paura rimane in piedi. Ma tutti i vigliacchi sognano sempre di fare un giorno qualcosa di veramente eroico, no ? '
'Io adesso sono molto felice. Non voglio assolutamente diventare un eroe. Sognare l'eroismo è la consolazione degli infelici...'
'Ma una parte di te sa bene che questa tua felicità non potrà durare a lungo'...
'Nessuna felicità dura a lungo, lo so, -disse Ka prudente. Ma non ho nessuna intenzione di compiere atti di eroismo e di farmi uccidere soltanto per prevenire la possibilità di una scontata infelicità...'

'Allora qual'è il vero motivo ?'
'Certamente in tutti i suicidi il vero motivo è l'orgoglio. Perlomeno, le donne si uccidono per questo!'
'Per l'orgoglio ferito nell'amore?'
'Non vuoi proprio capire! -disse Kadife-. Una donna si uccide non per l'orgoglio ferito, ma per dimostrare quanto è orgogliosa...Ogni volta che penso di uccidermi, sento che loro hanno pensato come me. Il momento del suicidio è quello in cui le donne capiscono meglio che sono sole, e sono donne...Le donne si uccidono con la speranza di vincere. Gli uomini lo fanno quando vedono che non c'è più nessuna speranza di vincere...'


(da Orhan Pamuk, Neve, 2004)

occasus

25 anni fa cadeva il Muro di Berlino.
Un'irripetibile possibilità sprecata.
L'ultima finestra di opportunità per un cambiamento di rotta radicale.
Da allora, solo liberismo e guerre, sogni imperialistici e disillusioni.
Gorbaciov ridotto ad una comparsa, l'URSS in mano a Eltsin e Putin.
La guerra fredda che ritorna, oggi, sotto nuove e mentite spoglie.
La NATO che ritorna a parlare, a trovare un ruolo.
'Basta con le ingenuità pacifiste e anitimilitariste', tuona (ma con voce flebile e stanca) il solito Napo-leone-litano.

6 anni fa veniva eletto Barack Obama.
Oggi viene umiliato e sconfitto dalla destra repubblicana, e ridotto ad anatra zoppa.
Il sogno di neri, giovani, immigrati non si è realizzato.
Per fare una politica di destra devi apparire di destra.
Obama ha proseguito la solita politica americana, dandosi un'immagine progressista.
Non è stato abbastanza macho ed abbastanza di destra per chi vota e vive a destra; e non è stato abbastanza alternativo per chi aveva sperato in lui.
Renzi, un Obama in miniatura, con la stessa sorte.

L'IPCC ha lanciato il suo ennesimo, pressante, e del tutto inutile, appello sul riscaldamento globale crescente.
Ben più persuasivi i riscontri sul territorio: uragani e alluvioni proseguono ovunque.
Ma non cambia nulla.
La monocultura del dio denaro ci impedisce di vedere, e di guardare oltre.
Sino a quando galleggeremo su tutta questa melma ?
Solo quando finiremo lessi ?

C'è da crederlo.

mercoledì 5 novembre 2014

poveri noi

Per capire come sta cambiando il nostro paese, e quanto rapidamente, basti pensare che sino a qualche tempo fa il nemico numero uno della Fiom era Marchionne.
Ora è Renzi.
Che non è il capo della Fiat, un riccone, un padrone.
E' il capo del PD e del Governo.
Sì, oggi Renzi e Marchionne coincidono su quasi tutto.
Anche sul nemico numero uno.
Si tratta di una falsa alternativa, quella tra loro e il sindacato, è giusto dirlo.
Un'alternativa, se c'è, non riguarda né l'uno né l'altro.
Si sta parlando solo del peggio e del meno peggio, come sempre in politica...

Ieri sera, per la prima volta, ho assistito ad uno scippo in pieno centro.
Un ragazzo giovane, forse immigrato, con una felpa e un cappuccio bianco, ha assalito una signora in carrozzella e le ha strappato la borsetta, scappando via come un fulmine.
Mentre lei urlava, il ragazzo ha attraversato via Roma tra le macchine, è passato quasi davanti a noi, immobili e impotenti, che attendevamo il filobus, e stringevamo le nostre buste e borsette.
Tu da che parte stai ?, mi sono chiesto.
Ci siamo guardati, e siam rimasti soli, soli come deficienti...

E da che parte stare tra gli immigrati che occupano le case popolari a Milano e le persone che le abitano regolarmente e che si trovano -all'improvviso- le porte sfondate e dei disperati dentro ?
La falsa alternativa tra potenti è simile a quella tra poveri.
I potenti ci conducono alla guerra tra noi, tra quelli che non hanno nulla e quelli che hanno ancora qualcosa, tra quelli che hanno un lavoro e non ce l'hanno, che detengono un documento di cittadinanza e no.
Ci fanno scannare tra noi, come i curdi contro l'Isis.
Mentre i potenti stanno a guardare, e nessuno li tocca.
E attendono di arrivare solo alla fine, a prendersi il malloppo, tra i cadaveri.

lunedì 3 novembre 2014

oblio

    Perciò anche se si fosse verificata l'eventualità più improbabile ed evanescente in assoluto e Schmidt fosse stato davvero scelto come Direttore del Settore Ricerche l'unica differenza sostanziale è che avrebbe ricevuto una fetta più grossa dei profitti...
    Così avrebbe potuto permettersi un appartamento più bello e meglio arredato dove masturbarsi fino a piombare nel sonno e altri ammennicoli che sfoggiano le persone veramente importanti per fare scena ma la verità è che lui non sarebbe stato importante, non avrebbe apportato più differenze sostanziali nello schema generale delle cose di quanto non facesse ora.
    Al quasi trentacinquenne Terry Schmidt restava poco o niente dell'illusione di essere diverso dallo sterminato gregge di uomini comuni, nemmeno la disperazione per non essere riuscito a fare la differenza o il desiderio smodato di fornire un contributo fondamentale a cui alla soglia dei trent'anni si era aggrappato come prova del fatto che anche se si stava rivelando un mezzo fallimento come persona perlomeno le grandi ambizioni che usava come metro per giudicarsi un fallito erano in un certo senso eccezionali e superiori all'andazzo generale...non gli restava nemmeno più questo, perchè ormai perfino l'espressione 'fare la differenza' era diventata un luogo comune talmente trito da venir usata come slogan nelle pubblicità a basso costo... (da Mister Squishy)


Il X emendamento contiene la frase: 'I poteri non delegati agli Stati Uniti dalla Costituzione, né da essa proibiti agli Stati, eccetera', che il maestro Johnson, mentre era alla lavagna, stando a Ellen Morrison e a tutti gli altri alunni che prendevano appunti, scrisse: 'I poteri no delegati UCCIDI agli Stati Uniti LI dalla Costituzione, né da essa proibili UCCIDILI agli Stati, e a quel punto ci fu di nuovo, a quanto pare, un altro lungo silenzio nella classe, durante il quale tutti gli studenti cominciarono a scambiarsi occhiate, mentre il maestro Johnson era alla lavagna dando le spalle alla classe e aveva la mano con il gesso giallo che pendeva e la testa di nuovo piegata da un lato come se non riuscisse a sentire o a capire bene qualcosa...
Stando a Mandy Blemm, a quel punto in classe regnava un silenzio di tomba, e molti scolari avevano un'espressione inquieta in viso mentre cancellavano diligentemente le parole UCCIDI e UCCIDILI che il maestro Johnson in un primo momento aveva inserito nella citazione... (da L'anima non è una fucina)

-Ma sono merda.
-Eppure allo stesso tempo sono arte. Opere d'arte sopraffina. Sono letteralmente incredibili.
-No, sono letteralmente merda è letteralmente quello che sono.
Atwater stava parlando con il suo condirettore di 'Style'...
-Se solo tu potessi vederli.
-Non li voglio vedere, Non voglio vedere la merda. Nessuno vuole vederla. E' questo il punto, Skip: la gente non vuole vedere la merda...
-Eppure se tu...
-Manco la merda sagomata nelle varie fogge o miniature che a quanto dicono assume in questo caso...
-No, no, è che non viene sagomata, è questo il fatto. Non hai...Esce così. Già pienamente formata. Perciò è incredibile...
Lo scambio tra i due era veramente molto rapido e reciso e succinto.
Il condirettore stava dicendo: 'Ma che fatto e fatto, e come li rappresenti ? Vorresti per caso fotografare quel tizio sul trono mentre produce ? Vorresti descrivere l'operazione ?
(da Il canale del dolore)




Brani tratti da Oblio, di D. Foster Wallace, 2004

sabato 1 novembre 2014

o impuniti !

Ci ha provato Scaiola, a farsi fare la casa a sua insaputa.
E l'hanno assolto.
Ci ha provato Berlu, a farsi la puttana marocchina, minorenne, ma a sua insaputa.
E l'ha sfangata in tribunale.
Ci ha provato Schifani, a dimostrare che non conosceva i suoi clienti e non poteva sapere che fossero mafiosi.
Assolto.
Napo non si vergogna a dichiarare che non sapeva nulla della trattativa con Cosa Nostra e che non ne ha mai parlato con il suo consigliere, morto di crepacuore.
E nessuno lo spernacchia. E sta lì, a garantire la Costituzione, e a scegliere i ministri degli Esteri.
(A proposito: Paolo Gentiloni lo conosco dai tempi in cui dirigeva 'La nuova ecologia': sin da allora era un invertebrato, un verme, uno squallido opportunista, un demoberluscristiano in piena regola, così come il suo amichetto, ora anch'esso margheritino-rutelliano, Realacci....Gente squallida, che ha venduto e manipolato l'ecologia per quaranta denari...!)...

Ieri, poi, hanno assolto medici e poliziotti per l'omicidio del povero Stefano Cucchi, nonostante la strenua lotta dei suoi familiari.
Per non parlare di Piazza Fontana, Ustica, Italicus, G8 a Genova, etc etc.

Sono tutti degli impuniti.
E lo Stato li assiste e li protegge.
E non potremo dire: a nostra insaputa.