da Repubblica di oggi:
Se il primo test, come si è ripetuto per
settimane, è stato quello sull'affluenza, il risultato più chiaro di
così non sarebbe potuto essere. A vincere le elezioni regionali di
questo 23 novembre è stata, sia in Emilia Romagna che in Calabria,
l'astensione. L'affluenza è crollata come mai si era visto. Soprattutto in Emilia Romagna il dato è clamoroso: 37,7% contro il 68,1 delle elezioni precedenti e contro il 70% delle europee. Trenta punti percentuali in meno.
In
Calabria è andata un po' meglio, ma solo perché si partiva da un dato
più basso: hanno votato il 43,8% degli aventi diritto, contro il 59 del
2010 (ma in linea con il 45,8% delle europee). Il calo rispetto a
quattro anni fa è poco più del 15%, ma il dato è comunque lontano dal
50%: hanno votato meno di un elettore su due.
Il
rischio 'disaffezione', l'incubo astensione, il non-voto come voto. Si è
avverato tutto. Le elezioni regionali di oggi interessavano due
territori lontani e diversi tra loro: l'Emilia Romagna e la Calabria.
In entrambi i casi, però, i cittadini sono stati chiamati a tornare alle
urne con una tempistica anticipata rispetto alla scadenza naturale dei
mandati per lo scioglimento della giunta.
A definire "disarmanti" i dati dell'affluenza è il deputato dem Pippo Civati,
che sul suo blog scrive: "Da domani forse sarà più chiaro che la
governabilità come unica stella - senza rappresentanza - è non solo un
problema, ma un vero e proprio pericolo. La sera delle elezioni sapremo
chi ha vinto, forse. Ma sapremo anche che avrà perso la democrazia, se
andiamo avanti così".
Ecco sì, se i dati sono 'disarmanti', allora...disarmatevi!
Arrendetevi!
Il vero voto oggi è il non voto!
Se un referendum vale solo col quorum del 50.1, cosa possono valere delle elezioni che stanno sotto il 40% dei votanti ?
Nulla, assolutamente nulla.
Vogliamo iniziare a tenerne conto ?
E ad usare questa forza, politicamente ?
Se non faremo scelte alternative, la situazione sarà inevitabilemente quella tracciata da Scamnzi oggi sul Fatto:
Dunque Renzi non ha avversari. Aritmeticamente ha meno voti ed è in
calo, ma gli altri stanno molto peggio di lui. A lui faceva paura il Movimento 5 Stelle,
che però si è al momento depotenziato da solo, lasciando campo aperto
(anzitutto in tivù) a Salvini e alle renzine. Dunque Renzi fa benissimo a
esultare, perché se si andasse al voto domani otterrebbe meno voti, sì,
ma avrebbe anche percentuali bulgare. E sono le
percentuali a far governare. Il tema dell’astensione che crolla, ancor
più in una regione come l’Emilia Romagna, colpisce certo i Prodi, i
Bersani, i Civati. Ma Renzi dell’astensione se ne frega. Detto ancora
più chiaramente: capisco benissimo chi si astiene, non potete immaginare
quanto vi comprenda, ma chi si astiene – di fatto – vota Renzi. Contribuisce a renderlo ancora più forte. O comunque molto meno debole degli altri.
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