giovedì 31 luglio 2014

le cotè de guermantes



Nei giorni scorsi ho provato ad uscire dal guscio ed ho accettato alcuni inviti a cena.
Mal me ne colse!
Per reazione, oggi sono rimasto da solo, a leggere centinaia e centinaia di pagine, in una quasi coazione (a delinquere)..
Sto leggendo vari libri contemporaneamente (oltre a Proust, che prosegue a un ritmo di 50 pagine al giorno, ho finito Pecoraro, un De Silva amoroso che mi mancava (La donna di scorta), ho iniziato e finito Gli sdraiati di Michele Serra e la fachirocomica di Puertolas, caso letterario di questi ultimi mesi...).
Tanto per non farmi mancare nulla, sto chiudendo anche con 'Nietzsche e la filosofia' di Deleuze.
Sostanzialmente, un lavoro matto e disperatissimo, che dura da stamattina alle 8.
Tutto ciò evidenzia lo stato insano della mia attuale esistenza.
Se riuscissi almeno a scrivere qualcosa...!
D'altra parte, le cene in compagnia non sono una buona alternativa: anzi, la tristezza e il non senso aumentano di volume, di tono, di intensità.
Trovarmi circondato da hippies in ritardo, da bambini frignanti, o assediato da uno psicanalista che vuole curarmi a tavola, non sono esperienze che consiglierei al mio peggior nemico (che non c'è).
Ormai, attendo solo il viaggio, che partirà mercoledì prossimo.
Sperando di non arrivarci troppo sfatto.
Il colon irritabile è molto irritato, chissà perchè.
Ed anche le ossa continuano a gemere alquanto.

Non vi è un altro divenire ? In ogni caso, noi sentiamo, sperimentiamo e conosciamo il divenire soltanto nelle sue forme reattive. Non solo constatiamo l'esistenza delle forze reattive, ma ne riscontriamo ovunque il trionfo. In virtù di cosa trionfano ? In virtù della volontà del nulla, grazie all'affinità tra reazione e negazione. E cos'è la negazione ? E' una qualità della volontà di potenza che la qualifica come nichilismo o volontà del nulla, che costituisce il divenire-reattivo della forza...
Le figure in cui si esprime il trionfo delle forze reattive (risentimento, cattiva coscienza, ideale ascetico) sono anzitutto forme del nichilismo.
Ma non c'è un altro divenire ? Forse tutto ci spinge a 'pensarlo'. Ci vorrebbe però un'altra sensibilità, un altro modo di sentire...
Per affermare l'eterno ritorno bisogna mozzare e schiacciare la testa del serpente. Allora il pastore non è più uomo, ma 'un trasformato, un circonfuso di luce, che rideva! Mai prima al mondo aveva riso un uomo, come lui rise!'. (Deleuze)

Ai giardinetti (che non è le Tuileries) non sono circondato da nobili e aristocratici, che non spuntano dalla Recherche e non abitano questi angiporti.
Parlo ogni giorno per un po' con il sessantenne che sta vendendo i libri della sua libreria (e qualcuno glielo compro, tanto per avere qualcosa da leggere...); è educato, colto, informato, sempre con la stessa camicia e gli stessi calzoni, e con la solita borsetta piena di volumi e volumetti, alla ricerca di giovani compratori (mi ha detto esterrefatto che oggi ha regalato un 'Giulietta e Romeo' ad una ragazza, che non sapeva niente di loro, non dico la storia, ma neppure i nomi...!).
Ho ogni giorno di fronte una signora tettuta, con ampia scollatura, truccata con ombretto e fard, che guarda fissa nel vuoto, come se non vedesse nulla fuori di sé, totalmente assorta nel suo intimo, in una posa a là Rodin...
E tutte le ucraine e russe e moldave (il giovedì pomeriggio è di libera uscita).
Gente dignitosa ed umile, umiliata, che sento sempre più simile.
Così mi sento anch'io, oggi, nell'intimo, al di là del differente status sociale ed economico.
Ma lo psicanalista di ieri sera a cena mi ha apostrofato: 'ma allora sei uno che si crede migliore degli altri...?!'.
Ho dovuto ammettere che sì, la pensavo così.
Un aristocratico, mi sento, in senso nietzschiano. Un nobiluomo d'altri tempi, o di tempi futuri.
Pensieri diversi, un'altra sensibilità.
E sento di non essermi sentito mai tanto in alto e tanto in basso, simultaneamente.
Amico dei cani, e della signora di Guermantes, e dell'oltreuomo. Tutto insieme.
Non è facile.

Livio stava approfittando della giornata...Si era alzato, lavato, vestito, aveva fatto colazione, messo fuori la macchina. Ci riusciva. Poteva permettersi una vita normale, quel giorno. La pianura, la povera consolazione dell'esistenza in cui tutto è stabile, la mezza felicità, quel sì però in fondo sono queste le cose che contano. Non è molto, non vale certo una vita, ma è un sistema immunitario che funziona, tutto sommato... (De Silva)

A vivere così, anche per poco, non ce la posso fare.
Non mi funziona, tutto sommato.
Dannata aristocrazia, dannata marchesa di Guermantes, dannata, pia, santa e maledetta madre mia...!







domenica 27 luglio 2014

TFR. Trattamenti di fine rapporto



Gli spazi di trattativa e mediazione, in qualunque campo, si stanno avvicinando allo zero, al punto di non ritorno.
Dall'Alitalia (fallimento dei referendum) al Senato (ostruzionismo ad oltranza), dall'Ucraina (dimissioni del Primo ministro) a Gaza, tutti procedono verso la guerra, l'ultima spiaggia.
Non ci sono piani B, ululano ai quattro venti, per ricattare interlocutori ed avversari.
Tutto finto, solo scaramucce ?
Ma, a forza di forzare la mano, e di bluffare (come è già accaduto in passato), il gioco prende la mano e l'escalation conduce al disastro.
Gli Stati e le Chiese appaiono sempre più nella loro natura profonda: organizzazioni dedite alla divisione degli umani; in sostanza, dedite al cannibalismo di massa.
Ormai badano solo a far sopravvivere se stesse, nutrendosi delle proprie vittime (alcune fanaticamente avvinte ad esse -come il PD o i jihadisti), altre meno volontariamente.

Appartamento vuol dire che uno si apparta, pensiamoci.
E, a pensarci, io, quello che avevo fatto negli ultimi anni, era stato appartarmi... (P. Nori)

I cittadini di Milano che oggi vengono evacuati dal loro palazzo per l'ennesima esondazione in pieno centro, fanno i conti con una natura che rompe gli argini.
Città assediate da crolli, voragini, strade che sprofondano su se stesse, quartieri transennati in attesa di improbabili manutenzioni.
Poco a che vedere con la guerra, i profughi, le deportazioni, gli esodi di massa, le morti che vivono le popolazioni a Gaza o a Mosul, nuovi pogrom che riannodano il prima e il dopo della modernità, intrisa da sempre di odor d'olocausto.

Eppure, hanno in comune qualcosa: l'illusione di essere protetti nelle proprie case, di poter vivere quietamente, indipendentemente da quel che accade 'fuori' o 'altrove', è saltata.
Come dice l'ONU per i palestinesi: non c'è più un luogo sicuro in cui potersi appartare, in cui non si possa rischiare di essere uccisi.
La catastrofe ambientale e la militarizzazione della vita 'civile', questa guerra permanente e diffusa che procede ad avvolgerci, gradualmente ma senza tregua, è in corso e avanza su quel che resta delle nostre vite...
Diveniamo ostaggi, giorno per giorno, topi in trappola in attesa di una tregua che ci permetta di correre a un mercato, a una banca, ad una pompa di benzina.
In attesa che riprenda a piovere sulle nostre teste, che siano bombe d'acqua o d'acciaio ed uranio, e che esplodano sopra i nostri silenzi e la nostra apparente, tranquilla, vita...
La vita in tempo di pace, come titola ironicamente Pecoraro la copertina del suo ultimo romanzo.

Io, se si escludono le cinquantenni sole, mi sento fuori target per chiunque.
Sono già abbastanza stupefatto di invecchiare, ma non avevo mai riflettuto sul fatto che significa diventare invisibili agli occhi delle donne...
Scopi più o meno con chi ti piace per tutta la vita, poi, quando cominci a pensare che in fondo non è poi così difficile, ti accorgi che stai uscendo dall'orizzonte biologico della specie: il tuo corpo non è più considerato utile, né dilettevole...
Tra poco, se ti soffermerai troppo a lungo con lo sguardo sul corpo di una ragazza si potrà dire di te che sei un vecchio bavoso...Allora sarà festa finita... Un tempo era bello guardare le ragazze, soprattutto per incrociare il loro sguardo, per quell'attimo di contatto che poteva rivelarsi intenso, talvolta folgorante...La forza del contatto fortuito, un istante di festa per l'immaginazione, un istante in cui si aprono mondi possibili...
Di solito non succedeva nulla, ma l'incrocio di sguardi mi dava un senso di pienezza, segnalava la densità erotica del mondo, la possibilità di sedurre...
Oggi nessuna delle squinzie che vedo qui sarebbe disposta a darmi un bacio, figurati a fare l'amore...
Ne sei sicuro, Brandani ?
Non dimenticare che in queste cose mai e poi mai ci hai capito nulla...
L'altro giorno, quando eri seduto al caffè, hai fissato a lungo i piedi di quella ragazza, così assolutamente perfetti nei loro sandali a strisce sottili, ti sei incantato e lei se n'è accorta, giovane e bruna...Ti ha guardato dritto negli occhi, sorridendo, e tu ancora una volta ti sei vergognato... A lei piaceva essere esaminata con tanta attenzione e voleva fartelo capire...Cercava complicità ma non le hai sorriso, non le hai detto nulla, ti sei voltato facendo finta di niente, poi ti sei alzato e sei andato dentro a pagare...
In pratica, sei fuggito, il contatto con quella ragazza, il suo sguardo diretto, ti hanno dato il panico, non hai saputo gestirti...
Ma cosa avrei potuto dirle ? E in quale lingua ?

(Francesco Pecoraro, La vita in tempo di pace, 2013)




venerdì 25 luglio 2014

ohi, que dolor !

Il dolore è tale perchè distrugge (dol/del) l'affermatività della persona, il suo potere.
E' sempre qualcosa che ha a che fare col rapporto con gli altri, con un senso di diminuita potenza.
In questo senso c'è qualcosa di radicalmente malvagio nel dolore, ovvero il disconoscimento della ragione universale, della necessità di ciò che avviene.
Il dolore c'è perchè c'è l'interesse personale -qualcosa che è avvertito, sia pure inconsciamente, come 'male' - come violenza fatta alle cose, al loro ordine.
C'è un dolus implicito in ogni dolor, qualcosa di fraudolento, connesso sempre con il desiderio di essere, di avere, di potere.
Il dolore è sempre dispiacere per le cose che non sono e non vanno come si vorrebbe che fossero, ma si avverte che in questo dolore vi è un male, perchè le cose sono sempre come è necessario che siano, e che non vadano nel senso da noi voluto, non è una loro, ma una nostra colpa.
Nel dolore si avverte con chiarezza che il male dipende dal nostro ex-istere, ovvero da quella opposizione io-tutto che è implicita nella presenza stessa di un io determinato...
Perciò, dialetticamente, la riflessione spirituale vede nel dolore il mezzo pedagogico per eccellenza: è esso a distruggere l'io determinato e la sua pretesa affermativa... Gli dei mandano all'uomo la sofferenza -scriveva la tragedia greca- perchè impari a comprendere...

Ogni tradizione spirituale riporta tutto a Dio, non come capriccioso tiranno, ma come impersonale giustizia e necessità - e perciò rifiuto ogni giudizio di merito o di colpa.
Non vi sono, non vi possono essere opere buone, sostiene Eckhart, e neppure ha un senso condannare:
'Quando Ahmad ibn Hanbal fu avanzato negli anni e molto fragile, un gruppo di eretici si impadronì del potere a Baghdad e cercò di ottenere da lui una dichiarazione che stabilisse la giustezza delle loro opinioni. L'Imam si rifiutò e gli furono inflitte mille frustate, poi fu messo alla tortura.
Prima di morire, gli fu chiesto cosa pensasse dei suoi assassini.
Egli disse: 'Posso dire soltanto che mi hanno colpito perchè credevano di essere nel giusto ed che io fossi nel torto. Come posso invocare giustizia contro chi è convinto di essere nel giusto ?''.

(da Marco Vannini, Mistica e Filosofia, 1996).

Mai come in questi tempi senza conforto sento il mio dolore e i rantoli del mondo, umano e non.
L'umanità assomiglia per me oggi a quel condannato a morte che ieri, pur avvelenato, non riusciva a morire.
Nel dibattersi, si sarà illuso per un attimo di poter evitare la fine ?
E avrà sofferto ancora di più per questa stessa illusione ?
E chi guardava cosa pensava, o sentiva, o provava a fare, nell'intanto ? 
E accettazione e distacco sono davvero l'unica via ?

ultime dal giardinetto

La signora ucraina continua a ricamare i suoi fiori.
Un'altra ha sbagliato tintura e ha pochissimi capelli stinti, raccolti da una fragile coda.
La bici gialla è sempre parcheggiata al lampione spento (anche di notte).
Una coppietta di giovanissimi si bacia, si slingua e si lecca con passione (ogni giorno ce n'è una, almeno, e si soffre...)
Il fresco dei ficus, al venticello delle 8.00, è piacevole, certo...
E quest'estate è tornato il rubinetto dell'acqua per tutti.
Due netturbine raccolgono lentamente piccoli rifiuti dalle aiuole: una è grassottella, l'altra è magrissima.
Il solito signore con i capelli bianchi e impomatati cammina con la sua solita borsa di plastica, in attesa di tartassare di parole le povere e malcapitate signore straniere di turno.
Il piccolo buddha, un senza dimora che ogni mattina si siede muto vicino a me, è anche oggi qui: guarda davanti a sè, con gli occhi fissi verso non si sa dove o cosa, come ogni giorno.
Una ragazza cinese, unica novità della giornata, fa correre un cagnolino tra gli spruzzi degli innaffiatori.
Ride, ed anche il cane sembra felice.
Io, con la mia consumata sportina di libri del giorno, guardo la gente che passa, nel traffico.
Penso, ascolto i miei dolori d'ossa, scribacchio, mi domando (e dico...)




giovedì 24 luglio 2014

aerei in rotta (di collisione)

AEREI IN ROTTA (DI COLLISIONE)

Mettiamo in fila gli avvenimenti di questa bellissima e gioiosa giornata:

  1. A Tel Aviv l'aeroporto internazionale Ben Gurion non vede più voli dal resto del mondo.
    Partono solo voli israeliani e qualche volo americano.
    Una grande vittoria, esulta Hamas.
  2. In compenso, i caccia israeliani volano eccome: oggi hanno bombardato anche una scuola-rifugio dell'ONU a Gaza. ONU uccisa ? No, era già morta da tempo.
  3. Il solito grillino ha dichiarato oggi che Renzi tratta il Senato come Gaza.
    La democrazia è stata uccisa ? No, era già morta da tempo.
  4. Dai cieli del Mali è caduto un altro aereo, questa volta algerino. Non si esclude qualche missiletto islamico autogestito sparato dalle dune. Dove c'è la jihad, si vola (in cielo).
  5. Su un aereo italiano è arrivata a Roma Meriam, dal Sudan. Il Papa l'ha definita 'eroina della cristianità'. Chissà cosa ne pensano, di noi e di lui, gli islamici integralisti. Non credo bene.
  6. Sfumano come neve al sole i voli pindarici del Tesoro: il PIL non crescerà neppure quest'anno, nonostante le promesse. Grazie al cielo !


omaggio dalla contea di conversano

VARIAZIONE DODICESIMA

>
> La luna scivola sulle superfici continue delle pietre amichevoli
>
> la luna scivolosa che incorniciava le spalle degli alberi
>
> rinverditi gli anni bui e silenziosi che ancora rimangono
>
> lunghe ore di solitudine antica e dettagliata come un marmo venato di
> orizzonti
>
> l'orizzonte è indeciso la luce è indecisa la notte è indecisa
>
> e le montagne minacciano i malati paesi dal fondo delle valli
>
> le valli hanno cambiato posizione una o due o tre volte nel corso
>
> di una stessa notte o nel corso di due o tre o cinque o quindici millenni
>
> niente è successo nel frattempo
>
> mi fido di questi morti paesaggi che tentoni coincidono con noi
>
> Mi fido di tutte le cose che non variano mai e che hanno sconfitto
>
> lo sforzo concupiscente dell'uomo
>
> la luce è indecisa come la morte ora che la morte inizia il suo
>
> corso vorace leggera luna affila il mondo e singhiozzano
>
> metalliche creature sedotte dalle remote grida degli uccelli
>
> brillano frettolosamente mostrandosi contrarie alla loro natura
>
> pretendendo di essere vive o morte o in genere contrarie
>
> a ciò che sono sempre state
>
> E la lunatrascina con sé lo splendore melodioso di altri regni
>
> e con l'angoscia delle sue smorfie le sue carie e le sue vene abbaglia
>
> le elitri di creature monotone tra le felci
>
> dotate di ramificazioni e aggrovigliate da azzurre arterie limoneti
>
> la cui ambigua superficie calcarea copia in ultima istanza i motivi
>
> circolari del leopardo o di animali che ovviamente puzzano
>
> Occorrono ancora diversi anni perché torni l'uomo al mostruoso
>
> oblio
>
> dalla natura sacra all'indifferenza sacra all'identità sacra
>
> Ancora occorrono diversi anni perché la luna si impadronisca di noi
> occultissimamente
>
> e che tutto finisca in un gorgoglio di sangue asessuato
>
>
Álvaro Pombo
>
> .

martedì 22 luglio 2014

cansado

0.
Tolstoj ha scritto: 'Se c'è qualcuno che dirige le cose della vita, vorrei rimproverarlo. 
E' troppo difficile e spietata.'
E questa cosa, quando uno la legge, ha delle conseguenze.

14.
E ti veniva spesso, in questi ultimi mesi, un poesia di un poeta della Guyana belga che si intitolava Domande e diceva: 
'Avete delle domande ?/Sì// Volevo chiedere/ ci sentiremo soli/quando saremo vecchi?/ Eh?'...

19.
E poi mi ero sentito stanco.
20.
E poi avevo pensato che ero stanco di essere stanco.
21.
E dopo comunque lo stesso ero stanco.

31.
In quel mese e mezzo lì, curarmi era diventato un mestiere, come avere un part time, ero invecchiato, non c'era niente da fare, ero invecchiato, e così come, quando avevo quindici anni, qualsiasi giorno era buono per innamorarmi o, quando ne avevo trentatrè e (con la mamma di Daguntaj) avevamo deciso di pensare a fare un bambino, qualsiasi giorno era buono per generare un bambino, ecco, adesso, in quel mese e mezzo lì, avevo scoperto che qualsiasi giorno era buono per morire, e avevo l'impressione, non so come dire, che mi dispiaceva.

(Paolo Nori, La banda del formaggio, 2013)

domenica 20 luglio 2014

viaggiare in auto-mistico, con autistico

Passai l'ultima serata a scegliere le cose da portarmi dietro, sapendo che, dove andavo, non ci sarebbero stati carrelli, scale mobili e facchini a facilitarmi le cose.
Avevo salutato tutti ed ero già preso dalla solita gioia di mettermi in cammino, dal sempre rinnovato senso di sollievo che mi prende a sapere che nessuno mi potrà raggiungere, che non sono prenotato o aspettato da nessuna parte, che non ho impegni tranne quelli creati dal caso.
Adoro questo mescolarmi a una folla, questo diventare un viaggiatore qualsiasi, libero dal proprio ruolo, dall'immagine che uno ha di sè e che è a volte una gabbia stretta quanto quella del corpo; sicuro di non imbattermi in qualcuno con cui dover fare conversazione, libero di mandare al diavolo il primo che ci prova.
In questo spirito, con il solo peso di un sacco sulle spalle e di una borsa a mano, uscii una mattina da Turtle House e partii per un grande viaggio, uno dei più lunghi della mia vita, quello con cui volevo darmi più agio: Bangkok-Firenze...

(T. Terzani, Un indovino mi disse, p.308)

Leggo libri di mistica e sulla mistica, di Marco Vannini.
E ho concluso il libro di Terzani, in cui lui -uomo spirituale occidentale, scetticamente razionalista, ma antimodernista- prova ad entrare in contatto con magie e superstizioni, e arti della meditazione, in Oriente.
Mi sento, come loro, vicino a vedere il vuoto, a vedere il Nulla nel Tutto.
Ma senza Dio.
Da qui incanto, disincanto, noia, senso dell'assurdo, e disperazione del presente.

ingresso indipendente

'Hai perfino il tuo ingresso indipendente', mi aveva detto mia figlia, che io le avevo detto 'Ho perfino il mio ingresso indipendente? Ma che fortuna. E tu, ce l'hai tu il tuo ingresso indipendente ?' le avevo chiesto a mia figlia, e lei mi aveva detto 'Certo, è quello lì' , e m'aveva fatto segno la porta di casa e io le avevo detto 'Guarda, mi sa che ti sbagli perchè quello lì, fino a prova contraria, è mio anche quello lì', e mia figlia si era messa a ridere mi aveva detto che avevo sempre voglia di scherzare, solo che io, puttana vacca, non scherzavo mica, però poi era andata a finire che mi ero ritirato davvero in questa soffitta e adesso il mio ingresso indipendente, e tutta la mia casa, in un certo senso, erano diventati il suo ingresso indipendente e la sua casa...Se devo dire la verità, un pò mi dispiaceva, e allora, da quando abitavo là sopra, avevo provato a organizzarmi la vita come quando abitavo da solo, da ragazzo, avevo il mio ingresso indipendente?, allora volevo essere indipendente.
Non avevo bisogno di nessuno, io.
(Paolo Nori, La banda del formaggio, 2013)

Da tempo ci stanno facendo digerire la separazione tra politica e giustizia, tra alleanze di governo e moralità.
Da tempo ci propinano ingressi indipendenti: una cosa è l'accordo con Berlu, una cosa è la sua sorte penale.
Ma sappiamo bene, e scopriamo oggi di nuovo, che non è così.
Che si tratta invece di revolving doors, di vasi comunicanti, di collusioni ben precise.
Non è un caso che si arrivi infatti all'assoluzione in appello di ieri, proprio ora che la pacificazione avanza, e il renzismo sdogana Verdini, l'ex Cavaliere e i suoi pari, come se fossero statisti e legislatori di fama e di tutto rispetto.
Quel che sta accadendo è davanti agli occhi di tutti e ci svergogna definitivamente di fronte a noi stessi e al mondo.
E' questa, e non l'altra, la giustizia ad orologeria su cui tanto si è petulato in tempi non lontani, quando la magistratura 'era ostile e comunista'.
In questo delirio trasformistico completo, emerge in tutto il suo mastodontico fallire l'esperimento 5 stelle.
Gli unici effetti ottenuti sono stati il ricompattamento esplicito dei fronti inciucianti contro il nemico comune (sia in Italia che in Europa) e il rincorrere Renzi, tardivamente, per trovare un'ormai impossibile accordo anti-Caimano. Situazione orribile e umiliante.

Disorientamento e confusione, improvvisazione totale, disastro.
'Ti sei perso ? Puoi ritrovare le tue mete. Con la megarete...'.
Meno male che Vodafone c'è...!




venerdì 18 luglio 2014

l'immondo, non si è fermato mai un momento...




Ogni popolo sembra avere un proprio mito della creazione e del modo in cui l'uomo venne al mondo. Nordin raccontò la versione dei Batak: un giorno le scimmie si resero conto che sugli alberi non ci stavano più. Avevano fatto tanti e poi tanti figli, che tutte le piante della foresta erano sempre affollatissime e nessuno poteva più fare l'altalena, correre e saltare da un ramo all'altro.
Fu deciso allora che metà delle scimmie scendesse a terra.
Bene, quelli furono i nostri antenati!

(dedicato ai quei quattro ragazzini che sono stati sorpresi da una bomba mentre giocavano a palla sulla spiaggia di Gaza)

Ma io pagavo anche il prezzo di questo strano mestiere di giornalista. Si è sempre lì dove c'è un qualche dramma e non si può assistere per anni, impunemente, a rivoluzioni fallite, delitti irrisolti, speranze deluse, problemi senza soluzione...Sempre cadaveri, gente che scappa e, lentamente, la convinzione che niente serve a niente e che il momento della giustizia non arriverà mai.
Alla fine anche le parole, usate e riusate per descrivere sempre le stesse situazioni, gli stessi massacri, le facce dei morti e i pianti dei sopravvissuti mi parevano aver perso ogni loro significato. Tutte mi suonavano ormai come cocci rotti.
In quelle condizioni era naturale essere depresso, come è naturale che lo sia per chiunque abbia un'idea di quel che la vita potrebbe essere e non è.
La depressione diventa un diritto quando uno si guarda intorno e non vede nienete e nessuno che lo ispiri, quando il mondo sembra scivolare via in una gora di ottusità e di grettezza materialista.
Non ci sono più ideali, non ci sono più fedi, non ci sono più sogni.
Non c'è più niente di grande in cui credere, non un maestro a cui rifarsi
Raramente l'umanità è stata, come in questi tempi, priva di figure portanti, di personaggi luce.
Dov'è un grande filosofo, un grande pittore, un grande scrittore, un grande scultore ?
I pochi che vengono in mente sono soprattutto fenomeni di pubblicità e di marketing...
Se mai ci fosse una persona eccezionale, qualcuno con delle idee fuori dal comune, con un qualche progetto che non fosse quello di imbonire tutti promettendo felicità, quel qualcuno non verrebbe mai eletto, il voto dei più non l'avrebbe mai...
Più ci si guarda attorno, più ci si rende conto che il nostro modo di vivere si fa sempre più insensato...Ma chi ha ormai il coraggio di dire ' Fermi! Cambiamo strada!' ?
Eppure se fossimo spersi in una foresta o in un deserto, ci daremmo da fare per cercare una via d'uscita !
Non c'è da meravigliarsi che la depressione sia diventata un male tanto comune.
E' quasi rincuorante.
E' un segno che dentro la gente resta un desiderio di umanità.

(entrambi i brani sono tratti da T. Terzani, Un indovino mi disse, 1995)

Ieri un aereo malese con 300 persone a bordo è stato buttato giù da un missile filorusso o antirusso ai confini dell'Ucraina.
Il mondo perde i pezzi, chi vuole viaggiare per conoscere questa Terra bellissima vede scomparire ogni anno due-tre nuovi paesi che divengono 'a rischio', inavvicinabili, troppo pericolosi per 'fare turismo'.
Ho prenotato un viaggio, ancora per l'Oriente, tra gennaio e febbraio prossimi.
Rivado a Bangkok, passando per Il Cairo.
Due città sotto colpo di stato, attualmente.
Provo ancora a curare così la mia tristezza continuando ad attraversare le deprimenti storie e geografie che ci avvolgono, in questo im-mondo ...



mercoledì 16 luglio 2014

gli eroi son tutti giovani e belli

I giocatori tedeschi esultano per la coppa, e mostrano il loro trofeo.
Anzi i loro trofei: la coppa e le regine di coppe, le loro WAGS (wives and girlfriends of high-profile sportsmen), le loro sacre prostitute, legate a doppio filo a ricchezza, successi, bellezza, giovinezza.
In una parola, oggi, a loro.
A quelli che vincono, che hanno i muscoli, che si fotografano e vengono fotografati, che fanno la storia.
I nuovi miti, i nuovi eroi del giorno, per un giorno.
Chissà cosa resterà di loro quando tutto questo finirà, chissà se sarebbe mai iniziato qualcosa fra loro se tutto quel che sta intorno al loro 'amore' non ci fosse mai stato...
Ma tant'è...

Al funerale del povero ragazzino ucciso dal cornicione vagante della Galleria Umberto, i suoi amichetti e amichette, vestiti da veline e valletti, lanciavano palloncini al cielo, si esibivano davanti alle telecamere, applaudivano alla messa, e pregavano e guardavano la tv, e piangevano mentre li intervistavano...
Il ragazzino, anche lì, era già diventato un angelo e un eroe.
Verrebbe quasi voglia di farsi ammazzare da qualcuno, o anche solo da un pezzo di muro che cade, per ritrovarsi famosi.
Ma, per un attimo di gloria, basta anche solo partecipare al funerale da giovane soubrette, e non da defunto.

A Gaza, già 200 morti e migliaia di feriti.
Anche loro diventeranno eroi, a breve, martiri, volontari della fede islamica, santificati al suono dei mortai nemici.
Eppure. quanti di loro stanno morendo tra i  muri delle loro, schiacciati dalle bombe, senza aver la vocazione per essere nè santi nè eroi ?
Credo tanti, quasi tutti.
Ma la retorica insiste, ovunque, a creare miti senza senso, a desiderare di essere più che uomini e donne.
E, nel frattempo, smettiamo, ci scordiamo, di essere umani,

martedì 15 luglio 2014

basta un poco di zucchero...?

Questa prima metà dell'anno, per quanto mi riguarda, pare sia stata appaltata ad un'impresa di demolizioni.
Due botte in bici, e ancora ne sento i postumi, e chissà per quanto...
La morte di papà a funestare il viaggio, possibile oasi di pace.
Totale assenza di incontri nuovi, di sesso, carezze o qualunque cosa possa avvicinarsi.
Vuoto pneumatico mentale, spossatezza d'idee mai raggiunta, sfinimento immaginativo.
Anche l'ironia traccheggia.
Rapporto col mondo caratterizzato da parole come: tagliare, nascondersi, rifuggire, separarsi, chiudere.
Rapporti con la vita in bilico come non mai.
Mi appare spesso prima di dormire un uomo che spara alla tempia di un altro, ed entrambi hanno le mie sembianze.

Cerco di spostare in avanti il tempo con libri lunghissimi da leggere e da finire o con progetti di viaggi in luoghi lontani.
Ma è ormai puro mantenimento.
In fasi come queste non riesco a fare altro che abbandonare ed arrendermi.
Mi dedico alle attività primarie che posso autogestire: mangiare, dormire, camminare.
Già parlare è complicato, leggere sempre più faticoso, scrivere un impegno da prendere ogni volta con me stesso (con scarsi risultati, peraltro).
Se vi annoio con questi piagnistei, smettete pure di leggere.
Non saprei cos'altro dire, nè a voi nè a me.

Basterebbe poco, forse, per uscirne.
No, non è vero. Poco, non mi basterebbe.
Di solito ho un buon occhio verso le occasioni della vita.
Ma chi le vede ?











lunedì 14 luglio 2014

tristesa

Blatter dichiara che è stato il campionato più bello della storia.
E' proprio un mafioso bugiardo.
Un campionato noioso, invece, molto tattico, con un sacco di partite finite ai rigori o ai supplementari, lunghissime e senza gioco.
Con tante nobili decadute senza presente (Italia, Inghilterra, Brasile, Spagna, Uruguay, Portogallo...), alcune emergenti, ma non abbastanza da andare molto avanti (Costarica, Algeria, Colombia, Belgio, USA), e tutte le altre già contente di esserci arrivate, in Brasile...
Un mondiale molto 'montato', ma poco esaltante.
Anche la finale è stata un pò così: ha vinto la squadra più solida e più utilitaristica, quella più capace di segnare e di vincere, di giocare sino alla fine, di organizzarsi come collettivo.
Ed hanno perso le squadre che attendevano i loro fuoriclasse (Messi, in primo luogo, ma anche Neymar, Balotelli, Cristiano Ronaldo...).
A vedere il calcio, quello italiano, ma anche quello brasiliano, ridotto così, viene tanta tristezza.
Pochissima fantasia, poca corsa, nè atletismo nè creatività.
Tanti lavori pubblici, stadi bellissimi, tanti soldi e trasmissioni tv, tanta pubblicità, ma poco altro.
Un mondiale in sintonia con i nostri tempi: più fumo che arrosto.

A Gaza, invece, nel frattempo, più arrosto che fumo...

venerdì 11 luglio 2014

all'ombra delle fanciulle

...la pienezza di quel che avvertivo standomene sdraiato fra le fanciulle era infinitamente superiore alla povertà, alla saltuarietà dei nostri discorsi, e traboccava dalla mia immobilità e dal mio silenzio in fiotti di beatitudine il cui sciabordio veniva a spegnersi ai piedi di quelle giovani rose.
Per un convalescente che si riposi tutto il giorno in un giardino o in un verziere, il profumo dei fiori e dei frutti non può impregnare gli infiniti nulla di cui si compone il farniente in modo più profondo di quanto succedesse a me con quel colore, quell'aroma che i miei sguardi andavano a cercare sulle fanciulle e la cui dolcezza finiva con l'incorporarsi al mio essere.
Così, al sole, i grappoli d'uva si colmano di zucchero.
E, con la loro lenta continuità, quei semplicissimi giochi avevano prodotto anche in me, come in chi non fa altro che starsene disteso in riva al mare a respirare l'aria salmastra e ad abbronzarsi, una distensione, un sorriso beato, un vago stordimento che m'era giunto sino agli occhi...

(M. Proust, All'ombra delle fanciulle in fiore, Nomi di paesi: il paese, p. 1100; 
ho finito il primo volume e ho iniziato il secondo, infine...!)


generi di s-conforto

Mi sveglio dolorante, faccio fatica ad alzarmi.
Dopo essere (quasi) guarito sul lato sinistro, ora soffro su quello destro.
Niente di così grave, ma ieri una gentile signora con bambino mi è venuta addosso ad uno stop, mentre giravo in bici in quel di Selargius.
Altro urto, altra corsa. Mi dovrò far esorcizzare in quest'anno di grazia 2014 ?
Ma quel che mi ha fatto più male non è stato il suo errore ('mi sembrava che fosse già passato', ha esclamato la miopissima guidatrice controsole), ma il fatto che sia restata lì, dentro la macchina, a guardare, tra l'indifferente e il paralitico, senza neppure scendere, senza neppure far finta di essere sconfortata per se stessa o solidale con me.
Che cosa puoi dire a persone simili, che cosa puoi provare per loro ?
Inforchi la bici, e vai via, sperando che le tue ossa abbiano retto all'urto.
Ma la psiche, quanto può reggere davanti a tutto questo analfabetismo sentimentale ?

Sotto casa hanno aperto un circoletto in cui si incontrano e sbevazzano indigeni e non.
Giorno e notte, tra accese discussioni sui mondiali, litigate prossime alla rissa, bambini vocianti e cani latranti. Ieri non riuscivo a riposare, neppure il pomeriggio.
In tutto il quartiere sono in corso proteste contro la movida notturna, da cui la mia via è stata grazie al cielo risparmiata.
Una signora, l'altra notte, è stata denunciata perchè ha tirato un secchio d'acqua sopra le teste di un gruppetto scalmanato al tavolino di un bar.
Questa società sta tra il deserto silenzioso e il bordello senza requie e senza limiti.
Possibile che non si trovi un livello di buona educazione almeno sufficiente a convivere ?
Possibile che si debba ricorrere ai vigili, alle leggi, agli stupidi divieti ?
O che si debba urlare e venire alle mani ?

Sto andando al terreno più volte che posso, ad innaffiare i gracili alberelli, in questa stagione secca, che non si immagina neppure di far piovere (sino a quando non arriverà la solita 'bomba d'acqua' ad alluvionarci...):
La cisterna si sta svuotando, e provo a salvare i moribondi, a sciacquettare i sempreverdi.
Reggono mandorlo e limone, melograno in apnea, cachi, mandarino e pero in coma.
Mi chiedo se continuare a dare acqua a chi sembra morto, se non dedicarmi solo ai vivi.
Prendersi cura, che scelta complicata...
L'ulivo, intanto, promette bene per l'autunno, carico di frutti.
Anche il fico è bello ricco, ma i frutti restano ancora piccoli.
Proseguirò a luglio, poi partirò per un mese.
Che fare ?

Mio nipote undicenne mi invita a casa sua, sembra che ci tenga a incontrarmi, a vedere le partite con me.
Poi, quando arrivo, è attaccato allo smart phone, a Facebook, alla Play, ai cartoni animati in tv.
E' vivace, intelligente, sensibile.
Ma è completamente schiavo della tecnologia e dei contatti virtuali.
Mangerebbe solo patatine, hamburger, sofficini e pasta senza sugo.
Si fa due docce al giorno, si guarda i pettorali e la tartaruga allo specchio, si profuma.
'Puzzi, zio, vuoi del profumo ?', mi chiede con gentilezza e sarcasmo.
E' una vera e propria strage degli innocenti quella che è in corso.
Possibile che si siano scavati tutti questi anni luce tra noi e loro, in così poco tempo ?
E cosa ci resta da fare ? Separarci ? Vivere da alieni ? Proseguire a comunicare (su Skype) ?





martedì 8 luglio 2014

cara vecchia iris...

Certe volte le giornate scivolano in una notte anticipata, così, per assenza di trama.
(Oddio, Iris, come la metti giù dura...)
Volevo dire che la solitudine è una condizione estrema, non c'è vincolo di relazione che ti obblighi, e, obbligandoti, ti sollevi dal peso della spietata libertà. Lo so benissimo che l'ho cercata per tutta la vita, la libertà nella solitudine, negandomi, ritirandomi, chiudendo rapporti, perdendo numeri di telefono, indirizzi, occasioni.
Ho sempre avuto un 'no' fra le labbra.
E adesso che succede ? Mi sono pentita ? Voglio diventare una vecchia ciarliera che esce con le amiche per parlare di niente ?

Ho pensato: se avessi il suo numero di telefono, potrei chiamarlo.
Ho pensato: non ho il suo numero di telefono.
Ho pensato: è questo che odio, della vecchiaia.
Nessuno ti dà il suo numero di telefono.
Neanche se gli sei simpatica.

L'ho guardata e finalmente l'ho vista. E' vero. E' vecchia anche lei. Ma di quella vecchiaia da principianti che io mi sono lasciata dietro le spalle. Cerca ancora soluzioni...

E' strano, guardo 'gli altri' e non riesco ad attingere soddisfazione dal senso di una mia ipotetica diversità. Eppure di tratta della feconda convinzione che ha accompagnato due terzi della mia vita.
Non è più così.
Senza averlo deciso mi sono mimetizzata nella folla, sono diventata parte del disordine più generale. Imperfetta, inadeguata, vulnerabile. Come tutti.

Cara Melina, tu non hai bisogno di me. E, in fondo, neanche io ho bisogno di te.
A un certo punto della vita ci si trova al centro di un sistema di relazioni quasi perfettamente superflue. Forse è per questo che si finisce per fare cose da poveracci.
Con tutto il mio affetto, Iris.

Ehi, Moglie, non trattarlo da neonato.
Una cosa è incominciare, una cosa è finire.
Quando si incomincia si ha bisogno dello sguardo amoroso della madre.
Quando si finisce, si ha bisogno di un po' di solitudine.
La buona volontà dei sani genera frustrazione e noia nel declinante.
Possibile che non lo capisci, Moglie ?

Non avevo idea di quanto può essere lunga la vita.
Credevo di averne già percorso una parte rilevante. La migliore.
Mi sono perciò reclusa nel territorio della rinuncia con scellerata precocità.
Così adesso mi trovo essere vecchia da quarantaquattro anni. Mese più mese meno...

Perchè bisogna ridere del tempo. Ed è maledettamente difficile farlo da soli.
Ci vuole qualcuno disposto a decifrare con te la trama che corre sotto l'apparente casualità del tuo transito su questa terra e a giurare che tutto ha avuto un senso.
Che tu sei innocente, che non hai dissipato i tuoi giorni.
Ci vuole un testimone. E io non ho testimoni.
Mio padre è morto, mia madre è morta, mio fratello è morto.

Volevo desiderare una tazza di brodo e un letto su cui stendere un corpo infreddolito.
Del resto. E' stata così tutta la mia vita da Michele in poi.
Dalla caduta dell'impero dei sensi. Ho sempre cercato nell'alternanza fatica/riposo, dolore/sollievo la sola felicità perseguibile.
Lavorare e poi riposare. Addormentarmi e poi svegliarmi. Accendermi, spegnermi.
Fino al completo arresto dei motori.

Mi chiedo se capita a tutti, che la vita si rastremi fino al punto di non contenere altro che il proprio io ormai sguarnito, eppure così arroccato in difesa, da espandersi fino a eliminare il resto del mondo. Mi chiedo se anch'io sarò così. Mi chiedo se lo sono già e non me ne accorgo...

Sono diminuita, più che lievitare come le altre donne.
E' questa del resto la mia dieta. Togliere. Ambizioni, emozioni, desideri.
Ridurre la superficie vulnerabile, dalla delusione, dalla frustrazione.
Volere poco, chiedere niente.

Hai avuto un tale orrore della vecchiaia che ti ci sei buttata a capofitto. Molto prima del tempo.
L'hai anticipata. Ti sei fatta da parte. ..


(Lidia Ravera, Piangi pure, 2013)

lunedì 7 luglio 2014

la munro

'Non chiedeteci informazioni -lesse George-. Se siamo finiti qui è perchè non ne avevamo'.
Oppure: 'Se pensavate di annoiarvi siete nel posto giusto'...
'Mission Creek. Abitanti : 1700. La porta d'accesso alla penisola di Bruce. Siamo gente che ama i bambini'.
Mi chiedevo chi fosse l'umorista che aveva prodotto a nostro beneficio quei cartelli.
Doveva essere il tizio che stava alla cassa, Pop ?
Masticando un fiammifero, guardava fuori in strada senza aspettare altro che di vedere qualcuno inciampare in una fessura del marciapiede o forare una gomma o rendersi ridicolo in modi che a lui, Pop, incastrato dietro al registratore di cassa, immenso, scettico e indifferente, non sarebbe capitato di sperimentare. E forse nemmeno, forse al resto del mondo bastava andare su e giù, passare in macchina, attribuirsi una meta, per manifestare la propria assurdità.
E' possibile leggere quel giudizio stampato sul volto di persone affacciate alla finestra, o sedute sui gradini di casa in alcuni piccoli centri, individui profondamente indifferenti a tutto, come se custodissero fonti di delusione che manterrebbero benissimo, e con una certa soddisfazione, anche al buio...

Ma a dominare la stanza era un ritratto dentro una cornice dorata con illuminazione apposita, raffigurante un bell'uomo biondo di mezz'età seduto a una scrivania, in completo scuro e dall'aria prospera, rosea e cordiale. In questo caso è probabile che sia il senno di poi a farmi ritenere che dal ritratto trasparisse un disagio, una specie di sfiducia riguardo al proprio ruolo, la tendenza a proporsi con quell'eccesso di generosità e insistenza che, come tutti sanno, può condurre alla catastrofe...
Quei dieci, se non quindici anni, avevano ammorbidito parecchio, appesantito e sconfitto l'uomo della fotografia. Cosce e fianchi mostravano un notevole accumulo di adipe che gli affaticava i movimenti, accompagnati da sospiri, da un tremolio di carni soffici e da un pesante imbarazzo da matrona. Occhi e capelli avevano perso luce, i tratti si erano fatti più sfumati,e l'espressione affabile e ferina era ormai di modestia inquietante e di cronica sfiducia. Non lo guardai. Affittando lo studio non intendevo sobbarcarmi l'impegno di conoscere altri esseri umani.

Che cosa fu dunque a riportarmi con i piedi per terra ?
Fu la tangibilità atroce e ammaliante del mio disastro; fu vedere 'come andavano le cose'.
Non che mi fosse piaciuto; ero timida e tutta quella risonanza  mi fece soffrire molto.
Ma il concatenarsi dei fatti di quel sabato sera mi affascinò; ebbi la sensazione di aver gettato un'occhiata sulla prodigiosa, devastante  e spudorata assurdità con cui si improvvisano le trame della vita, a differenza di quelle dei romanzi. Non riuscivo a distogliere lo sguardo.

(Alice Munro, Danza delle ombre felici, 1968)

domenica 6 luglio 2014

a volto scoperto

Non sono malato e non sono morto – ha scritto Marcos in un lungo messaggio – anche se mi hanno ucciso molte volte. La mia immagine pubblica è diventata una distrazione, per questo abbiamo deciso che Marcos deve morire oggi, perché Ezln cominci una nuova fase e affinché Galeano viva. Se mi permettete di definire Marcos, il personaggio, allora direi senza esitazioni che è stato un travestimento pubblicitario. Esiste ormai una generazione che può guardarci in faccia e ascoltarci e parlarci senza attendersi né una guida, né una leadership, che non pretende né di sottomettersi né di seguire un capo e quindi Marcos, il personaggio non è più necessario.

Il subcomandante si è dimesso con queste parole, mentre ero in viaggio, più di un mese fa ormai.
Si è tolto finalmente il passamontagna.
Una stagione finisce, è giusto dirlo e riconoscerlo.
E' sempre stato un tipo onesto (a differenza di altri che ancora si spacciano per pacifisti, alternativi o altermondialisti, come se ancora questi termini avessero un senso)...

Ieri hanno mostrato il video del califfo Al Baghdadi, che mostra il suo volto per la prima volta in una moschea di Mossul, città ora in mano all'Isis.
Chiede a tutti gli islamici di obbedirgli e di andare alla conquista del mondo, sino a Roma.
Una crociata alla rovescia, insomma.
Non so se sarà meglio essere conquistati dai cinesi o dai mori, ma so che faremo una fine così...
In mano a nuovi capi, fanatici, cattivi, sanguinari, che fanno la guerra e vogliono il potere. E se lo prendono, con le armi e con i soldi.
A volto scoperto.
Assoldando migliaia di occidentali che odiano l'occidente (se non bastasse e avanzasse già l'odio di chi non lo è).
Dei veri leader, non come quei bonaccioni che ci circondano in Europa, fantocci in mano alla finanza e alle banche.
Finalmente un ritorno al passato, cioè una vera riforma, cioè un progresso...!!!

venerdì 4 luglio 2014

vale vale vale...!

Anche se non riuscirò a fare altro, almeno saprò di che cosa non bisogna occuparsi.

L'impulso critico che per Valery scaturiva da Mallarmè era la persuasione che esistevano già molti capolavori e che il numero delle produzioni geniali non era affatto tanto piccolo da dover ardentemente desiderare di accrescerlo.

Il lavoro rigoroso in letteratura si manifesta e si realizza attraverso dei rifiuti.
Si direbbe che esso sia misurato dal numero delle ripulse.
E' su questo punto che la letteratura si connette al dominio dell'etica; qui la letteratura ottiene i suoi eroi e i suoi martiri: dalla resistenza al facile.

Alcune ricerche, la cui difficoltà è smisurata, isolano chi vi si immerge.
Questo isolamento può essere impercettibile, ma l'uomo che vi si sprofonda ha un bel vedere uomini, discorrere, discutere con loro; egli tiene per sé quanto crede parte della propria essenza e non cede agli altri se non quanto ritiene inutile al suo grande disegno.
Una parte della sua mente può certo applicarsi a rispondere agli altri, e persino a brillare davanti a loro, ma, lungi dal confondersi con quell'oblio di sé che genera l'eccitante commercio delle somiglianze di impressioni e dei contrasti di idee, questi si ritrae attraverso questo stesso scambio che gli fa sentire più acutamente il suo isolamento, e l'impegna a ritirarsi in sé, con se stesso, più vivamente a ogni contatto.
Così si forma, per reazione, una seconda solitudine, che gli è come necessaria per rendersi segretamente, studiatamente, gelosamente incomparabile.
Inoltre, egli spinge questa separazione e questa ripresa così avanti che isola se stesso da ciò che è stato e da ciò che ha fatto.

L'uomo che di tutte le cose non giudicasse che secondo la sua sola esperienza, che si rifiutasse di arguire da ciò che non ha visto e provato, che si permettesse solo opinioni dirette, provvisorie e motivate..., che non pensa nulla e non comprende alcunchè se non per mezzo del caso e degli echi, costui sarebbe certo l'uomo più onesto del mondo, il più distaccato, il più vero.
Ma la sua purezza lo renderebbe incapace di comunicare, e la sua verità lo ridurrebbe a non esistere.

Lo spirito trascorre tre quarti del tempo a disfarsi delle risposte apprese o comunicate e anche delle domande che non sono nostre, delle difficoltà importate e che non avvertiamo o che non avremmo inventato.

Affinchè l'ordine regni, bisogna necessariamente che vi siano molti uomini assai sensibili agli onori e alle distinzioni pubbliche; molti uomini senza resistenza davanti alle parole che non capiscono, davanti al tono e alla violenza verbale, alle promesse, alle immagini vaghe e grossolane, ai fantasmi e agli idoli del discorso.
Occorre anche una certa proporzione di individui abbastanza feroci da apportare all'ordine la quantità d'inumanità di cui ha bisogno; bisogna anche che ve ne siano che non arretrano davanti alle azioni più ripugnanti.
Infine, è importante che esista una grande quantità di esseri interessati e che la viltà sià più comune e dunque politicamente più forte che il coraggio.
Ma se tutti questi tipi di imperfezione sono indispensabili, per le sue stesse imperfezioni, alla vita di una società, come e perchè sono disprezzati, squalificati, condannati nelle persone dall'opinione che proviene dalla stessa società ?
Eppure, la sicurezza generale, la stabilità, la prosperità riposano su di loro.



Esistono due tipi di uomini -quelli che si sentono uomini ed hanno bisogno di uomini.
- E quelli che si sentono -soli, e non uomini-.
Giacchè chi è veramente solo, non è uomo.

Se tutti gli uomini mi assomigliassero, la specie raggiungerebbe la sua fine. Essa morirebbe di fame.

Stasera Gide diceva davanti a me: Valery non è umano. Su questo punto c'è accordo. Degas mi chiamava l'Angelo K., mi definì : l'Assente. Questa messa al bando dall'umanità è per me imbarazzante. Eppure questa inumanità deve ridursi a un qualche modo di essere semplicissimo, così semplice che proprio in questo consiste la sua inumanità.
Io non provo disprezzo per gli uomini, tutto il contrario.
Ma lo sento per l'Uomo. Questa bestia che io non avrei inventato.

L'uomo vale solo attraverso l'inumano, dal momento che le condizioni e i presupposti elementari dell'essere umano non sono umani.

Ma che ci si faccia una professione ed un nome col praticare la morale o l'immoralità, col volere mettere in catene il prossimo oppure col volerlo liberare, con l'invitarlo al piacere o alla rinuncia, questo non posso sopportarlo.
Non voglio esagerare: diciamo che piuttosto mi provoca un'alzata di spalle.
In questo modo non ci si spinge fino a questo fondamento dell'uomo, che non è più uomo.

Ma è dunque un futuro terribile quello che si prepara, dal momento che tutte queste cattive virtù che renderanno vita dura alla vita, cresceranno e regneranno sempre più nel mondo; ma non sotto forma umana.
La macchina e ciò che essa esige obbligheranno alla loro disciplina i più leggeri e i più vaghi.
Essa registra, essa prevede. Essa precisa, essa indurisce, esagera poteri di conservazione e di previsione caratteristici degli esseri viventi; dunque essa tende a mutarne la durata capricciosa, i ricordi incerti, il futuro confuso, i domani indeterminati, in una sorta di presente identico, paragonabile allo stato stazionario di un motore che ha raggiunto la sua velocità di regime...



(da K. Loewith , Paul Valery. Tratti fondamentali del suo pensiero filosofico, (1971), Ananke, 2012)

mercoledì 2 luglio 2014

i sommersi e i salvati

Eccoci giunti alle nuove camere a gas: centinaia di corpi ammassati dentro stive per pesci, senz'aria, a respirare gli ossidi dei motori.
Ma non siamo noi ad ucciderli, sono gli scafisti aguzzini.
Anzi, noi li assistiamo, i salvati.
E siamo stanchi di farlo da soli!
I nazisti, almeno, non erano ipocriti.

Un ragazzo palestinese ucciso dopo l'assassinio di tre ragazzetti israeliani.
Per rivalsa, dicono.
Si costruiscono armi e muri, si semina odio, e poi ci si stupisce che la violenza prosegua e dilaghi.
E' da quando sono bambino che si parla di pace in Israele e in Medio Oriente.
E si continua a foraggiare la guerra, da tutti i lati, apertamente o di nascosto poco importa.
I nazisti, almeno, non erano ipocriti.

Dopo decenni di umiliazioni subite da parte nostra, cresce la rivolta (e la rivalsa) del mondo arabo.
L'Esercito del Levante si erge a califfato, e fa la guerra ai suoi nemici, stermina i collaborazionisti, realizza e promette attentati per ogni dove.
Noi li chiamiamo terroristi, cercando di dimenticare quel che abbiamo combinato per esportare la democrazia.
I nazisti, almeno, non erano ipoxriti.

La giustizia ad orologeria si abbatte regolarmente sugli uomini politici francesi.
I potenti di oggi attaccano i potenti di ieri, in modo tale che non ritornino ad insidiare i loro poteri.
Dopo Strauss Kahn, colto ad insidiare donne in un grand hotel, ora è la volta di Sarkò, più propenso a sedurre giudici e magistrati.
Intanto, i potenti di oggi commettono, impuniti e immuni, i loro reati di oggi.
Saranno, forse, puniti domani dai potenti di domani.
E così continua la finta giostra.

I nazisti, almeno, non erano ipocriti...  

silenzi

Era come se le strade precipitassero
poi -fu l'immobilità-
Eclisse: tutto ciò che era dato di vedere alla finestra.
Terrore: tutto ciò che provavamo.
A poco a poco-i più coraggiosi uscirono piano
allo scoperto, per vedere se il Tempo c'era ancora-
La natura indossava un grembiule d'opale
e impastava aria più pulita....


Ricevo questo frammento della Dickinson, che non conoscevo, da un'amica.
Da una raccolta che si chiama Silenzi.
Avrete notato un pò di silenzio da parte mia anche sul blog.
Ho poca energia, poche voglie, poche cose da dire.
Sarà l'estate...