giovedì 20 luglio 2017

agenti inquinanti

La commissione parlamentare sull'uranio impoverito dichiara che lo Stato non ha tutelato i suoi soldati e ha permesso la devastazione del suo stesso territorio, permettendo esercitazioni ad alto rischio radioattivo e contaminante.
Inquietante.

L'azienda di soggiorno di Rimini regala 15 giorni di vacanza a chi si riprende durante le vacanze e manda continuativamente i selfie e i filmati sui social.
Divertente.

Il processo su Mafia capitale ha deciso che gli imputati sono corrotti, ma non mafiosi.
Anche il Comune di Roma è corrotto (65 funzionari indagati su 170), ma non mafioso.
Rassicurante.

E' un'estate caldissima, non piove da mesi, si inizia a razionare l'acqua nelle case, tutto si secca.
Ma ce la faremo anche questa volta, dicono.
Niente di allarmante.

Il ministro Costa si dimette, gli alternativi popolari cercano già un'alternativa...ad Alfano!
Vogliono tornare a casa, dopo aver gironzolato un po' col PD.
Zuzzurelloni.

Trump viene scoperto a parlare con Putin di nascosto.
'Stavamo parlando di adozioni internazionali', si difende.
Fantastico.

Un quasi hikikomori di Busto Arsizio pare sia sceso sino al Vesuvio per incendiarlo.
'E' un ragazzo chiuso e soffre di sinusite', dice il padre per giustificarlo: aveva le tasche piene di fazzolettini di carta uniti ad un accendino.
Turismo insostenibile.

Un ragazzo si è suicidato, pensando di aver ucciso a colpi la sua fidanzata.
'Un grande amore...', scrivono alcuni sui social.
Disorientante.














lunedì 17 luglio 2017

trafitti da un raggio di sole

Scopare è la sola cosa che desiderano quelli che stanno per morire. (R. Bolano)

Alla fine dell'anno mia madre ci lasciò per andare in una città del Nord con l'amante. Crebbi con lo stigma dell'abbandono. Qualcuno mi prendeva in giro ed altri mi proteggevano in modo eccessivo. Per difendermi dai giudizi e dalla commiserazione della gente, mi rifugiai nei libri della scuola e nel cinema di quartiere. Con il passare degli anni mi guadagnai l'accesso al cortile vietato e al ciliegio sotto il quale mi trattenevo per ore, a guardare il monticello d'erba. Decisi in segreto che l'avrei considerato la tomba di mia madre...Mi sedevo lì a leggere o a scrivere il mio diario. Altre tombe, nel cimitero o intorno alle chiese, cominciarono ad attirare la mia attenzione...E' facile appassionarsi alla morte quando non se n'è ancora subita nessuna.

Non è un caso che le tombe siano così diverse tra loro. Neppure i loculi si somigliano. Si sporcano in modo differente. Uno avrà qualche macchia di unto accanto all'epitaffio, su un altro crescerà il muschio, il marmo di un altro apparirà lindo, intatto.
Anche la morte ha qualcosa di ironico: rimane ciò che vorresti eliminare e ciò che vorresti conservare viene dimenticato in fretta.

Una delle prime cose che attirarono la mia attenzione in quel luogo invernale, fu la grande quantità di persone che sembravano appartenere a una realtà liminare, indipendente, individui che intavolavano conversazione accalorate con se stessi o con interlocutori ipotetici che, nella metropolitana, apostrofano i passeggeri e li insultano, per il piacere di insultare o per qualche ragione sconosciuta. Queste persone perturbanti -che non oserei definire psicopatici- mi parevano tutte stranamente simili, vittime di un'epidemia psicologica.
I sintomi si manifestavano soprattutto in individui poveri che, dopo aver aggredito due o tre passanti, salivano sugli autobus o sui vagoni della metropolitana chiedendo un aiuto economico ai passeggeri, ma potevano comparire anche nei camerieri, nei commessi delle tabaccherie, o nelle operatrici telefoniche. Fin troppo spesso la metropolitana si fermava per via di quello che gli altoparlanti definivano un accident de passager, eufemismo usato pudicamente per non annunciare la morte di qualcuno che si era buttato nei binari.
Io guardavo tutto senza capirne le ragioni, con l'atteggiamento sorpreso e distante che si riserva all'analisi dei costumi stranieri. Quelle persone mi facevano paura. Da dove erano uscite ? E, soprattutto, com'era possibile che fossero così tante ?
Ma mi facevano paura anche gli altri, quelli che ostentavano un'aria di superiorità e il disprezzo verso quanti sembravano impazziti o, come dicevano loro, usciti dai binari.

Tuttavia, invece di vedere l'esaltazione che rafforzava la tempra della mia anima, notavo in me una pusillanimità orrenda riguardo a Ruth. Adesso mi dico, forse per giustificarmi, che l'esperienza dell'amore, quando è incontestabile, porta con sé una minaccia di rivoluzione, di cambiamento radicale, di renversement. E per quanto evitiamo -o posticipiamo, come nel mio caso- di prendere decisioni repentine o avventate, tutto pare sull'orlo del collasso, del terremoto.
E' grandissima la fragilità nel caso di un amore del genere, che si impone in questo modo.
Ed è naturale o inevitabile cercare appigli, per quanto siano assurdi o sbagliati, in modo da non sentirsi inghiottiti dall'abisso: il lavoro, la quotidianità, ma anche i rapporti con le persone che costituivano il nostro universo prima dell'incontro che ci ha scossi.

Claudio,
ci sono periodi in cui ho solo voglia di dimenticare il mondo e sono ossessionata da cose prive di senso. E' ciò che è accaduto nei giorni in cui non ti ho scritto. Sono nel pieno di una lotta con me stessa. Alcuni lati del mio carattere mi fanno soffrire e fatico a sradicarli. Da quando ti ho conosciuto ho tentato di aprirmi alla possibilità dell'amore per combattere la frustrazione, lo sperdimento. Ma a volte si impossessano della mia vita. Perchè vuoi che ti scriva da un luogo simile ? Se dovessi decidere in quale mare suicidarmi, andrei in Sicilia.
Non smettere di scrivere. Ricevere le tue parole mi farà bene.

Dopo aver letto quel messaggio, spensi il computer e uscii a camminare senza smettere di pensare a lei e al suo sconforto...Che cosa si ama in un altro ? Credo il suo stile -sotteso a quello che chiamano 'chimica', un modo più o meno costante di stare al mondo, una maniera indefinibile di aiutare gli altri a conoscersi e ad accettarsi.
Mi dissi che in fin dei conti ciascuno di noi è un campo di battaglia permanente. Cecilia Rangel, come chiunque – e più che mai a ventisette anni-, è un'essenza instabile, una serie infinita di tentativi, di errori e di successi. Quanto affetto sentivo per tutti i suoi movimenti e le sue oscillazioni. Quando rientrai le scrissi:

Cecilia,
niente di ciò che potresti rivelarmi sui tuoi lati 'invisibili' potrà sorprendermi o spaventarmi. Magari alcune cose mi appariranno più utili o produttive o positive di altre. Ma non si può amare né rispettare una persona a pezzi, in modo selettivo. Eccoti una poesia di Salvatore Quasimodo che ho scoperto anni fa, un giorno in cui mi sentivo come ti senti tu adesso:

Ognuno sta solo sul cuor della terra
Trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

Che possiamo, presto, ovunque siamo, sentire lo stesso raggio di sole che ci attraversa.


Prima di arrivare al giardino della Tour, abbiamo fatto diversi giri con il passeggino in Place Joachim-du-Bellay, dove un branco di ragazzini correva a perdifiato proprio nel punto in cui un tempo sorgeva l'antico Cimetière des Saints-Innocents.
Ho pensato che, come la primavera segue all'inverno portandoci a scordarne la crudezza da un anno all'altro, ci saranno sempre bambini che giocano e corrono sopra i nostri morti.


(Guadalupe Nettel, Quando finisce l'inverno, 2014)



VAXX...anculo!

Ieri, parlando con la mia medica di fiducia a colazione, ci siamo anche noi messi a parlare di vaccini.
E' una faccenda intricata, in cui si mescolano vari fattori, ben più consistenti e persistenti forse della stessa diatriba su far vaccinare o meno i propri figli.

Ci è venuto da pensare che essa sia il sintomo di una crisi dell'universalismo, crisi che sta toccando la sanità quanto la democrazia o i diritti: molte persone hanno la sensazione netta che ormai i valori universalistici siano in mano ai ricchi e quindi siano difesi e difendibili solo da loro, mentre i poveri possano trovare forza solo nei particolarismi e nella parzialità dei bisogni e delle scelte.
Immersi nell'ossessione securitaria, se lo Stato non rassicura, ognuno si fa la sicurezza da sé, per sé e per i propri cari.
Ci si arma e ci si protegge anche contro chi si prende cura di noi, o dice di farlo.

Più ci si sente impotenti sul sistema e rispetto ai 'poteri forti', più si cerca di avere potere sul piccolo, sul nostro microcosmo privato, sui nostri territori (Nimby), sulle nostre cerchie ristrette o perlomeno sul nostro corpo singolo o su ciò che abbiamo creato e che sentiamo perciò nostro, in primo luogo i figli, per chi li ha fatti.
Che così si esprima proprio il vecchio e nuovo proletariato, che -senza poter e voler più aspirare ad una coscienza di classe- affida la propria protesta alla sua unica ricchezza, la prole appunto.

A questi fattori si uniscono anche le forti contraddizioni interne allo stesso mondo della medicina e ai paradossi esiziali della stessa Nemesi medica, come la chiamava Illich.
I conflitti irrisolti tra medici ed esperti, il rapporto catastrofico tra persone, tecnologie ed apparati ospedalieri, la disumanità delle relazioni sanitarie, le lotte di potere interne alle lobbies che gravitano dentro e intorno alla cosiddetta 'salute'.
La fiducia non può che essere bassa in una situazione simile, e molte persone comprensibilmente fanno fatica ad affidarsi ciecamente a quel che dice l'Oms o anche il singolo pediatra.
In una situazione diffusa di paura e scetticismo, tra due alee -quella degli effetti collaterali di un vaccino o quella di prendersi il morbillo- in molti non vedono perchè preferire la prima alla seconda.
Tutto questo ha una sua ragionevolezza, purtroppo, oggi.

Non ha senso, in un contesto tale, procedere per ulteriori obblighi e sanzioni.
Questo accrescerà l'obbedienza coatta di molti, ma anche il loro risentimento e la loro sfiducia verso il potere e verso le istituzioni.
Ma il potere e le istituzioni, tutte intrise di cultura militare e oligarchica, non sanno e non sapranno fare niente di meglio o di diverso.




giovedì 13 luglio 2017

a moltissimi piace caldo

Ultimi impegni in facoltà, ma settimana piena, tra riunioni, esami e tesi.
Il caldo è tale che, unito alla paura e all'ignoranza, rende i laureandi ancora più incapaci del solito, anche solo di balbettare qualcosa di decente e di sensato.
Una vera penitenza, per loro e per noi.
In tutta risposta, si è deliberato di abolire la discussione delle triennali: viene così ad essere eliminata una delle poche possibilità di conversazione pubblica dei giovani d'oggi, per quanto ormai ridotta solo ad uno sketch televisivo da veline.
Ma la proclamazione (collettiva) resta: un'americanata ad uso dei fans e dei fotografi.
La sfilata di moda, tanto, c'era già, compresa di trombette e stelle filanti e finti allori.
Stiamo collaborando allo sfascio di quel che resta della dignità delle istituzioni, anche nelle forme.
La sostanza è andata perduta da tempo.
Meglio così, in fondo.
Meglio il palese ridicolo, la spocchia svuotata, lo sputtanamento ad oltranza anche dell'ipocrita e retorico sembiante.

Lo stesso vale per la politica: il Parlamento non svolge ormai più alcuna funzione legislativa, se non di ratifica.
Le richieste di fiducia sono giornaliere, le discussioni sono pro-forma, nessuno ascolta, neppure chi parla.
Sempre che ci sia qualcuno in aula; le maggiori presenze si hanno quando c'è da litigare o da inscenare manifestazioni finte, in cui si assiste al match da ridolini tra onorevoli e messi delle Camerette che si appendono alle giacche per strappare striscioni o salvadanai.
Le manifestazioni che avvengono fuori di lì, poi, sono ormai puri sketches elettorali, sindacali.
Il populismo e la demagogia regnano sovrani, a parti contrapposte, ma non in questo.
Anche qui: meglio che il nulla appaia in tutto il suo splendore.
Non si potrà più dire di poterci credere comunque, a meno che non si voglia apparire proprio dei fessi.

Eppure, la baracca resta in piedi.
E spezza, rompe tutto il resto.
L'aggregazione umana disgrega la natura e il mondo delle relazioni, produce degradazione degli stessi uomini e donne, ma va avanti, di catastrofe in catastrofe, in un adattamento -e in un silenzio indifferente e rassegnato- che non avevamo mai conosciuto in precedenza.
Intere regioni di ghiaccio si staccano al polo, e noi proseguiamo a parlare di accorgimenti energetici per risparmiare il consumo di una lampadina.
Intere popolazioni vengono da noi sterminate, affamate, costrette alla fuga e noi -quegli stessi noi- stiamo a discutere di mille disperati in più o in meno sul nostro territorio e se li vogliamo o non li vogliamo, e come li vogliamo etc etc...
Bombardiamo e radiamo al suolo città intere e ci piace pensare di averle liberate e che la guerra, finalmente, è vinta.
Siamo pazzi, ormai, semplicemente.
Siamo dei poveri drogati di noi stessi, e senza cure.








martedì 11 luglio 2017

haruf haruf...!!!

Sì,insomma, adesso te lo dico.
Dimmi, disse Louis.
Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me.
Cosa? In che senso ?
Nel senso che siamo tutti e due soli, Ce ne stiamo per conto nostro da troppo tempo. Da anni. Io mi sento sola. Penso che anche tu lo sia. Mi chiedevo se ti andrebbe di venire a dormire da ma, la notte. E di parlare...Non parlo di sesso.
Me lo stavo chiedendo.
No, non intendo questo. Credo di aver perso qualunque impulso sessuale un sacco di tempo fa. Sto parlando di attraversare la notte insieme. E di starsene al caldo nel letto, come buoni amici. Starsene a letto insieme, e tu ti fermi a dormire. Le notti sono la cosa peggiore, non trovi ?

La prossima volta entrerò dalla porta principale. Ammesso che ci sia una prossima volta.
Non pensi che ci sarà ? chiese lei. E' solo un mordi e fuggi ?
Non lo so. Forse. Sesso a parte, non so proprio come andrà.
Non puoi avere un po' di fiducia ? domandò lei.
In te sì. Posso avere fiducia in te. Lo vedi. Ma non sono sicuro di riuscire ad essere come te.
Di cosa stai parlando ? A cosa ti riferisci ?
Al coraggio, rispose lui. All'essere disposti a rischiare.
Sì, però sei venuto.
E' vero. Sono qui.

Ci divertiremo un sacco a parlare, eh ? disse lei. Anch'io voglio sapere tutto di te.
Non abbiamo fretta, disse lui.
No, prendiamoci il tempo che ci serve.
Lei si girò nel letto e spense l'abat-jour e di nuovo lui si mise a guardarle i capelli che brillavano alla luce e le spalle nude, poi nel buio lei gli prese la mano, disse, Buonanotte, e poco dopo si addormentò. Per Louis era sorprendente la velocità con cui Addie riusciva ad addormentarsi.

Addie spense la luce. Dov'è la tua mano ?
Proprio qui, accanto a te, dove sta sempre.
Gliela prese. Adesso possiamo di nuovo parlare, disse.
Di cosa vuoi parlare?
Voglio sapere cosa pensi.
Di cosa?
Del fatto di stare qui. Che effetto ti fa adesso. Passare la notte qui.
Ormai riesco ad accettarlo. Mi sembra una cosa normale.
Normale e basta ?
Sto cercando di spassarmela un po' con te.
Lo so. Dimmi la verità.
La verità è che mi piace. Mi piace molto. Se non lo facessimo,mi mancherebbe. Tu che ne pensi ?
Adoro questa cosa. E' meglio di quel che speravo. E' una specie di mistero. Mi piace per il senso di amicizia. Mi piace il tempo che passiamo insieme. Starcene qui al buio di notte. Parlare. Sentirti respirare accanto a me se mi sveglio.
Anche a me piace tutto questo.
E allora parla con me, rispose lei. Adesso parla con me. Dimmi qualcosa che non ho ancora mai sentito.

Poi cominciò a piovere.
E' meglio se chiudo.
Non del tutto. Non è un buon profumo ? E' delizioso, adesso.
Davvero.
Louis si alzò, socchiuse la finestra e tornò a letto.
Erano sdraiati uno accanto all'altra e ascoltavano la pioggia.
E così, la vita non è andata bene per nessuno dei due, quantomeno non come ce l'aspettavamo, disse Louis.
Anche se adesso, in questo momento, mi sta piacendo molto.
A me sta piacendo più di quanto io pensi di meritare, disse lui.
Oh, ma tu meriti di essere felice. Non credi ?
Credo sia quello che mi sta capitando in questi ultimi mesi. Per un motivo o per l'altro.
Continui ad avere dubbi sul fatto che possa durare.
Tutto cambia.

Da me, mia moglie non ha mai avuto ciò che avrebbe desiderato. Aveva una specie di idea, una nozione di come dovrebbe essere la vita, di come dovrebbe essere il matrimonio, ma tra noi non è mai andata a quel modo. Io l'ho delusa. Avrebbe dovuto trovarsi qualcun altro.
Sei di nuovo troppo severo con te stesso, osservò Addie. Chi riesce ad avere quel che desidera ? Non mi pare che capiti a tanti, forse proprio a nessuno. E' sempre un incontro alla cieca tra due persone che mettono in scena vecchie idee e sogni e impressioni sbagliate. Anche se, ripeto, questo non vale per noi due. Non in questo momento, non oggi.
Anche per me è così. Eppure persino tu potresti stancarti di me e non volerne più sapere.
Se dovesse succedere, possiamo smettere, disse lei. Questo è l'accordo tra noi, no ? Anche se non ce lo siamo mai detti.
Sì, quando ti stanchi puoi dirlo.
Anche tu.

Questi brani sono tratti dall'ultimo libro di Kent Haruf, Le nostre anime di notte, uscito postumo nel 2015. Uno scrittore che prende totalmente, la più bella scoperta letteraria di quest'anno per me.

Vi consiglio anche e soprattutto la sua splendida Trilogia della Pianura (Benedizione, Canto della Pianura, Crepuscolo), anche questa edita da NNE.

in girum imus nocte



'Non fare lo stupido -gli rispose sua sorella, anche se già cercava di reprimere un sorriso.
Lui stava pensando a un gioco che avevano inventato da bambini: ridere a comando, ma in maniera spontanea, senza senso. Avevano usato quello stratagemma per sfuggire ai compiti, per poter uscire prima dalla messa. Lavorandoci sodo e con dedizione avevano sviluppato e perfezionato quella capacità: rotolarsi sul pavimento sghignazzando, tenendosi la pancia come pazzi, prima di andare dal dottore o di intraprendere qualche viaggio di famiglia, oppure la mattina di un compito in classe per cui non avevano studiato.
Nessuno dei due ricordava come fosse nato, ma a causa di quel gioco erano stati puniti in molte occasioni, nonostante si fingessero sempre innocenti. Non riusciamo a resistere, dicevano, sempre ridendo, le lacrime a lambire l'angolo degli occhi, fino a quando le loro rimostranze non li avevano portati a una seduta settimanale collettiva da uno psicologo infantile.
Anche dopo tutti quegli anni erano entrambi orgogliosi di non essersi mai traditi a vicenda...

La piazza di T era semplice, relativamente ben tenuta, e pittoresca...
L'Hotel Imperial occupava il lato sud della plaza... Nell'albergo c'erano anche l'unico ristorante e l'unico bar del paese, una piacevole terrazza dove ho trascorso molte serate ad ammirare la piazza sonnolenta. Il mio momento preferito della giornata era subito dopo il tramonto, quando la luce del giorno svaniva dietro la cresta occidentale e si accendevano i quattro lampioni della piazza. Quei minuscoli boccioli di luce arancione mi riscaldavano: erano così piccoli e il buio così immenso.
Mi piaceva restare seduto lì a guardarli, abbracciando con gli occhi quello spazio dove non sembrava accadere mai nulla.
Devo ammetterlo: la stessa calma oppressiva che avevo detestato da piccolo, ora la trovavo quasi affascinante.
Ma che aspetto ha il niente ?

Quando finalmente arrivò la madre di Rogelio, o meglio, quando gli fu portata davanti, si stupì nel constatare quanto fosse piccola. Ricordava che Rogelio gliela aveva descritta come una donna dalla presenza imponente, con un carattere imperioso e una voce tonante, capace di spaventare gli uomini; ma il tempo aveva cancellato tutto quanto e ciò che restava era qualcosa di più leggero e più dolce. La pelle chiara era quasi trasparente e coperta di rughe intricatissime, come un foglio di stagnola accartocciata e poi spianata di nuovo con la mano. I capelli sottili erano diventati completamente bianchi ed era avvolta in una decina di strati, uno scialle sopra un maglione sopra una camicetta a maniche lunghe sopra un altro maglione. Portava calzettoni di lana al ginocchio sovrapposti a un paio di pantaloni della tuta e, sopra ancora, una gonna blu che le arrivava a metà polpaccio.
Apparteneva a una generazione e a una cultura che avevano il massimo rispetto per il freddo, una cultura che non si fidava del calore, ma lo considerava solo un'illusione sporadica e passeggera.
Il freddo è permanente, eterno, affidabile. Il freddo segna l'inizio e la fine di ogni giornata...

Da 'Di notte camminiamo in tondo' di Daniel Alarcòn (2013).
Il titolo riprende la famosa frase palindroma (cioè che si può leggere anche alla rovescia)
In girum imus nocte et consumimur igni
(Andiamo in giro la notte e siamo bruciati, consumati dal fuoco),
che è anche il titolo di un piccolo libro di Debord.
Non a caso Alarcòn ha tratto un'epigrafe proprio dalla Società dello spettacolo :

L'esteriorità dello spettacolo in rapporto all'uomo agente si manifesta in ciò, che i suoi gesti non sono più suoi, ma di un altro che glieli rappresenta. E' la ragione per cui lo spettatore non si sente a casa propria da nessuna parte, perchè lo spettacolo è dappertutto.

domenica 9 luglio 2017

hamburger zombies

https://www.youtube.com/watch?v=ETZ1fjAways


http://www.repubblica.it/esteri/2017/07/05/foto/germania_amburgo_g20_manifestanti_zombie-170039188/1/?ref=tblf#3

Arrivano gli zombies e assediano i G20.
Fanno i morti e accolgono i nostri capi con un dolce saluto: Benvenuti all'inferno!
Peccato che alla fine risorgano, non si sa bene come e perchè.
Ma è già qualcosa: finalmente gli altermondialisti si raffigurano per quel che sono diventati.
Ed usano la morte come arma.
I black bloc vengono oltrepassati, anche se ne combinano ancora delle loro....
Ma cosa volete che sia il solito teatro della distruzione confrontato con quello della morte ?
Gli zombie sono un passo oltre, sono all'altezza di chi sta nei palazzi del summit, e di chi sta a casa ad assistere, attonito e impotente, ai congiunti spettacoli del nulla...


sabato 8 luglio 2017

tra le aquilone, l'aquilone...

Lo psicoterapeuta italo-americano Luciano L'Abate, nel suo ' Il sé nelle relazioni familiari' (2000), ha proposto uno schema di base che raffigura quattro polarità del Sé su un rombo: il triangolo basso si muove tra l'assenza del sé (no self), l'eccesso e la carenza del sé (selfishness e selflessness). Il triangolo alto si muove invece tra questi ultimi due angoli ed un terzo, quello che tende alla pienezza del sé (selffullness).


A partire da essa, nei 'Dilemmi (diletti) del gioco' (2004), ho proposto un suo arricchimento completandone i lati: la violenza appare qui caratterizzata da aggressività e passività, tra loro ricorsivamente intrecciate e reciprocamente autocatalitiche; un sistema è massimamente votato alla violenza quando convivono e si rafforzano tra loro una minoranza aggressiva (strapotente e dominante, spesso in forme mistificate ed a conflitto latente) ed una maggioranza passiva (impotente e ridotta in stato di minorità, spesso rassegnata e collusa).
La nonviolenza è presentata invece , sui lati del triangolo alto, come l'insieme di assertività ed empatia: mai l'una senza l'altra per evitare gli eccessi, sia di auto- sia di etero-centrazione.



In 'Casca il mondo!' (2007) ho ulteriormente sviluppato le riflessioni sul 'rombo-aquilone', mettendo in evidenza i passaggi avvenuti a mio parere nel corso degli anni tra la fine del secolo XX e i primi anni del XXI.
Ho rivolto l'attenzione alle diagonali: quella tra aggressività ed empatia, nella quale andavano a svilupparsi le nuove forme della violenza, quelle tipiche del conservatorismo compassionevole, del consumismo e delle guerre umanitarie: un coacervo pericolosissimo e coperto di dominio e cura, ammantato di principi democratici e solidaristici, ma capace -perlomeno quanto i moventi degli schemi precedenti (peraltro sempre sussistenti e coesistenti a questo)- di devastare e distruggere popoli, culture, persone.
Già allora quindi cercavo di rispondere invitando il mondo dell'educazione e della politica a reagire sviluppando al massimo livello la diagonale opposta, quella che si muove tra assertività e passività: da un lato accrescendo la nostra capacità proattiva (quella di proporre, intraprendere, creare, dire sì) e dall'altro arrischiando sempre più la nostra messa in gioco attraverso un potenziamento della non collaborazione attiva, della resistenza passiva, del dire no.



'Fare il morto' (2016) completa al momento l'esplorazione della figura.
Sono giunto e si parte da una visione più pessimistica della situazione-mondo, caratterizzata da un'evidente sconfitta dell'educazione e della politica, ormai divorate dal mercato, dalla finanza e dalla guerra. La violenza strutturale e culturale dell'attuale dominio sembra aver occupato la massima parte di tutti i lati dell'aquilone: l'aggressione si è fatta permanente e senza regole, la cura è trasfigurata in ansia di sicurezza, la passività dei molti si rivela in tutta la sua potenza depressiva.
Ed anche l'assertività trova ormai spazio quasi soltanto nella dimensione virtuale dei social, propagandate come attività e libertà assoluta delle e nelle relazioni di rete, promosse dal libertarismo anarco-capitalista.
Le possibilità e le potenzialità di 'fare il morto' si muovono sul lato della passività, o almeno su una sua parte che resta ancora libera dalla violenza e dal dominio: per restare vivi, e per provare a sentirsi ancora vivi, orientati a 'liberarsi della libertà'.
Una visione controparadossale che invita a ridurre l'attivismo senza requie della prestazione per ritrovare il senso dell'agire, del giocare, del godere e del patire.
Da qui si apre -al momento, e per i tempi che vengono- gli impervi e inesplorati sentieri dell'il-lud-etica.


venerdì 7 luglio 2017

imbrogli

Ma chi ci ha costretto ad accettare di aprire i nostri porti, e solo i nostri, a tutti i migranti ?
Ora finalmente la Bonino ce lo dice: l'abbiamo scelto noi, in modo tale che la UE chiudesse un occhio sul resto, ad es. le finanze disastrate, del nostro paese.
Ora si capisce perchè tocchi solo a noi e perchè gli altri possano far finta di nulla, imbrodarci di parole e soldi, e dirci continuamente no sugli sbarchi.
Ma aggiungerei anche: l'Italia non sta avendo attentati sul suo territorio, a differenza di quasi tutti gli altri.
Non è che l'accoglienza ai migranti ha a che vedere anche con questo, con un altro patto scelllerato, questa volta direttamente con chi finanzia e muove l'Isis ?
Perchè stupirsene ?
E' evidente che molte cose, a rigor di ragionamento, non tornino.
A meno che non ci siao sotto i nostri soliti imbrogli, quegli stessi che non ci permettono di procedere davvero su Ustica o su Ilaria Alpi e Milan Hrovatin.
Affari di stato, gestiti sottobanco, sempre molto più potenti e decisivi di quelli che avvengono alla luce del sole (sempre che il Parlamento sia un luogo trasparente e aperto).
NB: In ogni caso, il comportamento dei paesi europei è davvero insopportabile.

Altro imbroglio da fuori di testa.
Vogliono innalzare ancora l'età pensionabile.
Ma, ammonisce lo stesso Boeri, di questo passo i giovani non lavoreranno proprio mai e non avranno mai neppure uno straccio di pensione.
In Giappone, proseguono a lavorare anche dopo l'età di pensionamento, magari pagati meno ma lo fanno.
Sono troppi quelli che muoiono per sovraccarico di lavoro, ma troppi anche quelli che si suicidano quando smettono. Per cui qualcuno ora propone di mettere l'età pensionabile a 85 anni, per limitare le depressioni e i suicidi nel Sol Levante (che, ovviamente, non vuole mai tramontare).
Ma non sarebbe meglio inventarsi qualcos'altro al posto del lavoro ? o magari non far nulla e riposarsi ? o fare il morto ?
No, i giapponesi sono peggio dei lombardi e dei veneti.
Chi non lavora non mangia, non fa l'amore e...non vive!
Per poter uscire da questo imbroglio dovrebbero smettere di imbrogliarci col mito del lavoro e dovremmo smetterla di farci imbrogliare così volentieri.
Ma chi ce la farà ?

mercoledì 5 luglio 2017

bambini cari

Charlie è un piccolo bambino che viene tenuto artificialmente in vita da quando è nato, senza alcuna possibilità di cura.
I genitori lo vogliono a casa e vorrebbero tentare tutte le sperimentazioni possibili.
Hanno raccolto un sacco di soldi da gente di tutto il mondo per farlo.
Ma i medici e i tribunali inglesi non glielo permettono.
Sinceramente non capisco perchè.
Cosa ci vuole a trasferirlo a casa, anche a rischio che muoia nel trasloco ?
Immagino che i genitori libererebbero i medici da qualunque responsabilità, nel caso.
E allora, cosa ?
Poi non ci si stupisca che le persone nutrano sfiducia verso la medicina o la giusizia.
Quando le sente feroci e disumane, le teme e se ne distacca.
Preferisce tornare a credere a Dio o ai miracoli. O a nulla.
Forse è per questo che Trump, il Papa e il Bambin Gesù (nel senso di clinica) si rifanno sotto.
Per riprendere spazio, alle spalle dei bambini.
Ma, se dall'altra parte c'è solo il razionalismo barbaro degli ospedali e dei giudici, e la laicità diventa solo questo, è facile che vinca l'altra faccia della stupidità, semplicemente perchè appare almeno più umana.

Avete visto la pubblicità dell'ANIA (l'ente che cura le assicurazioni per la sicurezza stradale) ?
Una signora anziana si trasforma progressivamente in bambina, in una sorta di inquietante visione post-human.
Noi sappiamo che tecnicamente lo spot di Saatchi&Saatchi è stato girato alla rovescia, da bambina ad anziana, ovviamente.
Ma l'effetto è forte, soprattutto se l'immagine si considera in rapporto allo slogan finale, paradossale davvero: Proteggi la tua voglia di crescere.
Un'immagine di donna che decresce per parlare ancora una volta di crescita.
La decrescita felice è diventata questa ?
Bambini divenuti oggetto di commercio, simboli di felicità e di benessere, mentre li condanniamo ad una vita terribile, quella che li aspetta. O semplicemente al nulla di oggi.
L'importante è far soldi, con le assicurazioni o con gli ospedali o con la moda, poco importa.


domenica 2 luglio 2017

il paese delle piccole cose

Si apre luglio e prosegue una lunga estate calda in città, la prima intera senza viaggiare, dopo tanti anni.
Sì, cari e affezionati lettori (che ho tenuto a stecchetto già in queste ultime settimane per l'ennesimo passaggio del ciclone Viviana): non sarà un'estate di reportage esotici, foto colorate, diari d'amore e sogni all'orizzonte.
Sarà un'estate cagliaritana: lenta, riposante, pigra, leggera, ospitante e profumata, noiosa e musicale, forse creativa ed illudetica.

Pochi e rari gli avvenimenti in casa, se escludiamo:
-lo spostamento del lettone davanti alla finestra per stare nella corrente e del divano sotto la vetrata e di fronte al ventilatore;
-la crescita esponenziale della vite canadese verso l'alto, aiutata da un intreccio di legnetti e canne amorevolmente intrecciate;
-la morte improvvisa di Samuel Geckett, il mio gechetto preferito, che da tempo allietava le notti sui muri del soppalco;
-le grandi pulizie del bagno e il riordino della cucina, in cui mattonelle e porcellane ritornano all'antico splendore, grazie all'opera della maghetta armata solo di ramina e varechina;
-passaggi brevi di ospiti in cerca di festival e spiagge, dopo mesi di lavoro e stress da metropoli, desiderosi soprattutto di dormire e di svegliarsi tardi senza sveglie.

Pochi e rari gli eventi extra muros:
-è stata una bella emozione rivedere i L'Abate a Ghilarza, entrambi ultraottantenni ma ancora belli vivi e attivi, decisi e sconclusionati come sempre, e come sempre insieme;
-ma è stato triste assistere alla povertà e all'inaridimento di nonviolenza e anarchia, le due parole politiche che amo di più, durante il fantomatico seminario che lì si è tenuto;
-è stato bello festeggiare il compleanno di mia nipote a Fighezia, nelle campagne di Fluminimaggiore, dove lei sta iniziando una nuova fase della sua vita, più autonoma e più libera, spero;
-è stato straniante ritrovarsi al giardino delle pietre musicali di Sciola, già trasformato in qualcosa d'altro, già un po' troppo celebrativo e museificato, e -nonostante la sua potenza e magnificenza insopprimibili- quasi ridotto a business e marketing familiare;
-è stato faticoso attraversare la Sardegna avvolta da una calura bruciante, sempre più intensa, troppo forte per essere vera a giugno, eccessiva e inquietante;
-è stato deprimente assistere avant'ieri in facoltà ad un convegno di filosofi, antropologi e medici sulla sofferenza umana: ognuno parlava di sé e per sé, senza confronto e senza dialogo, senza sapere perchè; faceva soffrire;

Ed ora?
Oggi Viviana ha iniziato a Quartu la sua guardia turistica che andrà avanti per due mesi interi.
Da qui a metà luglio io avrò ancora qualche riunione, esami e tesi (anche Marta, mia nipote, si laureerà tra poco).
Andremo ogni tanto al mare, a qualche concerto, faremo piccoli giri nell'isola, attenderemo altri ospiti, ci faremo invitare a cena da amici, vedremo dei film all'aperto.
Scriverò forse ancora altre pagine del mio nuovo libro, che da tempo girella tra i circuiti della mia mente e del mio corpo: Fondamenti di Illudetica.
Ci prepareremo ai nuovi viaggi, alla stagione autunno-inverno delle trasmigrazioni: di nuovo Andalusia e Portogallo e una puntata nel deserto marocchino e nell'Atlante, poi forse l'India, a fine anno, per la prima volta.