giovedì 27 ottobre 2022

e ci risiamo, 2...

 Ricomincia il balletto antifascisti contro fascisti.

Fascisti che organizzano dibattiti ed antifascisti che protestano non si sa bene contro chi e cosa, visto che i fascisti sono ormai al governo del paese.

L'antifascismo -come ogni 'anti'-  ha già perso da tempo.

E non è stato distrutto da Giorgia Meloni e dai fascisti, ma proprio da quelli che -negli anni- si sono definiti antifascisti, ma hanno costruito le condizioni per un'ascesa del neofascismo ( e, soprattutto, del neo-fashismo).

Inutile insistere, anche se pacificamente: si prenderanno solo altre botte.

Non giustifico le cariche agli studenti e credo siano un primo segno di quel che ci aspetta sulle piazze.

Ma non vedo che senso possa avere opporsi ad un dibattito con Capezzone, quando lo stesso ha la possibilità di pontificare giorno e notte in tv.

Significa non aver capito che la demonizzazione del nemico non funziona più: l'abbiamo già visto con Berlusconi e Trump, lo stiamo vivendo con Putin, l'abbiamo verificato ancor più di recente con la Meloni.

E, alle prossime elezioni, non funzionerà con Vox in Spagna e con il Fronte nazionale in Francia (anche se lì esiste ancora qualcosa che possiamo chiamare opposizione).

O ci si fa portatori di altri messaggi e di altre visioni o, se si continua soltanto ad osteggiare l'avversario, proseguiremo a perdere e a prenderle ( e, da ora in poi, non solo a parole o nelle urne, ma anche in faccia).

Se verrà a rafforzarsi il circuito della violenza reciproca, ci ritroveremo ancora una volta dentro il gorgo 'protesta-repressione-terrore', già vissuto negli anni del piombo.

Non possiamo sperare che siano loro, soprattutto ora che sono andati al potere, a smetterla.

Non ne avrebbero alcun interesse.

Tocca a noi.

Ma non credo che ne saremo capaci: il deficit di nonviolenza è troppo alto.



sabato 22 ottobre 2022

un secolo dopo, ci risiamo...!

 Il governo di destra-destra si conferma capace ancora una volta di manifestare fieramente la propria connotazione ideologica.

Se ne frega della post-modernità, del pensiero debole e debolissimo, della post-ideologia.

Ed ecco comparire ai nostri occhi, dopo gli spettri di La Russa e Fontana, ministeri dai nomi evocativi: del Mare (leggi: anti-immigrati), della Natalità (leggi:anti-gay e anti-aborto), della Sovranità (per lo meno 'alimentare', visto che su altre -finanziaria, informatica, politica- ci sarà ben poco da fare), del Made in Italy (scritto, paradossalmente, proprio così, in una lingua straniera, ma sovrana nell'intero mondo fashionista, produttivista e liberista), del Merito (scritto in italiano, vicino ad Istruzione.


E, a proposito di merito: i nomi dei ministeri, sinceramente colpiscono molto più dei nomi dei ministri scelti: non mi pare si possa dire che il livello sia più basso, meno familista e becero, più o meno indecente dei governi precedenti (giallo-verdi, rosa-verdi, ulivisti o draghiani).

Il tempo dei 'competenti' è finito: è tornata la politica (cioè gli uomini di partito), babe!

Se lo sono meritati, pare.

E ce li meritiamo. Non sono né meglio né peggio di noi, o almeno di coloro che li hanno votati, o che -andando a votare, chiunque abbiano scelto- hanno proseguito a collaborare a questa farsa di regime.

E' il momento di Lollo (non di Gina, ma del cognatino di Giorgia), di Danielona (quella che difenderà almeno i suoi chioschi dalla Bolkenstein), del gigante buono Crosetto (che ha sempre venduto armi e proseguirà a farlo con più agio alla Difesa; d'altronde, dove lavorava la Pinotti e che ceffo era Guerini?), dell'ineffabile Adolfino che passa dai servizi segreti ai pubblici servizi, della fanatica Roccella che soffierà fuoco e fiamme sui diritti dei miscredenti, del pio SanGiuliano che, dopo aver condotto mirabilmente il Tg2 saprà ora spaziare degnamente nel culturame nazionale (identitario e nazionalista).


Che dire?

Confortato dal fatto che tutto questo non sia fatto in mio nome.

Sconfortato da quel che dovremo vedere nei prossimi mesi: chiamati come saremo a deplorare o tifare per l'integralista di turno, ad odiare i nemici e i traditori (cioè noi stessi), a militarizzare le nostre azioni e reazioni (presentat'arm!), a nasconderci per sopravvivere (o anche solo per la vergogna di non poter far nulla contro quel che sta avvenendo e avverrà di noi e delle nostre vite).

George Orwell aveva già visto tutto di quel che stava per accadere già nel '39.

Ora, a cento anni esatti dalla Marcia su Roma, tocca a noi vederlo e -almeno sino a quando sarà possibile- dirlo.

Un po' più in basso di noi si vedevano i tetti delle case estendersi senza sosta, i piccoli tetti rossi su cui cadranno le bombe...E' ironico come continui a pensare alle bombe. Certo, è fuori di ogni dubbio che arriveranno presto. Si può intuire quanto sia vicino dalle cose che scrivono nei giornali per tirare su il morale...Come faranno i bombardieri a mancarci quando arriveranno? Non siamo altro che un unico grosso bersaglio. E probabilmente senza preavviso.

Perchè, chi è così dannatamente stupido da dichiarare guerra oggi giorno?

Se io fossi Hitler manderei i miei bombardieri nel bel mezzo di una conferenza sul disarmo. In una mattina tranquilla, quando gli impiegati sciamano sul London Bridge, quando il canarino canta e la vecchia appende i mutandoni al filo....zoom, whizz, plonk! Case che saltano in aria, mutandoni intrisi di sangue, il canarino che canta sui cadaveri...

In qualche modo è un peccato, pensai...Com'è pacifico tutto! Come delle distese selvagge senza animali selvaggi. Nessun fucile che spara, nessuno che lancia granate, nessuno che picchia qualcun altro con un manganello di gomma. Se ci pensate, nell'intera Inghilterra in questo istante probabilmente non c'è nemmeno una finestra di camera da letto da cui qualcuno stia sparando con una mitragliatrice.

Ma tra cinque anni da ora? O tra due? O uno?


Tutto d'un tratto mi sentivo pensieroso e filosofico. In parte era perchè non avevo alcun lavoro da fare...Mi sentivo d'umore alquanto profetico, l'umore in cui si prevede la fine del mondo e si prova un certo piacere nel farlo...La solita folla fluiva sul marciapiede, tutti quanti con quella folle espressione fissa sul volto che hanno le persone sulle strade di Londra, e c'era il solito ingorgo del traffico, coi grandi bus rossi e il ruggito dei motori e i clacson che suonavano.

Abbastanza rumore per svegliare i morti, ma non questa gente qua, pensai.

Mi sentivo come se fossi l'unica persona sveglia in una città di sonnambuli.

E' un'illusione, naturalmente...Questa specie di sensazione profetica che continua a sopraffarmi in questi giorni, la sensazione che la guerra sia proprio dietro l'angolo e che essa sia la fine di ogni cosa, non ce l'ho solo io. Ce l'abbiamo tutti, più o meno...Ma era così che mi sentivo.

Siamo tutti sul ponte di una nave in fiamme e nessuno lo sa tranne me.

Guardai i volti instupiditi che mi scorrevano accanto. Come i tacchini a novembre, pensai.

Senza la minima idea di cosa sta arrivando loro addosso.

Era come se avessi i raggi X nei miei occhi e potessi veder camminare gli scheletri.

Pensai in avanti di qualche anno...Succederà? Non c'è modo di saperlo. In alcuni giorni è impossibile crederlo. In alcuni dico a me stesso che non è altro che uno spauracchio messo in piedi dai giornali. In altri sento nelle mie ossa che non c'è modo di evitarlo...


Conoscete la sensazione che si aveva quando si lasciava il fronte.

Una sensazione di rigidità in tutte le articolazioni e, dentro, una sorta di vuoto, una sensazione che non potrai mai più aver interesse per qualcosa. In parte era paura e sfinimento, ma soprattutto noia. In quel tempo nessuno vedeva una ragione per cui la guerra non potesse andare avanti in eterno. Oggi, domani o il giorno dopo tornavi al fronte e forse la settimana dopo ti avrebbero ridotto in poltiglia, ma quello non era brutto come l'orribile noia della guerra che proseguiva per sempre.


Gesù! A cosa serve dire che uno non dovrebbe diventare sentimentale per ciò che c'era 'prima della guerra'?...E' anche vero che all'epoca le persone avevano qualcosa che noi oggi non abbiamo.

Che cosa? Semplicemente che non pensavano al futuro come a qualcosa da cui essere terrorizzati...

Non sentivano crollare il terreno sotto i piedi.


Nulla sembrava strano in quei giorni. Era come una macchina enorme che ti afferrava. Non si avvertiva di agire per la propria libera scelta e, al contempo, non si percepiva nessuna consapevolezza di offrire resistenza. Se la gente non avesse provato quelle sensazioni, nessuna guerra avrebbe potuto durare tre mesi. Gli eserciti avrebbero fatto i bagagli e sarebbero tornati a casa...Gli uomini nelle trincee non erano patriottici, non odiavano il Kaiser...Ma d'altro lato non venne loro in mente di provare a scappare. La macchina ti aveva afferrato e poteva fare di te quel che voleva. Ti sollevava e ti gettava in posti e situazioni di cui non avresti mai sognato e non sarebbe sembrato particolarmente strano se ti avesse gettato sulla superficie della luna...


Guerra! Iniziai a pensarci di nuovo. Arriverà presto, questo è certo.

Ma chi ha paura della guerra? Cioè, chi ha paura delle bombe e delle mitragliatrici? Tu, direte.

Sì, io ho paura, e così chiunque le abbia mai viste.

Ma non è la guerra che importa, è quel che accade dopo. Il mondo in cui anneghiamo, quel mondo dell'odio, degli slogan. Le camicie colorate, il filo spinato, i manganelli di gomma...E le processioni, i manifesti con volti enormi, e le folle di un milione di persone che esultano per il capo fino a che non rimbambiscono se stesi al punto da credere che lo adorano davvero e per tutto il tempo, dentro, lo odiano al punto da voler vomitare.

Succederà tutto questo. Oppure no? In alcuni giorni so che è impossibile, in altri so che è inevitabile. Quella sera, comunque, sapevo che sarebbe accaduto.


Perchè qualcuno, che non sia morto dal collo in su, dovrebbe dubitare che ci siano tempi brutti in arrivo? Non sappiamo nemmeno cos'è, eppure sappiamo che sta arrivando. Forse una guerra, forse un crollo...Ovunque ci stiamo dirigendo, stiamo cadendo in basso. Nella tomba, nella fogna. Non si sa nulla. E non si può affrontare quel genere di cose a meno che non si abbia dentro il giusto stato d'animo.

C'è qualcosa che abbiamo perso in questi ultimi vent'anni dopo la guerra. E' una sorta di succo vitale che abbiamo spremuto fuori finchè non è rimasto nulla.

E' tutto un correre di qua e di là! Un eterno arrabattarsi per un po' di contante. Un eterno frastuono di autobus, bombe, radio e squilli di telefono. I nervi a pezzi, gli spazi vuoti nelle nostre ossa, al posto del midollo...


Vi dirò quello che la mia permanenza a Lower Binfield mi aveva insegnato, e cioè questo: accadrà tutto. Tutte le cose che si sospettano, le cose di cui si ha il terrore, quelle che ci si convince non siano altro che incubi o che accadano solo nei paesi stranieri. Le bombe, le file per il cibo, i manganelli di gomma, il filo spinato, le camicie colorate, gli slogan, i volti enormi e le mitragliatrici che sparano dalle finestre delle camere da letto. Accadrà tutto...Non c'è scampo. Potete opporvi, se volete, o guardare dall'altra parte e fingere di non accorgervene, o prendere la vostra chiave inglese per spaccare un po' di facce insieme agli altri. Ma non c'è via d'uscita.

E' solo qualcosa che accadrà.


George Orwell, Una boccata d'aria, 1939




giovedì 20 ottobre 2022

un pazzo di scienza

 

Vi ricordate di quando il vecchio Cossiga iniziò a picconare a destra e a manca ?

Fra mille deliri alzheimeriani, scaturivano però dalle sue parole vari brandelli di verità.

Nascoste, coperte, mistificate, sussurrate da tempo.

Lo stesso sta avvenendo ora con il vecchio Berlu.

I megalomani non accettano di perdere vita e potere e lanciano i loro ultimi ululati.

Soprattutto contro i giovani lupi che, dopo essere stati allattati e coccolati a lungo, ora vogliono prendersi il branco.

Ma -inutile girarci intorno- la ricostruzione che ha dato del perché si è giunti alla guerra in Ucraina è condivisibile e realistica, suffragata dalla successione storica degli eventi.

Nell'ordine:

  • se si fossero davvero implementati gli accordi di Minsk (e i garanti di quell'accordo fossero intervenuti a correggere l'atteggiamento successivo dell'Ucraina), Putin avrebbe proseguito a ritenere più conveniente non avviare l'operazione speciale;

  • se Nato e Usa non avessero già da tempo trasformato l'Ucraina stessa in un loro protettorato economico ed in un loro avamposto militare anti-russo, Putin non avrebbe invaso quel paese;

  • se l'Occidente non avesse creato le condizioni per circondare la Russia, espandendosi non solo nei paesi europei al confine (quelli ex Patto di Varsavia), ma facendo balenare l'inclusione anche dell'Ucraina nella Nato, Putin non sarebbe intervenuto militarmente;

  • se l'Ucraina non fosse armata e foraggiata ampiamente da tutti i paesi occidentali, la guerra si sarebbe conclusa in breve, senza le attuali ricadute economiche sull'Europa e senza lo spargimento di sangue e distruzioni in quel territorio;

  • se oggi non partono una tregua, un cessate il fuoco, una trattativa è perché siamo noi a non volerla e a non cercarla; spettava all'Europa ( e non certo a Biden, Putin o Zelenski) fare da mediatrice, ed abbiamo scelto (dovuto scegliere) l'opposto, contro i nostri stessi interessi;

  • tutto questo, alla fine (ed anche su questo Berlu ha ragione), favorirà soltanto gli USA (a breve) e la Cina (a discapito degli USA e dell'Europa, e della stessa Russia) a medio-lungo termine.






mercoledì 19 ottobre 2022

università al crollo

 

Quel che è accaduto stanotte nei pressi della mia facoltà merita soltanto un funereo silenzio.

Inutile parlare, protestare, recriminare, auspicare, pregare.

Tutto è già stato detto.

E tutto appare paradossale.

Paradossale che il crollo sia avvenuto proprio a Geologia (facoltà che non frequenta quasi più nessuno, non a caso, visto che nessuno considera i geologi e li lasciano blaterare -per un attimo- solo dopo i crolli).

Paradossale che i nostri consigli di dipartimento si riunissero proprio lì (anche due settimane fa) e che discutessero di usare i fondi del PNRR per digitalizzare l'università, mentre le aule implodono.

Paradossale che questo fatto, anziché favorire la manutenzione e la sicurezza dei luoghi, porterà ad un aumento della paura a frequentare (già indotta dal Covid) e favorirà una ulteriore richiesta di DAD da parte di molti studenti (e colleghi).

Paradossale che si usino i soldi pubblici per iniziative di puromarketing, ci si riempia la bocca di internazionalizzazione e successi mai raggiunti, e poi non si riesca a tenere in piedi gli edifici come se vivessimo in un qualche paese del terzo mondo.

Paradossale che si continui a cercare la crescita, mentre dovremmo (e potremo) soltanto mantenere qualcosa di quel che abbiamo, ed anche a fatica.

martedì 18 ottobre 2022

fascisti versus fashisti

 

Cosa ci dicono questi giorni di pre-governo Meloni ?

Che la maggioranza Laruss-Ursula (quella che copre tutta la destra, da Meloni a Renzi, con qualche spruzzata anche dentro il PD) sarà la vera maggioranza in Italia.

Anche Berlu ci starà (anche si è astenuto sulla votazione del presidente al Senato, per pura ripicca): non ha alternativa, glielo hanno ricordato i suoi figli ed i suoi compari di partito.

E ieri è dovuto già tornare ed inginocchiarsi a Canossa.

Perchè Forza Italia è sopravvissuta negli anni ai (finti) attacchi della (finta) opposizione e a quelli della magistratura, ma è molto improbabile che possa sopravvivere alla tenaglia che le accoppiate Meloni-Salvini e Renzi-Calenda le stanno creando attorno.

La spolperanno pian piano, e per salti (come già accaduto con vari importanti esponenti, già nell'ultima legislatura).

Forza Italia, comunque, finirà -ormai è chiaro- solo con la morte del suo fondatore.


Purtroppo, non vedo all'orizzonte spolpatori anche per il PD e non credo che -alla fin fine-si spolperà da solo.

Renzi ci aveva provato, ma ha fallito: ecco perché ora si rivolge a destra.

Con Calenda, il gatto e la volpe attendono il fallimento del governo Meloni per riproporsi e riproporre la solita minestra in salsa UE (detta, qui da noi, agenda Draghi).

Quelli che si fanno chiamare 'moderati' infatti non sono altri che estremisti del liberismo mercatista (cioè quelli che ci governano e dominano da almeno tre decenni, dopo la catastrofe sovietica e la fine del consociativismo social-democratico-cristiano).

Sono sempre loro, lì, in attesa.

L'unico vero avversario del neo-fascismo è e sarà il neo-fashismo dell'establishment.

Fontana non dovrà lottare contro i valori della sinistra, ma contro quelli del fashionismo imperante.

E non è detto che ce la possa fare così agevolmente, visto che neppure la Chiesa cattolica ce l'ha fatta.

Il culturame fashionista è infatti talmente diffuso nella società (questa è stata la vittoria reale del berlusconismo, al di là delle sue circonvoluzioni elettorali) che qualunque altro richiamo (al passato o al futuro) che lo contesti non pare destinato al successo.

Quel che il neofashismo prevede e costruisce, infatti, è solo un eterno presente (delle mode, dello spettacolo, del consumo).

L'unica alleata possibile del tradizionalismo 'Dio Patria Famiglia' (sempre che davvero ci credano i suoi alfieri) potrebbe essere proprio quella catastrofe economica che ci indurrebbe forzatamente a ridurre spettacoli e consumi.

A quel punto, potremmo vivere un completo trionfo del neofascismo classicamente inteso.

Ma non sarà facile, né per loro né per noi, comunque vada.

sabato 15 ottobre 2022

come si lotta in tempo di guerra?

 

La destra non fa sconti e non media: sceglie due veri e dichiarati neofascisti a presiedere le Camere.

Due 'Dio, Patria, Famiglia', com'è giusto che sia.

Il 'politicamente corretto' va finalmente in soffitta, il conflitto è aperto.

Da parte loro, ed anche al loro interno.

Basta con i buonismi e le tolleranze liberal, con le parole soffuse e le scelte fashion, stile PD.

Basta con la 'moral suasion' mattarelliana e con il cerchiobottismo Fabio-Fazioso.

Che anche le opposizioni facessero di nuovo le opposizioni ed accettassero la radicalità dello scontro, aprissero i loro conflitti e non subissero soltanto quelli degli altri !

Una democrazia ne avrebbe bisogno come l'aria.

É incredibile che solo la destra ne sia capace.

Ed è per questo che vince.


La società va verso il modello della spaccatura.

La crescente divaricazione economica si manifesta finalmente anche in politica.

Il paese entra da oggi in una fase di guerra civile dichiarata.

Sempre che in Italia esista ancora una società civile che non coincida con la destra.

Come ancora si può vedere -almeno in parte- in Francia.

Non che ottengano granchè, ma almeno lì si lotta e la sinistra cresce nei consensi.

Ma perché Melenchon crescesse ci sono voluti la dèbacle ed il suicidio non assistito dei socialisti e del vecchio PCF.

Attendiamo buone nuove di questo tipo anche in Italia.

Altrimenti proseguiremo a non poter sperare più in nulla, né di buono né di nuovo.

Ci resteranno, in cambio, solo esseri spettrali alla Speranza, ectoplasmi simil-Letta, ameboidi alieni renziani e calendiani, proverbiali sapienti bersaniani d'antan.


Mentre la destra fa e dichiara guerra, a noi e ai russi, i pacifisti vanno a promuovere una manifestazione imbelle e all'acqua di rose, in cui si cerca di imbarcare ancora tutti quelli che ci stanno, PD incluso: sì ad armare l'Ucraina, ma anche (veltronianamente) sì alla tregua e alla trattativa.

Possibile che non si sia ancora capito che soltanto una scelta di difesa non armata ed il rifiuto assoluto della guerra, senza se e senza ma, potrà far rinascere un movimento che lotta per la pace?

Possibile che ancora si balbettino vuoti auspici, proseguendo -dopo otto mesi di guerra ed escalation senza rimedio- a mostrarsi incapaci di fare una scelta antimilitarista e nonviolenta integrale?

La destra vince anche così: perché il conflitto non viene aperto in profondità, alla base dei reciproci valori, ma permane vago, ondeggiante, incerto, opaco.

Il conflitto di valori e prospettive va invece posto nettamente e vissuto pericolosamente: da una parte chi vuole e fa la guerra, dall'altra chi non la vuole e non la fa.

Solo così -paradossalmente- si potrà prender parte alla guerra (civile e mondiale) in corso.

La destra, ieri, ci ha dato l'esempio.

Seguiamolo, dalla nostra parte, se c'è (o se, almeno, vogliamo pensare che potrà esistere).








mercoledì 12 ottobre 2022

ininfluenza assoluta

 

Quando gli Stati Uniti facevano quel che ora fanno i russi (contro Serbia o Iraq o Afghanistan o...) toccava a noi organizzare marce e cortei per la pace.

Solo noi andavamo in strada (con risultati sinceramente scarsi) e venivamo definiti anti-americani.

Ora è in discussione la legittimità stessa di manifestare per la pace: chi è pacifista è filo-russo ed anti-europeo (oltre che, come sempre, anti-americano).

La pace stessa è diventata inevitabilmente una parolaccia: perché può essere pronunciata soltanto da chi la invoca mentre fa la guerra e perché è finita in mano a quegli stessi partiti che hanno votato per la guerra (incluse le verginelle di Giuseppe Conte).

Ma, d'altronde, di cosa stiamo parlando?

Di fare o non fare un corteo per la pace e contro l'Armageddon nucleare.

Qualcosa oggi di totalmente inutile, di assolutamente ininfluente.

Se i potenti decidono di fare la guerra, la fanno (la stanno facendo).

Se decidessero di usare il nucleare tattico, lo faranno.

E da lì l'escalation verso la guerra nucleare globale sarebbe irreversibile.

Non c'è nulla che si possa fare ora.

Neppure da parte degli stessi governanti: il processo della guerra si alimenta da sé e non si può fermare.

Lo vediamo ogni giorno: ogni atto ne chiama un altro, ogni atto dell'uno è provocato dall'altro, ed ogni altra possibilità è esclusa.

É giunto il momento di pagare il conto.

Quel che andava fatto non è stato fatto, ed anzi abbiamo fatto esattamente quel che non andava fatto (produrre e vendere armi, fra l'altro...).

A cosa ci vogliamo attaccare ancora ?

Come dice la pubblicità di un surgelato: 'Siamo onesti!'.


Onestamente parlando, si dovrebbe ammettere che l'opinione pubblica non può più pesare perché molto semplicemente 'non c'è più'.

É solo una creazione dei media e dei social che, così come la fanno, la disfano.

Oggi infatti abbiamo e siamo soltanto un pubblico: ed il pubblico applaude o fischia, chiede il bis, urla o piange commosso, ma non può fare niente di meglio o di più.

Quando lo spettacolo finirà, questo stesso pubblico resterà stupito ed attonito e farà finta -ancora una volta- che tutto sia accaduto all'improvviso, imprevedibilmente, irrazionalmente e in un attimo.

Parleremo (se ci sarà ancora tempo e modo) di follia, di azzardo, di assurdità.

Diremo che quel che sta per accadere era inconcepibile.

Ed invece saremo noi, specie umana sapiens sapiens, ad averlo concepito, preparato e realizzato (o, perlomeno, permesso).

L'anestesia è totale: il pubblico vuole solo distrarsi, divertirsi, gozzovigliare tanto più proprio quanto più sale l'angoscia di sottofondo, la difficoltà (anche materiale) a vivere, la sensazione pervasiva di essere soltanto degli ostaggi in mano a dei criminali di professione.

Appare come un nuovo fato, infatti, quello a cui siamo sottoposti e a cui non riusciamo a sottrarci.

Non ci resta che una possibilità, se vogliamo restare umani: quella di deprimerci con coraggio.







giovedì 6 ottobre 2022

le giuste parole

 

Ora si discute se i ministri saranno tecnici o politici.

Si insiste che il governo sarà politico e che quando un tecnico va al governo diviene 'politico'.

Ma è vero l'inverso: tutto è tecnico, e non esiste più il politico.

Se uno fa il ministro lo farà tecnicamente, perchè non ha alternative.

Torniamo alla 'direzioni tecniche obbligate': ecco perchè la Meloni deve parlare con Draghi.

Non perchè lui fosse l'ex premier, ma perchè lei deve apprendere compiutamente e diligentemente il know-how tecnico per poter governare.

Se ancora esistesse la politica come gestione della tecnica non ci troveremo nella fase del dominio della tecnica.

Quindi, qualunque governo è stato e sarà tecnico, perlomeno a partire dal XXI secolo.


Noi abbiamo di fronte un governo di destra.

Il centro-destra non esiste.

Chi è liberista è di destra, perchè fa politiche di destra.

Anche se Berlusconi fa parte del PPE, ha sempre fatto e sostenuto scelte di pura destra.

Sono di destra anche Renzi e Calenda: inutile che provino a situarsi al centro, perchè il centro è occupato dal PD, che non è mai stato un partito di sinistra, ma l'unico vero partito centrista-liberal nel nostro paese.

Se il PD è di centro (come già decretò giustamente Ingrao quando scelse di non entrare nel Pds), chi sta attualmente a sinistra? Poca roba ed abbastanza vetero, sinceramente.


Dov'è la vittoria?

Con poco più di 7 milioni di voti la Meloni ne governerà 60.

Ormai basta un decimo dei cittadini e li governi tutti, proclamando di aver stravinto.

Accade già da tempo negli USA, ed ora da noi, in tutte le democrature d'occidente.

Putin dice di aver vinto, avendo acquisito ed annesso un sesto dell'Ucraina.

Intanto fa un referendum che nessuno riconosce oltre a lui.

Zelenski dice che sta vincendo e che si riprenderà tutto, anche la Crimea.

Intanto fa un decreto che vieta i negoziati con il nemico.

E nessuno gli ride in faccia.

I russi dicono che potrebbero usare il nucleare per vincere.

Gli statunitensi dicono che anche loro possono usarlo per vincere, e vinceranno.

Tutti vincono.

Ma è sempre più chiaro chi perderà: il pianeta, i viventi e tutti noi insieme.

















lunedì 3 ottobre 2022

Giorgia contro Tina

 

'Qui da voi non è niente' - mi disse.

Mi raccontò della Germania e delle carceri in Spagna. Mentre parlava mi venivano i sudori.

'Abbiamo contro tutto il mondo -mi diceva- Non farti illusioni. É questo che qui non volete capire.

Difendono il piatto e la tasca,i borghesi. Sono pronti a far fuori metà della terra, a scannare i bambini, pur di non perdere la greppia e lo staffile. Arriveranno anche in Italia, sta' sicuro. Parleranno magari di Dio e della mamma...'

(C. Pavese, Il compagno, 1947)


Lo slogan della campagna elettorale di Bolsonaro era 'Dio, Patria, Famiglia e Libertà'.

Mi pare che coincida con quello di Fratelli d'Italia o di Vox.

Con questi slogan hanno vinto e vincono.

Bolsonaro -nonostante un mandato gestito disastrosamente- ha preso ieri 50 milioni di voti e andrà comunque al ballottaggio.

D'altra parte, che dire di un fronte opposto che ancora deve affidarsi ad un catorcio come Lula?

Il vecchio che avanza (e che è avanzato da quel che resta di un passato sporco e scolorito) contro il nuovo che arretra?

E questa sarebbe un'alternativa?


Non mi dilungo su Dio, Patria e Famiglia.

É soltanto fumo da retori, che attrae ed emoziona, ma conta solo come cinica copertura del male.

La parola più pericolosa è Libertà.

Che cosa intendono (intendiamo?) infatti per essa?

Sempre ieri l'ineffabile Cingolani spiegava in tv perché la Meloni stesse già imparando da Draghi come affrontare la crisi energetica.

Ha detto che per lei, come per loro, non c'erano alternative possibili perché si trattava di una 'direzione tecnica obbligata' che richiedeva una 'continuità necessaria nella responsabilità di governo'.

Nessuna libertà di manovra, quindi.

Ma questa è la Libertà di cui parlano.

Perchè quel che conta è seguire la strada già tracciata in economia per il bene del paese, per salvaguardare la sua libertà.

Ecco il paradosso: per dirci liberi, dobbiamo proseguire a fare come chi ci ha preceduto, senza alcuna possibilità di cambiare.

Se la Meloni cambiasse, verrebbe divorata dai mercati e dallo spread (Berlusconi docet).

Se la Meloni, però, non cambia strada, alle prossime elezioni avrà la stessa sorte di Lega e M5S.

Nel primo caso, tornano al potere i tecnici competenti.

Nel secondo caso, ci si affiderà all'ennesima novità di turno o si voterà turandosi il naso ed anche altri meno nobili fori.

E il toto-truffa continuerà, sino a quando ci sarà qualcuno che andrà a votarli.


Ma la questione più grave, triste e pericolosa per la libertà delle nostre vite è -e soprattutto sarà- un'altra.

In cambio della stabilità economica (ridefinita -vedi sopra- come Libertà) -e sempre che la Meloni riesca a garantirla, vista la situazione mondiale- rinunceremo ancora ad altri pezzi di vera libertà e di vera democrazia.

La borghesia e le èlite economico-finanziarie sono interessate in primo luogo al denaro e alla produzione; il resto è opzionale.

Se c'è è meglio, anche per loro. Ma se non ci può essere, meglio tenersi il malloppo a discapito di tutto.

Il XX secolo ce l'ha già insegnato.

Ma cosa abbiamo davvero appreso da allora?

domenica 2 ottobre 2022

catastrofi possibili e catastrofiche possibilità

 

L'estate finisce ed inizia l'autunno.

Il declino, già in corso da tempo, vira ormai verso la caduta libera (e non solo delle foglie).

Ed un lungo, terribile inverno non tarderà ad arrivare.

Stiamo entrando -di fatto- in un'economia di guerra.

Continuano a rinviare, ridimensionare, rassicurare, ma nel frattempo molte cose accadono, sempre più gravi per chi sa vedere.


La guerra si fa permanente e chiude ogni possibilità di soluzione che non sia la distruzione di entrambe le parti in campo, con ogni mezzo (ricatti e sabotaggi reciproci, vendette incrociate e minacce nucleari sempre più realistiche).

Lo so che sembra assurdo, ma ci toccherà morire per Kiev.


L'economia, già asfittica da tempo, procede verso l'asfissia: sempre meno lavoro, sempre meno risorse, sempre meno scambi. In una parola: decrescita (forzata).

I ricchi si arricchiscono, i ceti medi si impoveriscono, i poveri disperano.

Le società si spezzano, crescono odio e risentimento al loro interno e verso i nemici che stanno oltre confine.


I cataclismi climatici divengono normalità dell'emergenza quotidiana.

Anche l'aria, il cielo, il sole, i fiumi ed i mari (dopo i batteri ed i virus) divengono nemici da cui proteggerci e da combattere, per poter anche soltanto sopravvivere.

La transizione ecologica si rivela per quel che è sempre stata: solo una parola vuota, buttata là per rassicurarci sulla nostra buona volontà.


In un contesto di questo genere l'unica parola che vale è solo questa: si salvi chi può.

E chi può (finanziariamente, militarmente, energeticamente) sta già provando a salvarsi da solo.

Altro che Unione Europea!

L'Europa si divide ora anche sull'economia, unico punto di condivisione reale nella sua breve storia.

Gli stati la parassitano se dà denaro con il PNRR, ma la mollano su tutto il resto.


Perchè stupirsi quindi se anche qui da noi torna ad essere premiata la logica autocratica dell'Italy first?

I voti alla destra ed il suo successo dimostrano che:

  • i governi liberisti e guerrafondai favoriscono l'ascesa delle destre;

  • non esiste un nazionalismo sovranista democratico, ma soltanto fascista;

  • è finita definitivamente l'epoca della retorica antifascista;

  • non c'è spazio (politico, prima ancora che elettorale) per una vera alternativa sino a quando sopravviverà il PD;

  • l'unica area sempre crescente è e sarà quella dell'astensione.


Se vogliamo tener conto di queste evidenze, le mie riflessioni possibili su un futuro politico alternativo (per quel che potrà contare, considerata la catastrofe che sta per sommergerci) sono al momento le seguenti:

-Pars destruens: Il fascismo nel quale già viviamo se ne frega di quasi venti milioni di cittadini che non votano.

Se gli astensionisti non si organizzeranno attivamente, non conteranno mai; non importa che le loro visioni siano disomogenee, l'unico obiettivo della loro campagna dovrà essere soltanto quello di boicottare le elezioni, paralizzarne il regolare funzionamento e renderle inutilizzabili anche per chi prosegue a votare;

-Pars construens: Il Partito Democratico è giunto al capolinea e deve scomparire: l'esperimento, mai davvero decollato, è fallito (e non sono io a dirlo).

Lo so che i piccoli e grandi gattopardi sono lì pronti e sapranno ancora una volta cambiare perché nulla cambi. Ma la sua dissoluzione potrebbe favorire l'apertura di un processo politico alternativo, coerentemente anti-liberista, non sovranista ed ecologista.

Difficile crederci ora: resta molto improbabile, ma -almeno in via teorica- si apre una fase in cui esso torna ad essere perlomeno possibile.

ps: nei giorni scorsi ho presentato per due volte (e per la prima volta), a Roma e Prato, il mio Homo homini ludus. se volete vedere i video andate su youtube (un amico mi ha filmato e registrato integralmente, senza il mio benvolere, ma...):

 

Parte 1.

https://www.youtube.com/watch?v=3-Hoa-dBiww

Parte 2.


Parte 3.


Parte 4.