martedì 29 gennaio 2013

fidarsi di Fiora

Per esempio ?

Devo parlarti di Fiora...
Faccio fatica a fidarmi di chiunque, gli dico.
E non mi fido di lei, è vero.

Ma ci stai insieme o no ?
Non è che non ti fidi...Non la ami.

Che... c'entra ? Ma che vuol dire ? Ma come fai ad amare qualcuno che non sai che cos'ha in testa ? E' una persona contraddittoria, che non riesce a spiegarti cosa pensa veramente. Mi racconta la sua vita passata e poi non mi dice tutto. Si apre, ma poi non si sta aprendo veramente. Che cos'è che devo amare, il delirio ?
La sofferenza mentale ? Io voglio una storia bella...Se no, non capisco.

Faccio una pausa.
Don Filippo ordina due amari, senza che io gliel'abbia chiesto.
Si toglie l'affare che c'ha nel colletto, se lo soppesa fra le mani. Mi sorride. E poi lo reinfila nella fessura del colletto.

Cos'è che non capisci ?

Non capisco come dovrebbe essere. Come devo immaginarmela. Una normalità, una trasparenza...

Dovrebbe per chi ?

Come dovrebbe essere tra me e lei.

Ma per chi ?

Per il futuro. Non lo vedo, Don Filippo. Non lo so, per il mio modo di sentire le cose...

Parli di te come se fossi uno che passa di qui per caso. Anche con me. Che invece di vivere la rabbia, lo sconcerto, si chiede come dovrebbe essere. Che non riesci a dire che la ami, o che la odi. Che non la vuoi vedere, che vuoi provare a vedere come va. Ti ha fatto male ? Ti ha fatto male ? Io non riesco a capire quello che senti. Non capisci che è forse questo ?

E' questo cosa ?

Il mondo. Lo sciagurato mondo. Tu sei stato male. Ti sei sentito una merda. Lei è incinta di un figlio tuo e non ti telefona per quasi un anno, e allora perchè adesso lo fa ?

Appunto, come faccio a fidarmi ?

E tu di che ti preoccupi ?

Del futuro...Se questa cosa può funzionare...Se è giusto che io e lei stiamo insieme...

Ha un figlio in pancia che è tuo e tu ti preoccupi del futuro ? Della giustizia ? Del funzionamento ti preoccupi. 
Parli di te e Fiora, della tua vita, dell'amore, come se fosse una cosa che deve funzionare. Ma che cosa vuol dire, Peppe? La odi, non la odi ? Sei innamorato, non sei innamorato, devi farti per forza una domanda ? Fatti questa e non rompere più le palle all'umanità. All'umanità, veramente! Anche alla tua umanità. Guardami. Il resto, basta. Occupati delle cose pratiche! Ogni giorno abbia la sua pena, la sua pena! Fai le cose pratiche, Peppe. Fiora è quella persona lì, non un'altra!....E poi sì, si è comportata male. Okay, hai la ragione dalla tua, e allora ? Vuoi che qualcun altro ti dia l'autorizzazione a provare quello che provi ? Vuoi una morale ? Sai che cosa fai tu ? Fai finta di essere assolutamente non protetto, sincero, ma poi ti proteggi con questa bella sincerità da bambinetta idiota. La sincerità bella, la sincerità che deve essere bella. Tu vuoi che la sincerità sia gentile. Ma ti vedi ? Ti ascolti ? Le persone sono un'altra cosa., Giuseppe. Le persone sono reali ! Ti faccio vedere una cosa; guardami in bocca. Li vedi i denti storti in fondo ? Tocca lì a sinistra, che sembra tutto seghettato. La carie, Guarda. Lo vedi che ci sono due denti sovrapposti a sinistra. Questo sono io, io sono questo. E come me, tutti. Le persone sono creature complesse. O le ami per quello che sono oppure sei fregato...

(pagine finali de Il peso della grazia, appena finito...)

tra due fuochi

Vivo costantemente tra due fuochi, tra due violenze, tra due (false, ma prepotenti) alternative
(varrà solo per me ?) :

- se faccio vivere una banca con i miei risparmi  mi sento complice di un sistema criminale (anche quando funziona legalmente, cosa che non è mai...); se una banca va a rotoli, mette (dicono) a repentaglio i risparmi delle persone, guadagnati col duro lavoro, giorno per giorno, etc etc...
- se parteggio per i militari che intervengono in Mali mi sento (giustamente) un guerrafondaio ed un neocolonialista; se lascio fare a quelli di Al Qaeda, mi trovo in un attimo con le donne recluse in casa, le biblioteche bruciate, e la sharia, etc etc...
-se non vado a votare mi chiamano qualunquista; se vado a votare mi sento qualunquista, impotente, vile, conformista, etc etc...
-se sto da solo mi sento egoista e triste; se sto in compagnia mi sento solo, egoista, triste, etc etc...
-se dico che la catastrofe è qui tra noi, ora, mi trattano da Cassandra; se non dico nulla e attendo, mi danno del menagramo, dell'irresponsabile, del 'tanto peggio tanto meglio', etc etc...
-se dico che sono arrabbiato, mi invitano a rilassarmi; se dico che sono rassegnato, mi invitano ad attivarmi, a partecipare, a dire la mia, etc etc...
-se non so più chi sono mi propongono una terapia; se mostro chi sono, che cosa penso, cosa sento ora...mi vogliono ricoverare lo stesso!

Insomma, unu casinu...!
Ma non ero io che avevo scritto di 'dilemmi diletti' ?
E intanto...

Non mi rendo neanche conto che, dalla mia parte o contro di me, i giorni passano.
La vuotezza del tempo. Perchè esiste la vuotezza del tempo ? 
Non c'è una lettera di san Paolo a proposito ?
San Paolo scrive solo: 'Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò suo figlio'.
E quando allora viene la vuotezza del tempo, Dio che fa, non manda nessuno ? 
Non c'ha nessuno da mandare ?
Nei manuali su internet di autoaiuto per abbandonati  dicono che il tempo guarisce le ferite. 
Ma quando, buttato sul letto, apro gli occhi a pochi centimetri dalla parete, mi sembra che la realtà sia esattamente l'opposto: il tempo non guarisce niente di nulla, il punto è proprio guarire dal tempo...

(Christian Raimo, Il peso della grazia, Einaudi, 2012, p.311)

sabato 26 gennaio 2013

cecità e lucidità

Mai come in tempi pre-elettorali mi tornano in mente 'Cecità' e 'Saggio sulla lucidità' di Saramago.
Poco meno di un anno fa mi aggiravo per Lanzarote, la sua vulcanica isola d'esilio...
Oggi leggo:
Siamo e resteremo ciechi. Ma se potessimo vedere scopriremmo di camminare nella notte (F. D'Isa).

E ancora da 'La tigre' :
Uragani, valanghe e vulcani distruggono le persone, ma sono eventi casuali che nella loro insensata violenza vengono considerati calamità naturali, non scelgono le loro vittime e neppure le metabolizzano. E' raro trovarsi di fronte, come avvenne per questi uomini divorati dalle tigri, a una prova così schiacciante della propria mutabilità di fronte ad una forza naturale senziente. In questo senso le tigri e i loro simili quasi coscienti occupano una posizione intermedia tra gli esseri umani e le catastrofi naturali, In certe circostanze, la tigre può avere lo stesso effetto di un lungo sguardo posato sul cielo notturno...

Notte: fenomeno naturale del passato. L'avvento della luce elettrica è la causa della sua scomparsa; con essa scompaiono anche certi sentimenti: lo sbigottimento e il timor di Dio (Isabella Ducrot)

Le tigri dell'ira sono più sagge dei cavalli dell'educazione' (W. Blake).
L'educazione ci toglie la rabbia, come la luce ci toglie la notte.
E ci lascia spietatamente al sole della ragione, super-vedenti e iper-accecati.

Che mistero molecolare nascondono quelli che si accontentano ?
Nel corso degli anni in cui mi sono impegnato a fare le cose che volevo, essenzialmente tra i trenta e i quaranta, mi è successo d'imbattermi in persone giovani e chiaramente capaci che facevano lavori provvisori (o così a me sembravano), tipo le fotocopie in una cartoleria, e di pensare che un giorno, tornando in quel negozio, non ce li avrei più trovati...Invece sono rimasti lì, a distanza di tutti questi anni lavorano ancora nella stessa cartoleria, e se li guardo meglio capisco che quella vita gli basta, che non ne volevano un'altra, e stanno bene come stanno. E quando mi trovo davanti a persone così che penso di aver sbagliato un sacco di cose. Sapessi quali.
(da Diego De Silva, Sono contrario alle emozioni, Einaudi, 2010; leggendolo ho anche scoperto, oltre a varie  paturnie condivise tra coetanei, la comune riscoperta del valore trasgressivo e profetico delle canzoni di Raffaella Carrà...Tanti auguri, Chissà se va, Forte forte, Rumore, Tuca tuca, etc...)




venerdì 25 gennaio 2013

i nuovi mostri

Sia il metodo genealogico di Darwin sia il metodo decostruttivo di Derrida possono configurarsi come tecniche di investigazione su forme eccedenti l'ordine delle cose, su presenze invisibili alle strutture epistemiche ordinarie, su forme e presenze che per la loro imprendibile straordinarietà risultano irrimediabilmente mostruose.
L'evento, esattamente come il mostruoso, è l'impossibile, o meglio è condizione affinchè l'impossibile accada.
'Se un evento è possibile, se si inscrive in condizioni di possibilità, se non fa che esplicitare, svelare, rivelare, compiere ciò che era già possibile, allora non è più un evento'.
Un evento, per essere tale, non può essere già iscritto nell'ordine del discorso, ma deve andare al di là del suo regime di inveramento.
L'evento, esattamente come il mostruoso, è allora l'incarnazione di un'aporia, è un 'possibile-impossibile' o, per riprendere un esempio dello stesso Derrida, è 'una quercia senza ghianda'.
L'evento derridiano agisce infatti come un atto di speciazione, atto, secondo Darwin, strettamente connesso proprio alla semantica del mostruoso. Nella speciazione, così come nell'evento, si tratta del venire alla luce di una novità nient'affatto iscritta nell'ordine naturale delle cose, una novità mostruosa...
La nuova episteme post-strutturalista dovrà avere delle sembianze mostruose: 'Si annuncia qui un nuovo tipo di problema...di cui oggi possiamo a stento  intravvedere la concezione, la formazione, la gestazione, il travaglio. E dico queste parole, certo, con  lo sguardo rivolto verso le operazioni del parto; ma anche verso coloro che, in una società da cui non mi escludo, distolgono lo sguardo da ciò che è ancora innominabile, si preannuncia e non può che preannunciarsi come necessariamente accade quando una nascita è in opera, se non sotto la specie della non-specie, sotto la forma informe, muta, infante e terrificante della mostruosità...'.
(da C.Fuschetto, Darwin teorico del postumano, Mimesis, 2010, pp.105-9)

Ho ricevuto alcune risposte dai cari amici di Roma, in relazione alle mie domande inquiete e marziane di qualche post fa...
Quel che dico e propongo appare invivibile, poco attraente, non invitante, mostruoso, anche per me.
E sempre più spesso, anche per questo mi sento io stesso un mostro, un alieno tra gli uomini.
Perchè provo a non distogliere lo sguardo davanti al mostro che avanza, e di cui io stesso sono parte.
E perchè provo a dirlo (ma, nel dirlo, io stesso divento ancor più 'mostruoso' per gli altri, quelli che hanno figli e famiglia, che devono lavorare ogni mattina, che non possono pensare troppo a certe cose, quelli che non hanno tempo per, quelli che proseguono a fare bene il loro lavoro, quelli che...)...

Un gruppo di babbuini si era avvicinato ad uno stagno, senza notare i leoni che sonnecchiavano nei pressi.
I leoni si svegliarono e due leonesse, dopo essersi alzate, andarono a nascondersi a lato della pista. Quando balzarono allo scoperto, i babbuini, colti dal panico, si diedero alla fuga, dirigendosi però esattamente in mezzo agli altri leoni. I babbuini erano così terrorizzati che neppure tentarono di arrampicarsi sugli alberi intorno, e si nascondevano il muso tra le mani mentre i leoni si limitavano ad abbatterli menando zampate a destra e a manca...I babbuini sembrano soccombere come contadini davanti a un assalto di guerrieri invasati. Il dettaglio più straziante è la loro rassegnazione: senza speranza di fuga, i babbuini cercano un rifugio nel buio delle loro mani. Se l'immagine è così toccante, è anche perchè quelle mani potrebbero tranquillamente essere le nostre...
(da J. Vaillant, La tigre, Einaudi, 2012, p, 220). 

giovedì 24 gennaio 2013

ancora sull'astensionismo


Tra il Porcellum e l’inciucio. Elezioni 2013, alle urne per un risultato già scritto

Nonostante l'oscillazione nei sondaggi, i più illustri sondaggisti hanno già quantificato nel dettaglio che il prossimo governo non potrà prescindere da un accordo tra il Pd di Bersani e il centro di Monti. Con tutto il contorno: Casini, Fini, Berlusconi. Niente cambierà nella composizione e nelle regole del nuovo Parlamento

Tra il Porcellum e l’inciucio. Elezioni 2013, alle urne per un risultato già scritto
Andremo a votare con il Porcellum, senza poter scegliere i candidati. Eleggeremo un migliaio di parlamentari, come sempre. La sinistra ripropone qualcosa che molto assomiglia al governo dell’Unione, già miseramente fallito con Prodi nel 2006-2008. La destra ripropone Berlusconi, il demagogo che ha occupato la scena degli ultimi 20 anni. Il centro ripropone una rivisitazione di quello che è stato il prodotto migliore che ha saputo estrarre nella storia, una piccola Dc, nobilitata e abbellita dal marchio Monti. Alla Camera, chi sceglierà Monti dovrà tenersi Casini e Fini, con tutto il seguito di vecchie glorie della seconda Repubblica. Al Senato, il governo starà in piedi perché tra Monti e Bersani il patto è già stato siglato e pianificato, in barba ad un eventuale consenso popolare di segno opposto che non è previsto. Perché non può che andare così, come stabilito.
E’ tutto già scritto. Anche che il prossimo esecutivo durerà poco, forse un anno, forse un anno e mezzo. Poi saremo chiamati nuovamente a votare. Chissà in che clima, chissà con quale disastro tutto intorno. Chissà. Il quadro di oggi, comunque, è questo. Non lo diciamo noi, lo dicono i più illustri politologi e sondaggisti sul campo. Proprio ieri, il professor D’Alimonte, nella consueta rubrica sul Sole 24 ore, si è spinto persino a quantificare quanti senatori centristi serviranno a Bersani per tenere in piedi il prossimo esecutivo: nove. Non uno di più, non uno di meno. Calcoli già fatti in modo minuzioso. Come in modo assolutamente certosino è stata composta la scacchiera delle liste di tutti i partiti. Persino di quelli che aspirano all’alloro di “miglior perdente” della partita elettorale, un “traguardo” ambito, che grazie al “porcellum” gli consentirà di portare a casa comunque almeno sei, sette deputati e un paio di senatori (se almeno in una regione supereranno il 3%). La domanda, dunque, è più che mai lecita: ha davvero un senso andare a votare?
Giorgio Gaber, in una tra le sue più importanti canzoni, assimilava la libertà sociale alla partecipazione, ma ci sono volte in cui far mancare, attraverso l’astensione, il proprio consenso, può rappresentare un atto più alto, più coraggioso, senz’altro più forte e per questo, inevitabilmente criticabile (su questo si basava il Saggio sulla Lucidità di Jose Saramago). Da qualche parte si vede comunque cominciare a far capire che la misura è colma. Che serve un vero rinnovamento. Che questa classe politica non vuole concedere, ancorata a rendite di posizione anacronistiche nel mondo di oggi, ma garantire da una legge elettorale che consente esattamente questo, la conservazione del sistema. Bersani dice in questi giorni, per guadagnare voti, che la prima cosa che farà sarà quella di cambiare la legge elettorale. Ma se è stato proprio il Pd (con la complicità del Pdl, per carità) a far naufragare il tentativo di cambiamento che ha tenuto in piedi il teatrino politico anche durante la prima estate montiana sotto l’onda anomala dello spread.
Chi non vota, alle prossime elezioni, può averne le scatole piene di Berlusconi, o degli antiberlusconiani. Può aver capito, con Mencken, che “in democrazia, un partito dedica sempre il grosso delle proprie energie a cercare di dimostrare che l’altro partito è inadatto a governare; e in genere tutti e due ci riescono, e hanno ragione”. Può decidere che non basta qualche schiarita a rassicurarlo sull’onestà dei suoi governanti. Il popolo degli astenuti è una maggioranza silenziosa che, per sua natura, non protesta, non va in strada, non conta in sostanza niente. Ma è lei che stabilisce chi vince le elezioni e chi governa il Paese. E’ essa il corpo, il sangue, la pancia e lo spirito della nazione. Bisognerebbe che i partiti ci ragionassero a lungo, ma sono troppo impegnati, come sempre, ad occupare poltrone e potere. Con la legittimazione di un voto che di libero, ormai, ha solo il gesto di mettere la scheda nell’urna.

il senso dell'astensione

Finalmente, almeno sul Fatto, si parla anche di astensionismo...


Europa e Usa, politici ‘bugiardi’. Harper’s: “Votare? Non conta nulla”

A ottobre sulla copertina del mensile un articolo di Kevin Baker attaccava le democrazie occidentali. "Scegliamo candidati vicini alle lobby che non rispettano le promesse - spiega il cronista-. E la crisi ha rafforzato i burocrati, Monti incluso, a scapito della democrazia". Berlusconi? "Spregevole, ma trasparente nella sua avidità"

voto camera
Andate a votare, anche se non conta nulla. Stati Uniti ed Europa, infatti, sono travolti da politici bugiardi, ma a noi elettori non rimane che continuare a scegliere nell’urna chi non realizzerà quanto ci aveva promesso. E che per di più, una volta in carica, prenderà decisioni del tutto impopolari. Non ci sono dubbi per Kevin Baker, giornalista del mensile americano Harper’s, che a ottobre aveva dedicato la copertina a un articolo dal titolo Why vote? When your vote counts nothing, accompagnato dall’immagine di una scheda elettorale in fiamme. Nel mirino finiscono tutte le democrazie occidentali, sopraffatte dalla corruzione delle lobby, dai burocrati e dall’affannosa ricerca di fondi per le campagne elettorali. Il risultato? Non vince il programma, ma il compromesso. E gli avversari si assomigliano molto più di quanto non crediamo. 
Politici ‘infedeli’ – “Per molti anni negli Usa i cittadini sceglievano chi li ricompensava con una casa, un lavoro o del denaro. Accordi che oggi definiremo corrotti – spiega Baker aIlfattoquotidiano.it – ma che, almeno, mantenevano fede alle promesse”. Come se il voto di scambio, paradossalmente, fosse più democratico e leale nei confronti dell’elettore. Oggi, al contrario, ai politici interessa trovare l’intesa con chi conta più di loro. “Vediamo i consiglieri di Obama strettamente legati a Wall Street“, prosegue Baker, o innumerevoli casi di revolving doors, dove politici e dirigenti pubblici finiscono per essere i consulenti delle lobby su cui hanno legiferato. Incarichi che pagano molto più della politica e “per questo i nostri rappresentanti hanno un enorme incentivo a rimanere fedeli alle lobby e non agli elettori”. E se i loro collegi saranno così arrabbiati da non eleggerli più, non c’è problema. Saranno ricompensati dai ‘poteri forti’ con mandati più remunerativi. “Ci tagliano fuori e non hanno più bisogno di noi, eccetto al momento del voto”, osserva il giornalista. Una volta eletto, “a Obama non interessava più la base, che chiedeva assistenza sanitaria per tutti, una reale regolamentazione di Wall Street e la tassazione progressiva. Siccome il presidente non intendeva fare queste cose, ci ha tagliati fuori”. Un’ulteriore prova dello scollamento dal corpo elettorale sta nella presenza sul territorio: se un tempo i politici erano in mezzo alla gente, oggi “non si fanno vedere nel loro collegio e raramente rispondono alle email” . Gli eletti sono concentrati “a raccogliere fondi per la campagna elettorale e per gli spot tv. E trovare quei soldi significa rendersi corteggiare uomini ricchi e corporation”. Un “circolo vizioso” difficile da rompere. 
Il caso italiano – In tutto questo, dove il tradimento delle promesse elettorali è la prassi, in Italia riscende in campo Berlusconi, ancora capace di guadagnare consensi. “Trovo sia spregevole e rappresenti una vera minaccia alla democrazia – precisa Baker – Ma se guardiamo quel che accade oggi in Europa, è comprensibile che le persone votino ancora per lui. Rappresenta un volto umano. Avidità e ambizione in lui sono evidenti e, dunque, rassicuranti perché sincere”, a fronte della freddezza tecnica degli “organismi sovranazionali che oggi determinano le vite dei cittadini”. E che nessuno ha scelto. Un riferimento diretto a Monti e ai “burocrati contabili” dell’attuale esecutivo. “Hanno tagliato i servizi pubblici e gli stipendi dei lavoratori, garantendo loro una pensione che non vedranno mai, e indotto le amministrazioni locali sull’orlo della bancarotta”. Quel che importa oggi, in tutto l’Occidente, “è aggrapparsi al potere, arraffare più denaro possibile”. In sostanza tentano “di riportarci al darwinismo sociale” perpetrato da “burocrati senza scrupoli, uguali alla mafia”. 
I ‘complici’:  crisi e burocrati – A cementare lo scollamento tra politici ed eletti subentra la crisi,humus in cui la “nullificazione della democrazia ci è stata venduta come l’unico mezzo per contenere il totale collasso economico”. Una medicina che siamo stati costretti a ingoiare insieme alle richieste “invadenti, irrilevanti e fantasiose” di Germania e della Troika che hanno piegato la Grecia e chiesto sforzi sovrumani ai suoi cittadini – “universalmente descritti come pigri” – senza risolverne i problemi. Al contrario, li accentuano strozzando pil e crescita. La democrazia, quindi, non è più connaturata alla struttura dei partiti. “Proprio come il capitalismo occidentale ‘si deindustrializza‘ – con fabbriche delocalizzate, stipendi e benefit tagliati, diritti e tutele dei lavoratori elimanti – così la democrazia occidentale si depoliticizza, e i partiti mettono a tacere interi collegi elettorali, disdegnando la partecipazione di chi li sosteneva”. Cosa ci rimane? “Andare al seggio e scegliere il male minore, in attesa di prendere tempo per responsabilizzare di nuovo il sistema e sottrare potere alla cleptocrazia”. Possiamo quindi affidarci ai movimenti politici che, almeno nel programma, rispecchiano i nostri valori. Ma anche in questo caso, conclude Baker, “buona fortuna”.

mercoledì 23 gennaio 2013

impedire la speranza

Qualcuno sperava che Alitalia superasse la prova e si riprendesse ?
Quanti soldi abbiamo buttato nella compagnia di bandiera quattro anni fa, ben sapendo come sarebbe andata a finire ?
Ed ora fallirà e finirà in mano ad Air France, come già si diceva a quel tempo...

Qualcuno sperava che Monte dei Paschi superasse la prova e si riprendesse ?
Gli abbiamo appena dato 3.5 miliardi di euro e sta fallendo ugualmente.
Il suo presidente, Mussari, ora scappa dalla carica di presidente ABI, una congrega di usurai quasi legali.
Tutti sanno come andrà a finire: quesi soldi pubblici non li vedremo mai più, ma...si spera sempre che...etc etc...

Qualcuno sperava che l'ILVA fosse un'azienda onesta e sarebbe stata ai patti stabiliti da Clini con l'AIA ?
Ma se i suoi padroni sono tutti agli arresti e l'ultimo si è consegnato ieri a Londra...!
Ed ora fingono di non aver soldi per pagare gli operai, se i magistrati non dissequestrano l'acciaio.
Ed il governo sta con loro, con i ladri, contro i magistrati.
Meno male che a Taranto in Procura c'è gente che resiste...

Qualcuno sperava che i Rettori sarebbero stati coerenti con i loro pronunciamenti di venti giorni fa e avrebbero fatto fuoco e fiamme per salvare l'Università pubblica ?
Basta con le sole parole e con le promesse, dicevano.
Non è accaduto nulla.
Ora si attende il nuovo governo, con le nuove riforme e controriforme.
Intanto, tutto bloccato, tutto tace.

Qualcuno sperava che in questa campagna elettorale si sarebbero evitate le solite manfrine ?
Basta ascoltare un talk show, uno qualunque, indipendentemente dal conduttore e dalla rete, per capire che nessuno sa quel che dice e che nessuno crede a quel che dice.
Improvvisazione pura, pura rincorsa ad acchiappar voti a destra e a manca.
Chi ha votato x ora dice y: il PD ha votato per gli F35 e per tutte le missioni di guerra, ma ora -pur di togliere voti ad Ingroia- si inventa una posizione che taglia le spese militari.
Il PdL che ha votato tutti i provvedimenti dei tecnici ora fa finta di essere stato costretto o di non averli votati.
Cosa si può sperare davanti a gente simile ?

Se ci impedissimo di sperare, come diceva Anders, forse non dipenderemmo più da politici, padroni, tecnici e preti.
E' con la speranza che ci tengono schiavi. 
E' giunto il tempo della di-speranza, unica possibilità di vivere liberi in questo tempo.
 

martedì 22 gennaio 2013

candide gabbie

Alla fine non hanno candidato Cosentino, Scaiola, Dell'Utri ed altri ladri e mafiosi.
Dicono che l'elettorato PdL, a vedere i sondaggi, non vedeva di buon occhio la loro presenza.
Ma quella di Berlusconi sì. Lui va candidato, comunque.
Una logica perlomeno strabica.
Il fatto di essere sotto giudizio è sempre stato per il PdL (e non solo) motivo di candidatura, e non viceversa.
Ora candideranno altri ladri e mafiosi, quelli ancora da scoprire.
D'altro lato anche alcuni candidati PD che ora sono stati tolti dalle liste, erano stati scelti dalle primarie.
Che elettorato ha il PD se alle primarie sceglie degli indagati ?
Niente da stupirsi, comunque.
Siamo tutti in galera, esclusi quelli che se lo meriterebbero.
E ci fanno votare, in gabbia.

Un giorno i secondini ci dissero che quel giorno saremmo potuti andare a votare per la tornata di elezioni politiche nazionali in corso nel nostro paese. L'amministrazione dell'istituto aveva anche predisposto i seggi al pianoterra....
Chiamai le guardie perchè mi aprissero. Una volta in corridoio, però, mi accorsi che in giro per fare quella cosa c'ero solo io. Anche per le scale. Anche nella sala dei seggi. Evidentemente in sezione nessuno poteva più votare o forse nessuno di quelli che stavano lì avevano voglia di farlo. Mi parve un grande onore che avessero messo su tutta quella struttura soltanto per avere il mio voto. Mi sentivo un privilegiato...
Dopo che gli scrutatori mi ebbero dato scheda e matita, mi ritirai nella cabina. Sulle schede c'erano tutti i simboli dei partiti. Come sempre. Ma in quell'occasione mi sembrarono infinitamente più ridicoli del solito. Chissà perchè la politica si era interessata a noi quel giorno. Il seggio era l'unica cosa appartenente al mondo esterno che fosse riuscita ad entrare nel penitenziario. Non c'era riuscito nient'altro. Ma quella doveva essere una cosa più forte di qualsiasi altra. Perchè era riuscita a portare lì dentro scatole, scrutatori, cabine elettorali. Senza che l'avesse chiesto nessuno. 
Quando invece, in certi carceri, c'erano sezioni dislocate in alto dove non arrivava l'acqua. E c'erano compagni che erano stati rinchiusi d'estate e sei mesi dopo, d'inverno, stavano ancora con la stessa maglietta a maniche corte con la quale li avevano arrestati, senza che l'amministrazione fosse riuscita a fornire loro nemmeno una felpa. E quando finiva la bomboletta del gas c'era chi si faceva il caffè bruciando le pagine arrotolate del giornale. Questo perchè per ogni cosa bisognava fare 'la domandina' per poi puntualmente vedersi recapitare una cosa diversa da quella che avevi chiesto, oppure magari proprio quella ma nella misura di una metà o di un terzo, quando ormai non ti serviva più e ti eri pure dimenticato di averne fatto richiesta. 
Quel giorno, invece, quello spiegamento di forze, solo per fare in modo che io potessi esprimere il mio voto. Tutto ciò non doveva essere stato fatto per me, visto che di me e di quelli come me non importava niente a nessuno. Doveva essere stato fatto nell'interesse di qualcun altro. E questo qualcun altro erano i partiti, i cui simboli erano disegnati sulle schede che avevo in mano, e i loro candidati. Questo pensavo. Il mio voto non era più una cosa importante per me, come credeva ingenuamente Antonio, era una cosa importante per loro. Era assurdo nelle nostre condizioni votare per la composizione del Parlamento della Repubblica italiana. Era come votare per le elezioni di un certo paese mentre si vive in un altro...
Per noi il paese reale era come se fosse all'estero, appunto. E non c'è ragione di esprimere preferenze politiche riguardanti un paese nel quale non si vive. Sarebbe stato più ragionevole se ci avessero chiamato a votare per leggere un nuovo direttore del carcere, o della sicurezza, cioè coloro i quali erano effettivamente i nostri governanti. Chiunque fosse diventato presidente del consiglio, per noi non avrebbe fatto alcuna differenza. Decisi quindi che non avrei votato... 
Ringraziai col pensiero quanti erano morti perchè tutti potessimo votare, ma le cose dovevano essere andate molto oltre le loro intenzioni: non avevamo fatto in tempo ad acquisire il voto come un diritto che già era diventato un dovere. Eravamo di nuovo sudditi, come prima di cominciare la trafila del voto democratico. Oggi so perchè la sorte dei detenuti non interessa a nessun politico: perchè i detenuti mediamente non votano più.

(da Sandro Bonvissuto, Dentro, pp. 79-81, Einaudi, 2012)
(Tra parentesi, un libro fuori dall'ordinario...)

lunedì 21 gennaio 2013

a chi cadrà dal pero

Cari amici che voterete centrosinistra, vi scrivo.
A quelli del centrodestra, neanche questo (come si fa a voler ancora parlare con chi voterebbe ancora una volta Berlu ? Si può sputare in faccia a qualcuno o non è democratico ?)
Ma  torniamo a voi, cari centrosinistri...
Vi volevo informare, in modo tale che non cadiate ancora una volta dal pero, che

-se voterete Bersani, avrete Monti al governo (con Bersani, che sui manifesti dice sicuro di sè: LA SCELTA GIUSTA Ma non vi fa tristezza ?).

-se voterete Vendola, avrete Monti al governo (senza Vendola, che sui manifesti già esulta e si esalta: BENVENUTA SINISTRA! Ma non vi fa compassione ?).

-se, per caso, Bersani stravincesse le elezioni e impazzisse una mattina e si sentisse di sinistra (sto facendo un'ipotesi di scuola...), e magari dicesse di  voler fare un governo con Vendola, Ingroia e magari Grillo, Napolitano chiamerebbe subito un'ambulanza con la sirena spiegata che fa 'spread, spread', guidata da Mario Draghi, e verrebbe immantinente ricoverato d'urgenza presso la Borsa di Zurigo.

Tutto questo con buona pace delle primarie, dei risultati elettorali e dell' Inno di Gianna Nannini.
Che parla di catastrofe solo per parlare di come ci si salverà da essa (forse grazie al PD, immagino che immaginino Bersani ed i suoi accoliti...).
I quali ovviamente continueranno a romperci le palle sino al 24 febbraio con i soliti refrain: solo il nostro voto è utile, solo noi possiamo battere Berlu, solo noi abbiamo scelto democraticamente i candidati ed escluso gli impresentabili, etc etc etc...
E, ancor più, ci inviteranno (come tutti gli altri farisei delle altre liste) ad andare a votare comunque, chiunque si voti, l'importante è partecipare, non facciamoci togliere questo diritto, no all'antipolitica, etc etc etc...

Sapete cosa vi dico ?
Basta, mi avete proprio rotto !!!
Non vi voto, nè voi nè altri, mi fate schifo e andate a farvi fottere...






domenica 20 gennaio 2013

iucunditates

Sprofonda, o mondo, tra le braccia di Cristo, perisci giocondo
(Salmo, citato da F. Durrenmatt in 'Giustizia' , 1985)

L'altra sera, a Roma, ho presentato il nuovo libro.
Un pubblico di amici, poche persone sconosciute, quasi tutte già sensibilizzate e coinvolte su temi ecologici e pacifisti. Eppure...
Eppure, è stato come se avessero difficoltà a seguirmi e ad interloquire sulla catastrofe.
Spesso, ormai, mi sento un marziano e questa sensazione diviene crescente quando lo sento anche con persone affini e vicine, almeno sino a qualche tempo fa.
Quando sparo le mie filippiche contro il lavoro come valore, oppure quando insisto sulla necessità di 'agire la catastrofe per non (solo) subirla' o di 'impedire la speranza', o quando ironizzo sulla nostra 'fine di civiltà' o sulla lotta mortale tra le banche e il vivente, vedo che le persone ascoltano con attenzione, restano colpite, ammutoliscono.
Che cosa accade in loro ? Accade qualcosa ? E qualcosa che riguardi anche me ?
Difficile dirlo.

Ma come vive il suo tempo questa pace, qualora abbia tempo di definirsi tale ? Il tempo resta con lei, e in tal caso, che cosa sa farne ? Oppure se ne allontana ? Imperversa sulla pace come una bufera, come un tornado, scaraventando macchine una contro l'altra, spazzando via i treni dalle rotaie, sbattendo jumbo jet contro le montagne, riducendo la terra in cenere ? Come si svolge obiettivamente il tempo della nostra pace che dura da quarant'anni, quel tempo in cui una guerra reale, per la quale ci si arma, sembra impensabile eppure viene pensata ? La nostra epoca di pace, per mantenere la quale milioni di persone scendono in piazza, portano in giro striscioni, cantano canzoni pop e pregano, non ha assunto già da un pezzo la forma di ciò che un tempo chiamavamo guerra, mentre noi per tranquillizzarci includiamo le catastrofi nella nostra pace ?...Così, mentre minacciamo con bombe atomiche, bombe all'idrogeno e bombe al neutrone, ci teniamo alla larga dal peggio, battendoci pugni sul petto come gorilla per spaventare le altre orde di gorilla, e corriamo il rischio di crepare di quella pace che vogliamo tutelare, e di crepare sotto il peso dei rami delle foreste morte...Chi è colpevole ? Chi dà l'incarico e chi lo accetta ? Chi vieta e chi non osserva il divieto ? Chi emana le leggi e chi le infrange ? Chi concede la libertà o chi se la prende ? Stiamo morendo di quella libertà che concediamo e che ci concediamo. Lascio il mio studio, che ora è vuoto, libero dalle mie creature. Le quattro e mezzo. In cielo vedo per la prima volta Orione, il cacciatore. Chi sta inseguendo ?
(idem, pp. 205-7).

Quel che sta accadendo in Mali ed in Algeria in questi giorni è un nuovo precedente, che fa ancora un passo verso la logica della guerra infinita, inguardabile, rimossa, invisibile per noi.
Quella guerra continua, che insistiamo a chiamare pace, per salvarci la vita e la psiche.
Per proteggere la nostra ingiustizia che chiamiamo giustizia e per la quale continuiamo a giustiziarci gli un gli altri.
Ma tutto questo dolore senza voce penetra nelle nostre corde vocali, ci toglie la voce e il fiato.
Anche se fingiamo di continuare ad essere vivi.

mercoledì 16 gennaio 2013

zerowatt !

Gli Zerowatt sono famosi per le azioni di 'spegnimento forzato' delle luci dei negozi che rimangono accese durante la notte. Un'azione illegale “contro lo spreco di energia” che vuole fare applicare una legge dello Stato francese. Che nessuno rispetta, ovviamente.
Viva i cieli bui.

Le Femen sono le donne che usano il loro corpo nudo per protestare contro la mercificazione del corpo femminile e contro le violenze nei confronti di una sessualità libera. L'altro giorno hanno sostenuto le richieste dei gay in piazza San Pietro, durante la preghiera del Papa, e sono state picchiate con l'ombrello da una pia signora cattolica in pelliccia.
Coraggiose e simpatiche.

C'è un signore serio e azzimato che ha presentato una lista: si chiama IO NON VOTO.
Chiede di andare a votare e di mettere la X su una lista che dice IO NON VOTO.
Mi piace.

Ieri un hacker ha bloccato il sito che distribuiva 1500 voucher per far fare dei tirocini a giovani disoccupati sardi.
Un'elemosina da 5 milioni di euro, in mezzo a sprechi miliardari.
Ben fatto !

Queste sono le azioni che aprono squarci di luce nello stanco ripetersi del tutto.
Imprese che provano a smuovere la palude in cui siamo immersi.
E che lavorano alla demolizione dello stato presente.
Il male che fa bene contro il bene che fa male.

martedì 15 gennaio 2013

(non) imparare dalle catastrofi

E' ufficiale: 'Imparare dalle catastrofi' è in libreria da qualche giorno, giovedì lo presento a Roma (Libreria Il Mattone, Via Bresadola 12, a Centocelle) ed il 30 in facoltà a Cagliari (aula 9, corpo centrale, ore 17).
E' uscito anche il mio pezzo, e quello di Caserini, insieme ad altri brani interessanti, sul dossier 'Apocalisse' della rivista online www.scienzaefilosofia.it (qui c'è anche una buona recensione del nostro libro, curata da Fabiana Gambardella).
Caso mai aveste voglia di leggere, o di ascoltare, ancora...

Ieri, dopo la gloriosa partita della Dinamo contro Siena, ho provato ad ascoltare 'Piazza pulita' su La 7.
La campagna elettorale è completamente divorata da temi economici: chi ha messo o tolto le tasse, chi ha generato o no il debito, chi le taglierà, chi ci darà la crescita, chi sa dove andremo ad investire...
Solo i soldi al centro.
Ed anche quando si parla di questioni più ampie (ad es. l'ambiente) il taglio è sempre lo stesso: green economy, energia più economica e pulita, nuova crescita verde, etc etc.
Quando la soluzione è il problema, insomma.
Nessun tentativo, neppure timido, di cambiare le premesse, di rivedere il punto di partenza.
I cambiamenti continuano ad avvenire per necessità, per obbligo, non per scelta.
Anche questa è 'pedagogia delle catastrofi', ma allora perchè perdere tanto tempo a fare dibattiti e convegni, elettorali o meno ?
Tanto vale arrendersi e lasciar fare, inerzialmente, alla natura e alla storia.

Il discorso politico, si sa, è oggi post-ideologico.
Finita la stagione dei grandi ideali e delle grandi narrazioni.
Ma è possibile che l'unico tema in discussione sia diventato il denaro, in una sorta di ossessione mono-ideologica ?
E che su questo, peraltro, le distinzioni siano quasi impercettibili, soprattutto se -dalle promesse- si passa ai fatti ?
La crisi economica rafforza l'ossessione economica, ed il tunnel si fa così ancora più lungo ed oscuro.
Un altro discorso: dov'è oggi in politica ?
Non se ne vede traccia, se non in qualche minimo anfratto, in qualche frase di Vendola, o nei programmi elettorali di Grillo o di Ingroia.
Programmi che, peraltro, quasi nessun elettore legge e conosce prima di andare al voto.
Programmi che, peraltro, conteranno ben poco al momento di governare questo paese.
Su quali basi si può andare a votare oggi ?
Sinceramente, per quel che conta, non capisco (e non mi adeguo)...









lunedì 14 gennaio 2013

maledetta primavera

Cari miei (pochissimi) e-lettori,
mi arrivano da voi sporadici segnali, e sento che meritano un qualche segno anche da parte mia, nonostante l'accidia galoppante.
Qualcuno si lamenta del fatto che il blog sia troppo depressivo e malinconico e che non gli viene voglia di leggerlo.
In effetti, come darvi torto ?
Aggiungerei che è triste, ripetitivo, disperato, noioso e senza pietà.
E credo che non darà segni di miglioramento.
Non vedo perchè dovrebbe.
La situazione precipita e sarà sempre più dura, violenta e insensata.
Non credo che sia 'un problema mio' od una mia particolare tendenza al negativo.
E' solo un modo di guardare il mondo e di vedere che non va.
Sento dolore e stanchezza, impotenza e frustrazione intorno a me, simili alle mie.
Ma in molti proseguono a vivere, facendo finta di (quasi) niente.
Io ho troppo tempo libero, e non so che farmene.
Farei qualsiasi cosa, fuorchè lavorare.
Chi non se la sente o non ce la fa, neppure a leggere un blog, si droga con musica, ideali o quel che trova in giro (anche lo shopping può far ancora bene, l'amore dei figli o qualche psicofarmaco ben scelto...).
Tutte cose che si muovono molto lontano da me e quindi...che ci posso fare se vedo tutto molto grigio, quasi nero ?

Fuori fa anche freddo in questi giorni, e stare in casa intorpidisce ancor più.
Anche la voglia di leggere e di fare parole crociate scema.
La solitudine si incista e si espande, e la primavera è ancora lontana.
E poi, non sarebbe ancora più crudele e maledetta, una primavera senza novità ?
Con l'avvicinarsi delle elezioni, anche la tv si fa sempre più inguardabile: la par condicio è peggio di quella impar, le facce rincagnate o finte sorridenti si moltiplicano alla ricerca di voti, i dibattiti si fanno oltremodo retorici e noiosi.
Monti e Bersani sbatteranno ancora una volta contro la nostra cultura profonda: le 'regole senza gioco' non potranno mai vincere in Italia contro il 'gioco senza regole'.
Non siamo e non saremo mai anglosassoni o scandinavi.
E' per questo che, nonostante se stesso, Berlusconi può fare ancora paura.
E' per questo che Grillo comunque terrà botta.
E' per questo che la Lega resta determinante.
E' per questo che l'astensione non scenderà di molto.
Un inverno freddo, più dentro che fuori, è quello che ci aspetta.
E durerà, ben oltre la stagione.
Anche in primavera.



sabato 12 gennaio 2013

il futuro della felicità

La maggior parte degli italiani non spera nel 2013.
In molti pensano, sanno anzi, che andrà ancora peggio.
Non si fidano più di pronostici e di attendismi favorevoli.
Accettano, rassegnati, la catastrofe dei loro averi e dei loro consumi.
Cercano di preservare poche, sane o insane, abitudini, sino a quando potranno.
Si lamentano, di tanto in tanto, tanto per farlo.
E due terzi dell'elettorato andrà a votare i felloni di sempre o sempre nuovi.
Comunque, tanto per farlo.

Il Festival della Scienza di Roma, dopo aver parlato di catastrofe, ora va a investigare ed a cercare 'la felicità', araba fenice dei tempi umani.
Chissà se darà qualche consiglio su come essere felici nella depressione.
Quanti psicologi in erba o fumati diranno la loro...!
Ma a Pechino il sole è talmente oscurato dallo smog oggi che la gente non può uscir neppure di casa: è 14 volte superiore al limite di legge. Felicità ?  Ma se non si può neppure più respirare l'aria...!

Eppure, in tutto questo, una giornata di sole, il sorriso di una ragazza, degli 'incroci obbligati' riusciti, un bel libro da leggere al mare, un pensiero che guarda avanti, una gita in campagna..., confortano almeno per un attimo...
Nel nulla, mi aggiro sospeso, e continuo a guardare.
Nessuna felicità, qualche alito di leggerezza, un breve sogno.
Poco da dire, in giorni così.
Spero cabalisticamente nel 2017 (centenario della rivoluzione russa), nel 2018 (cinquantenario del '68 o i duecentotrent'anni dalla rivoluzione francese, come preferite...), o nel 2019 (trentennale della caduta del Muro a Berlino).
Intanto, ieri ho avuto la conferma che Galtung continua ad attendere la fine dell'impero statunitense per il 2020. Insomma, la speranza di un cambiamento, e di una buona felicità, dovrà ancora attendere...


lunedì 7 gennaio 2013

il tradimento dei chierici

Monti tradisce Napo, Bersani, tutti gli italiani e fa una sua lista.
Bara, ancora una volta, chiamandola 'civica' e 'non di centro' nè 'moderata'.
Infatti vuole fare l'ennesima rivoluzione, di destra.
Destra e sinistra non esistono più, proclama (e come dargli torto, in un certo senso...).
Ma i ricchi e i poveri, pare che ci siano ancora, e che lo spread tra loro cresca (lo dice anche il Papa!).

Bersani tradisce le primarie e mette capilista tutti i suoi uomini e donne, gli amichetti di sempre (e qualche giovane, per far sempre contente le allodole...)
Vendola si è tradito da solo e sembra un ostaggio tollerato, più che un vicepremier in pectore.
Renzi, tradito dai troppi schieramenti di centro-destra che gli coprono il campo, non sa più dove mettersi.

Maroni tradisce l'elettorato leghista e rifà l'alleanza con Berlu.
Inseparabili.
Proposta indecente: lui alla Regione Lombardia, Tremonti premier, Berlu Ministro dell'Economia.
Insuperabili.

Ingroia tradisce gli ansimi di novità della Rivoluzione Civile e rimette insieme 'il vecchio che è avanzato': Ferrero, Diliberto, Di Pietro e compagnia bella; balbettano qualcosa, prima di andare ad infrangersi sul solito scoglio della Nuova Sinistra Unita (cioè a pezzi).
Una preistoria già vista, senza speranza.

Grillo tradisce nervosismo, perde quota, e voti.

Difficile fare previsioni.
Ma non credo che l'astensionismo calerà di molto: la proposta politica resta oscena e la rabbia sommersa è tanta e crescerà.
Monti & centrini vari non andranno oltre il 15%, Berlu starà sotto.
Si faranno guerra tra loro, per una volta.
E si accuseranno di alto tradimento, l'un con altro, per aver fatto vincere -dividendosi tra loro-  l'abominevole sinistra...

Non ci saranno maggioranze stabili e si profila l'ingovernabilità
A quel punto, chi sarà il nuovo Santo che spunterà a salvarci dalla catastrofe ?
Di tradimento in tradimento, ci troveremo sempre più nel nulla delle parole e dei gesti.
E neanche lì, forse, capiremo davvero dove siamo finiti...