sabato 12 gennaio 2013

il futuro della felicità

La maggior parte degli italiani non spera nel 2013.
In molti pensano, sanno anzi, che andrà ancora peggio.
Non si fidano più di pronostici e di attendismi favorevoli.
Accettano, rassegnati, la catastrofe dei loro averi e dei loro consumi.
Cercano di preservare poche, sane o insane, abitudini, sino a quando potranno.
Si lamentano, di tanto in tanto, tanto per farlo.
E due terzi dell'elettorato andrà a votare i felloni di sempre o sempre nuovi.
Comunque, tanto per farlo.

Il Festival della Scienza di Roma, dopo aver parlato di catastrofe, ora va a investigare ed a cercare 'la felicità', araba fenice dei tempi umani.
Chissà se darà qualche consiglio su come essere felici nella depressione.
Quanti psicologi in erba o fumati diranno la loro...!
Ma a Pechino il sole è talmente oscurato dallo smog oggi che la gente non può uscir neppure di casa: è 14 volte superiore al limite di legge. Felicità ?  Ma se non si può neppure più respirare l'aria...!

Eppure, in tutto questo, una giornata di sole, il sorriso di una ragazza, degli 'incroci obbligati' riusciti, un bel libro da leggere al mare, un pensiero che guarda avanti, una gita in campagna..., confortano almeno per un attimo...
Nel nulla, mi aggiro sospeso, e continuo a guardare.
Nessuna felicità, qualche alito di leggerezza, un breve sogno.
Poco da dire, in giorni così.
Spero cabalisticamente nel 2017 (centenario della rivoluzione russa), nel 2018 (cinquantenario del '68 o i duecentotrent'anni dalla rivoluzione francese, come preferite...), o nel 2019 (trentennale della caduta del Muro a Berlino).
Intanto, ieri ho avuto la conferma che Galtung continua ad attendere la fine dell'impero statunitense per il 2020. Insomma, la speranza di un cambiamento, e di una buona felicità, dovrà ancora attendere...


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