martedì 15 gennaio 2013

(non) imparare dalle catastrofi

E' ufficiale: 'Imparare dalle catastrofi' è in libreria da qualche giorno, giovedì lo presento a Roma (Libreria Il Mattone, Via Bresadola 12, a Centocelle) ed il 30 in facoltà a Cagliari (aula 9, corpo centrale, ore 17).
E' uscito anche il mio pezzo, e quello di Caserini, insieme ad altri brani interessanti, sul dossier 'Apocalisse' della rivista online www.scienzaefilosofia.it (qui c'è anche una buona recensione del nostro libro, curata da Fabiana Gambardella).
Caso mai aveste voglia di leggere, o di ascoltare, ancora...

Ieri, dopo la gloriosa partita della Dinamo contro Siena, ho provato ad ascoltare 'Piazza pulita' su La 7.
La campagna elettorale è completamente divorata da temi economici: chi ha messo o tolto le tasse, chi ha generato o no il debito, chi le taglierà, chi ci darà la crescita, chi sa dove andremo ad investire...
Solo i soldi al centro.
Ed anche quando si parla di questioni più ampie (ad es. l'ambiente) il taglio è sempre lo stesso: green economy, energia più economica e pulita, nuova crescita verde, etc etc.
Quando la soluzione è il problema, insomma.
Nessun tentativo, neppure timido, di cambiare le premesse, di rivedere il punto di partenza.
I cambiamenti continuano ad avvenire per necessità, per obbligo, non per scelta.
Anche questa è 'pedagogia delle catastrofi', ma allora perchè perdere tanto tempo a fare dibattiti e convegni, elettorali o meno ?
Tanto vale arrendersi e lasciar fare, inerzialmente, alla natura e alla storia.

Il discorso politico, si sa, è oggi post-ideologico.
Finita la stagione dei grandi ideali e delle grandi narrazioni.
Ma è possibile che l'unico tema in discussione sia diventato il denaro, in una sorta di ossessione mono-ideologica ?
E che su questo, peraltro, le distinzioni siano quasi impercettibili, soprattutto se -dalle promesse- si passa ai fatti ?
La crisi economica rafforza l'ossessione economica, ed il tunnel si fa così ancora più lungo ed oscuro.
Un altro discorso: dov'è oggi in politica ?
Non se ne vede traccia, se non in qualche minimo anfratto, in qualche frase di Vendola, o nei programmi elettorali di Grillo o di Ingroia.
Programmi che, peraltro, quasi nessun elettore legge e conosce prima di andare al voto.
Programmi che, peraltro, conteranno ben poco al momento di governare questo paese.
Su quali basi si può andare a votare oggi ?
Sinceramente, per quel che conta, non capisco (e non mi adeguo)...









Nessun commento:

Posta un commento