giovedì 30 marzo 2017

la magnifica ossessione



Se qualcuno spera o pensa ancora che atteggiamenti come la tolleranza liberale, il solidarismo sociale cattolico, il buonismo compassionevole renziano ci possano proteggere dall'avanzata irreversibile della destra estrema e liberista si dovrà ricredere tragicamente e a breve.
La cultura, pur retorica ed ideologica, dell'apertura al diverso e, in generale, a 'quel che non sono io e non siamo noi', va a finire nella cantina della storia occidentale.
Il liberismo va insieme a fallire e a realizzarsi compiutamente nei nuovi proclami imperanti.
Alcuni esempi ? Ne avete bisogno ?

La globalizzazione sfrenata, imposta come necessità ineluttabile e gloriosa sta venendo a scontrarsi per la prima volta proprio con la necessità dei mercati nazionali di proteggere se stessi proprio da essa.
Sino a quando la protesta ed il rifiuto provenivano da centinaia di milioni di no-global, o da singole e limitate realtà economiche locali, la globalizzazione non ha battuto ciglio ed ha represso o neutralizzato come sappiamo le pur precoci e ben documentate rimostranze.
Ma ora che la guerra si fa tra i mercati e va a toccare gli scambi commerciali ed economici tra gli attori protagonisti della globalizzazione stessa, il gioco si fa duro e promette cambiamenti davvero di fondo: il protezionismo di Trump, la Brexit britannica, i boicottaggi del gruppo di Visegrad ci manifestano apertamente lo spessore e la portata della crisi in corso.
D'altra parte, i valori di cui sopra (tolleranza, solidarietà, compassione sociale) si sono sempre limitati solo a coprire e mistificare i ben reali muri già esistenti dentro ciascuno stato e tra i popoli.
Trump (o la Le Pen) si limitano ad esplicitare e a realizzare quel che già siamo e facciamo tutti nei confronti dei poveri, dei migranti, dei continenti colonizzati.

Nel piccolo, i segnali del trionfo della visione securitaria, autoprotezionista, immunitaria si possono leggere anche in tre eventi recenti:
-la difesa popolare dell'oste che ha sparato al ladro rumeno, uccidendolo;
-la totale sovrapposizione tra difesa della legalità e difesa della polizia, enucleata nello slogan di Don Ciotti: 'Siamo tutti sbirri !' ;
-il G7 della Cultura di Firenze, in massima parte dedicato solo a tentare di raggiungere accordi tra gli stati per proteggere i beni culturali dalle guerre e dal terrorismo attraverso la creazione di corpi militari designati alla loro custodia.
Cosa ci dicono questi fatti ?
Che la nostra mente sta definitivamente entrando nella cultura della difesa armata a tutto campo, quale unica soluzione disponibile di fronte all'avanzare della violenza su vari piani.
Ma la legalizzazione della violenza non rende quest'ultima meno violenta della violenza di chi non agisce all'interno del perimetro momentaneo delle leggi.
Gli effetti sul sistema sono gli stessi, e le due violenze -come sempre- vanno a colludere e ad alimentarsi reciprocamente, in un gioco senza fine.
I prossimi decenni saranno caratterizzati da questa escalation, da questa magnifica, paranoica ossessione.

Il problema del degrado della totalità dell'ambiente naturale e umano ha già completamente cessato di porsi sul piano della pretesa vecchia qualità, estetica o che altro, per diventare radicalmente il problema stesso della possibilità materiale di esistenza del mondo che prosegue in un tale movimento. La sua impossibilità è in effetti già perfettamente dimostrata da tutta la conoscenza scientifica separata, che non discute più se non della scadenza e dei palliativi che potrebbero, se applicati con fermezza, farla leggermente ritardare. Una tale scienza può soltanto accompagnare verso la distruzione il mondo che l'ha prodotta e che la possiede: ma è costretta a farlo ad occhi aperti...
In breve,...il terrore dell'Anno Duemila è evidente quanto fondato; fin dal momento presente è una certezza scientifica. Ciononostante, quel che sta accadendo non è nulla di fondamentalmente nuovo: è soltanto la fine forzata del vecchio processo. Una società sempre più malata, ma sempre più potente, ha concretamente ricreato dappertutto il mondo come ambiente e scenario della sua malattia, come pianeta malato...
Quando i poveri padroni della società di cui vediamo il deplorevole risultato...devono ora confessare che il nostro ambiente è diventato sociale; che la gestione di tutto è diventata un affare direttamente politico, persino l'erba dei prati e la possibilità di bere, persino la possibilità di dormire senza troppi sonniferi o di lavarsi senza soffrire di troppe allergie; in un tale momento si capisce bene che anche la vecchia politica specializzata deve confessare di essere completamente finita...
Le scelte terribili del futuro prossimo lasciano questa sola alternativa: democrazia totale o burocrazia totale. Coloro che dubitano della democrazia totale devono fare degli sforzi per provarla a se stessi, dandole l'occasione di mettersi alla prova marciando; oppure non resta loro solo altro che comprarsi la tomba a rate, perchè 'l'autorità, la si è vista all'opera, e le sue opere la condannano'.
'La rivoluzione o la morte', questo slogan non è più l'espressione poetica della coscienza in rivolta, è l'ultima parola del pensiero scientifico del nostro tempo. Si applica alle minacce della specie come pure all'impossibilità per gli individui di aderire a qualcosa. In questa società in cui, com'è noto, il suicidio progredisce, gli specialisti hanno dovuto riconoscere, con un certo fastidio, che era ricaduto fino a zero in Francia nel 1968.

(Guy Debord, Il pianeta malato (1971), Nottetempo, 2007)





mercoledì 29 marzo 2017

gita nella bassa













la verità.ti fa male, lo sai...

Poletti ha dichiarato che 'giocare a calcetto' (cioè, a dir suo, le relazioni, gli scambi, le conoscenze, la fiducia tra persone, la collaborazione, la socialità in genere) conta più dei curriculum per trovare un lavoro.
Cosa vera, bella e giusta. La meritocrazia è solo un dogma retorico, soprattutto qui da noi.
Ma come ogni dogma è, in dottrina, intoccabile.
E quindi, apriti cielo! Giù botte sul malcapitato dichiarante. Tutti sanno che dice il vero, ma guai a dirlo apertamente.

Lupi ha dichiarato ieri, in occasione dei discorsi in aula sul testamento biologico, che 'uno Stato non può dare la morte!'. Ed invece sì, che la può dare, come la storia dimostra ampiamente, ed anche l'attualità.
Anzi, lo Stato è l'unico ente a poterla dare legittimamente e legalmente, sia fisicamente che psichicamente.
E ad un cattolico praticante come lui, ed altri, chiederei: E allora uno Stato può 'dare la vita' ?
Perchè, in caso di accanimento terapeutico e di mantenimento forzato in vita, non è questo che lo Stato fa ?
Eppure, per Lupi ed altre bestioline cattoliche, lì il problema pare non porsi.

Un ex carabiniere ha ucciso due figli piccoli a martellate, e poi si è buttato da un dirupo di fronte alla lussuosa casa in cui tutti abitavano, facendo finta di essere ricchi.
Vivevano come nababbi, ma non lo erano. Erano andati oltre, e la verità a un certo punto è venuta fuori.
Per vergogna non ha retto e si è punito, ammazzando anche i suoi figli piccoli.
Viviamo così, oltre i nostri limiti, fingendoci superuomini, imitando quei pochi davvero pieni di potere e denaro (che, peraltro, non sono altro che uomini anche loro...)

Sono reduce da una lezione a Milano, all'interno di un corso per counselors.
Persone che dovrebbero essere chiamate ad aiutare altre persone ad entrare in contatto con la loro verità.
Ho trovato, come sempre, molta difficoltà anche in loro a vedere la loro verità, ad ammetterla,a trarne le conseguenze sulla loro vita.
Siamo umani, e la verità -soprattutto quella su noi stessi e i nostri rapporti quotidiani- ci fa male.
Ma solo da lì, solo da una appassionata e spassionata verità su se stessi, si può passare, se si vuole davvero provare ad aiutare qualcuno.




lunedì 20 marzo 2017

felicità

E' arrivata la primavera astronomica (quella meteorologica, da tempo, purtroppo): dovremmo star meglio col sole e la luce.
La Norvegia supera la Danimarca e vince la classifica della nazione più felice della terra.
Terra bellissima, ma ho i miei dubbi che possano essere felici, con tutto quel buio per metà dell'anno.

Io ho passato dei giorni difficili, non proprio felici.
Giorni di ri-chiusura, temporanea, che mi permettono ogni tanto di ritornare a me stesso, a leccarmi eventuali ferite al coperto, a riprendere tempi e spazi solo miei (o almeno questa è l'illusione, che è lo stesso).
Lascio persone e rapporti ed anche qualche lavoro in stand-by mentre mi rifaccio il check-in.
Niente lifting, ovviamente.
Ma un rimessaggio dell'anima sì, ne ho bisogno.

Ora me ne sto al giardinetto, in versione quasi 'fare il morto', a prendere aria, respirare, star zitto.
Il rientro dall'Indonesia non è stato facile, mi fa fatica star qui, lo sapete.
D'altra parte, almeno per una parte dell'anno, devo anche lavorare un pò, no ?
La società lo esige.
Non ci si può sottrarre sempre e comunque ai riti sociali, purtroppo.
Magari anzi è una fortuna potersi sentire normali qualche volta e per un pò.

Oggi ho sentito dei pianti e dei lamenti dalla finestra di casa dei due anziani che condividono il mio stesso pozzo luce, lato bagno.
Credo che la signora si sia sentita male, il medico parlava di infarto cerebrale, ma non ho capito se sia morta.
La figlia continuava a ripetere: Ma ieri stava bene, stava bene, puliva casa...
Le cose accadono così, si vive e si muore, all'improvviso.
Ho pensato a me, se morissi in un attimo, in questa mia amata casa, sempre più bella.
E a chi, quando morirò, sentirà i miei parenti o i miei amici piangere per me, dalla finestra.

Felicità, mangiarsi un panino insieme a un bambino (o sotto un banano?)  è felicità...!!??
PS: Al Bano ieri è stato di nuovo beccato da un'ischemia, ma è felice e sereno.
Un vero sempreverde, non c'è che dire.
Lui sì che non invecchia. Non come me.

mercoledì 15 marzo 2017

libertà va cercando...

La Minestra Fedeli, quella che non aveva ancora frequentato l'Università, si è ritrovata circondata da un gruppo di studentacci arrabbiati (quelli che invece la frequentano), che in realtà attendevano soprattutto la cara Gelmini, un'altra laureata de' miei cojoni in trasferta, ed ha chiamato la polizia.
Scene d'altri tempi, come se ci fosse ancora Lama.
Studenti che vorrebbero studiare ma non possono più essere veri studenti che studiano in un posto in cui si possa davvero studiare protestano contro una che non potrebbe fare il Ministro dell'Istruzione ma lo fa.
E lei, come la sua famigerata ex, ha la faccia di pronunciare il solito ritornello dei violenti al potere: non si dialoga con chi usa la violenza! Accidempolina, che sincera democratica questa (nei secoli) Fedeli !
Ma come è stata fatta la riforma ? Chi è che non dialoga ?

Il referendum si avvicina ma -per quanto già depotenziato dalla Consulta- non si farà.
La legge sui voucher sarà cambiata, o si farà finta di farlo, così il referendum non potrà più abrogare una legge che non ci sarà più. Ce ne sarà una fotocopia, come il governo Gentiloni rispetto a quello di Renzi, ma formalmente sarà un'altra, e quindi...
Votanti che vorrebbero votare ma non possono in nome di lavoratori che non possono lavorare, ma vorrebbero (e non con i voucher, ovviamente...)
Io vorrei, non vorrei, ma se non vuoi...
Quindi, in sintesi: niente lavoro vero e niente referendum. Perfetto.

La Corte di giustizia europea ha dato ragione agli imprenditori che in Francia e in Belgio hanno licenziato delle loro lavoratrici che si erano rifiutate di togliersi il velo davanti ai clienti.
Quindi, o se lo tolgono o non lavorano.
Donne che vorrebbero essere islamiche sempre, ma non possono esserlo mentre stanno a lavoro.
Come se la nostra soluzione, che la religione sia un fatto privato e non pubblico, debba valere per tutti, e che sia una soluzione valida, senza dubbio alcuno, anche per noi.
Sempre che noi l'applichiamo, visti i crocifissi a scuola o negli uffici...
Ma la croce è un simbolo universale, diciamo, mentre il velo...
Ci meritiamo una, dieci, mille militanti (donne) di Al Qaeda.

A proposito di sedicenti religioni, ancora nulla di fatto sul testamento biologico e il fine-vita.
Aule vuote, tempi geologici, imbarazzanti silenzi, e profondissima quiete.
I veri morti sembrano proprio i politici.
Comunque, in sintesi: moribondi che vorrebbero morire a modo loro, ma non gli è concesso neppure questo.
No, dobbiamo sottostare agli accanimenti terapeutici, alle flebo, ai respiratori forzati,
Perchè la vita non è nostra, dicono i cattolici.
E anche chi non è cattolico deve diventarlo, almeno in punctum mortis.
Chi vuole morire non può, chi vuole essere ateo non può, chi non vuole soffrire inutilmente non può.
Dalla culla alla bara, sempre liberi...


giovedì 9 marzo 2017

e gi seis a froris!

In una caverna sotto terra viveva uno Hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, pieni di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima. Come una domus de janas


 HF: Buongiorno.
HS: Che cosa vuoi dire? Mi auguri un buon giorno o vuoi dire che è un buon giorno che mi piaccia o no? O forse vuoi dire che ti senti buono in questo particolare giorno? O affermi semplicemente che questo è un giorno in cui occorre essere buoni?
HF: Tutte e quattro le cose penso... Posso aiutarvi?
HS: Questo resta da vedere. Sto cercando qualcuno con cui condividere un'avventura nell’isola di Flores.



























 Quel piccolo Homo Floresiensis alto appena 1 metro mi disse serio serio: Sapiens non rivolgerti agli elfi per un consiglio, perché ti diranno sia no che sì. Non sapeva che avevo in tasca una spilletta con scritto:protegamos los duendes. E che anche io ero una di loro.


Tratto da Il caseifico dolce (hobbit) sardo.  V. Minni 2017

mercoledì 8 marzo 2017

lotto marzo

Sì, qualcosa si è mosso oggi: molte donne hanno deciso che non è più tempo di festeggiare e hanno scelto di riprovare a lottare.
Hanno mangiato la foglia ed hanno capito chiaramente che, dietro la retorica istituzional-quirinalizia (ancora oggi Mattarella ha organizzato la sua manieristica kermesse con attrici, nane e ballerine, tutte messaggere di pace...), si nascondono violenza, diseguaglianze, ingiustizie profonde e persistenti.
Attenzione: non solo negli stupri e nella sopraffazione aperta, ma anche nella violenza strutturale e culturale, apparentemente gentile e vellutata, di tutto il sistema politico-economico.
Un bel passo avanti, anche per la scala globale dello sciopero.
Sarebbe stato ancora meglio inventarsi qualche forma di protesta un pò meno spuntata e ritualistica (ad esempio: denunciare i datori di lavoro discriminanti, occupare le sedi di istituzioni monosessuate, rifiutarsi davvero di curarsi della famiglia o dei figli, almeno per una settimana, e far vedere gli effetti...).
Ma è già qualcosa.

E' importante riportare al centro il conflitto, anche quello tra i sessi.
In una fase in cui si cerca di nasconderlo, con i falsi egualitarismi, ma anche con le trovate transgender, queer e gender fluid che dir si vogliano.
Forme di liberazione e di automanipolazione apparenti, che riflettono una schiavitù profonda nei confronti della tecnologia e del mercato.
Forme confuse di opposizione a qualcosa che invece assomiglia paurosamente a quel che si dice di voler superare e combattere.
Forme violente di straniamento dalle matrici ecologiche e sessuate dei nostri esseri.
Non ho una visione essenzialista, nè identitaria, nè ontologica, nè naturalistica ingenua.
Ma credo che certe soglie sia meglio non superarle, che siano sacre e che definiscano, biologicamente e/o culturalmente, la nostra specie.
Sono favorevole che ognuno faccia l'amore come e con chi crede.
Ma credo sia bene che i figli siano fatti solo da un uomo e una donna, ad esempio.
Non con uteri o spermi in affitto, mirabolanti provette, operazioni in vitro.
E non credo che la sanità pubblica debba offrire, magari a spese della fiscalità generale, questi servizi.

Un'ultima considerazione sulle manifestazioni di oggi: secondo me le donne sbagliano ad andare sotto gli ospedali per opporsi all'obiezione di coscienza dei medici anti-abortisti.
Non dovrebbero opporsi all'obiezione, ma richiedere che lo stato garantisca in altre forme l'attuazione della legge 194, e non solo di quella...
La strada aperta dalla Regione Lazio, pur con alcuni rischi in generale, mi sembra una strada perlomeno percorribile.






martedì 7 marzo 2017

ritorna a casa, speedy versailles

A sessant'anni esatti dalla sua fondazione, l'Unione Europea festeggia la sua fine.
Si sono incontrati a Versailles, come il Re e gli Stati Generali prima della loro dipartita, come se fossero ancora i monarchi d'Occidente.
Ma dietro l'apparente grandeur dei riti e dei proclami quelli che si incontrano sono solo dei leader falliti, sia in patria che sullo scenario continentale, e ancor più su quello planetario.
Dopo la falsa cooperazione dell'Unione a 28 (che è sempre stata una pia illusione ed una mera parvenza), oggi ci raccontano la falsa (farsa) cooperazione dell'Europa a 4 che blatera di un'Europa a più velocità, cioè -di fatto-del fallimento dell'Europa unita.
Una falsità e una farsa perchè non esiste unione e parità e pari velocità neppure tra i 4 paesi che si sono incontrati e che si arrogano il diritto di decidere per tutti.
Quel che decide è sempre solo la Germania, peraltro sempre più indebolita su altre scale, e gli altri seguono sempre e solo a ruota.
'Se ci fermiamo, crolla tutto', insiste la Merkel.
E quindi, chi ritiene di poterlo fare deve continuare a correre, verso il baratro.
Mentre tutti gli altri paesi più poveri dell'Unione, che sono già nel baratro, vengono ulteriormente abbandonati a se stessi o, ancor peggio, affidati alle cure amorevoli della BCE o del FMI.

Quando si dice infatti che 'nessuno resterà indietro', si mente sapendo di mentire.
Perchè le due e più velocità ci sono già, e ci sono già persone e paesi che stanno indietro, e di molto.
I sistemi competitivi generano pochissimi vincenti e moltissimi perdenti, inutile negarlo.
E così è anche per l'Europa, falsamente unita dal denaro, ma in realtà divisa e stracciata proprio dai mercati e dalla finanza.
Ecco perchè gli attuali regimi di centro saranno sostituiti dalla destra nelle prossime elezioni: Macron in Francia, per quanto sia stato ministro di Hollande, si ricorderà ancor più di essere il banchiere della famiglia Rotschild; Rajoy e Gentiloni sono soltanto comparse temporanee e insipide; la Merkel stessa vacilla e sarà sconfitta a breve.
Nel frattempo, ci governano e decidono per noi e per altri, generando soltanto ulteriori odii e disprezzo, malcontento e sfiducia.

Ad un'Europa dinastica fa riscontro un'Italietta delle famigliole al potere.
Quelle di sempre, ma anche quelle nuove, della provincia toscana, quelle della Rignano Insabbiadoro.
I piccoli feudi conquistati dalla famiglia Renzi e dai suoi minimi sodali, le combriccole di amichetti e bancari da strapazzo, le massonerie d'accatto, i moschettieri di cassa e spada che ci assediano e fanno soldi alle nostre spalle, occupando e depredando gli spazi pubblici e le risorse dello stato: tutto questo va a dimostrarsi ancora vero, alla faccia delle tanto sbandierate rottamazioni e meritocrazie e progressi e nuovo che avanza.
La solita storia, da sempre, si ripete ancora una volta, con nuovi personaggi in cerca d'autore.
Così finisce, ingloriosamente, la storia del grande riformatore social-democratico, così come era già finita la storiella della 'riforma liberale' di Berluscoionis, così come sono andati ad infrangersi tutti i tentativi di cambiare la storia profonda del nostro paese.
Un paese che vive da sempre sui familismi amorali, sulle dinastie del denaro e della collusione, sulla corruzione endemica, sull'assistenzialismo e sulla emarginazione di qualunque etica pubblica
(e di qualunque persona o gruppo provi a rappresentarla).
Il nostro è un paese per vecchi, anche quando al potere ci vanno i 'giovani'.
E non parlo solo di Renzi. Anche la vicenda Raggi, purtroppo, sta ancora una volta lì a dimostrarlo.