sabato 31 dicembre 2011

drammi, tragedie e altre sciocchezze

DRAMMI
E' morto don Verzè, per una crisi cardiaca.
Come Sindona.
Ma almeno quello era finito in cella (e non monastica).
Porta con sè i suoi segreti e nessun Dio lo interrogherà alle porte del cielo, che per lui e per tutti stanno sottoterra.
E' come l'inferno, ma fa freddo.

Chiude la fiction 'Centovetrine', dopo 10 anni di stronzate in tv.
Ci lavoravano 150 persone, ora disoccupate.
Mangiavano e vivevano, nutrendoci di cazzate (attese, peraltro, da un sacco di gente, ogni pomeriggio...).
Immaginatevi quando (forse per la morte degli attori) chiuderanno 'Sentieri', 'Beautiful' e 'Dallas'...!
Cosa farà la gente, quando (con mio grande godimento)) chiuderanno le migliaia di vetrine (di negozi che ci vendono inutili stronzate da anni, ma che illuminano le città) ?
Di che cosa vivrà ? Come accenderà la sua vita ?
E Dio disse: Sia fatto il buio. E il buio fu.
Il nuovo Genesi.

TRAGEDIE
Le persone che vorrebbero andare in pensione non possono, devono lavorare ancora.
Le persone che vorrebbero lavorare non possono, devono attendere, ancora.
E soffrono, fatalmente, entrambe.
Si lamentano, ma non si ribellano, proprio come davanti al Fato.
Oppure, se possono, di nascosto, si arrangiano (alle spese di altri) o rubano.
Come quelli che non hanno bisogno di lavorare per essere ricchi.
Hanno già rubato, ma non li hanno presi.
Anzi, li hanno premiati. Perchè ce l'hanno fatta.
Ed infatti, ora, passano alla cassa e ci governano.
In una situazione come questa, sono loro -dai loro alti scranni- a parlarci di 'giustizia' e 'democrazia', come in passato i re si glorificavano di 'Dio, patria e trono'.
Il colmo, davvero. Oltre al danno, la beffa, come si dice.
Oltre a loro, però, un'altra cosa non è cambiata: i sudditi.

Mio nipote di nove anni, ieri sera, ha vinto il torneo dei pulcini, a calcio.
Grande gioia sua, mia e di tutti.
Vengono allenati al valore del gioco, al rispetto dell'avversario, alla lealtà sportiva, ad accettare la sconfitta, a darsi il cambio, a stare in campo anche se piove e fa vento.
Però qualcuno, a bordo campo, inizia a dire: 'Quanto varrà quel ragazzino tra tre anni...quanto costerà al Cagliari calcio, se lo vorrà...'
E poi pensi al calcio-scommesse, al calcio-spezzatino, al calcio-mercato...
Guardi tuo nipote, e ti vien voglia di fargli restituire la coppa di finto oro, che si sta portando, fieramente e meritatamente, a casa.

CATASTROFI
' Tu sì a fine d'o mùnno ! '.
E' bello poterlo dire, e sentirselo dire (anche quando non è vero).
Ma quando inizieremo a vederla così, la catastrofe ?
Nel 2012 ?
Auguri.

un'altra vita

Ogni volta che un anno finisce e ne inizia un altro si spera e ci si augura un'altra vita.
Mai come dopo questo 2011, direi.
Sul fondo del vaso di Pandora, come si sa, stava (e sta sempre) l'elpis:
'... è l'attitudine di attesa di fronte ad un evento che si prevede che accadrà ma che non è sicuro. Se l'evento è lieto e lo si attende, questa attesa è la speranza; se invece è brutto e pericoloso, allora quel che proviamo è il timore...L'uomo possiede un lato prometeico: sa in anticipo che possono accadergli delle cose, sa già molto bene che morirà; quel che non sa è quando e come. Sa prima che alcuni pericoli lo minacciano, ma non può vederli né sentirli. L'uomo prometeico sa che le cose stanno per accadere. Ma c'è anche il lato epimeteico, che va di pari passo: non ci soffermiamo mai veramente sulle cose, se non quando è troppo tardi per potervi rimediare...'
((J-P.Vernant).

Ovviamente, nella vulgata buonista, si parla solo di 'speranza', in fondo al vaso.
I greci, nella loro vera complessità (non quella posticcia, di cui cianciamo noi, senza mai accettare di viverla...), la mettevano in modo un pò meno cattocomunista...
Troppo tardi per rimediare, come direbbe Epimeteo ?
Non c'è più niente da fare, come direbbe Bobby Solo ?
A vedere questo nostro Occidente, parrebbe proprio di sì.
E' ormai evidente che ci troviamo a vivere un 'suicidio collettivo', ma senza morte apparente.
Sembriamo come quei detenuti dei lager di cui scrive Herta Muller: 'persone che, pur senza vivere, non sono morte...'.

Mi pare che la nostra unica speranza oggi sia di salvare la nostra individuale 'tranquillità'.
Sarà per questo che si sono vietati i botti anche nella notte di Capodanno ?
No, a Milano, non li vogliono perchè così  'si riduce l'inquinamento dell'aria' (ma c'è qualcuno, oltre a me, che si mette a ridere quando deve sentire cose simili ?).
Il cimitero, si sa, deve essere silenzioso e composto.
Non che io ami le esibizioni di rumore e di disperata vitalità trasgressiva, ma nell'opporsi solo a queste, si da il chiaro segnale di quale scelta si vada a preferire: il mortorio in cui siamo immersi.

Invece, i botti in Siria, in Egitto e in Palestina proseguono impunemente.
L'israelizzazione del mondo procede.
Protesti in modo violento ? Ti sparo.
Protesti in modo nonviolento ? Ti sparo lo stesso.
Quel che sta accadendo nei regimi medio-orientali, e che è stato inaugurato scientemente con l'uccisione di Rachel Corrie qualche anno fa in Israele, è il segnale sul futuro delle democrature occidentali (il cui avamposto paradigmatico è la Russia di Putin).
Come si è lasciato sfuggire Polillo, sottosegretario all'Economia del nostro governo: 'se cade l'euro, è la guerra!'.
Non usava una metafora letteraria, intendeva proprio la loro idea del nostro futuro: non ci sono alternative a questo modello di sviluppo e, se rischia di saltare, se BCE e FMI non basteranno da sole (ad ammazzarci, tenendoci in vita), i tecno-plutocrati proseguiranno la loro politica con altri mezzi, cioè con la guerra (inizieranno ad ammazzarci proprio, insomma...).
Assisteremo (passivi ? malpancisti ? patriotticamente coinvolti ?) alla militarizzazione interna degli stati (così come è già iniziato ad accadere in Grecia, nostro futuro prossimo) e alla militarizzazione dei rapporti tra stati nazionali (anche -di nuovo, sembra incredibile lo so!- tra gli stessi paesi europei...)

L'anno che sta per iniziare, è inutile fare gli struzzi, sarà l'anno di svolta verso tutto questo (e tanto altro ancora che io stesso ho paura a dire...).
'Non potrà essere peggiore di quel che sta passando', ci auguriamo per la strada o per telefono.
Ma sappiamo che ce lo diciamo per confortarci e consolarci, e non lo crediamo davvero.
Ci attendono anni terribili, insostenibili, da far paura.

Al di là degli auguri, sempre disperatamente intrisi di speranza, sappiamo benissimo, in fondo al cuore, quel che ci attende: anni che non possiamo augurare a nessuno.

giovedì 29 dicembre 2011

pensierini diversi per l'anno che viene

Supposto che l'uomo non potesse esercitare la sua volontà, ma dovesse patire tutta la miseria di questo mondo, che cosa allora potrebbe renderlo felice ? Come può l'uomo essere felice se non può tener lontana la miseria di questo mondo ? Mediante la via della conoscenza...
La vita di conoscenza è la vita, che è felice nonostante la miseria del mondo.
(Ludwig Wittgenstein)

Ho sempre più dubbi su idee come questa, che hanno circondato convintamente la mia adolescenza e giovinezza e adultità. Oggi, mi sembra proprio una grama consolazione, se anche fosse vera.
Non userei la parola 'felicità', intanto. Mi sembra sinceramente eccessiva.
E, più mi pare di conoscere e più, mi pare, leopardianamente, di soffrire e non di essere più felice.
Non smetto di voler conoscere, e non vorrei mai ignorare, ma dire che 'la via della conoscenza renda felici' mi sembra, ad oggi, esperienzialmente falso.

Una rivelazione è stata fatta al pellerossa, un'altra all'uomo bianco. Io ho tanto da imparare dall'indiano, e niente dal missionario. Non ne sono sicuro, ma l'unica cosa che mi farebbe venire la tentazione di insegnare all'indiano la mia religione, sarebbe che mi promettesse di insegnarmi la sua. E' troppo tempo che ascolto cose irrilevanti, adesso sono felice di aver fatto conoscenza con la luce che dimora nei boschi in decomposizione.
Dove è finita tutta la vostra conoscenza ? Evapora completamente, perchè non ha profondità.
(Henry David Thoreau)

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Vorrei dormire, sono tanto stanca,
stanca, e ferita è la mia felicità.
Sono tanto sola - anche la mia canzone preferita
se ne è andata e non torna più.

Se finalmente dormissi sognerei,
e i sogni son meravigliosi.
Soffiano un sorriso incantato
anche sul destino più duro.

I sogni portano con sè l'oblio
e cangianti gingilli variopinti.
Chissà - forse mi terranno
per sempre nella loro terra.

(Selma Meerbaum-Eisinger, morta in un lager, a 18 anni...)

Ecco che si rassomigliavano davvero, come qualche volta ella pensava: impotenti davanti alla realtà della vita, entrambi avevano bisogno di cose insolite, e sognavano un mondo irreale...
(Grazia Deledda)

Ho provato a stare nel mondo reale e non mi interessa abbastanza: non mi interessa vivere di lavoro, di chiacchiere, di progetti e strategie, di mangiare e dormire.
(Lo dicevo ieri a mia nipote diciottenne: mi sento sempre più razzista, ormai, verso le persone 'normali'. Le disprezzo (e le capisco) sempre di più...)
Ho provato a costruire, per me e per qualche altro, un mondo parallelo, ma che si incrociasse con la realtà, quello del gioco. Ma, al momento, ironia e creatività sono stanche e deluse.
Non mi resta che la fuga, in un sogno irreale.
Che il catastrofismo non sia altro che questo ?
Un sogno, o almeno un incubo, ma che sia liberatorio rispetto a questa Realtà ?

Mio figlio un tempo era convinto di poter guardare un aereo in volo e farlo esplodere a mezz’aria con la semplice forza del pensiero…Un aereo in volo era una provocazione troppo forte per ignorarla. Guardava un aereo prendere quota dopo il decollo di Sky Harbor e intuiva un elemento catastrofico insito nel fatto stesso di un oggetto volante pieno di gente. Era sensibile allo stimolo più casuale e gli sembrava di sentire l’oggetto stesso desiderare ardentemente di esplodere. Non doveva far altro che evocare l’immagine esplosiva nella sua mente, e l’aereo si sarebbe incendiato andando in mille pezzi. Sua sorella gli diceva sempre, Avanti, fallo scoppiare, fammi vedere che sei capace di buttar giù quell’aereo con tutte le duecento persone a bordo, e lo spaventava sentire qualcuno parlare così, e spaventava anche lei, perché non era del tutto sicura che non potesse farlo davvero. E’ tipico dell’adolescente immaginare la fine del mondo come un accessorio del proprio scontento…
(Don Delillo)

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

 In molti viaggi recenti, avevo guardato quel tal fienile inclinarsi sempre più a sud, finchè, quando Q ed io gli passammo davanti, era crollato a terra: abbattuto, quasi a segnare la fine di un'epoca, pronto infine a darsi in pasto a vermi e millepiedi. Dopo una certa età, una persona può trovar difficile evitare di vedere, in un simile cambiamento, un presagio dei giorni che lo aspettano. Quando dissi a Q qualcosa di questo tenore, lei, giovane com'è al mio confronto, rispose: 'Vedi la tua vita come una latrina ?' -
Bè, finora no. 
(William Least Heat-Moon)

martedì 27 dicembre 2011

mah!

Mah!
Giorni di silenzio.
E di cosa dovrei parlare ?

Del tizio che, vestito da Babbo Natale, ha ucciso parenti e amici, dopo avergli sadicamente fatto scartare i regali, tra cui quegli stessi da lui stesso regalati?
O dei centoquaranta morti durante le messe di Natale in Nigeria ?
Oppure dei carri armati a Homs ? Delle autobomba giornaliere in Iraq ? Delle stragi in piazza Tahrir ?

O volete che ammetta di aver vissuto la mia giornata di ieri guardando per otto ore di seguito la televisione, o risolvendo quattro Incroci obbligati, tre Enigmi senza schema e dodici Parole crociate a schema libero ?  E dirvi che mi è uscito bene il cotechino con le lenticchie ?
E che, leggendo al freddo vento del porto 'La solitudine dell'anima' di Borgna, mi sono trovato addosso tutti i suoi sintomi e le sue emergenze, ed ho capito che la mia vita è prossima al 'deserto emotivo' ?
Sarà per questo che ho fatto quindici regali e ne ho ricevuto cinque (alla faccia della dèpense batailliana...) ?
O che rido da solo (e soltanto) a rivedere Stanlio e Ollio ?
O che una laureanda mi ha regalato la biografia di Steve Jobs, dicendo che l'aveva fatta pensare a me, mentre io avrei desiderato soltanto  di rivedere sua cognata ?

O preferite sapere che il MCDC, massimo comun denominatore cinematografico, trovato tra tutti i parenti alla fine del pranzo di Natale, è stato quello di andare a vedere l'ultimo film di Pieraccioni ?
E che sono entrato nella hall del multisala senza neppure il passamontagna ?
E che, a proposito di passamontagna, è morto Giorgio Bocca, il giornalista partigiano ?
'E' sempre stato coerente', ha dichiarato -senza vergogna per se stesso- Re Giorgio...
A me, invece, ha fatto venire in mente la sete di capire e le illusioni dell'Enrico quindicenne, che leggeva avidamente e ritagliava alacremente i suoi articoli, alla nascita di Repubblica...
Che speranze, che cori...!

O che il Monti prepara la 'fase due', cioè il nuovo pezzo del razzo il cui 'stadio uno' ci è già penetrato 'in su paneri' durante le feste ?
O che mi sento depresso all'idea che mi sento più vicino ai leghisti che protestano contro il governo o ai comunisti russi che protestano contro Putin, che non ai sindacati o al PD, sempre a (far finta di) difendere diritti tramontati ?
O vi interessa ancora di avere la conferma dalla Corte dei Conti che, nel nostro paese (sempre amato, unito e coeso),  'la corruzione dilaga' ?
E che lo spread sale e sale, e che la Dea Borsa se ne frega anche dei nostri inutili sacrifici ?
O volete sapere che i TG parlano di crollo dei consumi perchè, anzichè i quattro miliardi e quattrocento milioni previsti, abbiamo speso solo quattro miliardi ?
Allora non ci siamo proprio capiti sul casino in cui siamo e su quel che sta per arrivarci addosso...

Che senso di stanchezza e di ripetizione...
Ma che senso ha parlarne ancora ?
Mah!

venerdì 23 dicembre 2011

solitarietà

In queste Feste (feste?) mi dibatto ancor più, banalmente, tra socializzazione (desiderata ? forzata? inerziale ?) e voglia di star da solo (volontaria ? coatta ? esagerata ? sana ?)...
Concludo in bellezza, ed in coerenza perfetta, l'anno trascorso.
Nulla accade, da tempo, che almeno incrini questa eccelsa mia perfezione.

Traggo da 'Le strade di Quoz', nuovo libro di W. Least Heat-Moon, due pensieri sul tema:

'Sono convinto che la nostra felicità esiga che ci si debba continuare a mescolare col mondo, che ci si tenga al passo con lui mentre si muove...Dal 1793 al 1797 rimasi chiuso in casa, non vidi nessuno tranne chi veniva a trovarmi, e alla fine divenni molto sensibile all'effetto pernicioso che ciò aveva sul mio stato mentale, e alla sua diretta e irresistibile tendenza a rendermi inadatto alla società e a disagio quando dovevo per forza frequentarla...(Thomas Jefferson, a pagina 63).

'Lì dentro, Rhene, la Donna Capra, scomparve di fatto per le successive due decadi, in compagnia di una tribù di capre che adorava e che quasi sembrava non distinguere dalle persone...Il ritiro di Rhene in un camion modello T rinchiuso in un reconto per le capre fu così improvviso e totale che la gente del villaggio cominciò a chiedersi se la sua reclusione non fosse quella di una prigioniera...No, disse lo sceriffo alla gente, la Donna Capra non era obbligata; per quanto aveva potuto determinare, l'isolamento era avvenuto di sua volontà...Chi abita in un villaggio è inevitabilmente, in maniera inestirpabile, presente in un modo o nell'altro e, dato che non c'è niente di più lampante del tentativo di scomparire, è impossibile passare inosservati; il meglio che un eccentrico possa sperare + semplicemente la solitudine...' (pag.89).

E, a proposito di signore e signori festaioli, ritrovo oggi in Grazia Deledda questo dialogo tra pastori:

'I signori! Cosa credi che sieno i signori? Uomini come noi. E che credi che siano contenti ? Un corno!...Al posto di quei signori che ti sembrano felici  -se tu sapessi cosa bolle nella loro pentola - tu non ti ci vorresti neppure morto. Dietro i loro giochi c'è un mostro che li divora: sono deboli e malati di corpo, e vili e miseri d'anima. Sono pieni di debiti, di cure e di ansie, e il loro riso è come il tinnìo argentino di un piatto già rotto e che pur sembra nuovo...
Suonano, suonano! Ah, figli del cuore mio! Suonano come ronza la mosca in autunno quando sta per morire...' (Il vecchio della montagna, p.57).

In questo vecchio volume di famiglia, ho ritrovato un segnalibro di fiori essicati, appartenuto a mia madre, utilizzato da lei negli anni in cui io nascevo. Santo Natale !

domenica 18 dicembre 2011

sulle scogliere di marmo

'Incontrammo Biedenhorn che ordinava le truppe e le avviava ai posti di guardia e si dava grandi arie. Portava la corazza dorata ma era senz'elmo e si gloriava di aver già dato lavoro ai falegnami per le casse da morto; aveva cioè fatto imprigionare alcuna gente a caso e li aveva fatti impiccare agli olmi dei bastioni. Secondo la sua abitudine marziale, egli si era tenuto ben nascosto durante il tumulto, e ora che l'intera città era in cocci, se ne veniva fuori a recitar la parte del taumaturgo...Non si può tuttavia far rimprovero al lupo se altri lo nominano guardiano.'
(Ernst Junger, Sulle scogliere di marmo, 1939)

Il tradimento dei chierici si è compiuto ancora una volta.
Quasi tutti gli intellettuali avevano già tradito durante il 'secolo breve'.
Ma ora tocca ai politici, vera divinità del Novecento, che abdicano al loro ruolo e cedono il potere ai tecnocrati-guerrieri (nuova divinità del tempo a venire, già al potere -occulto- da vari decenni...).
E giungono, come nuovi stregoni, a salvarci.
Cioè a finire di fabbricare le bare, a noi rantolanti, e a questa civiltà che ancora sopravvive, ma è decomposta da tempo.
Ricorda l'alito degli ultimi mesi di Fate, il nostro cagnolino di famiglia per 15 lunghi anni.
Si muoveva, seppur dolorante; continuava a guardarci e a leccarci la faccia, con amore.
Ma aveva un alito terrificante, come se fosse già morto dentro, e si vedesse -vivo- soltanto il corpo esteriore.
Gli volevamo bene, ci voleva bene, ma puzzava veramente tanto...
Tra l'altro, era diabetico: soffriva troppo, ormai.
Allora gli ho preparato una dolce morte, una pietosa eutanasia con 8 gianduiotti.
La notte è trascorsa, abbracciati e vicini.
Al risveglio, era morto davvero, del tutto.
Perchè non si può fare così col mondo che ci circonda ?
Quanti gianduiotti volete ?  Ditemelo!

venerdì 16 dicembre 2011

oltre il novecento

Leggere in questi giorni questo testo di Revelli mi riapre gli occhi e l'anima, oltre le cortine di fumo dell'ottuso presente.
'...si doveva far soffrire gli uomini più di quanto lo facesse l'antico regime e, per liberare gli uomini dell'avvenire, era necessario opprimere gli uomini del presente...(Merleau Ponty, Umanismo e Terrore)..
'La Storia appare divenuta così una forza esteriore il cui senso è ignorato dall'individuo. Una pura potenza di fatto'. (Koestler, Buio a mezzogiorno).
'Quando le cerimonie magiche nei templi chiamati Borse, a New York o a Londra, condannarono alla fame e al vagabondaggio gli uomini in Polonia o in Bolivia ?' (Kula, Stregoneria)
Questi i pensieri, tratti dal bellissimo 'Oltre il novecento', che dedico alla maggioranza che ha avuto il coraggio di votare Monti e le sue (sue ?) manovre.
Intanto, Confindustria finalmente dichiara che siamo in recessione e ci resteremo.
E 'non possiamo nasconderci dietro a un dito'  ha esclamato anche la sapiente Passera.

Un anno di primavera araba, ad oggi.
Virginie, 46 anni, di Hammamet dichiara: 'prima del dicembre 2010 vivevamo felici e sicuri ma in un paese governato da un uomo avido di potere e di denaro. Dalla rivoluzione la Tunisia è piena di borseggiatori e salafiti. Ma sono ottimista...'
Alaa, 22 anni, di Sanaa: 'Da quando abbiamo iniziato la protesta, molta gente è morta. Il presidente Saleh ha lasciato, ma le cose sono come prima. Le forze di sicurezza attaccano ancora i manifestanti. Ma siamo in tanti nelle strade e non ce ne andremo sino a quando non avremo la democrazia...'
Osama, 33 anni, di Daraya (Siria): ' Un anno fa non avrei mai potuto immaginare che sarebbe successo tutto questo nemmeno nei miei sogni più sfrenati. La violenza sta aumentando e molta gente muore, ma sempre più scende nelle strade. Io sono in un posto sicuro, ma anche mia moglie mia figlia hanno dovuto lasciare la nostra casa...'
Hossam, 25 anni, Il Cairo: ' E' una vita molto diversa rispetto a un anno fa. Allora non potevamo parlare liberamente. Il regime ci trattava come asini. Ma non abbiamo ottenuto quello che volevamo. L'esercito è una piovra. Ha le sue braccia ovunque. Dobbiamo tagliargli la testa. Ma la gente ora pensa da sola...'.
Che mescolanza di passione, dolore, speranza, attesa, lotta, paura, slancio e ricerca di sicurezza!
In tutto questo, noi occidentali, passivi come morti.

Oggi anche il ritiro della Nato e degli USA dall'Iraq.
Siamo passati in questi 15 anni dalla 'missione compiuta !' di Bush alla 'guerra permanente' (chiamata 'missione di pace'), al fallimento di essa con relativo stallo politico e violenza crescente da tutte le parti in causa, sino al ritiro di oggi.
Uno straccio di autocritica ? Macchè.
Anche stamattina Wall Street ha aperto con i suoi stolidi applausi autocompiaciuti.
Qualche autocritica ? Macchè.
Se gli adulti e gli anziani guru di quest'epoca fossero almeno capaci di dire 'abbiamo sbagliato, non seguiteci più...!', la storia del mondo intero potrebbe cambiare.
Non chiedo loro di pensare al nuovo, di poterlo immaginare.
Non chiedo l'impossibile.
Vorrei almeno che fossero minimamente onesti e riconoscessero la loro catastrofe.
Ma non accadrà.
E' per questo che la catastrofe procederà ineluttabile.
Ed anche qui,
1.dalla sottovalutazione (non c'è problema),
2. ai primi avvisi (ma la soluzione ed il tempo c'è, tranquilli...),
3. al repentino aggravamento (non c'è più tempo, le soluzioni sono complesse e parziali, dobbiamo agire in emergenza...!!),
4. alla catastrofe totale e dichiarata, senza scampo ( non sappiamo cosa fare, non è colpa nostra, non potevamo prevedere...),
il passo è  (sarà) breve.
Ci siamo già, lo sapete, no ?
Sì, dico a voi, voi che fate ancora finta di niente, vi lamentate in corridoio, e piangete in bagno...

lunedì 12 dicembre 2011

BONTA' / MALVAGITA'

Le persone più cattive sono quelle che fanno finta di avere le risposte. I fondamentalisti cristiani, tutte le religioni dogmatiche che esercitano un controllo sono cattive. La maggior parte del male nel mondo è fatto in nome del bene. Religione, falsi profeti, cazzate di artisti, politici, uomini d’affari, l’intero concetto di business è malvagio. Comunque non c’è modo di fermarli, sono sicuro che il nostro destino sia il fallimento. La fine è inevitabile. Così, a chi importa se questi maiali mi uccidono con la loro malattia, hanno ucciso e continueranno ad uccidere fino a quando non saranno risucchiati nelle loro tombe malvage e marceranno e puzzeranno ed esploderanno nell’oblio…’
(Keith Haring)

Carissimi,
immagino che conosciate quella famosa barzelletta che racconta di due
ladruncoli di polli. Andavano a rubare sempre nello stesso pollaio,
passando da sotto una parete in legno. Un giorno il padrone dei polli,
stanco dei furti, decide di aspettare i ladri e si apposta con una mazza da
baseball dietro la parete. A notte inoltrata vede muoversi qualcosa e
appena una sagoma scura appare dal basso la colpisce con tutta la forza.
Lui non sa che la mazza ha colpito in piena bocca il primo ladro che
indietreggia prontamente con entrambe le mani sul muso e un rantolo che
ricorda lo sghignazzare. Vedendolo tornare indietro il complice stupito
chiede cosa sia successo e il primo ladro, senza togliere le mani dalla
bocca, risponde: "vai avanti tu che mi scappa da ridere"!
Un caro saluto,
A.

' E l'Italia giocava alle carte e parlava di calcio nei bar,
e l'Italia rideva e cantava...'  (Gaber).
Nella decadenza e nel degrado generale della convivenza e della fiducia, quella cosa che chiamiamo qui 'catastrofe' e che attraversa le nostre vite, ora finalmente visibile ed inoppugnabile, è facile che una parte molto ampia delle persone continui a vivere e a vivacchiare come se niente fosse, anche più di prima e apparentemente senza pensieri...Anche questa è una faccia della disperazione.
Così come il continuare a sottovalutare quel che sta accadendo e, come nella barzelletta, continuare a prenderla nei denti e a sogghignare, minimizzando e facendo buon viso a cattivo gioco...

Sui giornali di oggi leggo che la maggioranza degli italiani continua ad aver fiducia in Monti e nella Fornero.
Il massimo di opposizione politica è , al momento, quella dei sindacati, non so se ci siamo capiti!
Si dice che non si sia fatta la patrimoniale perchè c'era il veto del PdL.
Quindi vuol dire che non c'era il veto del PD sulla riforma delle pensioni: e perchè ? (domanda retorica, ovviamente, visto che i vari capi del PD sono Letta, Ichino e che la stessa Fornero è messa in quota al centro-sinistra). E se fosse stata nel centro destra, cosa ci avrebbe preparato ? E cosa ci prepara sulla riforma del lavoro ? Inutile avere dubbi, lo si sa già.
Qui da noi, non c'è stato neppure bisogno del commissariamento FMI, è bastata la BCE da sola, ci ha comprato un pò di BTP e si è comprata l'Italia !  Ci siamo immediatamente auto-commissariati.
E servisse a qualcosa tutto questo...! Ma neppure servirà.
Nè a salvarci economicamente, nè a far aprire gli occhi ai più.

Buone notizie sui giornali di oggi: si accentua la paranoia sociale, dopo il rogo degli zingari a Torino, uno si è messo a sparare ai senegalesi per strada nella civilissima Firenze ed un altro ha fatto 4 morti, buttando granate sulla folla, a Liegi. Le usanze stile USA stanno procedendo anche qui, vedo.
Avremo anche noi, tra poco, il nostro Breivik ?' Questa si chiama 'cupio dissolvi'...
Meno male che il CERN ha finalmente trovato 'la particella di Dio'. Consolante.
Soprattutto per gli anziani italiani, che muoiono sempre più vecchi, ma anche sempre più acciaccati e malridotti. A proposito di allungare l'età lavorativa, perchè moriamo più vecchi.
Ma non vi sembra abbastanza lavorare 40 anni, se sono gli anni migliori della nostra vita ?
Invece mi devo fottere i miei 40 e 50 per godermi i miei 70...!  Veramente assurda questa legge del Moloch... Basta con la cultura del sacrificio, basta!!!! Vogliamo vivere!!!!

Altre due notizie terribili:
scopriamo che Jovanotti faceva pagare 8 euro netti/ora quelli che gli montano i palchi!
scopriamo che CISL, UIL e UGL firmano il contratto separato con Marchionne ed escludono la FIOM-CGIL dalla FIAT.
Ma come si può continuare a vivere in un mondo così ingiusto ed ipocrita ?
Keith Haring, quando ha scritto le righe all'inizio, aveva appena scoperto di essere stato infettato dall'AIDS. Ma, ora, come dargli torto ?

Baci affettuosi a chi legge, comunque...
Buona serata.
il malvagio Diabeulik










sabato 10 dicembre 2011

la (via) stretta

LA VIA STRETTA (e il Vicolo Corto)

C'è una via stretta davanti a noi, improbabile davvero che la si veda da quanto è stretta, ancora più improbabile che la si prenda quindi. Ma c'è.
E' quella della decrescita volontaria, agita, intrapresa per scelta, quasi per desiderio.
Ha un accesso stretto, quasi invisibile, impervio per la nostre abitudini d'ascesa.
Ma è lunga, sostenibile, aperta al nuovo.

C'è una via larga davanti a noi, probabile davvero che la si veda da quanto è larga, slabbrata quasi da quanto è larga; probabile quindi che la si prenda quasi tutti e subito, senza pensarci su troppo, come si fa quando brucia un cinema e tutti corrono verso la stessa uscita.
E' la via della crescita. L'accesso è ampio, seducente, imbellettato.
Ma è un vicolo corto, senza prospettive, senza possibilità di inversione, e senza uscita.
Ci conduce già da ora ad una decrescita subìta, senza scampo per i già poveri, e che rovinerà molti altri ancora... Ed è una via non sostenibile, nè per gli umani, nè per il vivente.
Abbiamo voglia di urlare i nostri esorcistici mantra per le strade: 'Il lavoro non si tocca!' o 'Questa crisi non la paghiamo!'. Se stiamo dentro questa via, non servirà a nulla, se non a sfogarci nella disperazione.

LA STRETTA
Intanto, infatti, l'Unione Europea va verso l'unione economica e fiscale.
Una nuova Maastricht, dice la Merkel. Come se non fosse bastata la prima.
La morsa si fa ancora più stretta, e ci soffocherà.
Andiamo verso un Europa a due velocità, dicono: da un lato i 26 stati che hanno approvato le nuove decisioni, dall'altro la Perfida Albione (da sempre alleata, veramente, solo degli USA).
Ma non sarà così: le velocità saranno tre, quattro, cinque.
L'Europa dei paesi forti (del Nord), l'Europa dei paesi ex forti (del Sud), l'Europa degli sfigati (dell'Est), l'Europa dei senza Europa ( i non ammessi).
 I primi a cogestire la politica della BCE e del FMI, i secondi a richiederla per ricevere aiuti (a costo delle loro residuali democrazie), i terzi a subirla e a farsi acquisire (come, peraltro, già accade sin dall'inizio del loro ingresso nella UE), i quarti a sbattersi come possono.
E noi, semplici cittadini, sudditi dell'Impero, a fare da companatico per i panini che altri si mangeranno.
E a fare sacrifici che non potranno salvarci.
Mentre noi continuiano a camminare nella Via Stretta e in Vicolo Corto, altri infatti stanno già costruendo i loro alberghi nel Parco della Vittoria ( e non è detto che siano, e soprattutto saranno, europei...).

da un giovane filosofo napoletano

ricevo e pubblico volentieri.... da cristiano d'agostino



Scongiuro contro il nazismo futuro


Gli abbiamo detto che la rabbia non è bene

Bisogna vincerla, bisogna fare pace

Ma che essere cattivi poi conviene

Più si grida, più si offende e più si piace

Gli abbiamo detto che bisogna andare a scuola

E che la scuola com’è non serve a niente

Gli abbiamo detto che la legge è una sola

Ma che le scappatoie sono tante

Gli abbiamo detto che tutto è intorno a loro

La vita è adesso, basta allungar la mano

Gli abbiamo detto che non c’è più lavoro

E quella mano la allungheranno invano

Gli abbiamo detto che se hai un capo griffato

Puoi baciare maschi e femmine a piacere

Gli abbiamo detto che se non sei sposato

Ci son diritti di cui non puoi godere

Gli abbiamo detto che l’aria è avvelenata

Perché tutti vanno in macchina al lavoro

Ma che la società sarà salvata

Se compreranno macchine anche loro

Gli abbiamo detto tutto, hanno capito tutto

Che il nostro mondo è splendido

Che il loro mondo è brutto

Bene: non c’è bisogno di indovini

Per sapere che arriverà il futuro

Speriamo che la rabbia dei bambini

Non ci presenti un conto troppo duro.

(B. Tognolini)





Equità(lia) !


L'ennesima cartolina italiana di questi giorni ( ma direi di un periodo molto più lungo) è stata mostrata a Roma durante il 'concorso pubblico' che avrebbe dovuto selezionare del personale docente per lavorare in alcune scuole italiane all'estero.


L'Italia s'è desta(ta) ! Non è opportuno di questi tempi rompere l'unità del magna-magna generale!



C'è la crisi ! ( fra poco è pure natale )



Chi infatti tra i partecipanti al concorso ha protestato per le modalità in cui si è svolta una delle prove di selezione ( denunciando situazioni di palese illegalità e chiamando ad intervenire tempestivamente la forza pubblica ) si è ritrovato alla fine indagato con l'accusa di 'sospensione di servizio pubblico'.



Altro che giustizia sociale !



Vergogna, pudore e moralità sono stati sepolti da tempo, si sente ripetere spesso ... ma nessuno è responsabile ovviamente !



Anzi no ! Se interrogati gli italiani sentono che la loro coscienza è a posto ( per chi l'avesse mai avuta, s'intende.. )



Tutti resistono ( e hanno resistito in questi anni ) responsabilmente al processo di imbarbarimento, all'incivilimento, all'irrazionalismo dominante e dilagante ( oserei dire impelagante) ... tutti fanno e hanno fatto il proprio dovere.



Ma allora perché a Roma solo in quattro su trentasettemila si ritrovano indagati ?



Forse è solo questione di tempo.. non posso mica pretendere che il vai-avanti-tu-per-me smetta di funzionare da un giorno all'altro..



Sicuramente a questi quattro non mancherà di certo l'appoggio di un numero molto più nutrito di persone che solo momentaneamente hanno scelto di non esporsi ma che non mancheranno certo di farsi sentire nelle sedi opportune !

Del resto è così che funziona ! In democrazia il rispetto delle sedi (in)opportune è un Principio Sacro.



È per questo infatti che il governo viene eletto dai mercati finanziari e non nelle urne, è per questo che le (finte) opposizioni siedono nei banchi della maggioranza ed è sempre in nome del Sacro Principio che le manovre ( qui lascio libero sfogo all'immaginazione ) si spiegano nel salotto di Vespa ( la terza camera della repubblica ).



Questa è l'Italia 'Una e indivisibile' del nostro Re-Giorgino.. ( con una esplicita assonanza alla spiaggia che fu dei cagliaritani... )





GHELOIOI



Platone era consapevole del fatto che occuparsi di politica avrebbe comportato l'apparire ridicoli agli occhi della polis ( certo lui aveva in mente la goffaggine del filosofo ) ma questo rischio non costituiva un motivo sufficiente per venir meno al proprio impegno.



Ridicola per Platone, per esempio, sarebbe apparsa la sua proposta di eguaglianza tra uomini e donne presentata nella Repubblica. ( ricordo che in Italia il voto per le donne è una conquista recente avvenuta nel 1946 )



Ridicola perché eversiva rispetto il senso comune, dato per scontato e molto resistente al cambiamento.



La situazione attuale invece appare invertita. Chi non si allinea ( leggi : chi non si rende ridicolo ) si deve cambiare, pena la scomunica !



Il gioco politico premia il ridicolo anzi ne è permeato nel suo stesso farsi politica. ( che tenera la ministro Fornero in lacrime ! )



Continuiamo a proporci letture ( consolatorie ) su questa crisi, ma più in generale sul secolo che da poco più di un decennio abbiamo lasciato alle spalle e al quale siamo ancora strettamente vincolati, ma nella maggior parte dei casi ( e sono tanti ) mi lasciano profondamente insoddisfatto.



Nel fare queste affermazioni mi rendo conto della mia inadeguatezza, per la complessità e la vastità dell'argomento in questione.



Ciò che vorrei provare ad esprimere assomiglia più a un sospetto inteso come 'sentimento di ciò che accade', come tentativo di meta-riflessione sul quel troppo spesso abusato “tutti sanno” ( quindi anch'io ? ) che caratterizza la nostra epoca.



Nel farlo vorrei invitare anche quanti come me si sentono sospettosi...



Mi rendo conto delle difficoltà di una meta-riflessione nel momento in cui tale consapevolezza è chiamata ad emergere all'interno del contesto dentro cui viviamo. ( difficoltà che non ne preclude la possibilità di un tentativo )



Ma vi è anche un ulteriore motivo ( non certamente secondario) che riguarda quelle che nel mio linguaggio chiamo dinamiche di potere nella comunicazione che con sempre maggiore raffinatezza si rendono invisibili ( ma non per questo meno invischianti) aumentando la difficoltà di lettura.



Oggi per dominare ( ma chi è dominato da cosa ? ) è sufficiente lo spread ( nuova entità metafisica che sostituisce l'ormai obsoleto carro armato ) oppure basta rievocare 'l'utopia dell'amore che trionfa sul male' o la famigerata cura ( nuove armi batteriologiche ) che riescono a farci apparire puliti i giochini sporchi di piazza-affari.



Ultimamente a questa lista si è poi aggiunta la parola equità ( di cui volto e referenze sono ignote ).



Ma allora il problema dove sta ? Nella bravura di chi prova a mettere a tacere il dissenso o nella incapacità di chi dice di dissentire ? ( ammesso che davvero esista qualcuno che dissente )



La catastrofe in atto mi pare fornisca eloquenti risposte a riguardo....













Farmaci (da cui non possiamo guarire)





Ciò che mi appare evidente oggi sta nel fatto che continuiamo a soffrire delle stesse ricette che presentiamo come guaritrici ( cura, amore, crescita economica … )



La questione rilevante per me oggi ( sempre frutto del mia sensibilità sospettosa ) riguarda la nostra capacità di apprendimento sul fatto che gli esseri umani non possono non agire dentro paradossi dai quali non è consentito evadere.



Se continuiamo a ripeterci che il problema sta nel non corretto uso della ragione continueremo a restare ciechi di fronte agli effetti tossici della razionalità stessa ( coincidente oggi per lo più con la razionalità economica )



Combattiamo l'irrazionale e non vediamo i pericoli del razionale.



Ma alla fine cosa intendiamo con queste due parole ?



Non sono dei fantastici 'para-occhi-e-orecchie' che ci siamo forgiati ?



Siamo davvero sicuri che il problema del lavoro ( per fare un esempio tra tanti ) sia ancora affrontabile parlando di razionalizzazione della produzione ?



Scriveva André Gorz nel 1990 : “Tutto, nei nostri discorsi, resta dominato dalla preoccupazione dell'efficienza, del rendimento, della prestazione massimale, quindi della preoccupazione di ottenere il maggior risultato possibile con il minimo di lavoro e il minimo di tempo. E sembriamo decisi a ignorare che gli sforzi per l'efficienza, per la razionalizzazione economica hanno come risultato proprio ciò che la razionalità economica non sa valutare, né caricare di senso: liberarci dal lavoro, liberare il nostro tempo, liberarci dal regno della razionalità economica stessa.”



Cosa cantavano i topini nel cartone animato “Cenerentola” ?



Cenerella, Cenerella sempre in moto Cenerella. Su in soffitta, giù in cantina. Disfa i letti vai in cucina, lava i piatti, il fuoco accendi, poi lava stira e stendi. Comandan sempre loro e ripetono tutti in coro al lavoro, al lavoro, Cenerella …

Non è forse questo il mantra che anche il nuovo governo dei professori ripete ?



E non forse è anche vero che, come dicono i napoletani, lavorare è faticà ?



Per concludere...



Quali idiozie sceglieremo per il futuro ?



(qualche suggerimento ?.. a mio parere lo si trova nel film 'Idioti' di Lars von Trier )


















venerdì 9 dicembre 2011

SOCIETA' SENZA STATO, STATI SENZA SOCIETA'

Quando abbiamo smesso di essere sudditi, eravamo il 'popolo'.
Ad un certo punto, ci hanno chiamato 'società civile'
Poi siamo arrivati ad  'opinione pubblica'.
Gia da un pò eravamo diventati  'pubblico'.
Ora siamo tornati  ad essere 'sudditi dello Stato' (proprio ora, che gli Stati declinano, per giunta!).
Evoluzione delle democrazie contemporanee.

Quel che è allarmante è ormai la coincidenza, quasi sinonimica, tra 'statale' e 'pubblico'.
Alcuni esempi:

Il nostro non è più visto come un debito dello Stato ma come un debito pubblico.
Ecco perchè chiedono alle persone di renderlo tutto, pur avendolo creato solo in parte.
Il debito, infatti, è 'statale', ma -quando diventa un problema- si chiama 'pubblico'.
Le due cose non coincidono, nella sostanza, ma nelle parole sì.
E tanto basta agli allocchi che fanno informazione e che se la bevono.

Quando ci si riempie la bocca di 'scuola pubblica', 'università pubblica', sarebbe necessario evidenziare che quelle che abbiamo di fronte sono solo (e non si sa per quanto...) scuole e università 'statali', ma non pubbliche. Una scuola pubblica è una scuola aperta, condivisa, partecipata, co-costruita dai suoi attori. E finanziata da coloro che la creano e la usano. (per paradosso estremo, le scuole parificate cattoliche sono chiamate 'pubbliche non statali', il che è rivelativo...).
La scuola e l'università non sono nulla di tutto questo: sono apparati istituzionali gestiti dallo Stato per dare lavoro agli insegnanti e condizionare le menti di milioni di bambini e ragazzi, affinchè diventino quel che serve allo Stato stesso. Effetti che, peraltro, tendono a dileguarsi (il primo, constatata la progressiva riduzione degli insegnanti) o ad essere ottenuti principalmente con altre modalità ben più efficaci (il secondo, per il quale sono sufficienti e ben più potenti altre istituzioni: televisioni e internet, shopping e marketing pubblicitario...).

Quando si parla di 'ordine pubblico', ci viene da pensare subito alla polizia e all'esercito per strada.
Quindi, all'ordine statale, imposto dallo Stato, a tutela della sicurezza della maggioranza dei suoi cittadini dalle malefatte di una minoranza (che però restano anch'essi suoi cittadini...); e per il suo bene, ovviamente.
Lo Stato interviene a difesa di molti attaccando pochi ? Sarà.
Ma talvolta, spesso, è proprio il contrario: interviene a difesa dei pochi e dei loro interessi contro i molti e i loro interessi.
Quando, come spero, tra poco ci saranno rivolte di piazza, vedremo da che parte staranno le forze dell'ordine 'pubblico', cioè 'dello Stato'.(vedi quel che accade già in Grecia, nostro destino prossimo...).
Lo Stato siamo noi, direbbe Napolitano. Ma chi ci crede ?
E meno male che questo governo voleva rafforzare la coesione sociale e la fiducia...!

Cosa resta di liberamente e veramente pubblico in Italia, nel senso di 'non (veramente) privato' e 'non (veramente) statale' ?
La criminalità organizzata, la Chiesa, le banche.
Infatti lo Stato non ha poteri nei loro confronti (e/o, quelli che potrebbe avere, non li esercita).
Parliamoci chiaro: perchè neppure i sedicenti 'tecnici' osano interferire con questi poteri pubblici e forti (oltre al trascurabile dettaglio che anch'essi ne fanno parte!) ?
Perchè sanno che lo Stato italiano resta in piedi se e solo se resta un paradiso fiscale ed una zona franca per gli interessi ed i traffici, legalizzati o illegali, di questi ultimi. Se questi venissero davvero attaccati (ad esempio, attraverso patrimoniali o vere tassazioni), lo Stato sarebbe travolto e sconvolto da nuove 'strategie della tensione' e, molto semplicemente, i capitali e i traffici si trasferirebbero altrove, svuotando definitivamente le nostre economie. Ecco perchè 'si colpiscono sempre i soliti' !
Non si tratta solo e tanto di una difficoltà tecnica, tale da impedire un intervento deciso nei loro confronti, ma di una vera e propria collusione strutturale (una nuova conventio ad excludendum, seppure di segno diverso, insomma...).
Che è la stessa, a livello internazionale, a rendere oggi i mercati finanziari, le banche e le società di rating, decisamente più potenti di qualunque autorità politica o governativa.
Sia perchè hanno ormai dei bilanci superiori agli stati, sia perchè le tengono appese per i piedi e le fanno dondolare a loro piacimento attraverso le oscillazioni di borsa.

Gli Stati hanno inglobato la vita e la dinamica pubblica nel Novecento, divorandola.
Tanto da abolire, in sostanza e di fatto, la sfera pubblica.
Ed ora -come apprendisti stregoni- gli Stati stessi stanno rimanendo divorati, a loro volta, dagli spiriti animali (e 'pubblici') che hanno permesso e generato.
E noi, ex cittadini, oggi tornati sudditi, con loro.

martedì 6 dicembre 2011

HYBRIS, LA PAROLA DEI SENZA RITEGNO

'E' un'ingiustizia però...!', gridava il piccolo Calimero a Carosello, tanti anni fa.
In lui ancora il tentativo di urlare contro quel che non va, contro la prepotenza del più forte.
Ora, davanti a quel che sta accadendo provo rabbia e vergogna.
Siamo messi peggio di Calimero.
Dopo averci 'ammantrato' per settimane con la magica parola, 'equità', ora  -secondo La Repubblica (non quella di Platone, purtroppo, ma quella di Scalfari (veramente scandaloso, ieri, all'Infedele...))- la maggioranza degli italiani ritiene che 'questa manovra sia iniqua, ma la si debba votare...'.
E' evidente che essa si senta e si trovi sotto due tipi di vincolo: uno più profondo (le premesse e gli immaginari univoci del mercatismo e la tossicodipendenza da essi derivante) ed uno più superficiale (la paura di perdere tutto se non si accetta il ricatto di dover perdere qualcosa, secondo il modello già sperimentato da Marchionne nella Fiat).
L'unica consolazione sarà che il PD, con la scelta di sostenere Monti e non la CGIL, va a chiudere definitivamente il suo percorso storico  'a sinistra' e si trasforma in quella carabattola centrista che, in fondo, ha sempre aspirato ad essere.

Il Governo Monti ha una cosa in comune con il Governo Berlusconi: di essere senza ritegno.
Ognuno in relazione ai suoi dogmi, evidentemente.
Ma li praticano entrambi senza vergogna.
Se fossimo nel mito greco, potremmo ipotizzare e sperare che per ogni hybris ci sia una nemesis.
In fondo, anche il mito americano ha vissuto il suo 11 settembre.
Quale nemesis sociale potrà, dovrà cadere addosso a questo governo, visto che le opposizioni politiche hanno abdicato al loro ruolo, se eccettuiamo -lo dico tra il tragico ed il comico- la Lega ?
O dobbiamo forse arrivare a confidare in Standard & Poor's e nei suoi declassamenti verso le economie 'forti' (?) di Francia e Germania ?

Ben lontani appaiono i tempi di Solone, quando -chiamato a riorganizzare la polis- provò a porsi veramente al centro, quale mediatore tra le parti, equidistante tra ricchi e poveri, tra èlite e masse popolari.
'Per gli uomini non esiste nessun limite sicuro della ricchezza: infatti quelli che possiedono di più si affannano per avere il doppio; chi potrebbe saziarli tutti ?...Al popolo ho dato quanto basta, senza togliergli nè regalargli nulla; quanto a quelli che avevano potere e ricchezza, mi sono adoperato perchè non soffrissero mali ingiusti. Mi sono erto con un forte scudo di fronte alle due parti, non ho consentito nè agli uni nè agli altri un ingiusto predominio...Se un altro avesse avuto questo onore al mio posto, non avrebbe arginato il popolo o, d'altro lato, non si sarebbe arrestato prima di avergli tolto, con le sue interferenze, le maggiori ricchezze. Invece io, come in mezzo a due eserciti, ho fatto da limite alle due parti...' (Frammenti 5, 1, 25, Diels)

Questa vicenda chiude degnamente il decennio iniziato al G8 a Genova: lo Stato si rivela complice di una parte -da tutelare e da proteggere a qualunque costo- contro il resto delle persone, da ammansire, controllare e, se necessario, da bastonare senza ritegno.
E, sembrerebbe, senza uno Zeus che possa neppure colpirli, secondo la Legge dal cielo.
Chi ha provato a far condannare poliziotti e mandanti del G8 si sta ancora leccando le ferite...
La parola 'Stato democratico' si rivela compiutamente quale ennesimo paradossimoro della storia. Qualunque sua residua credibilità appare oggi ineluttabilmente ed irreversibilmente perduta.

lunedì 5 dicembre 2011

SALVA ITALIA!

Da  FORZA ITALIA!  a  SALVA ITALIA! 
Che passaggio epocale....
Un altro passo, non verso, ma dentro l'abisso.
Nessuno di loro crede davvero che la caduta sia evitabile e che non ci siamo già dentro sino al collo. Non possono essere in buona fede su questo, altro che verità!
Dal debito e dalla recessione non si uscirà, alla faccia dei sacrifici (parola che neppure la Fornero è riuscita a dire senza piangere...).
Ma non ci sono alternative, dicono.
La solita vecchia legge di TINA, che funziona sempre (con gli allocchi).
Ed invece le alternative come sempre ci sarebbero, a partire da vere patrimoniali e dall'abbattimento delle spese militari, ma chi potrebbe mai anche solo provare a parlarne senza passare per un rivoluzionario senza arte nè parte ?
Il nostro sempre più autocompiaciuto pastore luterano-bocconiano riuscirà ad ottenere che PD e Terzo Polo, prima all'opposizione (si fa per dire), appoggino da nuova maggioranza quel che prima non votavano.
Gran passo avanti, non c'è che dire. Depretis se la gode nella tomba.
Ed anche le borse, pare.
E noi tutti sempre più passivi, tra l'autoipnosi e il rigurgito.
No, non è vero: CISL e UIL hanno indetto 2 (due!) ore di sciopero e la CGIL, tanto per esagerare, ben 4 (quattro!!!). Mica cazzi...

Gettati nelle braccia di un despota, sperandolo illuminato.
Invano: nessuna consultazione, tutto deciso da solo, informando soltanto a giochi fatti.
La concertazione intesa solo come rito politico che, vista l'emergenza, si può evitare.
Niente emendamenti: chiederà la fiducia, come il Berlu.
Un grande cambiamento, non c'è che dire.
Siamo passati da un despota della decadenza ad uno dell'efficienza.
Non siamo davanti ad un mediatore, ma ad un arbitro, che decide da solo, per tutti.
Almeno Berlu era costretto a tentare di mediare, anche a costo di non decidere nulla.
Ma entrambi, tra non molto, scapperanno via in elicottero -magari insieme- e ci lasceranno da soli.
Nel disastro.

utopia/distopia

In onore della commossa aguzzina, Elsa Fornero, che ieri ha pianto parlando della sua amata manovra...


UTOPIA/DISTOPIA, Teatrinversus,Villasor, 4.12.11



  1. UTOPIA / DISTOPIA come dimensioni totalmente separate ed antagoniste, non collegate se non per contrasto.

Modello: l'isola Utopia di Th. More, un luogo in cui non vigono le violenze e le ingiustizie della Realtà, intesa come distopia.

Possiamo dire che tutte le Utopie si sono sempre presentate in questi termini, come Bene

promesso e da conquistare contrapposto al Male, quotidianamente vissuto e, insieme, invivibile.



  1. UTOPIA IN-VERSUS DISTOPIA: coerentemente al modello 1, ogniqualvolta l'Utopia si trasforma in Realtà, cioè si realizza, subisce una metamorfosi e inverte di segno, manifestandosi come Distopia.

Innumerevoli esempi storici: il Cristianesimo che si fa Chiesa Cattolica Romana (religione di Stato, Vaticano, Crociate, Inquisizioni...), l'Illuminismo e la Rivoluzione Francese che si fanno Terrore, il Pionierismo puritano che si fa colonialismo e imperialismo che non riconosce limiti e frontiere, il Comunismo che si fa Stalinismo e gulag.

Emerge qui, ma in forma rovesciata e mostruosa, la stessa dimensione totalitaria-totalizzante presente nell'Utopia originaria: il sogno si è trasformato però in incubo.

Modello: 'Il mondo nuovo' di A.Huxley, luogo in cui la rivoluzione sessuale ha prodotto una società che obbliga alle relazioni sessuali coatte e secondo regole e ordini di accoppiamento rigidamente stabiliti.

Una storia paradossale è anche 'Le intermittenze della morte' di Saramago, in cui la morte scompare e non si muore più, con tutte le sue conseguenze.



  1. UTOPIA IN-VERSUS DISTOPIA / DISTOPIA IN-VERSUS UTOPIA ?

Nel nostro secolo XX la situazione si complica alquanto, si fa ambigua e ambivalente: la metamorfosi si fa doppia e a doppio senso, complessa e da interpretare non linearmente.

Modello: 'Alice nel paese delle meraviglie' e 'Attraverso lo specchio' di Carroll, i 'Viaggi di Gulliver' di Swift. Ma anche 'Il signore degli anelli' ed 'Harry Potter'.

Nella Modernità il Bene ed il Male appaiono mescolati e non facilmente discernibili, se non a posteriori.



a) il nazifascismo.

Horkheimer e Adorno in 'Dialettica dell'Illuminismo', Bauman in 'Modernità e olocausto',

la Arendt in 'Le origini del totalitarismo' hanno già ampiamente descritto le connessioni tra 'sviluppo della razionalità occidentale', 'funzionalismo senz'anima' dei regimi politici e degli Stati e 'sterminio organizzato in forma scientifica'.

Al di là del giudizio storico ed etico che ha caratterizzato il secondo dopoguerra e le nostre Costituzioni democratiche, il nazifascismo si è configurato evidentemente anche come la realizzazione distopica (ma non 'irrazionale') dell'estrema utopia razionalistica (ordine, purificazione, omologazione identitaria, rifiuto e abolizione della differenza...).

Permangono oggi nelle sedicenti 'democrazie reali' evidenti e crescenti risonanze dell'attraente utopia nazifascista: il mito della securitas e dell'immunizzazione (intesa come strategia di protezione della vita dalla vita stessa), la ricerca di una violenza pulita e asettica (i macelli industriali, la pena di morte senza sangue, la guerra presentata come un videogame...), l'affidamento di essa a tecnici neutri (come nel caso del nostro attuale governo).

Un romanzo recente di riferimento, per cogliere tutta l'ambivalenza dell'utopia nazifascista, è 'Le benevole' di J.Littell







b) il capitalismo.

Unica utopia davvero realizzata nella storia relativamente recente del mondo ( e forse unica forza rivoluzionaria su scala globale, almeno degli ultimi trent'anni...) la società Disney, immaginata in Topolinia o Paperopoli, ha raggiunto ormai quasi tutte le sue mete: il culto del denaro, il feticismo delle merci e dei consumi sono divenuti le nuove religioni planetarie, l'utilitarismo ed il pragmatismo sono riconosciuti quali unici valori relazionali e criteri di scelta, la tecnica ha sostituito l'etica, la 'governance' amministrativa ha preso il posto della politica. I suoi 'paradossimori' ci avvolgono collusivamente e apparentemente senza scampo:

guerra umanitaria, missioni di pace, terrorismo religioso, conservatorismo compassionevole, esportazione democratica. Tutto questo assomiglia alla 'neolingua' della distopia per eccellenza, '1984' di G.Orwell.

Ma solo in parte: in primo luogo, almeno per l'Occidente, non ci si è trovati sinora nella miseria e nella disperazione in cui vive quasi tutta la gente nel romanzo.

In secondo luogo, oggi assistiamo alla 12.a serie del 'Grande Fratello': il capitalismo è capace di trasformare la distopia orwelliana in utopia televisiva, immaginario da rincorrere e da invidiare.

Ma la grande utopia inizia a mostrare i suoi rischi ed i suoi mostri, anche per noi benestanti, noi che sinora abbiamo avuto 'God on our side' (o, se preferite, 'Gott mit uns'...).

E si va trasformando in distopia: le mitologie della crescita e dello sviluppo illimitato mostrano la corda e vanno verso la loro implosione, sia sul versante sociale che su quello ecologico. Una società fondata sulla glorificazione del lavoro inizia a dover fare i conti con gli sviluppi della tecnologia e dell'automazione ed è costretta a chiedersi se vita e lavoro dovranno ancora coincidere così strettamente in futuro. Ed il futuro stesso, da orizzonte di progresso sicuro e ineluttabile si trasforma sempre più in abisso foriero di minacce.

Un romanzo recente di riferimento: 'Regno a venire' di J.Ballard.



  1. DISTOPIA / UTOPIA



INTRODUZIONE AL FUTURO.



Mi si chiede di scrivere l’introduzione ad un libro che, dopo vari decenni di silenzio, viene ripubblicato oggi, più di mezzo secolo dopo la sua prima uscita editoriale.

Tutto è cambiato da allora: neppure riusciremmo ad immaginarci che vita si viveva, a quali pregiudizi e storture si fosse aggrappati, in quale decadenza si navigasse.

Il testo che segue giunse al culmine di una catastrofe già in corso da tempo, chiamata -a seconda dei casi e degli autori- ‘progresso (o ‘sviluppo’) della ‘violastoria’.

Fu scritto, pare, da un inclassificabile personaggio, di cui son rimaste però inopinate tracce in vari luoghi: in ambiti accademici e movimenti politici di piazza, nei dibattiti tra filosofi, psicologi e pedagogisti dell’epoca, tra le mille e mille persone che ha incontrato nel suo girovagare fisico e mentale.

Lo scrisse, a quanto ci è stato tramandato, in una fase particolarmente critica della sua vita e del suo rapporto col mondo, convinto com’era (e non a torto, per quel che è accaduto dopo) che ci si trovasse al centro di un cataclisma di enormi proporzioni, dal quale potevano scaturire disastri, ma anche novità positive ed opportunità.

Tanto che il sottotitolo di allora riportava, troppo ottimisticamente, la frase: ultimo libro della violastoria.

In effetti, la situazione iniziò a migliorare proprio agli inizi del secolo XXI a.C (ante Catastrophem).

Mentre le istituzioni del tempo si attardavano ancora in riti tipici del secolo XIX (le encicliche papali sull’eros, tema già più volte affrontato dalla Santa Madre Chiesa con progressivo insuccesso) e del secolo XX (le elezioni, specialità sportiva democratica in via di estinzione, che fu già esclusa alle Olimpiadi invernali sin dal 2014), la storia degli umani accelerava i suoi passi nella Grande Mutazione, così come oggi la definiamo (ma che i viola-storici chiamarono ‘declino’, ‘crisi epocale’, ‘catastrofe’…)



In questa breve introduzione vogliamo ricordare a voi, giovanissimi scolari, i passaggi fondamentali di questa Evoluzione, in modo tale che la lettura del libro possa essere inquadrata nella sua corretta prospettiva storica:



1. A partire dalla fine degli anni ’90 gli umani iniziarono ad aggredirsi direttamente, senza più filtri e requie, a compiere atti di violenza senza provare neppure più a darne giustificazione, senza più delegarli agli organismi abilitati, praticando la violenza del più forte, del più ricco, del più armato. In particolare gli Stati nazionali, sino a quel momento detentori del monopolio della violenza, scelsero progressivamente di rinunciare alle regole che essi stessi si erano dati dopo la Seconda Grande Guerra: la violenza, sino a quel momento ‘gestita’ e ‘incorporata’ nelle istituzioni stesse, attraverso eserciti, forze di sicurezza e rituali politici, giuridici e religiosi, venne allo scoperto, soprattutto in seguito all’Attacco Supremo dell’11 settembre 2001.

Oggi noi sappiamo (secondo la sacra teoria della Nonviolenza) che, a parità di violenza in un sistema, la violenza strutturale è molto più grave della violenza diretta: quando si manifesta apertamente quel che è sempre stato vero, ma coperto, ciò rappresenta ai nostri occhi, scientificamente, un progresso. Ed è per questo che il primo dell’anno è dedicato ora ad una festa della LELLA, la Libera Erotica Ludica Lenta Aggressione.

Ma, in questo passaggio, il dolore e la sofferenza non si potevano più nascondere e divennero sempre meno tollerabili: le persone del tempo, insicure per la vita e minacciate nei loro averi, allevate, come polli malati di peste aviaria, nella violenza ordinata e invisibile delle fasi storiche precedenti, manifestavano ora ansia e preoccupazione, quasi un’ossessione securitaria, se dobbiamo far riferimento ai pochi documenti giunti a noi dalle Terre d’Occidente.

Sembrerebbe che tutti si armassero sempre di più, costruissero muri e fortini, accumulassero beni per ostentarli o nasconderli; il Terr e la Guerr al Terr, incominciarono a confondersi tra loro e divennero permanenti.

La pace, intesa come ordine e progresso, quiete apparente in forma di violenza praticata con metodi civili e democratici, finì per sempre.

Questo rappresentò il primo grande passo verso la Noviolastoria.



2. Al sorgere del nuovo millennio l’Occidente smise di crescere economicamente, non vendeva quel che produceva, non produceva quel che vendeva. I consumi, anche quelli primari, iniziarono a contrarsi, anno dopo anno. Scoprì tardi che il suo modello di vita non era esportabile proprio perché e quando alcuni paesi prima definiti ‘in via di sviluppo’ iniziarono a svilupparsi davvero, mentre altri scomparivano dal Mercato a causa dei debiti, delle malattie e delle guerre. Il Gioco del Mercato, il più praticato sino a quei tempi, si fermò e anzi regredì per estinzione dei concorrenti, per la fine delle risorse disponibili, per la violenza della competizione altamente distruttiva tra i pochi contendenti rimasti in campo. Quel che oggi chiamiamo ‘Felice Decrescita’ e festeggiamo ogni anno agli inizi della primavera, allora appariva ancora come un’immagine della decadenza, della morte e della fine di tutto, della vita stessa.

Oggi sappiamo che fu solo la fine della Religio Monetaria, un culto sanguinario e feroce, fondato su sacrifici umani per miliardi di persone sulla terra, soggiogati come schiavi al Dio Lavoro: i fedeli si dividevano tra quelli che potevano accedere al suo Tempio (detti ‘occupati’) e quelli che non ne avevano accesso (detti ‘disoccupati’). Per alcuni secoli, un tempo talmente lungo che i nostri storici ancora non riescono a giustificare razionalmente, il culto fu praticato con entusiasmo e profitto.

Ma, ad un certo punto, questo sistema economico-religioso iniziò a vacillare, a dare segni di cedimento, sia nella psiche che nel lifting (la ormai nota ‘Crisi dello Yuppie).

Allo stato attuale delle ricerche, condotte da un punto di vista nonviolento, amiamo parlare oggi di un vero e proprio ‘Santo Boicottaggio’ da parte del sistema stesso.

Gli umani pagarono un costo molto alto, innumerevoli e tragiche furono le perdite, ma questa lezione è oggi stampata a chiare lettere nei nostri libri e nei nostri cuori.

Da allora, chi perché costretto e chi per scelta meditata, si procedette a vivere più semplicemente perché fosse possibile a tutti i superstiti, semplicemente, di vivere.



3. Ma questo non sarebbe stato sufficiente per giungere sino a noi, alla Noviolastoria, se non fossero apparsi sul pianeta i Furibondi Cataclismi.

La Natura, irreggimentata e violentata da secoli, procedette al ‘Sacro Sabotaggio’ del sistema di rapporti instaurati unilateralmente dalla specie umana, rivendicando la sua potenza e la sua aspirazione ad evolvere, con gli umani o, se necessario, senza di loro.

La Grande Madre Ecologica, più e più volte invocata e che oggi veneriamo, non attese ancora a lungo ed iniziò a manifestarsi per il bene delle generazioni future, che apparivano ormai condannate a vivere in un mondo senza aria, senza terra e senz’ acqua: questi beni, infatti, furono destinati ad essere consumati, depredati e venduti legalmente dagli umani già a partire dai primi anni del secolo XXI.

Maremoti, cicloni e uragani, desertificazioni e glaciazioni, alluvioni e disastri di ogni sorta colpirono il pianeta, senza far distinzione tra ricchi e poveri, tra Nord e Sud, tra Occidente e Oriente. In moltissimi, uomini e donne, piante e animali, morirono.

Ne serbiamo, commossi e con dolore, ricordo e memoria.

Ma oggi sappiamo che gli umani della Violastoria, se escludiamo alcune minoranze già allora illuminate, di cui il testo che segue non è che una delle testimonianze, non sarebbero stati capaci di cambiare vita altrimenti.

Ci fu, per noi, per i superstiti, un lungo periodo di crisi e di attesa, il cosiddetto ‘Ventennio’.

Poi, lentamente e con molta prudenza, memori del passato, riprendemmo a parlare, ad incontrarci, a leggere, a scrivere, a fare storia, a vivere e a morire…

Niente fu più come prima.



Alla luce di questo mio brano, appena uscito nella ‘Breve storia della Violastoria. Manuale per le scuole elementari’ (pag.1-2, ed. Altromondo), credo che ora possiate essere pronti ad affrontare questo testo, certamente confuso e composito, non si sa se per ignoranza o per metodo, ma anche vicino allo stile e ai gusti tra voi, giovani studiosi, attualmente dominanti.

Immagino che possa disturbarvi e piacervi, così come è accaduto, a quanto si dice, anche a chi l’ha scritto.

Lo affido volentieri alle vostre menti, al vostro corpo, alle vostre mani, ai vostri occhi, ai vostri sensi…



Gregoryson VIII



Kalaris, isola di Ichnùsia, estate del XL (2061 a. C.)





Questo testo, introduzione del mio 'Casca il mondo! Giocare con la catastrofe' (la meridiana, 2007),

introduce alla possibilità di un'alternativa, ad una distopia che si apre ad un'utopia, attraverso una cesura/separazione stressante, choccante: la catastrofe stessa come opportunità pedagogica e sociale di cambiamento. Quella prospettiva che si inizia a chiamare, appunto, 'pedagogia delle catastrofi'.

Le domande potrebbero essere oggi: 'Siamo vivi e rischiamo di morire ? Siamo morti e rischiamo di vivere ?' (J.M.Coetzee).

Essa appare vicina all'apocalitticismo biblico (con il suo corredo di Diluvi, Torri di Babele, Agnelli celesti e Spiriti di fuoco...), ma -a differenza di essi- non crede al messianismo, a 'nuovi cieli e nuove terre' e sa, con Morin, che 'in questo mondo non c'è salvezza' …

Come ci ricorda Saramago, in suoi due memorabili romanzi ('Cecità' e 'Saggio sulla lucidità'), solo ammettendo finalmente la nostra cecità giungeremo a vivere lucidamente la nostra esistenza. Forse.