'E' un'ingiustizia però...!', gridava il piccolo Calimero a Carosello, tanti anni fa.
In lui ancora il tentativo di urlare contro quel che non va, contro la prepotenza del più forte.
Ora, davanti a quel che sta accadendo provo rabbia e vergogna.
Siamo messi peggio di Calimero.
Dopo averci 'ammantrato' per settimane con la magica parola, 'equità', ora -secondo La Repubblica (non quella di Platone, purtroppo, ma quella di Scalfari (veramente scandaloso, ieri, all'Infedele...))- la maggioranza degli italiani ritiene che 'questa manovra sia iniqua, ma la si debba votare...'.
E' evidente che essa si senta e si trovi sotto due tipi di vincolo: uno più profondo (le premesse e gli immaginari univoci del mercatismo e la tossicodipendenza da essi derivante) ed uno più superficiale (la paura di perdere tutto se non si accetta il ricatto di dover perdere qualcosa, secondo il modello già sperimentato da Marchionne nella Fiat).
L'unica consolazione sarà che il PD, con la scelta di sostenere Monti e non la CGIL, va a chiudere definitivamente il suo percorso storico 'a sinistra' e si trasforma in quella carabattola centrista che, in fondo, ha sempre aspirato ad essere.
Il Governo Monti ha una cosa in comune con il Governo Berlusconi: di essere senza ritegno.
Ognuno in relazione ai suoi dogmi, evidentemente.
Ma li praticano entrambi senza vergogna.
Se fossimo nel mito greco, potremmo ipotizzare e sperare che per ogni hybris ci sia una nemesis.
In fondo, anche il mito americano ha vissuto il suo 11 settembre.
Quale nemesis sociale potrà, dovrà cadere addosso a questo governo, visto che le opposizioni politiche hanno abdicato al loro ruolo, se eccettuiamo -lo dico tra il tragico ed il comico- la Lega ?
O dobbiamo forse arrivare a confidare in Standard & Poor's e nei suoi declassamenti verso le economie 'forti' (?) di Francia e Germania ?
Ben lontani appaiono i tempi di Solone, quando -chiamato a riorganizzare la polis- provò a porsi veramente al centro, quale mediatore tra le parti, equidistante tra ricchi e poveri, tra èlite e masse popolari.
'Per gli uomini non esiste nessun limite sicuro della ricchezza: infatti quelli che possiedono di più si affannano per avere il doppio; chi potrebbe saziarli tutti ?...Al popolo ho dato quanto basta, senza togliergli nè regalargli nulla; quanto a quelli che avevano potere e ricchezza, mi sono adoperato perchè non soffrissero mali ingiusti. Mi sono erto con un forte scudo di fronte alle due parti, non ho consentito nè agli uni nè agli altri un ingiusto predominio...Se un altro avesse avuto questo onore al mio posto, non avrebbe arginato il popolo o, d'altro lato, non si sarebbe arrestato prima di avergli tolto, con le sue interferenze, le maggiori ricchezze. Invece io, come in mezzo a due eserciti, ho fatto da limite alle due parti...' (Frammenti 5, 1, 25, Diels)
Questa vicenda chiude degnamente il decennio iniziato al G8 a Genova: lo Stato si rivela complice di una parte -da tutelare e da proteggere a qualunque costo- contro il resto delle persone, da ammansire, controllare e, se necessario, da bastonare senza ritegno.
E, sembrerebbe, senza uno Zeus che possa neppure colpirli, secondo la Legge dal cielo.
Chi ha provato a far condannare poliziotti e mandanti del G8 si sta ancora leccando le ferite...
La parola 'Stato democratico' si rivela compiutamente quale ennesimo paradossimoro della storia. Qualunque sua residua credibilità appare oggi ineluttabilmente ed irreversibilmente perduta.
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