Ogni volta che un anno finisce e ne inizia un altro si spera e ci si augura un'altra vita.
Mai come dopo questo 2011, direi.
Sul fondo del vaso di Pandora, come si sa, stava (e sta sempre) l'elpis:
'... è l'attitudine di attesa di fronte ad un evento che si prevede che accadrà ma che non è sicuro. Se l'evento è lieto e lo si attende, questa attesa è la speranza; se invece è brutto e pericoloso, allora quel che proviamo è il timore...L'uomo possiede un lato prometeico: sa in anticipo che possono accadergli delle cose, sa già molto bene che morirà; quel che non sa è quando e come. Sa prima che alcuni pericoli lo minacciano, ma non può vederli né sentirli. L'uomo prometeico sa che le cose stanno per accadere. Ma c'è anche il lato epimeteico, che va di pari passo: non ci soffermiamo mai veramente sulle cose, se non quando è troppo tardi per potervi rimediare...'
((J-P.Vernant).
Ovviamente, nella vulgata buonista, si parla solo di 'speranza', in fondo al vaso.
I greci, nella loro vera complessità (non quella posticcia, di cui cianciamo noi, senza mai accettare di viverla...), la mettevano in modo un pò meno cattocomunista...
Troppo tardi per rimediare, come direbbe Epimeteo ?
Non c'è più niente da fare, come direbbe Bobby Solo ?
A vedere questo nostro Occidente, parrebbe proprio di sì.
E' ormai evidente che ci troviamo a vivere un 'suicidio collettivo', ma senza morte apparente.
Sembriamo come quei detenuti dei lager di cui scrive Herta Muller: 'persone che, pur senza vivere, non sono morte...'.
Mi pare che la nostra unica speranza oggi sia di salvare la nostra individuale 'tranquillità'.
Sarà per questo che si sono vietati i botti anche nella notte di Capodanno ?
No, a Milano, non li vogliono perchè così 'si riduce l'inquinamento dell'aria' (ma c'è qualcuno, oltre a me, che si mette a ridere quando deve sentire cose simili ?).
Il cimitero, si sa, deve essere silenzioso e composto.
Non che io ami le esibizioni di rumore e di disperata vitalità trasgressiva, ma nell'opporsi solo a queste, si da il chiaro segnale di quale scelta si vada a preferire: il mortorio in cui siamo immersi.
Invece, i botti in Siria, in Egitto e in Palestina proseguono impunemente.
L'israelizzazione del mondo procede.
Protesti in modo violento ? Ti sparo.
Protesti in modo nonviolento ? Ti sparo lo stesso.
Quel che sta accadendo nei regimi medio-orientali, e che è stato inaugurato scientemente con l'uccisione di Rachel Corrie qualche anno fa in Israele, è il segnale sul futuro delle democrature occidentali (il cui avamposto paradigmatico è la Russia di Putin).
Come si è lasciato sfuggire Polillo, sottosegretario all'Economia del nostro governo: 'se cade l'euro, è la guerra!'.
Non usava una metafora letteraria, intendeva proprio la loro idea del nostro futuro: non ci sono alternative a questo modello di sviluppo e, se rischia di saltare, se BCE e FMI non basteranno da sole (ad ammazzarci, tenendoci in vita), i tecno-plutocrati proseguiranno la loro politica con altri mezzi, cioè con la guerra (inizieranno ad ammazzarci proprio, insomma...).
Assisteremo (passivi ? malpancisti ? patriotticamente coinvolti ?) alla militarizzazione interna degli stati (così come è già iniziato ad accadere in Grecia, nostro futuro prossimo) e alla militarizzazione dei rapporti tra stati nazionali (anche -di nuovo, sembra incredibile lo so!- tra gli stessi paesi europei...)
L'anno che sta per iniziare, è inutile fare gli struzzi, sarà l'anno di svolta verso tutto questo (e tanto altro ancora che io stesso ho paura a dire...).
'Non potrà essere peggiore di quel che sta passando', ci auguriamo per la strada o per telefono.
Ma sappiamo che ce lo diciamo per confortarci e consolarci, e non lo crediamo davvero.
Ci attendono anni terribili, insostenibili, da far paura.
Al di là degli auguri, sempre disperatamente intrisi di speranza, sappiamo benissimo, in fondo al cuore, quel che ci attende: anni che non possiamo augurare a nessuno.
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