giovedì 30 dicembre 2021

realismo anticapitalista

Le misure autoritarie posso essere attuate all'interno di una cornice ancora democratica, almeno nominalmente. La cosiddetta guerra al terrore ci ha già preparato a simili sviluppi;la normalizzazione della crisi ha prodotto una situazione nella quale la fine delle misure d'emergenza è diventata un'eventualità semplicemente impensabile:quand'è che la guerra potrà davvero dirsi conclusa?

É più facile immaginarsi la fine del mondo che la fine del capitalismo.

In essa la catastrofe non è dietro l'angolo, né è già avvenuta:piuttosto, viene attraversata.

Non c'è un momento preciso in cui il disastro si compie, né il mondo finisce con un bang; semmai si esaurisce, sfuma, va lentamente a pezzi...


Qui si esemplifica quella che Robert Pfaller ha chiamato 'interpassività': insceniamo il nostro capitalismo per noi stessi, dandoci al contempo la possibilità di continuare a consumare impunemente...

Resta prezioso il consiglio di Zizek: ...'anche se manteniamo una distanza ironica da quel che facciamo, continuiamo comunque a farlo'.


Gli studenti britannici sembrano essere politicamente disimpegnati.

Io credo che non si tratti né di apatia, né di cinismo: piuttosto è quella che chiamo impotenza riflessiva. Gli studenti cioè sanno che la situazione è brutta, ma sanno ancor di più che non possono farci niente...

Molti di loro sembrano calati in uno stato che definirei di 'edonia depressa'. Di solito la depressione è caratterizzata da uno stato di anedonia, ma la condizione alla quale mi riferisco descrive non tanto l'incapacità di provare piacere, quanto l'incapacità di non inseguire altro che il piacere...


Per Foucault non c'è alcun bisogno che il ruolo della sorveglianza sia effettivamente ricoperto da qualcuno: il non sapere se si sia controllati o meno produce come effetto l'introiezione dell'apparato di controllo, così che finirai per comportarti come se fossi sempre sotto osservazione. Allo stesso modo, per tornare all'esempio delle ispezioni universitarie, a essere valutate saranno non le tue capacità di insegnante, ma la tua diligenza da burocrate.


A combaciare con l'amorale ingegneria affettiva del capitalismo è il rifiuto di Spinoza di una deontologia, a favore invece di un'etica sviluppata attorno al concetto di salute.

Secondo Spinoza, Dio non proibisce ad Adamo di mangiare la mela perché l'atto è sbagliato; lo fa perché la mela potrebbe avvelenarlo e, per dirla con Zizek, 'avere conseguenze negative sulla sua salute'....Siamo già quindi in presenza di un paternalismo senza Padre: non è che fumare sia sbagliato; è che ci impedisce di portare avanti una vita lunga e piacevole.


Nonostante le iniziali apparenze e speranze, il realismo capitalista non è stato messo in discussione nemmeno dalla crisi del 2008. Le speculazioni che volevano il capitalismo sull'orlo del collasso si sono rivelate infondate; fu anzi subito chiaro che, anziché essere un segnale dell'imminente fine del capitalismo, il salvataggio delle banche serviva a ribadire nella maniera più manifesta possibile l'assunto fondamentale del realismo capitalista: non c'è alternativa...

Allo stesso tempo, però, ad andare in frantumi nel 2008 è stata l'intelaiatura che aveva funzionato da sua copertura ideologica: il neoliberismo si è ritrovato -in ogni senso possibile- screditato.

Questo non vuol dire che il neoliberismo sia da un giorno all'altro scomparso: al contrario, i suoi presupposti continuano a dominare la politica economica; ma non lo fanno più come ingrediente di un progetto ideologico mosso dalla fiducia per le proprie prospettive future, quanto come una specie di ripiego inerziale, di morto che cammina...


(Mark Fisher, Realismo capitalista, (2009), ed. italiana: Nero (2018))

 

venerdì 24 dicembre 2021

fulminati

 

Come funziona la Covid-gamification?

Facendoci credere di partecipare ad un gioco di competizione, ad una gara, e che in essa possiamo vincere qualcosa.

Quando ci dicono che 'dobbiamo correre con le vaccinazioni', che 'non possiamo perdere il vantaggio acquisito', che 'il virus accelera ma noi dobbiamo accelerare più di lui', etc etc...questo è il metodo che usano per farci giocare il loro gioco.

D'altronde,se non ci avessero assediato con i loro assillanti giochi di guerra, in quanti saremmo restati sedotti da chiamate e richiami vaccinali?

Lì dentro, nella coazione a stare al gioco, conta solo il risultato: la sconfitta del nemico infine sbaragliato , la resa dei suoi alleati riottosi (i perfidi no-vax), la vittoria assoluta del Bene sul Male.

Per dimostrare che lo si vuole raggiungere (non per raggiungerlo, che è tutta un'altra storia...) sono ammessi tutti i mezzi possibili, compresi sgambetti, ginocchiate e colpi bassi.

Ad esempio, quelli del sempre fulgido Mattarella che invoca 'meno spazio per i no vax'.

O quelli di un governo che allarga o stringe a piacimento la durata del pass o arriva ad esigere improvvisamente tamponi anche da bi-vaccinati per andare allo stadio o al cinema.

Se neppure capiscono che -in questo modo- perdono la fiducia anche di chi -volente o nolente- li ha assecondati sinora (vedi, al proposito, https://www.fondazionehume.it/societa/il-governo-sbaglia-cosi-fa-abbassare-la-guardia-ai-vaccinati-intervista-a-luca-ricolfi/), significa che si sta avvicinando il momento in cui stanno e stiamo per entrare definitivamente nel panico.

Perché la gara col virus la stiamo perdendo e continueremo a perderla.

Semplicemente perché è più bravo e più veloce di noi, e lo sarà sempre.

O almeno sino a quando proseguiranno a reagire senza rivedere le premesse del loro agire automatico (ma non ce la possono fare, e neppure lo vogliono).

O, più realisticamente, sino a quando il virus non si placherà da sé (ma ci vorrà tempo).

Ci sarà da soffrire ulteriormente per tutti: non sono preoccupato per la variante omicron, ma per la non variante microcefala di chi ci sta sopra e di tutti quei sudditi, davvero tanti (che ormai, esasperati e depressi, anelano soltanto ad una minimale sicurezza, quella di sopravvivere).


Perché l'unico sentimento che resta -favorito e indotto da tiranni e imbonitori- è la paura.

Di ammalarsi e di morire, ma soprattutto di vivere.

La situazione sembra quella del Venditore di parafulmini, breve racconto di Melville, scritto quasi due secoli fa, ma le cui analogie con l'oggi appaiono evidenti:


'Signore, scusatemi, ma invece di accettare il vostro invito ad accomodarmi presso il camino, io solennemente vi esorto ad accettare voi il mio, e cioè a venire qui, nel mezzo della stanza. Nel nome del cielo -esclamò con un sobbalzo- ecco un altro di quei terribili schianti. Vi prego, signore, allontanatevi dal camino!...Scendete da quella pietra! Ma non lo sapete che l'aria riscaldata e la fuliggine sono ottimi conduttori, per non parlare di quegli immensi alari di ferro? Allontanatevi da quel punto, ve ne prego...ve lo ordino!'

'Signor Giove Tonante, non ho l'abitudine di ricevere ordini in casa mia...Volete essere così gentile da dirmi perché siete venuto qui? Se cercate riparo durante il temporale, siete benaccettato; se siete venuto per affari, spicciatevi a dirmi di che si tratta.'

'Sono un venditore di parafulmini -dichiarò l'estraneo, con tono più gentile- ed il mio compito...Dei del cielo, che schianto! Siete mai stato colpito...la vostra casa, voglio dire? No? Ma è meglio mettersi al sicuro, perché la natura, durante un temporale, non concede immunità. Ma dite una sola parola, e questa vostra villetta io, con pochi movimenti della mia bacchetta magica, io mi sento di rendervela una Gibilterra! Sentite, ma questo non è più un fulmine, è un'Himalaya!'

'Dato che siete venuto da me in questa congiuntura, penso che, di proposito, voi scegliate i temporali per visitare i vostri eventuali clienti. Quando il tuono rimbomba nel cielo, ritenete che quello sia un momento particolarmente indicato a produrre un'impressione favorevole'.

''Che io viaggi durante i temporali lo ammetto, ma non senza particolari precauzioni, quali può conoscere soltanto un venditore di parafulmini. Sentito? Ma decidetevi, esaminate il mio campione. Non costa che un dollaro al piede.'

'Un ottimo parafulmine, a quanto mi sembra...Permettete però che chiuda quella imposta, prima...'

'Ma siete pazzo? Non sapete che quella sbarra di ferro è un ottimo conduttore? Lasciate stare...'

'Allora mi limiterò a chiudere le imposte e dirò al domestico di portarmi un bastone di legno. Scusate, volete suonare il campanello?'

'Voi vaneggiate! Il fil di ferro del campanello potrebbe essere la vostra rovina. Non toccate mai fili di campanello, durante un temporale...'

'Vi prego, sapreste dirmi dove e in che modo uno può sentirsi al sicuro,in un tempo come questo? Vi è parte alcuna della mia casa che potrei toccare senza correre rischi mortali?'

'Senza dubbio,ma non dove vi trovate voi. Allontanatevi dal muro, La corrente qualche volta si scarica giù dal muro, e siccome l'uomo è miglior conduttore del muro, potrebbe lasciar il muro per entrare in voi. Dei del cielo! Questo è caduto vicinissimo. Dev'esser stato un fulmine globulare.'...

'Elencatemi le vostre precauzioni...'

'E allora, in poche parole. Evito i pini, le case elevate, le fattorie isolate, i pascoli alti,l'acqua corrente,le mandrie di bovini o di pecore e gli assembramenti di persone. Se vado a piedi, come oggi, non cammino in fretta. Se mi trovo in carrozza, evito di toccarne lo schienale o i fianchi. Se vengo sorpreso mentre sono a cavallo, ne scendo e conduco il cavallo per mano. Ma, soprattutto, evito gli uomini alti.'

'Sogno o son desto? Un uomo evita gli uomini? E per di più in un momento di pericolo?'

'Gli uomini alti, durante un temporale, li evito. Ma siete veramente così ignorante da non sapere che un uomo di sei piedi è alto quanto basta per attirare su di sé la carica di una nube, pregna di elettricità?...Esaminate questo campione. Esaminate questi certificati. Un unico parafulmine, signore, che non vi costerà che venti dollari. Sentito? Un parafulmine, che spunti di soli cinque piedi sopra la casa, estenderà la sua protezione per un raggio di venti piedi. Solo venti dollari, signore, un dollaro il piede. Sentite...Terribile...Dunque, volete ordinarne uno? Volete comprarne uno? Mi favorite il vostro nome e indirizzo? Pensate che potreste ridurvi ad una carcassa bruciacchiata,come un cavallo alla cavezza, arso nella stalla...e in meno di un secondo...'.

'Sentite un po', voi, preteso inviato straordinario e ministro plenipotenziario presso e da parte di Giove Tonante -gli risposi io ridendo- voi, semplice uomo, che venite qui e vi installate, voi e il vostro bastone, tra cielo e terra, credete forse di poterci veramente proteggere dai fulmini dei Superi? Il vostro parafulmine arrugginisce, o si spezza, e allora? Chi vi ha dato il potere di andare in giro a smerciare le vostre dispense dai decreti divini? Vattene, e spicciati, se ce la fai a filar via rapido, tu che, come un verme, appari e brilli quando fa brutto!'

'Miserabile pozzo di empietà! -schiumò lo sconosciuto, rabbuiandosi in volto- renderò note a tutti le vostre sacrileghe idee!'. Il cipiglio divenne sempre più cupo e balzò su di me, puntando contro il cuore il suo tricuspide arnese.

Ma io lo afferrai, lo spezzai, lo buttai per terra,lo calpestai e, cacciato di casa mia quel cupo re dei fulmini, gli buttai dietro il suo contorto scettro di rame.

Ma, nonostante il mio trattamento, e quanto ho detto per dissuadere i miei vicini, l'uomo del parafulmine continua a vivere da queste parti, continua a viaggiare durante i temporali, e fa affari d'oro, sfruttando le paure dell'uomo.



















domenica 19 dicembre 2021

sta (ri)accadendo (2)

 

I sapientoni che, quando si tratta di usare il tampone antigenico per evitare il vaccino, pontificano sulla sua inaffidabilità, sono gli stessi che oggi lo aggiungono come ulteriore condizione (e punizione) per coloro che vogliono viaggiare e tra poco per chi vuole assistere ad un film (anche se tri-vaccinati e dotati di pass rafforzato).

Quando il tampone può liberare non funziona, quando serve a restringere e controllare ulteriormente le nostre vite va benissimo.

Ci si vaccina e non basta; ci si certifica con il pass e non basta; ci si tampona e non basta; ci si mette la mascherina al chiuso e all'aperto e non basta. Non basta mai.

Inutile cercare una logica 'scientifica': l'unica logica è quella -insondabile e discrezionale- del potere microfisico.


Lo stesso vale per il progressivo procedere delle restrizioni, di nuovo ovunque in aumento: siamo invitati ad evitare contatti e rapporti 'non essenziali'.

Per 'essenziali' vanno intesi solo quelli connessi alle attività coattive: il lavoro ed il consumo primario.

Già questo ci dice quale sarebbe dunque l'essenza del nostro vivere secondo la ragione di vita (e l'idea di salute) in cui siamo -totalitariamente- immersi, cioè quella del capitale.

A questo proposito vi consiglio caldamente di leggere 'Critica della ragione liberale' di Andrea Zhok. Un libro davvero complesso, ben argomentato e filosoficamente arguto (del tutto, quindi, anacronistico).

Proprio per questo, mi è parsa ancora più triste la sua partecipazione ad una trasmissione tv, martedì scorso; trasmissione in cui, insieme al prof. Mattei, promotore della Commissione DuPre (Dubbio e Precauzione), non hanno potuto evitare di fare una figura barbina e di essere tacitati e tacciati di 'filosofismo' da pensatori di livello quali Bersani e Sileri.

Non ha senso partecipare a trasmissioni tv, il gioco è truccato.

Inutile pensare che possano servire a far pensare diversamente qualcuno che ascolta.

Serve solo a confermare la cornice di chi le pensa, le produce e le propina.

É già accaduto, sta (ri)accadendo.


Nel patrimonio dei modi di dire in cui si tradisce ogni giorno la vita impastata di stupidità e di viltà del borghese tedesco, è particolarmente degno di nota il 'così non può durare' riferito all'imminente catastrofe...L'attesa che così non possa durare dovrà un giorno convincersi che per le sofferenze, del singolo come delle collettività, c'è solo un limite oltre il quale esse non durano: l'annientamento.


Un singolare paradosso: la gente, quando agisce, pensa solo al più gretto interesse personale, ma al tempo stesso è più che mai condizionata nel suo comportamento dagli istinti della massa. E ora più che mai gli istinti di massa sono divenuti insensati ed estranei alla vita... Questa società in cui ognuno vede solo il proprio meschino tornaconto corre come una massa cieca, con animalesca ottusità priva però dell'oscuro intuito degli animali, incontro ad ogni pericolo...A più riprese è apparso chiaro che il suo attaccamento all'esistenza abituale, del resto perduta ormai da lungo tempo, è così ostinato da vanificare persino nell'estremo pericolo quell'uso squisitamente umano dell'intelletto che è la preveggenza. Tanto che in essa si perfeziona l'immagine della stupidità: incertezza, anzi degenerazione degli istinti vitali e impotenza, anzi decadimento dell'intelletto. Questa è la disposizione di spirito della totalità dei borghesi tedeschi.


Qui non c'è nulla da sperare finché ogni più atroce, ogni più nero destino, discusso ogni giorno, anzi ogni ora dalla stampa, analizzato in tutte le sue finte cause e finte conseguenze, non aiuta nessuno a scoprire le forze oscure che si sono assoggettate la sua vita.


Le condizioni di vita, la miseria e la stupidità rendono in questo luogo gli uomini sottomessi alle forze della collettività come solo la vita di un primitivo è condizionata dalla logica del clan. Il più europeo di tutti i beni, quella più o meno spiccata ironia con cui l'esistenza del singolo reclama sempre un corso dissimile dalla vita della collettività in cui si ritrova sbalzato, i tedeschi l'hanno smarrito del tutto.


É come se si fosse prigionieri in un teatro e si dovesse seguire, volenti o nolenti, lo spettacolo che viene rappresentato e, volenti o nolenti, se ne dovesse fare l'oggetto di pensieri e parole.


La cieca volontà di salvare il prestigio della propria personale esistenza piuttosto che, grazie a una valutazione distaccata dell'impotenza e dell'irretimento di cui è vittima, separarla se non altro dallo sfondo della generale cecità, s'impone quasi ovunque. Per questo l'aria è tanto piena di teorie della vita e di visioni del mondo e per questo esse appaiono tanto urtanti: perché alla fin fine valgono quasi sempre a sanzionare una qualche situazione privata di nessuna importanza. E proprio per questo l'aria è anche tanto piena di miraggi e fantasmi di un futuro culturale destinato malgrado tutto a fiorire dalla sera alla mattina: perché ognuno si costringe a credere alle illusioni ottiche del suo punto di vista isolato.


Poche cose rafforzano la violenza fatale del dilagante impulso al nomadismo quanto i limiti imposti al diritto di libera circolazione, e mai la libertà di movimento è stata in un rapporto peggiore rispetto alla ricchezza dei mezzi di trasporto.


(W. Benjamin, Kaiserpanorama. Viaggio attraverso l'inflazione tedesca, in Strada a senso unico. Scritti 1926-27)


Sette anni dopo Hitler andrà al potere, legalmente, in Germania...













giovedì 16 dicembre 2021

riuscire a fallire

 

Fatta anche la terza dose.

Penso, da quel che credo di sapere e di aver capito, che possa essere utile per limitare la probabilità di contagiarmi e di contagiare altri.

E per ridurre fortemente la possibilità di ammalarmi gravemente o di morire.

Tutto il resto non conta, e neanche l'ascolto più.

Il resto mi pare solo propaganda, ipocrisia, profitto, pensiero unico.


Non credo infatti che vaccinare ci farà arrivare alla fine dello stato d'emergenza, che è dettato da motivazioni politiche e di controllo sociale (e non certo sanitarie), e che quindi proseguirà.

L'emergenza come forma di vita è qui, e ci attornia.

Ci siamo già: se il ricatto del Pass serviva a forzare proditoriamente la vaccinazione, ora è quello della vaccinazione a divenire mezzo per forzare la perpetuazione dei Pass.

A questo dovremo abituarci ed adattarci: al controllo microfisico e permanente, sia che il virus si debelli (il che, ormai, è solo una variabile secondaria e sempre più remota) o meno (ed a quel punto emergeranno ulteriore panico ed ansia militare di governo; quanto più, infatti, perderanno il controllo sul virus, tanto più accentueranno quello sulle persone e sulle società).

A quel punto sarà ancora più doloroso riconoscere che -per tentare un'opposizione politica al regime che si va instaurando a colpi di diktat dragheschi- sarebbe stato necessario concentrarsi ed unificarsi tatticamente solo contro il pass e la sua obbligatorietà (che è, di fatto, anche obbligo vaccinale), indipendentemente dalle nostre diverse posizioni sul vaccinarsi o meno, sui suoi limiti di sicurezza e di efficacia sanitaria, etc.

Invece, senza separare il no pass dal no vax, abbiamo solo compartecipato al casino infodemico.


Aborro la monocultura megalomanica dell'extra vaccinum nulla salus.

La Terra promessa non sarà raggiunta, nonostante le roboanti promesse di salvifiche eradicazioni, di uscite dal tunnel (ancora oggi, nonostante tutto quel che sta accadendo, puntualmente rinnovate ed evocate).

Nè seguo la monocultura predatoria dell'extra occidentem nullum vaccinum.

Qualcosa non torna se noi siamo già alla terza dose e miliardi di persone non hanno fatto la prima.

E ne paghiamo le conseguenze, come ci meritiamo appieno.

E neanche mi attrae la monocultura paranoica e caproespiatoria dell'extra vaccinum extrema culpa. Quella a cui stiamo assistendo ora è un'epidemia che colpisce numericamente soprattutto i vaccinati, inutile negarlo.

Quei fantomatici supereroi, fanfaroni bislaureati che straparlano da ormai due anni sui media, senza saper fare nemmeno uno straccio di autocritica, dovrebbero solo ammutolire e nascondersi.

Il virus infatti è capace di variare, loro no.

Ecco perché possono soltanto inseguirlo da una variante all'altra.

Ecco perché riescono sempre a fallire, anche quando -solo apparentemente o parzialmente-riescono.


Quando è assalita da tutti i lati dalla prospettiva del disastro, i cui scopi finali sono avvolti dal terrore, l'anima dell'uomo -sia pervasa dall'istintiva convinzione che essa non può combattere in una volta tutti i suoi nemici, sia provvidenzialmente accecata o incapace di vedere il più grande arco del cerchio che minacciosamente si richiude- qualunque sia la verità, l'anima dell'uomo, così investita, non affronta mai coscientemente la totalità della sua disgrazia.

La droga amara è divisa in successive bevande: oggi sorbisce un po' della sua infelicità, domani un altro poco ancora, e così via fino all'ultimo sorso.' (H. Melville, Pierre o delle ambiguità, 1852)






sabato 11 dicembre 2021

mulo contro mulo

 



Ragli del Mulo A:

É una piccola cosa, che è di grande aiuto per tutti. Non costa nulla.

É giusto così, dobbiamo essere responsabili verso gli altri.

Ma come mai non ci sono i controlli in strada o sui bus ?

Dovremmo andare a prenderli in casa coi carabinieri (Bassetti, primario infettivologo, 7.12.21)

Non dobbiamo vendergli i biglietti, ancor prima di farli salire o no sui mezzi (Giovannini, Ministro dei Trasporti, 8.12.21)

Obblighiamoli a vaccinarsi con la forza, perché dobbiamo tutelarci da chi ci minaccia senza vaccino


Ragli del Mulo B:

Il covid non esiste, è una semplice influenza.

É solo un complotto creato da Big Pharma e dall'establishment.

É un attacco alla libertà personale, alla democrazia, alla vita.

Non è giusto, devo tutelare me stesso e la mia salute.

Ma avete visto quanti controlli ?

Assediamoli a casa loro, abbiamo i loro indirizzi!

Non ci vacciniamo, perché dobbiamo tutelarci da chi ci minaccia con il vaccino


Non mi ritrovo nel mulo contro mulo.

Mi rivaccinerò: perché penso che sia utile per la mia (ed altrui) salute.

E perché sono contrario all'uso politico del vaccino, chiunque lo faccia, vax o no vax.

Ma il Green pass ed il suo obbligo, tanto più se 'rafforzato', rafforza la mia contrarietà nei suoi confronti.

E resto contrario a gran parte delle misure e delle logiche sottostanti alle imposizioni irragionevoli ed ipocrite di chi ci governa (governato com'è soltanto da valori di profitto e consumo).


Vorrei che usassimo le mascherine all'aperto solo se ci sono molte persone insieme e se si parla con qualcuno da vicino e a lungo.

Vorrei che si prendessero misure più gravi non al semplice aumentare dei contagi, ma soltanto se crescono esponenzialmente gravità dei casi, ricoveri e mortalità

Vorrei che fossero rivaccinate solo le persone più fragili, non certo adulti -né tanto meno bambini o ragazzini- sani.

Vorrei che anziché insistere sui soli vaccini, utilizzassimo le risorse per le cure territoriali e domestiche, per le terapie verso chi comunque si ammala (che sia vaccinato o meno)

Vorrei che destinassimo risorse alla salute e all'efficienza dei servizi e dei mezzi pubblici, delle scuole e degli ambienti chiusi in genere.

Vorrei tornare ad incontrare in presenza gli studenti, senza quote o permessi d'accesso.

Vorrei che le persone (soprattutto se vaccinate) preferissero correre il piccolo rischio di contagiarsi al grande rischio di smetterla di salutare qualcuno con baci e abbracci affettuosi.

Vorrei che si affrontassero le questioni che stanno a monte della pandemia, anziché proseguire a spargere false illusioni e mitomaniche speranze in panacee di tutti i mali.

Vorrei ripoliticizzare la politica e non proseguire a politicizzare la salute, la vita privata o lo sport.


Niente di tutto questo accade e accadrà, nonostante promesse, critiche e proposte.

Se la situazione è grave, bisogna vaccinarsi per uscirne.

Se non è grave, bisogna vaccinarsi perché non lo diventi.

Messa così, è un'uscita di emergenza senza uscite.

C'è solo da restare in attesa della variante Omega, quella della fine del mondo.

(A proposito: avete visto 'Don't look up'?)

Ecco perché mi viene talvolta da simpatizzare con le forme ludiche di protesta e disobbedienza dei renitenti: mettersi un braccio di silicone, fare la fila solo per rallentare i vaccinandi, regalare green pass falsi a Natale, organizzare car sharing autogestiti su Telegram.

Le trovo comunque più creative e divertenti della solita solfa alla vaccinara che ci fanno sorbire da ormai più di un anno su giornali e tv.

Ma, in generale, mi sento distante dal loro mondo, così come non mi sento nel mondo di chi è certo di sapere e di saper risolvere: mi sento, con gli uni e con gli altri, come se fossi sempre in esilio.


Nel 1932, mentre ero all'estero, iniziai a rendermi conto che presto avrei dovuto dire addio per molto tempo, forse per sempre, alla città in cui ero nato.

Nella mia vita interiore avevo più volte sperimentato come fosse salutare il metodo della vaccinazione; lo seguii anche in questa occasione e intenzionalmente feci emergere in me le immagini -quelle dell'infanzia- che in esilio sono solite risvegliare più intensamente la nostalgia di casa. La sensazione della nostalgia non doveva però imporsi sullo spirito come il vaccino non deve imporsi su un corpo sano...

(W. Benjamin, Infanzia berlinese intorno al millenovecento, Premessa)


É una sensazione d'esilio che mi deprime, mi rattrista, mi fa piangere.

La mattina mi sveglio ansioso, timoroso, denso d'angoscia sottile, come una piccola Cassandra.

E non c'è vaccino che mi possa salvare da questo.

martedì 7 dicembre 2021

neo-bigottismi liberali

 

In un tempo di così intense rivelazioni (apocalìpsis) gli umani dovrebbero finalmente porsi delle domande radicali: riandare alla radice dei problemi in cui si sono infilati, soffocati in un'inestricabile rete di rimandi.

Non provando neppure a farlo, proseguiremo a dibatterci tra emergenze e soluzioni (che parlano la stessa lingua dell'emergenza e la rafforzano, rendendola cronica).

Il circuito delle punizioni e dei ricatti, delle recriminazioni e delle rivendicazioni di ogni parte e da ogni parte contro altre parti (e tutte che ritengono di essere dalla parte della ragione e mai del torto):

questo è quel che viviamo e che ci aspetta.

Abbiamo già a lungo discusso, a questo proposito, delle strategie anti-pandemia.

Il vaccino imposto a tutti come unica soluzione di fronte all'emergere di un processo catastrofico di vastissima portata e con ramificate, profondissime implicazioni (ecologiche, economiche, politiche, sanitarie), che vengono rimosse, annullate, coperte proprio dall'illusione-ossessione ri-ciclicamente immunizzante. 

 

Ma oggi vorrei invece ripartire da altre due questioni, emerse nei giorni scorsi con una certa pubblicità infodemica.

La prima è la presunta soluzione politicamente corretta alle discriminazioni interculturali in Europa: abolire il Buon Natale e augurare le Buone Feste.

La neutralizzazione della differenza quale mitigazione del problema e possibile rimozione del conflitto: questa la proposta della Commissione Europea per evitare discriminazioni.

Come se le discriminazioni fossero nelle parole, nelle regole e nelle procedure.

E non nella carne, negli sguardi e nelle azioni quotidiane.

E come se il non senso del Natale fosse un problema loro, e non nostro.

Proposta illudetica: facciamoci, tutti, solo gli auguri di fare Buoni Acquisti.

Questo sì che potrebbe unificarci in un unico mondo, il mercato, unica vera religione oggi.

Nessuna religione aveva mai funzionato meglio, nessuna cultura si era mai diffusa con tale velocità.

Lì sì che non ci sono discriminazioni, lì sì che siamo tutti uguali.

Basta avere i soldi e consumarli. E più ne hai e più si accresce (e si condivide comunitariamente) la fede nel loro valore. Qualcuno resta sempre escluso, è vero.

Ma -per favore- non umiliamolo oltre: non potendogli neppure augurare 'Buoni acquisti', facciamogli almeno vivere serenamente la gioia di un panettone alla mensa della Caritas.

 

 

La seconda è la presunta  soluzione politicamente corretta alle discriminazioni intersessuali: abolire le pacche sul culo, le fischiate e gli apprezzamenti salaci degli uomini verso le donne per strada.

Definirli come 'violenze sessuali' e non più solo come 'molestie' rappresenterebbe la nuova strada per limitarle e addirittura impedirle.

E tutto questo viene propagandato dagli stessi che proseguono a non far salire le donne sul tetto di cristallo, a non pagarle come si pagano gli uomini per lo stesso lavoro, a portarsi le escort a letto, a mostrare tette e culi fashionisti sulla pubblicità e per ogni dove, a smanettare sui siti porno da mane a sera.

Proposta illudetica: fra tutte le giornate dedicate a tutto, perché non ne dedichiamo una alle pacche sul culo? Nella prima mezza giornata, quella del 'Porgi l'altra natica!', le donne si segnano, sulla gonna o sui calzoni, il punto esatto in cui esigono di essere palpate e si aggirano così per le strade, indicando il punto ai maschi che stanno loro intorno, in cerca di soddisfazione.

E lamentandosi con loro, se non avviene.

La seconda mezza giornata potrebbe essere poi quella delle 'Pari opportunità', finalmente davvero realizzate: le donne si aggireranno per la città con delle belle manone pelose da lascivo patriarca e potranno accarezzare, palpare, colpire con quelle tutte le natiche dei maschi che trovano qua o là, senza preavviso. E commentare con loro, nel dopo-gioco, vissuti, pensieri e vergogne.

Non sarebbe ben più efficace (e ben più divertente) di qualunque nuova punizione per inasprito decreto?