giovedì 30 dicembre 2021

realismo anticapitalista

Le misure autoritarie posso essere attuate all'interno di una cornice ancora democratica, almeno nominalmente. La cosiddetta guerra al terrore ci ha già preparato a simili sviluppi;la normalizzazione della crisi ha prodotto una situazione nella quale la fine delle misure d'emergenza è diventata un'eventualità semplicemente impensabile:quand'è che la guerra potrà davvero dirsi conclusa?

É più facile immaginarsi la fine del mondo che la fine del capitalismo.

In essa la catastrofe non è dietro l'angolo, né è già avvenuta:piuttosto, viene attraversata.

Non c'è un momento preciso in cui il disastro si compie, né il mondo finisce con un bang; semmai si esaurisce, sfuma, va lentamente a pezzi...


Qui si esemplifica quella che Robert Pfaller ha chiamato 'interpassività': insceniamo il nostro capitalismo per noi stessi, dandoci al contempo la possibilità di continuare a consumare impunemente...

Resta prezioso il consiglio di Zizek: ...'anche se manteniamo una distanza ironica da quel che facciamo, continuiamo comunque a farlo'.


Gli studenti britannici sembrano essere politicamente disimpegnati.

Io credo che non si tratti né di apatia, né di cinismo: piuttosto è quella che chiamo impotenza riflessiva. Gli studenti cioè sanno che la situazione è brutta, ma sanno ancor di più che non possono farci niente...

Molti di loro sembrano calati in uno stato che definirei di 'edonia depressa'. Di solito la depressione è caratterizzata da uno stato di anedonia, ma la condizione alla quale mi riferisco descrive non tanto l'incapacità di provare piacere, quanto l'incapacità di non inseguire altro che il piacere...


Per Foucault non c'è alcun bisogno che il ruolo della sorveglianza sia effettivamente ricoperto da qualcuno: il non sapere se si sia controllati o meno produce come effetto l'introiezione dell'apparato di controllo, così che finirai per comportarti come se fossi sempre sotto osservazione. Allo stesso modo, per tornare all'esempio delle ispezioni universitarie, a essere valutate saranno non le tue capacità di insegnante, ma la tua diligenza da burocrate.


A combaciare con l'amorale ingegneria affettiva del capitalismo è il rifiuto di Spinoza di una deontologia, a favore invece di un'etica sviluppata attorno al concetto di salute.

Secondo Spinoza, Dio non proibisce ad Adamo di mangiare la mela perché l'atto è sbagliato; lo fa perché la mela potrebbe avvelenarlo e, per dirla con Zizek, 'avere conseguenze negative sulla sua salute'....Siamo già quindi in presenza di un paternalismo senza Padre: non è che fumare sia sbagliato; è che ci impedisce di portare avanti una vita lunga e piacevole.


Nonostante le iniziali apparenze e speranze, il realismo capitalista non è stato messo in discussione nemmeno dalla crisi del 2008. Le speculazioni che volevano il capitalismo sull'orlo del collasso si sono rivelate infondate; fu anzi subito chiaro che, anziché essere un segnale dell'imminente fine del capitalismo, il salvataggio delle banche serviva a ribadire nella maniera più manifesta possibile l'assunto fondamentale del realismo capitalista: non c'è alternativa...

Allo stesso tempo, però, ad andare in frantumi nel 2008 è stata l'intelaiatura che aveva funzionato da sua copertura ideologica: il neoliberismo si è ritrovato -in ogni senso possibile- screditato.

Questo non vuol dire che il neoliberismo sia da un giorno all'altro scomparso: al contrario, i suoi presupposti continuano a dominare la politica economica; ma non lo fanno più come ingrediente di un progetto ideologico mosso dalla fiducia per le proprie prospettive future, quanto come una specie di ripiego inerziale, di morto che cammina...


(Mark Fisher, Realismo capitalista, (2009), ed. italiana: Nero (2018))

 

venerdì 24 dicembre 2021

fulminati

 

Come funziona la Covid-gamification?

Facendoci credere di partecipare ad un gioco di competizione, ad una gara, e che in essa possiamo vincere qualcosa.

Quando ci dicono che 'dobbiamo correre con le vaccinazioni', che 'non possiamo perdere il vantaggio acquisito', che 'il virus accelera ma noi dobbiamo accelerare più di lui', etc etc...questo è il metodo che usano per farci giocare il loro gioco.

D'altronde,se non ci avessero assediato con i loro assillanti giochi di guerra, in quanti saremmo restati sedotti da chiamate e richiami vaccinali?

Lì dentro, nella coazione a stare al gioco, conta solo il risultato: la sconfitta del nemico infine sbaragliato , la resa dei suoi alleati riottosi (i perfidi no-vax), la vittoria assoluta del Bene sul Male.

Per dimostrare che lo si vuole raggiungere (non per raggiungerlo, che è tutta un'altra storia...) sono ammessi tutti i mezzi possibili, compresi sgambetti, ginocchiate e colpi bassi.

Ad esempio, quelli del sempre fulgido Mattarella che invoca 'meno spazio per i no vax'.

O quelli di un governo che allarga o stringe a piacimento la durata del pass o arriva ad esigere improvvisamente tamponi anche da bi-vaccinati per andare allo stadio o al cinema.

Se neppure capiscono che -in questo modo- perdono la fiducia anche di chi -volente o nolente- li ha assecondati sinora (vedi, al proposito, https://www.fondazionehume.it/societa/il-governo-sbaglia-cosi-fa-abbassare-la-guardia-ai-vaccinati-intervista-a-luca-ricolfi/), significa che si sta avvicinando il momento in cui stanno e stiamo per entrare definitivamente nel panico.

Perché la gara col virus la stiamo perdendo e continueremo a perderla.

Semplicemente perché è più bravo e più veloce di noi, e lo sarà sempre.

O almeno sino a quando proseguiranno a reagire senza rivedere le premesse del loro agire automatico (ma non ce la possono fare, e neppure lo vogliono).

O, più realisticamente, sino a quando il virus non si placherà da sé (ma ci vorrà tempo).

Ci sarà da soffrire ulteriormente per tutti: non sono preoccupato per la variante omicron, ma per la non variante microcefala di chi ci sta sopra e di tutti quei sudditi, davvero tanti (che ormai, esasperati e depressi, anelano soltanto ad una minimale sicurezza, quella di sopravvivere).


Perché l'unico sentimento che resta -favorito e indotto da tiranni e imbonitori- è la paura.

Di ammalarsi e di morire, ma soprattutto di vivere.

La situazione sembra quella del Venditore di parafulmini, breve racconto di Melville, scritto quasi due secoli fa, ma le cui analogie con l'oggi appaiono evidenti:


'Signore, scusatemi, ma invece di accettare il vostro invito ad accomodarmi presso il camino, io solennemente vi esorto ad accettare voi il mio, e cioè a venire qui, nel mezzo della stanza. Nel nome del cielo -esclamò con un sobbalzo- ecco un altro di quei terribili schianti. Vi prego, signore, allontanatevi dal camino!...Scendete da quella pietra! Ma non lo sapete che l'aria riscaldata e la fuliggine sono ottimi conduttori, per non parlare di quegli immensi alari di ferro? Allontanatevi da quel punto, ve ne prego...ve lo ordino!'

'Signor Giove Tonante, non ho l'abitudine di ricevere ordini in casa mia...Volete essere così gentile da dirmi perché siete venuto qui? Se cercate riparo durante il temporale, siete benaccettato; se siete venuto per affari, spicciatevi a dirmi di che si tratta.'

'Sono un venditore di parafulmini -dichiarò l'estraneo, con tono più gentile- ed il mio compito...Dei del cielo, che schianto! Siete mai stato colpito...la vostra casa, voglio dire? No? Ma è meglio mettersi al sicuro, perché la natura, durante un temporale, non concede immunità. Ma dite una sola parola, e questa vostra villetta io, con pochi movimenti della mia bacchetta magica, io mi sento di rendervela una Gibilterra! Sentite, ma questo non è più un fulmine, è un'Himalaya!'

'Dato che siete venuto da me in questa congiuntura, penso che, di proposito, voi scegliate i temporali per visitare i vostri eventuali clienti. Quando il tuono rimbomba nel cielo, ritenete che quello sia un momento particolarmente indicato a produrre un'impressione favorevole'.

''Che io viaggi durante i temporali lo ammetto, ma non senza particolari precauzioni, quali può conoscere soltanto un venditore di parafulmini. Sentito? Ma decidetevi, esaminate il mio campione. Non costa che un dollaro al piede.'

'Un ottimo parafulmine, a quanto mi sembra...Permettete però che chiuda quella imposta, prima...'

'Ma siete pazzo? Non sapete che quella sbarra di ferro è un ottimo conduttore? Lasciate stare...'

'Allora mi limiterò a chiudere le imposte e dirò al domestico di portarmi un bastone di legno. Scusate, volete suonare il campanello?'

'Voi vaneggiate! Il fil di ferro del campanello potrebbe essere la vostra rovina. Non toccate mai fili di campanello, durante un temporale...'

'Vi prego, sapreste dirmi dove e in che modo uno può sentirsi al sicuro,in un tempo come questo? Vi è parte alcuna della mia casa che potrei toccare senza correre rischi mortali?'

'Senza dubbio,ma non dove vi trovate voi. Allontanatevi dal muro, La corrente qualche volta si scarica giù dal muro, e siccome l'uomo è miglior conduttore del muro, potrebbe lasciar il muro per entrare in voi. Dei del cielo! Questo è caduto vicinissimo. Dev'esser stato un fulmine globulare.'...

'Elencatemi le vostre precauzioni...'

'E allora, in poche parole. Evito i pini, le case elevate, le fattorie isolate, i pascoli alti,l'acqua corrente,le mandrie di bovini o di pecore e gli assembramenti di persone. Se vado a piedi, come oggi, non cammino in fretta. Se mi trovo in carrozza, evito di toccarne lo schienale o i fianchi. Se vengo sorpreso mentre sono a cavallo, ne scendo e conduco il cavallo per mano. Ma, soprattutto, evito gli uomini alti.'

'Sogno o son desto? Un uomo evita gli uomini? E per di più in un momento di pericolo?'

'Gli uomini alti, durante un temporale, li evito. Ma siete veramente così ignorante da non sapere che un uomo di sei piedi è alto quanto basta per attirare su di sé la carica di una nube, pregna di elettricità?...Esaminate questo campione. Esaminate questi certificati. Un unico parafulmine, signore, che non vi costerà che venti dollari. Sentito? Un parafulmine, che spunti di soli cinque piedi sopra la casa, estenderà la sua protezione per un raggio di venti piedi. Solo venti dollari, signore, un dollaro il piede. Sentite...Terribile...Dunque, volete ordinarne uno? Volete comprarne uno? Mi favorite il vostro nome e indirizzo? Pensate che potreste ridurvi ad una carcassa bruciacchiata,come un cavallo alla cavezza, arso nella stalla...e in meno di un secondo...'.

'Sentite un po', voi, preteso inviato straordinario e ministro plenipotenziario presso e da parte di Giove Tonante -gli risposi io ridendo- voi, semplice uomo, che venite qui e vi installate, voi e il vostro bastone, tra cielo e terra, credete forse di poterci veramente proteggere dai fulmini dei Superi? Il vostro parafulmine arrugginisce, o si spezza, e allora? Chi vi ha dato il potere di andare in giro a smerciare le vostre dispense dai decreti divini? Vattene, e spicciati, se ce la fai a filar via rapido, tu che, come un verme, appari e brilli quando fa brutto!'

'Miserabile pozzo di empietà! -schiumò lo sconosciuto, rabbuiandosi in volto- renderò note a tutti le vostre sacrileghe idee!'. Il cipiglio divenne sempre più cupo e balzò su di me, puntando contro il cuore il suo tricuspide arnese.

Ma io lo afferrai, lo spezzai, lo buttai per terra,lo calpestai e, cacciato di casa mia quel cupo re dei fulmini, gli buttai dietro il suo contorto scettro di rame.

Ma, nonostante il mio trattamento, e quanto ho detto per dissuadere i miei vicini, l'uomo del parafulmine continua a vivere da queste parti, continua a viaggiare durante i temporali, e fa affari d'oro, sfruttando le paure dell'uomo.



















domenica 19 dicembre 2021

sta (ri)accadendo (2)

 

I sapientoni che, quando si tratta di usare il tampone antigenico per evitare il vaccino, pontificano sulla sua inaffidabilità, sono gli stessi che oggi lo aggiungono come ulteriore condizione (e punizione) per coloro che vogliono viaggiare e tra poco per chi vuole assistere ad un film (anche se tri-vaccinati e dotati di pass rafforzato).

Quando il tampone può liberare non funziona, quando serve a restringere e controllare ulteriormente le nostre vite va benissimo.

Ci si vaccina e non basta; ci si certifica con il pass e non basta; ci si tampona e non basta; ci si mette la mascherina al chiuso e all'aperto e non basta. Non basta mai.

Inutile cercare una logica 'scientifica': l'unica logica è quella -insondabile e discrezionale- del potere microfisico.


Lo stesso vale per il progressivo procedere delle restrizioni, di nuovo ovunque in aumento: siamo invitati ad evitare contatti e rapporti 'non essenziali'.

Per 'essenziali' vanno intesi solo quelli connessi alle attività coattive: il lavoro ed il consumo primario.

Già questo ci dice quale sarebbe dunque l'essenza del nostro vivere secondo la ragione di vita (e l'idea di salute) in cui siamo -totalitariamente- immersi, cioè quella del capitale.

A questo proposito vi consiglio caldamente di leggere 'Critica della ragione liberale' di Andrea Zhok. Un libro davvero complesso, ben argomentato e filosoficamente arguto (del tutto, quindi, anacronistico).

Proprio per questo, mi è parsa ancora più triste la sua partecipazione ad una trasmissione tv, martedì scorso; trasmissione in cui, insieme al prof. Mattei, promotore della Commissione DuPre (Dubbio e Precauzione), non hanno potuto evitare di fare una figura barbina e di essere tacitati e tacciati di 'filosofismo' da pensatori di livello quali Bersani e Sileri.

Non ha senso partecipare a trasmissioni tv, il gioco è truccato.

Inutile pensare che possano servire a far pensare diversamente qualcuno che ascolta.

Serve solo a confermare la cornice di chi le pensa, le produce e le propina.

É già accaduto, sta (ri)accadendo.


Nel patrimonio dei modi di dire in cui si tradisce ogni giorno la vita impastata di stupidità e di viltà del borghese tedesco, è particolarmente degno di nota il 'così non può durare' riferito all'imminente catastrofe...L'attesa che così non possa durare dovrà un giorno convincersi che per le sofferenze, del singolo come delle collettività, c'è solo un limite oltre il quale esse non durano: l'annientamento.


Un singolare paradosso: la gente, quando agisce, pensa solo al più gretto interesse personale, ma al tempo stesso è più che mai condizionata nel suo comportamento dagli istinti della massa. E ora più che mai gli istinti di massa sono divenuti insensati ed estranei alla vita... Questa società in cui ognuno vede solo il proprio meschino tornaconto corre come una massa cieca, con animalesca ottusità priva però dell'oscuro intuito degli animali, incontro ad ogni pericolo...A più riprese è apparso chiaro che il suo attaccamento all'esistenza abituale, del resto perduta ormai da lungo tempo, è così ostinato da vanificare persino nell'estremo pericolo quell'uso squisitamente umano dell'intelletto che è la preveggenza. Tanto che in essa si perfeziona l'immagine della stupidità: incertezza, anzi degenerazione degli istinti vitali e impotenza, anzi decadimento dell'intelletto. Questa è la disposizione di spirito della totalità dei borghesi tedeschi.


Qui non c'è nulla da sperare finché ogni più atroce, ogni più nero destino, discusso ogni giorno, anzi ogni ora dalla stampa, analizzato in tutte le sue finte cause e finte conseguenze, non aiuta nessuno a scoprire le forze oscure che si sono assoggettate la sua vita.


Le condizioni di vita, la miseria e la stupidità rendono in questo luogo gli uomini sottomessi alle forze della collettività come solo la vita di un primitivo è condizionata dalla logica del clan. Il più europeo di tutti i beni, quella più o meno spiccata ironia con cui l'esistenza del singolo reclama sempre un corso dissimile dalla vita della collettività in cui si ritrova sbalzato, i tedeschi l'hanno smarrito del tutto.


É come se si fosse prigionieri in un teatro e si dovesse seguire, volenti o nolenti, lo spettacolo che viene rappresentato e, volenti o nolenti, se ne dovesse fare l'oggetto di pensieri e parole.


La cieca volontà di salvare il prestigio della propria personale esistenza piuttosto che, grazie a una valutazione distaccata dell'impotenza e dell'irretimento di cui è vittima, separarla se non altro dallo sfondo della generale cecità, s'impone quasi ovunque. Per questo l'aria è tanto piena di teorie della vita e di visioni del mondo e per questo esse appaiono tanto urtanti: perché alla fin fine valgono quasi sempre a sanzionare una qualche situazione privata di nessuna importanza. E proprio per questo l'aria è anche tanto piena di miraggi e fantasmi di un futuro culturale destinato malgrado tutto a fiorire dalla sera alla mattina: perché ognuno si costringe a credere alle illusioni ottiche del suo punto di vista isolato.


Poche cose rafforzano la violenza fatale del dilagante impulso al nomadismo quanto i limiti imposti al diritto di libera circolazione, e mai la libertà di movimento è stata in un rapporto peggiore rispetto alla ricchezza dei mezzi di trasporto.


(W. Benjamin, Kaiserpanorama. Viaggio attraverso l'inflazione tedesca, in Strada a senso unico. Scritti 1926-27)


Sette anni dopo Hitler andrà al potere, legalmente, in Germania...













giovedì 16 dicembre 2021

riuscire a fallire

 

Fatta anche la terza dose.

Penso, da quel che credo di sapere e di aver capito, che possa essere utile per limitare la probabilità di contagiarmi e di contagiare altri.

E per ridurre fortemente la possibilità di ammalarmi gravemente o di morire.

Tutto il resto non conta, e neanche l'ascolto più.

Il resto mi pare solo propaganda, ipocrisia, profitto, pensiero unico.


Non credo infatti che vaccinare ci farà arrivare alla fine dello stato d'emergenza, che è dettato da motivazioni politiche e di controllo sociale (e non certo sanitarie), e che quindi proseguirà.

L'emergenza come forma di vita è qui, e ci attornia.

Ci siamo già: se il ricatto del Pass serviva a forzare proditoriamente la vaccinazione, ora è quello della vaccinazione a divenire mezzo per forzare la perpetuazione dei Pass.

A questo dovremo abituarci ed adattarci: al controllo microfisico e permanente, sia che il virus si debelli (il che, ormai, è solo una variabile secondaria e sempre più remota) o meno (ed a quel punto emergeranno ulteriore panico ed ansia militare di governo; quanto più, infatti, perderanno il controllo sul virus, tanto più accentueranno quello sulle persone e sulle società).

A quel punto sarà ancora più doloroso riconoscere che -per tentare un'opposizione politica al regime che si va instaurando a colpi di diktat dragheschi- sarebbe stato necessario concentrarsi ed unificarsi tatticamente solo contro il pass e la sua obbligatorietà (che è, di fatto, anche obbligo vaccinale), indipendentemente dalle nostre diverse posizioni sul vaccinarsi o meno, sui suoi limiti di sicurezza e di efficacia sanitaria, etc.

Invece, senza separare il no pass dal no vax, abbiamo solo compartecipato al casino infodemico.


Aborro la monocultura megalomanica dell'extra vaccinum nulla salus.

La Terra promessa non sarà raggiunta, nonostante le roboanti promesse di salvifiche eradicazioni, di uscite dal tunnel (ancora oggi, nonostante tutto quel che sta accadendo, puntualmente rinnovate ed evocate).

Nè seguo la monocultura predatoria dell'extra occidentem nullum vaccinum.

Qualcosa non torna se noi siamo già alla terza dose e miliardi di persone non hanno fatto la prima.

E ne paghiamo le conseguenze, come ci meritiamo appieno.

E neanche mi attrae la monocultura paranoica e caproespiatoria dell'extra vaccinum extrema culpa. Quella a cui stiamo assistendo ora è un'epidemia che colpisce numericamente soprattutto i vaccinati, inutile negarlo.

Quei fantomatici supereroi, fanfaroni bislaureati che straparlano da ormai due anni sui media, senza saper fare nemmeno uno straccio di autocritica, dovrebbero solo ammutolire e nascondersi.

Il virus infatti è capace di variare, loro no.

Ecco perché possono soltanto inseguirlo da una variante all'altra.

Ecco perché riescono sempre a fallire, anche quando -solo apparentemente o parzialmente-riescono.


Quando è assalita da tutti i lati dalla prospettiva del disastro, i cui scopi finali sono avvolti dal terrore, l'anima dell'uomo -sia pervasa dall'istintiva convinzione che essa non può combattere in una volta tutti i suoi nemici, sia provvidenzialmente accecata o incapace di vedere il più grande arco del cerchio che minacciosamente si richiude- qualunque sia la verità, l'anima dell'uomo, così investita, non affronta mai coscientemente la totalità della sua disgrazia.

La droga amara è divisa in successive bevande: oggi sorbisce un po' della sua infelicità, domani un altro poco ancora, e così via fino all'ultimo sorso.' (H. Melville, Pierre o delle ambiguità, 1852)






sabato 11 dicembre 2021

mulo contro mulo

 



Ragli del Mulo A:

É una piccola cosa, che è di grande aiuto per tutti. Non costa nulla.

É giusto così, dobbiamo essere responsabili verso gli altri.

Ma come mai non ci sono i controlli in strada o sui bus ?

Dovremmo andare a prenderli in casa coi carabinieri (Bassetti, primario infettivologo, 7.12.21)

Non dobbiamo vendergli i biglietti, ancor prima di farli salire o no sui mezzi (Giovannini, Ministro dei Trasporti, 8.12.21)

Obblighiamoli a vaccinarsi con la forza, perché dobbiamo tutelarci da chi ci minaccia senza vaccino


Ragli del Mulo B:

Il covid non esiste, è una semplice influenza.

É solo un complotto creato da Big Pharma e dall'establishment.

É un attacco alla libertà personale, alla democrazia, alla vita.

Non è giusto, devo tutelare me stesso e la mia salute.

Ma avete visto quanti controlli ?

Assediamoli a casa loro, abbiamo i loro indirizzi!

Non ci vacciniamo, perché dobbiamo tutelarci da chi ci minaccia con il vaccino


Non mi ritrovo nel mulo contro mulo.

Mi rivaccinerò: perché penso che sia utile per la mia (ed altrui) salute.

E perché sono contrario all'uso politico del vaccino, chiunque lo faccia, vax o no vax.

Ma il Green pass ed il suo obbligo, tanto più se 'rafforzato', rafforza la mia contrarietà nei suoi confronti.

E resto contrario a gran parte delle misure e delle logiche sottostanti alle imposizioni irragionevoli ed ipocrite di chi ci governa (governato com'è soltanto da valori di profitto e consumo).


Vorrei che usassimo le mascherine all'aperto solo se ci sono molte persone insieme e se si parla con qualcuno da vicino e a lungo.

Vorrei che si prendessero misure più gravi non al semplice aumentare dei contagi, ma soltanto se crescono esponenzialmente gravità dei casi, ricoveri e mortalità

Vorrei che fossero rivaccinate solo le persone più fragili, non certo adulti -né tanto meno bambini o ragazzini- sani.

Vorrei che anziché insistere sui soli vaccini, utilizzassimo le risorse per le cure territoriali e domestiche, per le terapie verso chi comunque si ammala (che sia vaccinato o meno)

Vorrei che destinassimo risorse alla salute e all'efficienza dei servizi e dei mezzi pubblici, delle scuole e degli ambienti chiusi in genere.

Vorrei tornare ad incontrare in presenza gli studenti, senza quote o permessi d'accesso.

Vorrei che le persone (soprattutto se vaccinate) preferissero correre il piccolo rischio di contagiarsi al grande rischio di smetterla di salutare qualcuno con baci e abbracci affettuosi.

Vorrei che si affrontassero le questioni che stanno a monte della pandemia, anziché proseguire a spargere false illusioni e mitomaniche speranze in panacee di tutti i mali.

Vorrei ripoliticizzare la politica e non proseguire a politicizzare la salute, la vita privata o lo sport.


Niente di tutto questo accade e accadrà, nonostante promesse, critiche e proposte.

Se la situazione è grave, bisogna vaccinarsi per uscirne.

Se non è grave, bisogna vaccinarsi perché non lo diventi.

Messa così, è un'uscita di emergenza senza uscite.

C'è solo da restare in attesa della variante Omega, quella della fine del mondo.

(A proposito: avete visto 'Don't look up'?)

Ecco perché mi viene talvolta da simpatizzare con le forme ludiche di protesta e disobbedienza dei renitenti: mettersi un braccio di silicone, fare la fila solo per rallentare i vaccinandi, regalare green pass falsi a Natale, organizzare car sharing autogestiti su Telegram.

Le trovo comunque più creative e divertenti della solita solfa alla vaccinara che ci fanno sorbire da ormai più di un anno su giornali e tv.

Ma, in generale, mi sento distante dal loro mondo, così come non mi sento nel mondo di chi è certo di sapere e di saper risolvere: mi sento, con gli uni e con gli altri, come se fossi sempre in esilio.


Nel 1932, mentre ero all'estero, iniziai a rendermi conto che presto avrei dovuto dire addio per molto tempo, forse per sempre, alla città in cui ero nato.

Nella mia vita interiore avevo più volte sperimentato come fosse salutare il metodo della vaccinazione; lo seguii anche in questa occasione e intenzionalmente feci emergere in me le immagini -quelle dell'infanzia- che in esilio sono solite risvegliare più intensamente la nostalgia di casa. La sensazione della nostalgia non doveva però imporsi sullo spirito come il vaccino non deve imporsi su un corpo sano...

(W. Benjamin, Infanzia berlinese intorno al millenovecento, Premessa)


É una sensazione d'esilio che mi deprime, mi rattrista, mi fa piangere.

La mattina mi sveglio ansioso, timoroso, denso d'angoscia sottile, come una piccola Cassandra.

E non c'è vaccino che mi possa salvare da questo.

martedì 7 dicembre 2021

neo-bigottismi liberali

 

In un tempo di così intense rivelazioni (apocalìpsis) gli umani dovrebbero finalmente porsi delle domande radicali: riandare alla radice dei problemi in cui si sono infilati, soffocati in un'inestricabile rete di rimandi.

Non provando neppure a farlo, proseguiremo a dibatterci tra emergenze e soluzioni (che parlano la stessa lingua dell'emergenza e la rafforzano, rendendola cronica).

Il circuito delle punizioni e dei ricatti, delle recriminazioni e delle rivendicazioni di ogni parte e da ogni parte contro altre parti (e tutte che ritengono di essere dalla parte della ragione e mai del torto):

questo è quel che viviamo e che ci aspetta.

Abbiamo già a lungo discusso, a questo proposito, delle strategie anti-pandemia.

Il vaccino imposto a tutti come unica soluzione di fronte all'emergere di un processo catastrofico di vastissima portata e con ramificate, profondissime implicazioni (ecologiche, economiche, politiche, sanitarie), che vengono rimosse, annullate, coperte proprio dall'illusione-ossessione ri-ciclicamente immunizzante. 

 

Ma oggi vorrei invece ripartire da altre due questioni, emerse nei giorni scorsi con una certa pubblicità infodemica.

La prima è la presunta soluzione politicamente corretta alle discriminazioni interculturali in Europa: abolire il Buon Natale e augurare le Buone Feste.

La neutralizzazione della differenza quale mitigazione del problema e possibile rimozione del conflitto: questa la proposta della Commissione Europea per evitare discriminazioni.

Come se le discriminazioni fossero nelle parole, nelle regole e nelle procedure.

E non nella carne, negli sguardi e nelle azioni quotidiane.

E come se il non senso del Natale fosse un problema loro, e non nostro.

Proposta illudetica: facciamoci, tutti, solo gli auguri di fare Buoni Acquisti.

Questo sì che potrebbe unificarci in un unico mondo, il mercato, unica vera religione oggi.

Nessuna religione aveva mai funzionato meglio, nessuna cultura si era mai diffusa con tale velocità.

Lì sì che non ci sono discriminazioni, lì sì che siamo tutti uguali.

Basta avere i soldi e consumarli. E più ne hai e più si accresce (e si condivide comunitariamente) la fede nel loro valore. Qualcuno resta sempre escluso, è vero.

Ma -per favore- non umiliamolo oltre: non potendogli neppure augurare 'Buoni acquisti', facciamogli almeno vivere serenamente la gioia di un panettone alla mensa della Caritas.

 

 

La seconda è la presunta  soluzione politicamente corretta alle discriminazioni intersessuali: abolire le pacche sul culo, le fischiate e gli apprezzamenti salaci degli uomini verso le donne per strada.

Definirli come 'violenze sessuali' e non più solo come 'molestie' rappresenterebbe la nuova strada per limitarle e addirittura impedirle.

E tutto questo viene propagandato dagli stessi che proseguono a non far salire le donne sul tetto di cristallo, a non pagarle come si pagano gli uomini per lo stesso lavoro, a portarsi le escort a letto, a mostrare tette e culi fashionisti sulla pubblicità e per ogni dove, a smanettare sui siti porno da mane a sera.

Proposta illudetica: fra tutte le giornate dedicate a tutto, perché non ne dedichiamo una alle pacche sul culo? Nella prima mezza giornata, quella del 'Porgi l'altra natica!', le donne si segnano, sulla gonna o sui calzoni, il punto esatto in cui esigono di essere palpate e si aggirano così per le strade, indicando il punto ai maschi che stanno loro intorno, in cerca di soddisfazione.

E lamentandosi con loro, se non avviene.

La seconda mezza giornata potrebbe essere poi quella delle 'Pari opportunità', finalmente davvero realizzate: le donne si aggireranno per la città con delle belle manone pelose da lascivo patriarca e potranno accarezzare, palpare, colpire con quelle tutte le natiche dei maschi che trovano qua o là, senza preavviso. E commentare con loro, nel dopo-gioco, vissuti, pensieri e vergogne.

Non sarebbe ben più efficace (e ben più divertente) di qualunque nuova punizione per inasprito decreto?




martedì 30 novembre 2021

microfascismi

 

I politici di destra e di sinistra che pretendono di parlare in nome della Legge si vedono messi in discussione in nome di un'altra Legge, quella ad esempio dei fautori di una 'giustizia popolare'.

In ogni caso si ha sempre a che fare con lo stesso tipo di legge oppressiva, e forse addirittura con lo stesso tipo di tentativo, atto ad evitare l'immensa rivoluzione che cerca forme proprie che rompano radicalmente con il discorso di Stato e anche con quelli dei partiti, dei gruppuscoli e delle dottrine ancora affascinate dallo Stato.

Ricerca di una regolazione sociale che non sarebbe più fondata sulla Legge sadica, la Legge perversa del Capitale, del Burocrate, del Portavoce di professione, del Giudice pubblico e del Giudice intimo.

Alleanza, strategia contro il nemico comune. Ma, parallelamente, lotta incessante contro quell'altra specie di nemico intimo che continua a riemergere nei nostri stessi ranghi, nella nostra famiglia, nella nostra coppia, nel nostro io, non appena i giochi del potere e della dipendenza espropriano la libertà del desiderio e la volontà di cambiare il mondo.


Gli obiettivi del genere 'pane, pace, libertà...' richiedono l'esistenza di organismi politici che siano inseriti nel campo dei rapporti di forza e quindi che raccolgano delle energie, che costituiscano dei blocchi. Di necessità, queste organizzazioni sono tenute ad essere 'rappresentative', a coordinare le lotte, a proporre una strategia e una tattica. Invece, la lotta contro il fascismo 'microscopico', quello che si instaura all'interno delle macchine desideranti, non può passare attraverso la mediazione di 'delegati', di 'rappresentanti', di blocchi identificati una volta per tutte. Il 'nemico' cambia volto: può essere l'alleato, il compagno, il responsabile, oppure noi stessi. Non si può mai essere sicuri che, una volta o l'altra, non si passerà dalla parte di una politica burocratica o di prestigio, di un'interpretazione paranoica, di una complicità inconscia con i poteri costituiti, di una interiorizzazione della repressione.


La lotta deve essere condotta nelle nostre proprie file, contro la nostra stessa polizia interna...

Il dispotismo che spesso regna nei rapporti coniugali e familiari proviene dallo stesso tipo di organizzazione libidinale di quello esistente nel campo sociale...

Non è questa una ricerca gratuita, ma un rifiuto delle semplificazioni che impediscono di cogliere la genealogia e la permanenza di certi meccanismi fascisti...Essa dovrebbe permetterci di comprendere meglio in che modo uno stesso fascismo continui a funzionare oggi, sotto forme diverse, nella famiglia, nella scuola, o in una sezione sindacale...

Perciò, l'analisi del fascismo non può essere una semplice specialità degli storici: ciò a cui esso ha dato ieri l'avvio continua a proliferare sotto altre forme nell'insieme dello spazio sociale contemporaneo. Tutta una chimica totalitaria agisce dentro le strutture statali, politiche e sindacali, e persino dentro le strutture individuali, nella misura in cui si può parlare di una sorta di fascismo del super-io nel senso di colpa e nella nevrosi.


Perché il capitalismo tedesco, dopo la disfatta del 1918 e la crisi del 1929, non si accontentò di farsi sostenere da una semplice dittatura militare? A questo proposito Daniel Guèrin dice che il grande capitale esitò a 'rinunziare a quell'incomparabile, insostituibile mezzo di penetrazione in tutte le cellule della società, che è costituito dalle organizzazioni di massa fasciste'. Infatti, una dittatura militare non sarebbe riuscita a controllare le masse con la stessa efficacia di un partito organizzato secondo un modello poliziesco...

La micropolitica che ha fabbricato Hitler ci riguarda, qui e ora, all'interno dei movimenti politici e sindacali, dei gruppetti, nella vita familiare, scolastica, etc..., nella misura in cui nuove microcristallizzazioni fascisteggianti si sostituiscono alle vecchie sulla stessa linea del macchinismo totalitario. Col pretesto che il ruolo dell'individuo nella storia sarebbe trascurabile, ci si suggerisce di rimanere a braccia conserte davanti ai gesticolamenti isterici o alle manipolazioni paranoiche dei tiranni locali e dei burocrati di ogni risma.


Accanto al fascismo dei campi di concentramento, che continuano ad esistere in numerosi paesi, si sviluppano nuove forme di fascismo molecolare: il cucinare la gente a fuoco lento nel familiarismo, nella scuola, nel razzismo, nei ghetti di ogni tipo, sostituisce vantaggiosamente i forni crematori. Ovunque, la macchina totalitaria sta sperimentando strutture più adeguate alla situazione, cioè più capaci di captare il desiderio per metterlo al servizio dell'economia del profitto. Si dovrebbe definitivamente rinunziare a forme troppo facili, del genere: 'il fascismo non passerà'.

Il fascismo è già passato e passa continuamente.

Passa attraverso le maglie più strette, è in costante evoluzione. Sembra venire dall'esterno, ma trova le sue energie nel cuore del desiderio di ciascuno.

L'individuazione del desiderio scivola sempre verso la paranoia e il particolarismo.

In situazioni apparentemente non problematiche, possono apparire da un giorno all'altro delle catastrofi.


Quanto ai fascisti, essi attualmente non sono più, in Italia, che un pugno di pagliacci. Influenzano sempre meno la gente. E, per noi, il pericolo non viene tanto da quella parte, bensì dalla congiunzione tra l'apparato di Stato capitalistico e gli apparati burocratici del Pci e dei sindacati.

Con tutti i mezzi, questa nuova alleanza repressiva, dalle ramificazioni tentacolari, cerca di separare le lotte economiche e politiche dei lavoratori dai mille aspetti dell'autonomia. Il suo obiettivo è ottenere che il controllo e la normalizzazione delle masse siano realizzati dalle masse stesse e che in seno al popolo si instauri un consenso maggioritario conservatore contro le minoranze di ogni genere, anche se queste ultime messe insieme fanno molto di più di tutte le maggioranze!

Secondo noi, è proprio da questa parte che può ancora venire la minaccia di un movimento reazionario di massa. Non vengano allora a chiederci, in nome di una immaginaria crociata antifascista, di allearci a quelli che oggi sono diventati gli agenti della forma embrionale di un nuovo tipo di fascismo.


Fèlix Guattari, da 'La rivoluzione molecolare', maggio 1978



ironie della tragedia chiamata storia


Lo stato di Israele è da sempre testimonianza diretta dell'inversione ironica (e tragica) della storia: le vittime dell'olocausto nazista rivoltate in carnefici nazisti di palestinesi e arabi, come se avessero imparato ed incarnato pienamente la lezione del male ricevuto.

Oggi l'israelizzazione del mondo procede ad ampi passi: e non solo attraverso la politica dei muri e dell'apartheid interno e verso lo straniero, ma anche sulla politica sanitaria antipandemica; Israele è sempre all'avanguardia, anche lì: quando noi siamo alla seconda dose, loro sono già alla terza.

E quando saremo alla terza, loro saranno alla quarta. E quando vaccineremo i bambini tra i 5 e i 12 anni, loro staranno già procedendo a vaccinare quelli sotto i 5.

Ma, nonostante questo, il primo caso di Omicron fuori dal Sudafrica si è svelato proprio in Israele.

Noi, al seguito. O sulle loro spalle, come nani nazi-apprendisti.


Si parla tanto dei no-vax ribelli, accusati come untori pestiferi che starebbero alla base delle nuove ondate, colpevoli di proseguire a contagiare il mondo.

Ce la si prende con persone, piccoli gruppi, minimi artigiani del dissenso.

Ma perché non ci si rivolge con la stessa rabbia e decisione contro i no-vax su scala industriale?

Perchè i no-vax più pericolosi sono proprio le aziende farmaceutiche e gli stati ricchi: quelli che negano il vaccino ai poveri del mondo, a chi non può pagare i brevetti, a chi non ha le strutture e le risorse per vaccinare i suoi cittadini.

Quelle stesse aziende e quegli stessi stati che continuano, miopi ed egoisti come solo i capitalisti sanno essere, continuano ossessivamente a vaccinare noi con tre o quattro dosi (visto che possiamo produrle, pagarle e quindi iniettarle) e non permettono ad altri di farlo.

Con la conseguenza di nuove ondate (che non dipendono quindi dai piccoli, ma dai grandi no-vax).


Mario Monti, come sempre, sa cosa si muove in alto.

Ed lui prevede e precede, da buon liberal lungimirante, quel che sta avvenendo ed avverrà: la fine della democrazia, anche della sua parvenza più illusoria: la libertà di stampa e di informazione.

Ascoltate il suo intervento a La Sette (https://video.repubblica.it/dossier/coronavirus-wuhan-2020/covid-mario-monti-bisogna-trovare-delle-modalita-meno-democratiche-nella-somministrazione-dell-informazione/402525/403235?ref=RHTP-BS-I278612739-P10-S3-T1).

In guerra come siamo, anticipa sagacemente, l'informazione va centellinata e controllata.

La sua proposta è apertamente, sdoganatamente fascista, da vero e proprio Ministero della Propaganda.

Lui sa dove stiamo finendo. E già vede e provvede.

Come non condividere il suo appello a smetterla di blaterare del covid 24 ore su 24, vera e propria tecnica di intimidazione ed estenuante arma di distrazione di massa?

Ma quando i giornalisti la smetteranno di blaterare senza senno e senso, imboccati come ora dalle veline di stato e da un conformismo autocensurante in cui il pensiero si è assentato da tempo, chi arriverà ad informarci?

Solo assennati burocrati di regime dalle loro razionalissime scrivanie.

E se loro non basteranno, mistiche adunate online e ben vibrati manganelli mediatici.



 

venerdì 26 novembre 2021

sta (ri)accadendo

Sarebbe stupido non dirselo: sta (ri)accadendo.

E' un qualcosa che accade quando, come ora, vengono a convergere le due più terribili frustrazioni: quella dei potenti resi impotenti da un mondo fuori controllo e quella dei dominati che sentono di non poter più avere potere neppure sui poveri resti della loro vita quotidiana.

I potenti cercano disperatamente di controllare almeno la vita dei sudditi (aumentando esponenzialmente gli obblighi e i diktat insensati, totalizzanti, paternalistici e colpevolizzanti), in una situazione generale che gli si rivolta contro sempre più (cataclismi climatici, pandemie, migrazioni...) e che sfugge ad ogni possibilità di gestione a medio termine. Al massimo, come cantava Conte, possono solo proseguire a 'sbagliare da professionisti'.

I dominati, frustrati ed umiliati, senza prospettive e sogni -se non quelli massificati e coartati, prodotti dai social- accumulano rabbia, risentimento e dolore verso i tanti poveri che stanno più sotto ancora (da segregare ed evitare) e verso gli strani, i divergenti, i renitenti (da sorvegliare e punire).

 Queste due frustrazioni, messe insieme, portano al nazismo. E sta (ri)accadendo.

Nella lista universitaria, un professore che -pur in quiescenza- pontifica da tempo, si è azzardato a dire che -se la situazione pandemica si aggravasse- si potrebbero anche incarcerare coloro che rifiutano di vaccinarsi. Vari altri colleghi hanno reagito contro i suoi eccessi senili, richiamandolo a gentilezza, cortesia e rispetto, come si fa tra accademici liberali.

Ma mi chiedo: non è che il professor malvagio dice quel che molti altri pensano (e alcuni altri già fanno in altri paesi (per ora)) ?

Che differenza ci sarebbe tra lui e titoli di Repubblica come 'Vaccini: iniziata la caccia ai renitenti tra professori e forze dell'ordine' ?

Che cosa ci dice un clima come questo?

Che la pedagogia della violenza -dopo essersi diffusa senza tregua e rimedio- ora inizia ad esprimersi apertamente, a 'sdoganarsi', come si dice ormai in un -peraltro a sua volta terribile- italiano.

Che sta (ri)accadendo.


 


martedì 23 novembre 2021

cattivi maestri

 

Quando il Mattarella interviene trepidante sugli scranni a lui concessi e difende scienza e vaccini mi viene sempre da accomunarlo agli avvocati Taormina e Bongiorno quando difendono i loro imputati: immediatamente mi viene da pensare che questi ultimi siano colpevoli.

É sufficiente per me veder apparire quei loro avvocati.

Così vale per il succitato: la sua retorica mi fa subito sospettare.

E mi fa pensare che debba difendere qualcuno o qualcosa che non sta funzionando.

Quando, ieri, ha dichiarato pomposamente che la scienza ha vinto il suo referendum per 9 a 1 contro gli anti-scienza ho pensato: ma allora vi piace proprio vincere facile?

Ammettiamo pure che la metà degli italiani si sia fatto il vaccino volentieri e credendo nella scienza.

Ma almeno l'altra metà è composta da persone che non credono più a nulla, tanto meno alla scienza, e che -pressate da un impressionante lavaggio del cervello- sono soltanto impaurite, conformiste ed obbedienti. Riflesso d'ordine, identificazione reattiva col pre-potente: microfascismo quotidiano, direbbe Guattari.

E da altre che hanno soltanto dovuto piegare la testa ad un comando e ad un obbligo, pur di non perdere il lavoro o di non farsi tamponare a pagamento e ad ogni piè sospinto.

E da altre che -nonostante tutto e sempre più incazzate - stanno proseguendo a non vaccinarsi.

Parlare di vittoria della scienza, e soprattutto per 9 a 1, non ha proprio senso.

E se lo fa proprio ora, non sarà proprio perché proprio ora la vaccinazione sta mostrando la corda?


Ci era stato detto e giurato, con assoluta ed incontestabile certezza, che il vaccino ci avrebbe condotto all'immunizzazione, che avrebbe rappresentato la soluzione finale, l'arma totale contro il virus, l'uscita dal tunnel. Non sta accadendo, proprio per nulla.

Non sarebbe stato più onesto riconoscere da subito i limiti delle proprie scelte?

Non sarebbe più onesto ora ammettere che è stato un errore affidarsi ai soli vaccini e che, scientificamente, sarebbe meglio procedere con altrettanta decisione anche per altre strade?

Proseguiranno invece ancor più, nella logica del 'più uno', come sempre quando non si riconosce che 'la soluzione è il problema'.

E ci costringeranno al super green pass e alla terza dose (e alla quarta e alla quinta...).

E vaccineranno – con una pervicacia sempre più ossessiva- bambini, animali e termosifoni.


Ma i governanti che ci dominano non si illudano a loro volta.

L'avanzare di un affidamento passivo e fideistico delle masse non vuol dire crescita della fiducia personale e sociale nei loro confronti.

Costringere la gente a vaccinarsi e proseguire con il gioco dei premi e la tagliola delle punizioni non potrà mai portare ad una vera responsabilizzazione.

Non è un referendum democratico quello che porta gli elettori ad un voto obbligato, in cui non è permesso dalla legge né votare contro, né astenersi.

Tutto questo il Mattarella, dietro la sua arringa a difesa di intemerati colpevoli, ha colpevolmente nascosto.

venerdì 19 novembre 2021

autorità e/è libertà

 

Le fasi catastrofiche hanno il merito di evidenziare con ulteriore chiarezza quel che ci appare più offuscato nei contesti di relativa normalità.

Ad esempio, almeno a me, risulta sempre più lampante che la distinzione tra gli esseri umani non passa attraverso le categorie che caratterizzano comportamenti e schieramenti di posizionamento politico-sociale: destra/sinistra, conservatore/progressista.

Categorie che divengono sempre più indistinguibili, controverse ed opache.

Ma, più acutamente, radicalmente e tragicamente, la distinzione passa tra premesse profonde che caratterizzano atteggiamenti mentali generali di regolazione: quella tra personalità autoritarie e libertarie, in particolare.

Quel che siamo costretti a riscontrare, quasi sempre e tanto più nella catastrofe, è che gli orientati all'autoritarismo (almeno nella vita adulta) sono molti di più di quelli orientati al libertarismo.

E, particolarmente nelle fasi catastrofiche, si evidenzia la distinzione -quale vera e propria divisione-separazione epistemologica e morale- tra queste due categorie di visione, tra loro incompatibili.


Anche perché i sedicenti liberali, che rappresentano da alcuni secoli la maggioranza assoluta nelle democrazie occidentali, sono sempre altalenanti tra un polo e l'altro: in situazioni normali si pongono al centro, ma in situazioni di stress tendono ad orientarsi verso il polo autoritario, abbandonando alcune delle loro tendenze più vicine a quello libertario (libertà di pensiero, d'opinione, di coscienza e d'espressione...)

C'è anche da tener conto del fatto che la catastrofe è stata accelerata, senza alcun dubbio, proprio dallo spostamento verso il liberismo del vecchio centro liberale, che ha da vari decenni scelto di estremizzare in senso autoritario (e solo apparentemente liberale) i processi economici ed informatici.

La pandemia, e la sua gestione catastrofica, hanno ulteriormente evidenziato le catastrofi prodotte dal liberismo autoritario, che vuole presentarsi però simultaneamente come realizzazione dell'anarco-capitalismo liberista.

Questa alleanza tra autoritari e liberali-liberisti sotto stress ha sempre condotto ad un aumento dell'autoritarismo politico e alla sospensione/fine delle democrazie liberali (nazifascismo, ed oggi neo-fashismo). Così sta ri-accadendo anche oggi.


E, in situazioni siffatte, i libertari -già normalmente in minoranza ed ora senza più neppure la sponda -peraltro da sempre opportunistica e vacillante- dei liberali, non possono che ridurre la loro opposizione a mera resistenza marginale e ribellistica, individuale o di nicchia, continuamente a rischio di isolamento, quando non di vera e propria criminalizzazione: la fase dell'emarginazione e del loro silenziamento politico-sociale è già in corso, con ogni evidenza.

L'attuale contrapposizione tra scientisti ed anti-scientisti ha fatto il resto, generando confusione ed oscurando il conflitto di fondo: con entrambi animati da richiami autoritari e fideistici -seppur su fronti apparentemente opposti- essa rappresenta infodemicamente il frutto malato di una gestione catastrofica della catastrofe che prosegue e si irrigidirà sempre più, inevitabilmente.

La dittacura, infatti, già da oggi non si può limitare a diktat nell'ambito sanitario, seppure già essi stessi espressi in forme e modalità apertamente autoritarie.

No, l'autoritarismo non potrà fare a meno ampliarsi ed aggravarsi.

E utilizza ora i liberali -più o meno convintamente convertiti ad esso- per assumere in sé i pieni poteri, giustificati inizialmente dallo stato d'eccezione e ormai perpetrati in uno stato d'emergenza permanente.

A quel punto, tra non molto, potrà liberarsi delle zavorre liberali e dei suoi utili idioti (in primo luogo,  piddini e draghisti), così come già accaduto un secolo fa a giolittiani e weimarini.










domenica 14 novembre 2021

onestà va cercando...

 

Alla Cop26 il fallimento viene addebitato a Cina e India, paesi che solo da qualche decennio inquinano il mondo con emissioni carboniche.

Le nazioni che lo fanno da secoli si mettono nella posizione di chi può permettersi di giudicare il comportamento delle matricole, come in una festa di goliardi.

La colpa è loro perché riducono e rinviano il cambiamento ecologico.

Ma coloro che si ergono a giudici per quanto tempo hanno rinviato?

E cosa fanno ora o faranno a breve? Non mi pare onesto, sinceramente.


Alla corte del Covid si addebita la nuova ondata di contagi ai non vaccinati.

Ma crescono i dubbi sul vaccino: non sarà invece questa proprio la nuova ondata dei vaccinati?

Perchè, se appare evidente che i vaccini riducono la portata e la gravità del contagio, non lo è proprio rispetto alle sempre presente e insistente possibilità di contagiarsi.

Anzichè riconoscere i propri limiti ed incertezzeed i limiti delle proprie presunte 'soluzioni finali' (il che sarebbe 'scientificamente corretto'), si preferisce proseguire ad attaccare chi non si è vaccinato, non è responsabile, non collabora al piano del comitato di salute pubblica. Non mi pare onesto, sinceramente.


Tra Polonia e Bielorussia si rappresenta l'ennesima puntata del sociodramma 'Migranti'.

L'Unione Europea dice alla Polonia che è legittimo erigere muri per difendere i confini della nazione e dell'Europa stessa.

Ma dichiara di non volerli finanziare direttamente. Che senso ha?

O prendi posizione contro i muri o decidi di erigerli a tue spese, visto che ritieni così di difendere te stessa.

Si preferisce invece far passare i bielorussi per mestatori, i profughi per aggressori e i polacchi per nazisti. Non mi pare onesto, sinceramente.

 

Si approfitta di quattro cortei e dieci chiusure di piazze per regolamentare e sanificare i residui di protesta politica, recintandoli e opprimendoli ulteriormente.

Se l'unica attivazione che gli interessa è quella che parte dai loro diktat, vadano avanti!

Se si vuole fare come la Cina, a breve, che lo facciano pure.

Ma la smettano di parlare di diritti e di democrazia, per favore!

Non mi sembra onesto, sinceramente.

mercoledì 10 novembre 2021

10 segnali chiari

 1. proseguimento suicida del progetto Antropocene: crescita, sviluppo, produzione, tecnocrazia (PNRR, etc)

2. scarsità, accaparamento ed aumento dei costi (e dei prezzi) delle materie prime e dell'energia fossile

2. continue emergenze meteorologiche e accelerazione della catastrofe climatica (che, a differenza del covid, non viene dichiarata come tale)

3. ribellioni e assalti sempre più aggressivi di migranti -sempre più numerosi, disperati ed affamati- alle nostre fortezze vuote (piene solo di armi, retorica e cattiva coscienza)

4. passaggio da regimi residual-democratici verso dittature a bassa (per ora) intensità 

5. pandemie (in realtà, sindemie) che non si risolvono, ma possono solo essere temporanemente tamponate e vaccinate

6. inquinamento crescente di mari, cieli e terre; estinzioni di massa in corso di numerose specie viventi (uccelli, insetti, ma anche alcuni mammiferi...)

7. digitalizzazione, virtualizzazione surrogativa e robotizzazione delle relazioni umane, della cultura-formazione e del lavoro, anche attraverso lo sviluppo del 5G e del metaverso

9. fuga dei ricchi verso la salvezza nello spazio extraterrestre (turismo colonizzatore delle nuove elite)

10. conflitti sempre più aperti tra le superpotenze mondiali e clima pre-bellico (da nuova guerra fredda e/o calda)

sabato 6 novembre 2021

onda(ta) su onda(ta)...

 

Onda(ta) su onda(ta), il mare ci porterà...

Nel silenzio e nell'acquiescenza più totale, così come già più volte accaduto nella storia, si succedono rapidamente eventi gravi a cui fingiamo di non fare neppure più caso.

Puzzer, il portuale triestino, viene espulso da Roma con Daspo e foglio di via, nonostante il carattere non violento della sua protesta.

I media parlano impunemente di quarta ondata 'dei non vaccinati', proseguendo a perseguire visioni unilaterali e colpevolizzanti.

L'Austria è il primo paese a dichiarare il lockdown solo per i non vaccinati, determinando una discriminazione tra cittadini su base sanitaria, ancor più estrema ed univoca rispetto a quella, già terribile, creata in Italia dall'obbligo del Green pass.

Obbligo che insiste e che sarà perpetrato e perpetuato da uno stato di emergenza che -tra pochi mesi- giungerà al suo massimo consentito (per ora): sono già quasi due anni che ci tengono sotto, col pretesto del virus.

Nel frattempo, gli stessi dominatori del mondo continuano la pantomima delle Cop (siamo già arrivati a 26!): una oligarchia, palesemente e pervicacemente ecocida ed omicida, si ammanta ancor più di valori ambientalisti e continua a promettere limiti che non si pone, a spostare date ed orizzonti a suo piacimento, a rappresentare la sua malinconica operetta sul palco della politica neofashista.

Possono permetterselo, in assenza come siamo di movimenti capaci di contestarli e defenestrarli ed in presenza di una società impaurita, silente, collusa.

Le manifestazioni per il clima a cui assistiamo, infatti, sono soltanto una parte della scaletta prevista dallo stesso varietà.

Non chiudiamo gli occhi e la bocca davanti a tutti questi segnali, sempre più chiari e protervi, della direzione in cui già ci muoviamo: una dittatura a bassa intensità, in attesa di sue versioni più intense e complete.

homo homini ludus!

 cari e care,
infine il nuovo libro è già tra noi.
allego la prova che è nato e che si muove da oggi nel mondo.
se venite a trovarmi (o se ci incontreremo in qualche modo) ve lo regalo.
altrimenti, potete ordinarlo in libreria o alla casa editrice.
abbracci da me (e da vivi, autrice dei disegni e della copertina)

buona lettura...

https://www.libreriasensibiliallefoglie.com/collana-ospiti/433-homo-homini-ludus.html

 



 

venerdì 22 ottobre 2021

viuuulenza ?

 

Nella visione democratico-liberale solo lo Stato detiene il monopolio della violenza legittima: solo lo Stato quindi può esercitare legalmente l'aggressione, sia all'interno di sé (attraverso le istituzioni che mantengono l'ordine pubblico), sia all'esterno (attraverso gli eserciti).

E solo lo Stato può discriminare tra comportamenti violenti e non violenti dei cittadini (sia tra i cittadini, sia tra questi e lo Stato stesso), in primo luogo attraverso l'istituzione giudiziaria.

In questo modo, all'interno di questa visione, lo Stato si assicurerebbe univocamente il potere di definire, agire e sanzionare la violenza.


Ma, in numerose esperienze ed evenienze storiche, è avvenuto che:
  • lo Stato stesso sia stato promotore di atti violenti ed illegali (secondo le sue stesse leggi o leggi di livello sovrastatale);

  • lo Stato sia stato contestato da minoranze/maggioranze di cittadini in relazione a singole leggi da esse considerate violente e quindi da superare/cambiare (il 'legale' può essere considerato, cioè, non 'legittimo', a partire da motivazioni extra-sovralegali (morali, politiche, culturali...)).


Attualmente, gli Stati democratici-liberali accolgono sempre più come forme legali e non violente di contestazione soltanto le forme ritualizzate di protesta: petizioni, manifestazioni pacifiche, scioperi regolamentati con preavviso.

Qualunque altra forma, anche non violenta nelle modalità d'azione, è considerata illegale: ad es. boicottaggi ed interruzione di servizi, di (accesso alle) produzioni, di commerci e trasporti.

E sin qui ci troviamo appieno nella tradizione delle lotte nonviolente: la disobbedienza civile è sempre illegale, e non lo nega.

La novità sorge nel momento in cui quel che lo Stato considera legittimamente 'illegale' viene immediatamente tacciato anche di 'violenza', in quanto aggressione verso la libertà di muoversi, produrre, consumare, adire ai pubblici servizi.

E quindi non solo 'non legale' (giuridicamente), ma anche 'non legittimo' (socio-politicamente).


Ma, se si accetta questa visione, ci sarebbe da chiedersi come mai i liberali (centrodestri e centrosinistri) di casa nostra si mobilitino (a parole) per le manifestazioni anti-regime di Hong Kong, ad esempio.

I dissidenti, si sa, piacciono solo se stanno in altri Stati.

E la risposta che i liberali darebbero, lo so, è che qui siamo in una democrazia e quindi i cittadini hanno la possibilità di cambiare le leggi attraverso la rappresentanza, mentre lì no.

Ma così si giungerebbe al paradosso che la lotta nonviolenta non sarebbe agibile da noi perché siamo democratici (e quindi non ce ne sarebbe bisogno) e da loro perché la democrazia non c'è (e quindi non si può protestare in alcun modo).

Il conflitto sociale e politico verrebbe non più solo canalizzato ed ostruito, ma -a questo punto- legalmente abolito.

Anche da noi, non siamo così lontani dall' aver raggiunto questa condizione.

Lo dimostra il fatto che si consideri violento uno scioperante se lo fa senza preavviso.

Ma perché dei lavoratori che non si riconoscono nel sindacato dovrebbero accettare regolamentazioni stabilite da accordi tra lo Stato e i sindacati?

Lo dimostra il fatto che si consideri violento e asociale chi rifiuta l'obbligo vaccinale e/o di certificazione.

Ma allora perché esiste la libertà di cura? E perché il Trattamento sanitario obbligatorio è sottoposto a complicate condizioni e procedure, ma non in questo caso?

Lo dimostra il fatto che, per essere considerati violenti, non è più necessario devastare, aggredire e/o reagire controggressivamente all'azione di sgombero della polizia.

Ma perché, se sono disposto ad accettare di essere punito dalle leggi per le mie azioni nonviolente, dovrei anche accettare di essere definito violento da chi, nel frattempo, mi sta picchiando e mi reprime, in nome dello Stato e delle leggi?

Cosa resta della democrazia (anche liberale) se il conflitto e la lotta (anche se agiti non violentemente) sono immediatamente contrassegnati dal marchio della violenza?

Apparentemente: le elezioni (almeno sino a quando anche l'astensione non sarà considerata violenza).

Sostanzialmente: nulla.
















martedì 19 ottobre 2021

tra minoranze rumorose e maggioranze silenziose

La catastrofe in corso mette da tempo a repentaglio la nostra sopravvivenza psichica. Lo stress da adattamento, la coazione al lavoro e al consumo, la suadente passivizzazione, gli obblighi e le punizioni insensate: tutto questo ci fa soffrire, ci abbatte, ci sfibra quotidianamente. Sopravvivere mentalmente è già un compito infernale. Figuriamoci provare a restare vivi, critici, pensanti, sensibili, umani, liberi. E' una lotta, con noi stessi e col mondo, ormai. Ma, anche in Occidente (nelle altri parti della terra stanno lì già da tempo, anche grazie al nostro prezioso contributo) ora si è avviata con decisione la fase in cui inizia ad essere messa a rischio anche la nostra stessa sopravvivenza fisica. La pandemia (e le reazioni di cura-aggressione da parte degli Stati) ne rappresentano un chiaro, inequivocabile segnale.

E, per chi si oppone, scatta soltanto una reazione d'ordine (non solo da parte dei governi, ma anche della maggioranza, silenziosa e solerte, dei cittadini); da qui la richiesta e la scelta di far fuori le minoranze rumorose e dissenzienti: attraverso la propaganda dei media, l'isolamento o, se necessario, con il passaggio a modalità militari (sgomberi, cariche di polizia, interventi dell'esercito...). Poco importa che i dissenzienti assumano atteggiamenti violenti, pacifici o non violenti: la reazione è sempre la stessa, senza far distinzioni (come già avvenuto ad Hong Kong negli anni scorsi). E, come ad Hong Kong, arriveremo a leggi che vietano la protesta e criminalizzano il dissenso, alla radice. Il modello cinese si fa strada, non solo in economia.

All'interno di questo modello poco importa alle èlites che si creino così enormi sacche di scontento e boicottaggio sommerso (come emerge dal rifiuto diffuso del green pass e dall'aumento vertiginoso delle astensioni elettorali). Gli scarti economici, sociali e politici non sono l'eccezione, ma la regola del nuovo corso liberista. Le nostre 'democrazie' peraltro sono da sempre governate da minoranze che si fingono maggioranze: l'importante è far parte della minoranza giusta (sorretta da maggioranze silenziose) e non di quella sbagliata (quella che dissente ed è in contrasto con quelle stesse maggioranze silenti). I nostri regimi rappresentativi determinano strutturalmente forme di potere oligarchico, sorrette da un consenso clandestino e collusivo, che -pur non trovando più corrispondenza con il consenso elettoralmente espresso- prosegue a funzionare di fatto.

Sino a quando? Sino a quando le oligarchie dominanti riusciranno nel gioco di celare la catastrofe ridefinendola 'emergenza' (terroristica, climatica, agricola, sanitaria...). Qual'è la differenza? Che ammettere la catastrofe del sistema toglierebbe ad esperti e politici la possibilità di gestirla ed ai cittadini l'illusione di potersi affidare a qualcuno per evitarla od uscirne. La catastrofe, se ammessa, comporterebbe l'ammissione che siamo ormai in una situazione totalmente fuori controllo. L'emergenza può essere invece di volta in volta amministrata ed anzi rafforzare il potere di esperti, politici, militari, consolidando e perpetuando il loro ruolo e aumentando la nostra rassicurante dipendenza da essi. Così sta accadendo ed accadrà sempre più (almeno sino a quando le catastrofi non si presenteranno in tutta la loro, a quel punto ingestibile ed apocalittica, potenza).

Assumere la catastrofe -lo dico da tempo- potrebbe rappresentare il punto di partenza per una vera e nuova opposizione politica ai regimi che oggi fanno muro intorno a se stessi e si rafforzano momentaneamente proprio attraverso la gestione apparente delle emergenze che si susseguono e si intrecciano ininterrottamente da almeno due decenni. Ma questa assunzione necessiterebbe di un profondo cambio di premesse -anche da parte di chi vorrebbe opporsi- che non è alle porte, anzi. Ecco perchè le maggioranze acquiescenti e silenziose e le minoranze ribelliste e rumorose proseguono con i loro automatismi, incapaci di andare oltre i circuiti violenti della vita ordinariamente agita e delle ormai continue, quotidiane emergenze che l'assillano.  

 


 

 


 

 

 


giovedì 14 ottobre 2021

me ne frego e ti frego: ecco dove sta il fascismo

Da oggi l'Italia è una repubblica fondata sulla salute.

Il certificato verde diventa la chiave d'accesso obbligata anche alla possibilità di lavorare.

Il diritto al lavoro diviene così secondario rispetto a quello sanitario.

Eppure ci sarà stato un motivo per cui il primo stia nell'articolo 1 e l'altro solo al 32.

Ma quel motivo è dimenticato oggi.

Se il lavoro era già da tempo un fondamento retorico e illusorio, ancor più lo è quello alla salute in un mondo che provoca quotidianamente tumori, inquinamento, dolore e morti proprio al fine di lavorare e produrre senza remore.

Ma il problema da risolvere è il Covid.


Quando mi sono vaccinato mi era stato detto che così avremmo raggiunto l'immunità di gregge.

Ora dicono che a loro non basta neppure l'80% della popolazione vaccinata.

Mi sento fregato.

Quando ho scaricato il certificato verde (allora non obbligatorio) mi era stato detto che mi avrebbe permesso di circolare e viaggiare in Europa.

Ora devo usarlo per andare al cinema e allo stadio, per lavorare e studiare, per stare in società.

Mi sento fregato.

E se mi sento fregato, maltrattato, umiliato, inascoltato io (che mi sono volontariamente vaccinato e green-passato), immagino cosa provino tutti coloro che non l'hanno fatto.

E si vede cosa provano attraverso il loro agire: astensionismo elettorale ancor più crescente, proteste nei luoghi di lavoro, manifestazioni pubbliche con strascichi squadristici d'antan.

A cui si risponde con reazioni antifasciste anacronistiche e ulteriormente distrattive rispetto alla questione centrale: lo squadrismo di stato, ricattatorio e vessatorio, che oggi si esercita verso ampie minoranze di cittadini che vanno puniti per la loro scelta di non vaccinarsi e di non certificarsi.

Chi obbedisce e diviene un fedele va premiato, chi disobbedisce e fa l'infedele va punito.


Perché il fascismo oggi sta nella finanza (ha ragione Di Battista), nell'establishment politico-economico, nel totalitarismo del mercato, nell'irregimentazione sanitaria.

I loro esponenti non sono così stupidi da definirsi fascisti, come fanno i folkloristici Fiore&Castellino, ma lo sono di fatto.

Si dichiarano tutti antifascisti, ma per non vedere la trave nel loro occhio.

Quando Letta dice che pagare i tamponi a chi non vuole vaccinarsi sarebbe equivalente ad un condono per gli evasori fiscali, cerca consapevolmente di dimenticare che tutti i cittadini (sino a prova contraria) non sono evasori, ma pagano le tasse e quindi anche le spese sanitarie; e che i vaccini non sono gratis perché gli Stati li hanno già pagati e profumatamente alle multinazionali farmaceutiche, senza chiedere nulla in cambio (spendendo cifre di gran lunga superiori a quelle che lo Stato spenderebbe per finanziare i tamponi a chi li richiede).


Quel che si richiede è una garbata sottomissione totalitaria.

Garbata, ed ancora in punta di fioretto, ma sino a quando?

Già si profilano nuove strategie della tensione, evidenti prodromi di guerra civile, permanenti stati d'emergenza, inquietanti richiami liberticidi degni di Scelba e Kossiga.

Quel che sta accadendo, col pretesto della pandemia, è un precedente che apre a tempi terribili, ad una dittatura da Stato etico che -con mezzi di condizionamento, controllo e repressione più potenti di qualunque fascismo già conosciuto- dovrebbe comunque ricordarci qualcosa.

 

venerdì 1 ottobre 2021

due mail di oggi

Questa la mail che ho inviato ai colleghi del Corso di Laurea:

 

Cari colleghi/e,

oggi riprendo servizio e parteciperò volentieri al prossimo consiglio di corso.
ma lo farò a distanza, attraverso teams.

come ho già scritto in lista Notizie, infatti, non condivido l'obbligo
del certificato 'verde' ed in particolare l'utilizzo obbligatorio
dello stesso per accedere all'Università ed ai luoghi di lavoro e di
studio.

Quindi, per quanto possa apparire paradossale (vista la mia insistenza
trascorsa sulla necessità di vivere l'Università 'in presenza'),eviterò di sottostare a quest'obbligo, sino a quando sarà possibile ed
il più possibile.

Preferisco vivere un paradosso piuttosto che accettare passivamente
una costrizione.

Saluti e buon lavoro
e.

 

 E questa è la mail che ho inviato al collega Salviati, coordinatore della campagna CoScienza Critica:

Caro collega,

ti ringrazio per l'invito e per l'iniziativa.
C'è sempre bisogno di agire per non favorire la deriva acritica e
in-cosciente delle nostre società ed Università.
Ma non credo che la proposta di costituire dei gruppi di lavoro sia
quella giusta, almeno per me.

La petizione che abbiamo firmato (quella contro l'utilizzo del certificato verde per accedere all'università, ndr), a mio parere, ci dovrebbe spingere
ad ulteriori azioni e prese di posizione consequenziali a
quell'appello, proprio in quanto non è stato accolto (come peraltro
era prevedibile) dal governo e dalle autorità d'ateneo.

Personalmente, per ora, ho scelto di non partecipare in presenza alle
riunioni od iniziative che avvenissero all'interno della facoltà,
limitandomi ad una sola presenza online, per evitare di adattarmi ad
un accesso obbligatoriamente connesso alla verifica del certificato
verde.

Credo che azioni del genere, od altre anche più radicali (che ci sono,
ma sono state lasciate a se stesse, come atti eroici di singoli
colleghi), sarebbero più coerenti e significative, rispetto ad
ulteriori dibattiti interni  tra noi (che mi andrebbero bene se
fossero accompagnati simultaneamente da azioni collettive e coordinate
consequenziali allo spirito dell'appello iniziale).

Grazie per l'attenzione
saluti e buon lavoro
e.

venerdì 24 settembre 2021

RR & AA

'Ehi Jack', dice mio padre, cercando di incrociare il suo sguardo nello specchietto retrovisore, con un sorriso finto e un tono scherzoso. 'Coraggio, piccolo. Andrà tutto bene!'. Jack spegne il tablet e lo capovolge, poi ci appoggia le mani intrecciandole compostamente. 'Questo lo dite sempre', fa lui in tono dolce. 'Sei mio padre, ma sei anche un bugiardo'. Dal sedile di fronte arriva solo silenzio. 

(Lydia Millet, I figli del diluvio) 

Ogni volta che ci troviamo davanti ad un dilemma vogliamo risolverlo, in qualunque modo, purché non resti tale, purché si dilegui e non si mostri. Una soluzione consueta è quella di affidarci a qualcuno (il Risolutore Risoluto, o RR), con il quale da quel momento si viene a determinare una relazione gerarchica: chi risolve sta sopra, chi attende la soluzione sta sotto. Chi sta sotto lo chiamiamo qui da ora l'Attendista Attendente, o AA. Chi sta sotto infatti sta lì, più o meno comodamente, e attende la soluzione che dovrebbe provenire da RR. 

 Il dilemma vita/morte è stato affidato, sino a qualche tempo fa, all' RRR (Risolutore Risoluto Religioso): il senso ed il non senso del vivere e del morire venivano redenti dalla salvezza che ci derivava dalla fede: in un Dio, vivo, morto e risorto. Il Santo Padre e la Santa Madre (Chiesa) rappresentavano la soluzione. Da qualche tempo, non più. 

Ora ci affidiamo all'RRS (Risolutore Risoluto Statale): è Lui che deve ora risolvere dilemmi e conflitti dell'esistere personale e sociale, che si prende cura di noi dalla culla alla bara. Non promette più di salvarci dalla morte o di condurci alla vita eterna; ma -come un Padre/Madre che sa alternare con saggezza premi e punizioni, sempre però in vista del nostro bene- di educarci, proteggerci e governarci. Noi, da bravi AA, dobbiamo solo attendere le sue soluzioni, tecnicamente evolute, e seguirne le istruzioni, obbedienti, collaborativi e riconoscenti. Chi non ci sta a fare l'AA, rifiutando la relazione gerarchica e la prospettiva soluzionista, si esclude da sè, e va escluso. 

 In parallelo allo Stato, si formano spesso anche RRP (Risolutori Risoluti Paralleli, appunto), che condividono con lo Stato lo stesso modello, ma suppliscono ad esso e/o lo infiltrano, sostituendosi e surrogandone alcune funzioni (mafie, èlites economico-finanziarie, organizzazioni militari...). 

Le stesse forme di relazione e prospettiva, perché funzionino a livello macro, devono essere forti e presenti anche a livello microsociale: il RRF (Risolutore Risoluto Familiare) rappresenta una delle roccaforti del soluzionismo gerarchico-paternalista-maternalista. In essa si traccia la strada che dà una direzione ai rapporti di coppia e a quelli genitoriali. Quando qualcuno/a cerca di uscire dalla violenza del suo modello rischia sempre di subire la violenza da parte di chi non vuole (non sa, non può) uscirne. Da qui le aggressioni dirette tra (ex)conviventi, tra genitori, tra genitori e figli e tra figli. É un circuito che si autoalimenta e non può essere spezzato (né da leggi, né da processi persuasivo-educativi), se il modello generale non cambia. 

Insieme a questo permangono, sempre più asfittici e anacronistici, gli RRS (Risolutori Risoluti della Scuola), gli RRL (Risolutori Risoluti del Lavoro) e gli RRE (Risolutori Risoluti degli Eserciti) Qui gli AA imparano per tutta la vita l'ordine unico del subordinarsi. 

Oggi questi circuiti (macro e micro) si stanno irrigidendo ulteriormente e tendono ad esprimere e generare un carico di violenza sempre più doloroso, diffuso ed ingovernabile. Gli AA sono chiamati a degli stress di adattamento simili a quelli che si è costretti a vivere in una guerra ed in un'emergenza permanenti. Guerra ed emergenza stanno passando repentinamente da una bassa ad un'alta intensità, anche per il nostro mondo di privilegiati. É inutile illudersi: se resteremo AA e proseguiremo a sostenere gli RR, ad affidarci a loro, alle loro promesse e alle loro bugie, non troveremo scampo. Nel tempo delle nostre stesse vite vivremo disastri, catastrofi, guerre e cataclismi. Intanto tutti gli RR saranno scomparsi dalla Terra, fuggiti chissà dove, magari a colonizzare e devastare altri pianeti.

martedì 21 settembre 2021

obbligati ad immunizzarci

Com'era prevedibile, siamo arrivati all'obbligatorietà del green pass. Va a sommarsi agli altri dispositivi di protezione (e non a sostituirli). E lo si vuole presentare come fonte e garanzia di libertà. Si conferma, e con ancor più rigidità, che la democrazia non può più consistere nella libertà, ma nella liberazione e, in primo luogo, proprio del 'liberarsi della libertà'. Ormai infatti la 'libertà' non è altro che la 'salute'. E la salute non è altro che la capacità di produrre e consumare. Il green pass non ha alcun valore sanitario (per questo sarebbe stata sufficiente una certificazione vaccinale): il suo compito è quello di ricattare chi non si sarebbe vaccinato, di controllare chi si è vaccinato, di 'tenere aperti' i luoghi della produzione e del consumo (compresi quelli dell'industria culturale, scuola e spettacoli). Con la consueta lucidità, Baricco ha delineato la situazione attuale: https://www.ilpost.it/2021/09/17/vaccini-green-pass-baricco/ Personalmente, il mio punto di resistenza di cui lui parla, non è sui vaccini. Anche se resto critico su varie questioni (Big Pharma e brevetti, monocultura vaccinale a discapito di altri tipi di cure, disinvestimenti sulla sanità territoriale). Per me, la fine di ogni società aperta (anche soltanto liberale, alla Popper) risiede nella digitalizzazione totalitaria e, in particolare, nella diffusione di devices orientati alla socializzazione virtuale ed alla gamificazione del mondo. Il Covid ha soltanto accelerato il processo, ed il Green pass (ben più pericoloso del vaccino) giunge nel bel mezzo di un processo già in corso da tempo, e a cui -mi pare- ben pochi si sottraggano (compresi gli stessi cosiddetti no-vax). Questo è per me incomprensibile e mi allontana dalle loro proteste. Anche perchè, nel tentativo (destinato al fallimento) di evitare il fascismo delle èlites finanziarie, apriranno proprio ad esse la strada dei nuovi governi guidati da partiti esplicitamente (e non più solo implicitamente, come oggi) di destra. Così come già accadde nei primi decenni del secolo scorso. Ci troviamo quindi schiacciati tra due possibili neofascismi, senza una terza possibilità. Nella società immunizzata, caratterizzata dall'esonero e dall'esenzione rispetto agli obblighi etici e sociali (soprattutto per coloro che ci dominano), veniamo ulteriormente colpiti da obblighi da cui non possiamo esentarci, pena la perdita del lavoro, del denaro e dell'inclusione. Solo pochi eroi o pochi eremiti si stanno rifiutando apertamente, a costo dei loro interessi. Tutti gli altri stanno silenti o cercano di limitare i danni, chiedendo limitazioni o ripensamenti. O proseguono a protestare nelle piazze e sui social. Ovviamente, senza alcun risultato. La decisione è presa, e non si torna indietro. I tempi delle mediazioni e delle argomentazioni sono trascorsi da tempo. Le democrazie liberali lasciano il passo, definitivamente, alle postdemocrazie liberiste. E' un segnale chiaro sul nostro prossimo futuro.

mercoledì 8 settembre 2021

lettera all'università

Mi intrufolo in questa discussione tra veri scienziati per proporre alcune considerazioni, rivolte a loro e a tutti coloro che, come me, si sono vaccinati ed hanno il green pass in tasca. La prima invita a ricordare che i regimi che hanno messo la protezione della salute al di sopra del rispetto della libertà personale e collettiva sono stati sempre, storicamente, totalitari e non democratici (vedi Unione Sovietica o Cina). Conosco l'obiezione: che c'è libertà solo se si è vivi e non morti. Ed infatti ci difendiamo dal pericolo di ammalarci e di morire con varie misure di protezione: distanziamento, tamponi, mascherine, vaccini. A breve si raggiungerà l'immunità di gregge: 75%/80% della popolazione sopra i 12 anni, se ho capito bene. Da quel momento, se si continua a volere e ad imporre che TUTTI si vaccinino, dovrebbe apparire a tutti evidente che l'esigenza non è più quella dell'immunità (sanitaria), ma del gregge (socio-politica). E se una maggioranza non è capace di accettare delle minoranze renitenti e cerca solo di reprimerle e obbligarle ad un'adesione coatta, ci inoltriamo verso una ditta-cura totalitaria, e non verso una democrazia. Senza libertà ci resta solo la sopravvivenza, magari in salute, ma senza più una vera vita. La seconda invita a ricordare che vivere con altri, in società, significa sempre accettare dei rischi, oltre che dei vantaggi. E che è sempre essenziale, nei conflitti, se si vuole gestire bene il negoziato, fare delle chiare distinzioni: -tra il contagio ed il contagiante (tra l'errore e l'errante): il problema è il virus, non il mio simile. -tra le posizioni di coloro che avversano la mia: continuare a rimarcare (all'opposto di quel che fanno i mass media, i politici, i governanti e molti esperti) la differenza perlomeno tra chi: a) si è vaccinato ed ha il green pass, ma è contrario all'utilizzo discriminatorio di quest'ultimo (come me, e come gran parte di coloro che hanno firmato la petizione in ambito universitario); b) si è vaccinato ma è contrario al green pass, c) non si vuole vaccinare ed è contrario al green pass; d) nega l'esistenza stessa del virus e/o crede in un complotto mondiale. Non credo sia utile proseguire a cercare argomentazioni verso i (non tantissimi) casi d). É e sarà la realtà a persuaderli, anche duramente, purtroppo. Credo invece sia utile continuare a dialogare con i casi b) e c), evitando inquisizioni alla rovescia (in cui la scienza razionale perseguita sciamani, neo-eretici e magnetisti) ed opposti estremismi-integralismi tra scientisti/antiscientisti e vax/no vax. Questo non sta accadendo, anzi. E' sempre di parte cercare chi ha iniziato. Da entrambe le parti si sentono discorsi che non rispettano le scelte dell'altro: da un lato attraverso i ricatti e gli obblighi, dall'altro con offese, attacchi e sberleffi che attaccano le persone e si nutrono di diffidenze a priori. Sarebbe intelligente ed umano, invece, ripartire da capo, senza diktat, minacce o invettive da entrambe le parti. Credo, infine, che sarebbe bene avviare un vero dibattito pubblico ed un confronto, almeno all'interno dell'Università, con coloro che, come me, fanno parte del gruppo a). É la fatica della democrazia, ma va fatta. A meno che non si preferisca, anche in questo caso, scegliere altri tipi -più autoritari e marziali- di governo delle differenze. A meno che non vi basti che ci si lasci liberi di abbaiare alla luna, più o meno tollerati. Ma ho la sensazione, e non da ora e non solo per la pandemia, che purtroppo questa sia la china che ormai abbiamo preso (e non solo all'interno dell'Università). E qui arriviamo alla terza e ultima considerazione. Ho firmato la petizione perché: -Accettare il green pass per accedere alle lezioni o in ateneo significa porre dei limiti alla partecipazione di studenti e docenti che ne hanno invece diritto in quanto tali, senza ulteriori certificazioni, in quanto cittadini che lavorano e pagano le tasse (incluse quelle universitarie e sanitarie). -L'obbligo del pass favorirebbe di fatto ulteriormente la Didattica a Distanza, soprattutto per tutti coloro che non vogliono vaccinarsi, che si aggiungerebbero a tutti coloro che -a partire da vari fattori non sanitari- già preferirebbero stare a casa, davanti ad uno schermo; -Il green pass è, al momento, soltanto uno strumento per forzare alla vaccinazione, da parte di chi non vuole (o sa di non poter) obbligare apertamente ad essa. Rappresenta quindi un escamotage: pretende di evitare e saltare la questione morale che la scelta libera imporrebbe sempre in forma dilemmatica, tra esigenze del singolo e della collettività e tra istanze di protezione e istanze di relazione. Dilemmi che attanagliano sempre anche me, e credo e spero anche molti di voi, nella nostra perpetua docta ignorantia.