martedì 24 dicembre 2013

marrok glace'

Notte di Natale a Tangeri, ma il tempo di Paul Bowles o Matisse e' finito da tempo.
Emoziona comunque sapere che li' davanti a me le onde attraversano le mitiche Colonne, la fine del mondo per gli antichi.
Ed e' strano vedere le cose da qui, con l'Europa ad est e non a ovest di chi la guarda.

Qui, ovviamente, non si festeggia, se non nei grandi alberghi per stranieri (e non e' il mio caso: sto in un piccolo ostello nella medina, a 10 euro a notte, in cameroni da otto).
Natale non c'e', e' scomparso, e mi va bene cosi'.
Non mi mancano i cenoni, gli spumanti, i gruppi, l'albero e il presepio...
Ed e' bello fare Natale al caldo, col sole ed un fresco vento dal mare.

Sono andato al cinema stasera, alla Cinemateque Rif nel Grand Cosso, a vedere 'Il maggiordomo', un film americano bello, ma molto filo-Obama.
Domani un ultimo giro qui, e poi 5 ore di treno verso l'immensa Casa(blanca).
Sono stato a Fes e a Meknes, luoghi piu' tranquilli e meno levantini di Tangeri.
Il mare, i porti, i venti cambiano la testa e la vita delle persone, si sa...

Come al solito sto camminando tanto, con calma.
Ho scelto un itinerario e una modalita' di viaggio molto easy.
Non affrontero' per questa volta i monti dell'Atlante o il deserto del sud.
Avrei bisogno per questo di compagni di viaggio, e magari di un'auto.
Con i bus e' troppo lungo e faticoso, e in questa fase non me ne sento le forze.
Staro' nelle citta', in una sorta di tour da intellettuale-artista europeo del '900.

Mi aggiro, confuso tra i locali, che spesso non sanno come prendermi, e non mi sanno riconoscere o identificare come straniero o come uno di loro.
Mi sono gia' comprato tre nuove papaline.
Sono anche andato dal barbiere oggi, mi sono fatto accorciare di molto i capelli, rasare la barba, ma non i baffi.
Mi sento Clark Gable.
Ma senza donne.
Spero da domani di incontrare Ingrid Bergman in un caffe' di Casablanca.
Ma forse lei preferisce sempre Humphrey Bogart...

Beh, mi sa che vado a letto, sono gia' le 11...
E buon Natale.


 


martedì 17 dicembre 2013

la faglia che taglia

Giornate tranquille qui a Migliana, piccola frazione di Cantagallo, nei pressi di Prato.
Passeggiate con Asia, una cagna che assomiglia tanto a Fate, letture al sole -che qui è una rarità in questa stagione di nebbie e piogge-, pensieri sparsi in attesa della partenza per Fes-Marocco (domani).
Anche in questo paesetto della val Bisenzio sono arrivate le ondate dal cielo e da terra: i fiumi piccoli sono stati intombati e, fuoriuscendo, hanno trascinato molte cose con sè.
La collina sta franando e, su una linea di faglia che si è aperta, una casa si è crepata ed ora andrà demolita.
Gli anziani abitanti non parlano d'altro, guardandola tristi.

Il convegno a Bologna aveva un bel titolo e per questo ero andato: La saggezza dell'insicurezza. Danza, Esistenza, Resistenza.
Le donne che hanno organizzato erano intelligenti, tenaci e molto accoglienti.
Abbiamo mangiato bene e c'era un buon clima.
Ma gran parte delle cose che ho sentito erano di basso livello: io ero inserito dopo un marxista immaginario ed una psicologa new age, e ce n'era già d'avanzo.
Poi c'era un' artista ossessiva, simil-Serena Gatti, ed anche varie persone che la conoscevano.
Piccole famiglie la cui salute consiste nel curarsi con una malattia, il teatro.
Dopo un giorno ero già in overdose.

Giorni senza tv, quasi senza sport, con qualche passaggio internet.
La politica sta intorno, ma lontana.
I tempi rallentano ulteriormente, si svuotano.
Mi sveglio molto presto, come se fossi ad un nuovo cambio di stagione.
Mi viene sonno, ora.
Non molto da dire in più.
Le uniche parole che sento sono quelle della famiglia ospitante (in crisi nera, come quasi tutte quelle che conosco).
Non sto male qui, ma meglio partire.



venerdì 13 dicembre 2013

al vecchio (che è avanzato)

Secondo alcuni sondaggi gli americani ritengono che gli anziani siano persone annoiate, intolleranti delle opinioni altrui, dipendenti, isolate, sole, di vedute strette, trasandate, fuori moda, passive, povere, sedentarie, sessualmente inattive, inferme, scarsamente vigili, improduttive, affette da paura morbosa della morte, ossessionate dalla criminalità; si pensa inoltre che vivano il periodo peggiore della loro vita e che passino gran parte del loro tempo a dormire, sedute a far niente o nostalgicamente immerse nel ricordo del passato...
Per citare il deprimente elenco di Donald Cowgill: 'L'età avanzata va di apri passo con l'inutilità, la decrepitezza, la malattia, la senilità, la povertà, la mancanza di stimoli sessuali, la sterilità e la morte'...
Alla luce di questi fatti ci sembra davvero così sorprendente che già dai trent'anni gli americani e gli europei spendano cospicue somme di denaro in tinture per capelli, operazioni di chirurgia plastica ed altri trattamenti finalizzati a conservare un aspetto giovanile ?

Alla luce di un concetto che ci è dunque sostanzialmente familiare, come il potere che nel nostro ordinamento sociale gli anziani esercitano detenendo i diritti di proprietà, proviamo ora a riconsiderare la nostra reazione di stupore all'idea che nelle società tradizionali gli anziani riescano a far rispettare i tabù alimentari e ad accaparrarsi le donne più giovani. Io stesso nell'apprendere dell'esistenza di simili consuetudini mi sono domandato: 'Ma perchè a nessun giovane di questa tribù viene in mente di accaparrarsi quei cibi tanto pregiati, o di sposare una donna giovane e bella quando gli va di farlo, invece di aspettare fino ai quarant'anni ?'.
La risposta è che non lo fa per la stessa ragione per cui nella nostra società è raro che i giovani si impossessino delle proprietà dei genitori contro la volontà di questi ultimi. Se lo facessero si troverebbero a fronteggiare non soltanto l'ostilità di due deboli vecchi, ma dell'intera società che fa valere quelle regole. 

E perchè non capita mai che i giovani di una qualche tribù scatenino una rivolta collettiva e proclamino: 'Le regole sono cambiate, perciò d'ora in avanti i giovani possono mangiare midollo' ?
La risposta è: non lo fanno per la stessa ragione per cui i giovani americani non si coalizzano per cambiare le norme sull'eredità.
Cambiare le regole di base è insomma un processo lungo e difficile in qualunque società, e se gli anziani sono in grado di imporsi pesantemente e di contrastare il cambiamento, non è possibile lasciarsi di punto in bianco alle spalle un'intera educazione fondata sulla deferenza e il rispetto.

(Jared Diamond, Il mondo fino a ieri. Che cosa possiamo imparare dalle società tradizionali ?, Einaudi, 2013)

giovedì 12 dicembre 2013

derive ribelliste

Il ministriculo degli Interni è preoccupato per la deriva ribellista sulle nostre strade, contro i Palazzi.
E cos'altro dovrebbero fare disperati, disoccupati, inculati ed equitaliati ?
Attendere le decisioni dei partiti ? Riandare a votare ?
Credo anche Luigi XIV temesse e disprezzasse gli squinternati ribelli senza pantaloni che si aggiravano alla Bastiglia.
Certo li ha sottovalutati.
Può darsi che anche questa volta siano solo delle folate di venticello-masaniello.
Ma la situazione peggiora, checchè ne dicano i soliti.
E molta gente incomincia a non avere più niente da perdere.
E che cosa ha da fare un disoccupato, visto che non lavora ?

A proposito di ribelli, anche Berlu alla radio francese minaccia: se mi arrestano, ci sarà una rivoluzione.
E la Lega si affianca ai forconisti, invocando la disobbedienza civile dei sindaci.
Queste rivolte, ancora una volta, non sono gestibili da sinistra.
Ecco perchè diventano di destra.
Se escludiamo i NoTav e i Centri sociali, il grosso di questi movimenti è inidentificabile o di destra.
Meglio così, per certi versi: che resti il più possibile atopico e mascherato.
Che non si lasci acchiappare, che scompaia e risalga, che smonti e rioccupi.
Quando si è deboli, la resistenza deve farsi furba.
Inutile ed intellettualistico, peraltro, sperare nella nonviolenza o invocare la non violenza.
Quel che sarà sarà, con i mezzi e le culture che questa gente ha a disposizione.

Letta continua ad incassare finte fiducie e ad ergersi come ridicolo baluardo contro il caos.
Dopo di me il diluvio, ma quale ?
Anche il povero Mandela, nelle sue parole commemorative e in quelle delle tv, è diventato il campione della pacificazione e della riconciliazione: le ricostruzioni non ricordano che è andato in prigione per lotta (armata e non) e che i neri dell'ANC sono stati guerriglieri per almeno trent'anni contro lo Stato sudafricano 'legittimo'.
D'altronde, perchè altrimenti incarcerarlo per quasi trent'anni ?
Ma si preferisce dimenticare: ora e sempre la pace.
Quella che copre ingiustizie e dominio.
Ecco, semplicemente, perchè prosegue la guerra.






martedì 10 dicembre 2013

gli argini

Le giornate dei forconisti si susseguono: tengono insieme di tutto.
Camionisti, partite iva, ultras di partite (di calcio), fascisti e trotzkisti, grillini e comunisti, centri sociali, sbarellati, mestatori e black bloc, tutti incazzati e a bloccare tutto quel che possono.
Sempre meglio di niente.
Qualcuno di loro propone un governo in mano a giunte militari, altri vogliono le dimissioni di tutti quelli che stanno sopra, altri urlano e maledicono davanti alle telecamere...
Altri si scontrano con la polizia e carabinieri.
Alcuni poliziotti si sono tolti il casco e, anzichè caricare, hanno solidarizzato.
Grillo oggi invita tutte le forze dell'ordine a non difendere più l'indifendibile e a fare alleanza con i rivoltosi.
Si illude, come sempre, ma è una bella mossa, simbolicamente parlando.
Non credo che molti suoi elettori siano d'accordo con lui, ma mi piace.
Se questa è la stabilità, viva il casino!

Intanto, però, si va verso la direzione opposta.
Prosegue l'applicazione caselliana delle leggi antiterrorismo agli anti-Tav.
Prosegue la militarizzazione dei territori a rischio rivolta, la repressione si accentua non solo in val di Susa, ma anche in Sicilia, nelle lotte contro il Muos.
Si vede e si condanna sempre la violenza dei fiumi, ma mai quella degli argini.
Eppure, le alluvioni -anche recenti- ci dovrebbero insegnare proprio il contrario.
Ma facciamo fatica a cambiare premesse su 'quel che è violenza'...
Di questo, per questo, moriremo.

In questo mondo della positività è ammesso soltanto ciò che è consumabile: persino il dolore deve potersi godere. La negatività, che si manifesta in Hegel come dolore, lì non esiste più.
La temporalità dell'Uguale è il presente fruibile.
Il futuro si schiude , invece, sull'evento, che è assolutamente sorprendente.
Il rapporto con il futuro è quello con l'Altro atopico, che non si lascia risolvere nella lingua dell'Uguale.
Oggi, il futuro archivia la negatività dell'Altro e la positivizza nel presente ottimizzato. che esclude ogni disastro.
(Byung-Chul Han, Eros in agonia, 2012).







lunedì 9 dicembre 2013

pecore di tutto il mondo, unitevi!

Trionfo di Renzi, anche oltre le previsioni.
E tanti, troppi, votanti.
Le greggi di pecore non si estinguono.
Fare qualcosa, andare a votare, agitarsi come sinonimo di contare, di esserci, di partecipare.
La realtà è tutto l'opposto, ma che importa ai fedeli, utili idioti piddini ?

Renzi vince, come Berlusconi di vent'anni fa, promettendo le stesse cose: novità, cambiamento, basta con i politici, lavoro, riforme, attenzione ai giovani, etc etc.
Ci fregherà per altri vent'anni come il suo predecessore.
La differenza è che Berlusconi l'ha fatto trasformando la destra, lui trasformando la sinistra.
E facendola diventare quel che è da tempo: un vuoto pneumatico.
L'Italia cambia verso ?
L'Italia non credo, la sinistra italiana sicuramente sì.

Le prese in giro e la satira non bastano, come non sono bastate per Berlu.
Renzi ha la capacità di ipnotizzare le folle, anche quelle di centrodestra.
Letta e Alfano sono avvertiti.
Ma sa anche come urlare da una parte e mediare al ribasso dall'altra.
Quindi l'operazione di marketing potrebbe riuscire ancora per un bel pò.
Tempi duri per chi non voleva il bastone e si ritroverà a mangiare carote!

venerdì 6 dicembre 2013

immaturità,salvezza e immersione

Ha detto che in una certa fase della vita ti ritrovi tagliato fuori dalla, come dire, felicità non-autocosciente e dalla magia dell'infanzia,... ma nella fase successiva della vita e durante la pubertà è possibile lasciarsi la libertà e la completezza infantili alle spalle e restare comunque totalmente immaturi. Immaturi nel senso di aspettare o desiderare una specie di papà o di salvatore magico che ti veda per quello che sei, ti conosca, ti capisca e tenga davvero a te come i genitori tengono a un bambino, e ti salvi. Ti salvi da te stessa...
Ha detto che l'immaturità... si manifesta così:...voler essere distratti da ciò che si è perso e aggiustati e salvati da qualcuno...
Il mio problema di fondo, ha detto, ...era la bella trappolina che mi ero costruita per essere sicura di non dover mai crescere e di restare immatura ad aspettare per sempre che qualcuno mi salvasse perchè non sarei mai stata capace di scoprire che nessuno poteva salvarmi perchè mi ero messa nell'impossibilità di ottenere quello che ero tanto convinta di volere e di meritare, così avrei potuto essere sempre arrabbiata e avrei sempre potuto andare in giro pensando che il mio vero problema fosse che nessuno sapeva vedermi o amarmi come volevo per quella che ero, perciò avrei sempre avuto il mio bravo problema da mettere seduto, abbracciare e accarezzare fingendo di credere che fosse il vero problema...

Stecyk racconta a David Wallace la storia della farfalla: se la fai uscire dal bozzolo quando sembra che lotti e stia morendo, le ali non si rafforzano e non sopravviverà.

Non c'è nessuna bomba. E' saltato fuori che era scoppiato un carico di fertilizzante, un nitrato. Ancora una volta, qualcosa di grosso minaccia di succedere ma non succede.
Questo diventa un disastro. 

David Wallace scompare dopo un centinaio di pagine...
La trama: una serie di preparativi per quello che deve succedere, ma in realtà non succede niente. 
David Wallace scompare -diventa una creatura del sistema.

Venti minuti dopo Stecyk vede il ragazzo nella stessa identica posizione, a leggere.
Passandogli dietro si accorge che è andato avanti di varie pagine. I suoi appunti sono precisi e allineati a sinistra in una grafia minuscola e ordinata. 
Un'ora dopo, il ragazzo è ancora nella stessa posizione, a leggere lo stesso libro, 14 pagine più avanti.
Una guardia giurata lavora fuori da un istituto di credito.
Sta in posizione di riposo tutto il giorno. Non può leggere nè fare due chiacchiere.
Guarda semplicemente le persone entrare e uscire, annuendo quando gli altri gli fanno un cenno con la testa... E' capace di prestare attenzione anche in un lavoro che deve essere di una noia sconvolgente...
Donna alla catena di montaggio conta il numero degli anelli di spago visibili all'esterno di una balla di spago. Conta, conta, conta. Quando suona il fischietto, ogni altro impiegato si precipita fuori. Lei si trattiene un istante, immersa nel suo lavoro. E' la capacità di essere immersi.

(D,Foster Wallace, Il re pallido, infine concluso...).

carissimo madiba

Caro Madiba,
finalmente ce l'hai fatta a morire...
ti voglio dedicare alcune frasi ascoltate a teatro l'altra sera, durante 'The History boys' di Bennett.
Bravissimi attori, ma solo una lunga, infinibile tirata di parole, parole, parole...

Splendidamente impreparati alla lunga insignificanza della vita
(F. Cornford, On Rupert book)

Dopo una tale consapevolezza come sperare misericordia?
Sono un vecchio in un'arida stagione. Basta.
(Th.S:Eliot, Gerontion)

Pensare che due più due fa quattro
e non mai cinque oppure tre
da tanto tempo il cuore dell'uomo
è dolente, per tanto tempo tale
resterà.
(A.E.Houseman, Last poems)

Inghilterra, sei qui da troppo tempo
le canzoni che canti, le avevi già
cantate
in un tempo passato, ora sono
sbagliate.
(Stevie Smith)

Noi dobbiamo rassegnarci al peso di questi tristi tempi
e dire quello che sentiamo, e non ciò che dovremmo.
(W. Shakespeare, Re Lear)

Il mondo è tutto ciò che accade.
(L. Wittgenstein, Tractatus)

vuoto palese

Riprendo il titolo dal Blob di ieri.
Lo trovo perfetto.
Oggi che la Consulta ha atteso otto anni per dirci che il Porcellum è una porcata.
E per confermarci che le istituzioni votate nell'ultimo decennio, compresa l'attuale, sono illegittime e anticostituzionali.
Bastava intervistare un idiota, non degli ermellini strapagati e ammosciati nei loro scranni.
Ma tant'è...
Ora Zarathustra ha parlato e dicono che non si può far finta di niente.
Per qualche giorno.
Ora, pur di evitare il proporzionale puro con sbarramento, chissà cosa si inventeranno.
Per me, sempre contrario a maggioritario e bipolarismo, il proporzionale sarebbe il meglio.
E non mi vengano a dire che favorirebbe inciuci e larghe intese, il proliferare di liste, le estenuanti trattative per formare coalizioni dopo il voto, etc etc.
E perchè, com'è andata con i nuovi sistemi, quelli attualmente in voga ?
Il problema non è il modello elettorale, ma la cultura politica e l'etica pubblica di un paese.

Emerge con ulteriore chiarezza la debàcle totale del Roi Napolitaine.
Dovrebbe dimettersi, l'aveva promesso, ma non lo farà.
Niente sta andando come lui voleva, il sistema dei partiti non può cambiare, e recalcitra alquanto.
Promette, ma non fa.
Si straccia le vesti, auspica, prova a smuoversi (o così dice), ma -poveretto- non ce la fa.
I sistemi, in catastrofe, non fungono, neppure quando lo vogliono, immaginiamoci se non lo vogliono davvero, o se ogni parte ha un'idea di come e verso dove cambiare e va per conto suo.

Intanto, un terzo del paese, quasi venti milioni di persone, va verso la povertà dichiarata.
E paghiamo ventitrè miliardi di ammortizzatori sociali a 4 milioni di ex lavoratori, che non vedono il loro posto di lavoro da cinque o anche dieci anni.
E meno male che non ci sarebbero i soldi per il reddito minimo !
E meno male che non ci sono i soldi per pensionati ed esodati !
I soldi ci sono per chi è sindacalizzato e si tiene stretto le sue garanzie.
Saranno pure briciole, rispetto a quel che si rubano i manager e i politici, ma -intanto- vivacchiano.
Per tutti gli altri, per chi non sta col sindacato, per i precari, per chi non ha mai avuto un lavoro, nisba.
Grazie, Camusso! Grazie, operai dell'Alcoa! Grazie, Fassina! Grazie, PD!




mercoledì 4 dicembre 2013

ferrovie secondarie

Si avvicinano le primarie.

Vorrei, nell'ordine:

-che salisse l'astensione anche lì, tanto per dare un segnale sul fatto che persino gli elettori PD abbiano mangiato la foglia (anzi, molte foglie...); che capiscano che si tratta solo di una foglia di fico, che nasconde e copre soltanto brutture, dominii, violenze politiche, personalismi;

-che vincesse Renzi e il PD diventasse definitivamente e totalmente il nuovo partito di centro, la nuova DC; a meno che non si vogliano considerare ancora 'di sinistra'  Fabio Fazio, De Benedetti, Scalfari e 'La Repubblica';

-che perdesse Cuperlo, un gentile, ma ormai inservibile relitto, peraltro troppo compromesso con il suo capo, quel signore con i baffetti, sì proprio lui...; così come la fugace candidatura di Fabrizio Barca, questi parlano di un mondo che non c'è più e non ci sarà più, fatto di partiti territoriali e centralità del lavoro...;

-che perdesse Civati, cosicchè si rassegni alla fine della sinistra e soprattutto ad una sinistra che possa ancora stare nel PD. Con le sue idee, deve starne fuori.
Al di là dei suoi limiti di personalità (che, comunque, non sono emersi durante il confronto su Sky, anzi...), Civati dovrà arrendersi al fatto che -da tempo- la maggioranza degli eletti e degli elettori PD non condividono un programma di sinistra, un programma come il suo.
Cioè: non sono di sinistra.

Credo che accadranno tutt'e quattro queste cose.
Per una volta potrò dire di aver vinto qualcosa.
Ma magari, anche se accadranno, le conseguenze saranno tutt'altre.
O, più semplicemente, non si trarranno conseguenze.
L'Italia è uno strano paese.





magari...!

Il PD si difende dall'attacco dei disoccupati napoletani che hanno cercato di occupare la sua sede a Roma.
'Non esistono buone ragioni per la violenza!', dichiara.
Eh no, cari miei, esistono eccome...!
E poi, da quando occupare una sede è violenza ?
Verso chi o cosa ?
Magari avvenissero quotidianamente azioni del genere...

Pietro Grasso, davanti all'ennesimo rinvio della riforma elettorale in Senato, dichiara preoccupato:
'Senza accordo monta più forte di prima la rabbia contro tutti i partiti'.
E vorrei anche vedere...!
Magari montasse davvero, altro che questi giochi di fioretto...
Per quanto la nostra società sia addormentata, ipnotizzata, anestetizzata, a loro non basta mai...
Ma cosa dobbiamo subire ancora per alzarci una mattina e iniziare a urlare e sfasciare tutto ?
Quanti psicofarmaci dovremo ancora assumere per stare zitti ?

Ci sono colleghi tartufeschi che continuano a fare domande al ministro per capire meglio o, forse, per aiutarlo a capire meglio la situazione dell'Università italiana.
Ho mandato in lista una breve letterina:
 mi pare che il tempo in cui fare domande sia alle nostre spalle da tempo.
le risposte sono già arrivate, ben chiare e puntute, e ci piovono  
addosso come grandine mese dopo mese,
le loro intenzioni, i loro progetti e i loro 'fatti' sono noti ed  
evidenti a tutti.
il problema è che siamo noi a non saper ( a non voler) dare le  
risposte adeguate alle loro risposte.
il problema non è loro, è nostro.
non sono loro, siamo noi.


martedì 3 dicembre 2013

tra i disonesti, i più onesti dicono che...


Ieri ho sentito Prodi dire che questa crisi durerà almeno altri 15 anni.

E l'economista Brancaccio, commentandolo, ha aggiunto: 'Neppure lui crede più nella possibilità di un mantenimento dell' Euro...'

E leggo oggi su Repubblica:

Come convivere (a lungo) con la depressione economica

Se il mondo nel quale stiamo vivendo da cinque anni a questa parte fosse la nuova normalità? La crisi finanziaria che ha avuto inizio con la Grande Recessione è ormai acqua passata. Nonostante ciò, la nostra economia continua a essera depressa
di PAUL KRUGMAN

Se trascorreste un po' di tempo in compagnia dei funzionari monetari vi accorgereste di sentirli parlare spesso di "normalizzazione". La maggior parte di tali funzionari, non tutti in verità, ammette che questo non è proprio il momento di essere spilorci, che per adesso il credito deve essere facilmente accessibile e i tassi di interesse devono essere bassi. Eppure, questi stessi uomini in completo scuro non vedono l'ora che arrivi il giorno in cui potranno tornare ai loro affari di sempre, e ad agguantare la ciotola del punch non appena la festa entra nel vivo.

E se invece il mondo nel quale stiamo vivendo da cinque anni a questa parte fosse la nuova normalità? E se le condizioni di depressione del momento fossero destinate a durare non un anno o due soltanto, ma decenni?
Si potrebbe supporre che le congetture di questo tipo siano di pertinenza di una frangia radicale. In verità, radicali lo sono sul serio. Ma frange mica tanto. Molti economisti si stanno trastullando con queste idee già da qualche tempo. E adesso diventano mainstream.

In realtà, le argomentazioni a favore di una "stagnazione secolare"  -  una condizione persistente nella quale l'economia depressa è la norma, con episodi rari e sporadici di piena occupazione  -  sono state presentate di recente con grande foga in uno dei consessi più rispettabili che si possano concepire: la grande conferenza annuale del Fondo monetario internazionale. A illustrare queste argomentazioni è stato niente meno che Larry Summers. Esatto, quel Larry Summers [Ex segretario del Tesoro degli Stati Uniti, ex direttore del Consiglio Economico Nazionale, insignito di numerosi premi, ndt]. Se Summers ha ragione, tutto ciò che tante persone rispettabili stanno dicendo in tema di politica economica è sbagliato, e continuerà a essere sbagliato per molto tempo a venire. Summers ha esordito sottolineando un punto che dovrebbe essere ovvio, ma di cui di fatto spesso non si tiene conto: la crisi finanziaria che ha avuto inizio con la Grande Recessione è ormai acqua passata. In verità, in base alla maggior parte degli indicatori, è finita oltre quattro anni fa. Nonostante ciò, la nostra economia continua a essere depressa.

Summers ha poi illustrato un altro punto collegato a quello: prima della crisi abbiamo avuto una grossa bolla immobiliare e del debito. Eppure, nonostante quella grossa bolla abbia incrementato notevolmente la spesa, l'economia nel suo complesso andava soltanto così e così: il mercato del lavoro era ok, ma non eccellente. E il boom non è mai stato potente a tal punto da determinare una significativa pressione inflazionistica. Summers ha proseguito poi tirando la morale di quanto aveva illustrato. Noi, ha suggerito, abbiamo un'economia la cui condizione normale è di domanda inadeguata  -  quanto meno è di lieve depressione  -  e riesce ad avvicinarsi soltanto un po' alla piena occupazione quando è trainata dalle bolle.

Aggiungerei dal canto mio qualche ulteriore dato. Si pensi all'indebitamento delle famiglie rispetto al loro reddito. Quel rapporto dal 1960 al 1985 è rimasto più o meno stabile, mentre è andato aumentando rapidamente e inesorabilmente dal 1985 al 2007, quando la crisi ha colpito. Eppure, perfino quando le famiglie sprofondavano nei debiti, nel complesso la performance della nostra economia in quel periodo è rimasta mediocre nel migliore dei casi, e la domanda non ha dato segni di andare oltre l'offerta. Se guardiamo al futuro, ovviamente sappiamo di non poter tornare indietro ai tempi di un indebitamento in costante aumento. Tuttavia, ciò significa una più debole domanda dei consumi. Senza quest'ultima, come si immagina di poter tornare alla piena occupazione?

Di nuovo, l'evidenza suggerisce che noi abbiamo un'economia la cui condizione normale è di lieve depressione, e i cui brevi momenti di crescita si verificano soltanto grazie alle bolle e a un indebitamento insostenibile.
Perché mai accade ciò? Una delle risposte possibili è la lenta crescita della popolazione. Se la popolazione aumenta, aumenta di conseguenza la domanda di case nuove, di edifici nuovi, di uffici nuovi, e così via. Quando tale crescita rallenta, la domanda cade. Negli anni Sessanta e Settanta, quando i baby boomer crescevano, la popolazione americana in età da lavoro aumentò rapidamente, e la forza lavoro crebbe ancor più velocemente quando le donne fecero il loro ingresso nel mercato del lavoro. Ormai, però, tutto ciò appartiene al passato. E gli effetti sono evidenti: perfino all'apice della bolla immobiliare non abbiamo costruito neppure lontanamente il numero di case che furono costruite negli anni Settanta. Altro possibile fattore importante di cui si dovrebbe tener conto è quello dei continui deficit commerciali, apparsi negli anni Ottanta e che da allora hanno subito sì qualche fluttuazione, ma senza mai scomparire del tutto.

Perché tutto ciò dovrebbe essere importante? Uno dei motivi è che i banchieri centrali devono smettere di parlare di "exit strategy". L'"easy money", il denaro facile, dovrebbe restare con noi  -  e probabilmente resterà  -  per molto tempo ancora. Ciò a sua volta significa che possiamo tranquillamente fregarcene di tutte quelle storie da paura sull'indebitamento pubblico, riassumibili nella frase: "Non sarà un problema adesso, ma aspetta che si alzino i tassi di interesse!".

Più in generale, se la nostra economia ha una tendenza costante alla depressione, vivremo sotto le regole contrarie dell'economia della depressione  -  nella quale la virtù è un vizio e la prudenza è follia, nella quale i tentativi di risparmiare di più (compresi i tentativi di ridurre i deficit di bilancio) fanno stare peggio tutti quanti  -  per molto, molto tempo.

So che molte persone detestano sentir parlare di queste cose, che colpiscono il loro senso di onestà, offendono il loro stesso senso etico. Si presume infatti che l'economia consista nel fare scelte difficili (a spese degli altri, naturalmente); non che consista nel persuadere la gente a spendere di più.

Ma, come ha detto Summers, la crisi "non è finita finché non sarà finita ". E la realtà economica è quella che è. E ciò che quella realtà sembra essere in questo preciso momento è una realtà nella quale le regole della depressione varranno per molto, molto tempo.

Traduzione di Anna Bissanti © New York Times 2013

lunedì 2 dicembre 2013

l'avvenire delle illusioni

Non sapevo che qui sopra ci fosse una terrazza -disse Jack.
E' per dar modo a Pammy di guardare il World Trade Center.quando si sente depressa.
La vista la rianima.
(Don DeLillo, Giocatori, 1997)


Qualche sera fa ho visto 'Capo e croce', un film sulle lotte dei pastori sardi degli ultimi anni.
Bella gente che parla e agisce, semplice e intelligente, ingenua e astuta, spietata e infantile.
La vita dura delle campagne e dei pascoli, le collusioni a lungo perpetrate con i politici di turno, la ribellione.
L'illusione di una rivolta che cerca di animare una terra e un popolo intero, senza riuscirci.
Commovente, in molte parti, ascoltarli e vederli.
Cronaca di vari tradimenti e di tante disillusioni.

Ieri sera ho visto 'La mafia uccide solo d'estate', di e con Pif (un tipo davvero geniale, un film ironico, divertente e davvero tragico...).
Tutt'altro contesto, stessi tradimenti e stesse disillusioni: scoprire che la mafia e lo stato coincidono in buona parte, scoprire che i servitori dello stato onesti sono morti per lo stesso stato che li faceva uccidere e che stava dalla stessa parte di chi li uccideva.
'E' stato la mafia', racconta oggi Travaglio.
E meno male che Napo dichiara: 'vado a Palermo, ma non ho nulla di utile da raccontare...'.
Ma vaffa...!

Vaffaday 3.
Grillo e Casaleggio incitano la loro folla: 'Abbiamo già vinto...Ora, alle prossime elezioni, vinceremo ancora di più e li manderemo a casa!...'
Non ci credono neanche loro ma, da buoni politici, sanno cosa è meglio dire per esaltare gli animi e coprire le sconfitte (o, perlomeno, le disillusioni).
Entrati definitivamente nel trip da competizione elettorale, si preparano ad un anno da trincea, tra un finto impeachment e una vera, lunga ed estenuante, palude.

Ho sentito l'amico Caserini, rientrato dal super-summit sul clima di Varsavia.
Come al solito, ne traeva motivi di soddisfazione, nonostante...tutto.
Gli ha già risposto l'anaerobico ministro Orlando, qualche giorno fa, girellando fra i disastri della Gallura: 'il cambiamento climatico è ormai irreversibile, dobbiamo solo adattarci e attrezzarci per il futuro...'.
Inutile farsi illusioni, questi qui vogliono solo far soldi con la protezione civile e con gli eserciti.
Degli scienziati non gliene frega nulla.

Uno studente del Dettori, a Cagliari, dopo che il soffitto della sua aula gli è caduto addosso durante la lezione ha dovuto ammettere: 'prima venivo a scuola e pensavo che fosse un luogo sicuro, che gli adulti avevano preparato per me e per la mia protezione. Ora so che non è così...'.
Come far ripartire la fiducia, egregio e onorevole Letta...

Ieri, con nipoti e famiglia, abbiamo piantato delle nuove piante da frutto al Cungiareddu: un pero, un cachi, un mandorlo, un limone, un clementino, oltre a del rosmarino e della lavanda.
Forse saranno loro, i miei nipoti, a vederne i frutti...










venerdì 29 novembre 2013

an epitaph

Per un breve periodo siamo stati una civiltà abbarbicata a una striscia di terra fra l'oceano e il deserto.
L'acqua era il nostro problema, troppa da un lato, troppo poca dall'altro, ma questo non ci ha fermati. Abbiamo costruito case, strade, alberghi, centri commerciali, complessi residenziali, parcheggi, scuole e stadi.
Abbiamo proclamato la libertà dell'individuo, abbiamo comprato e guidato milioni di automobili per dimostrarla, costruito altre strade per le nostre auto, per andare verso un dappertutto che non stava da nessuna parte. Abbiamo irrigato i nostri giardini, lavato le nostre auto, ingollato bottiglie di acqua minerale per vivere da idratati su una terra disidratata, abbiamo costruito parchi acquatici.
Abbiamo innalzato templi alle nostre fantasie (studi cinematografici, parchi a tema, cattedrali di cristallo, enormi chiese) e li abbiamo affollati.
Siamo andati in spiaggia, abbiamo cavalcato le onde, riversato le nostre immondizie in quell'acqua che dicevamo di amare.
Abbiamo reinventato noi stessi ogni giorno, rimodellato la nostra cultura, ci siamo chiusi in comunità recintate, abbiamo mangiato cibi sani, smesso di fumare, abbiamo levato in alto i nostri visi liftati ed esfoliati cercando di evitare il sole, ci siamo fatti spianare le rughe, ci siamo fatto succhiare via cuscinetti adiposi e bambini non voluti, abbiamo sfidato la vecchiaia e la morte.
Abbiamo divinizzato ricchezza e potere.
Fatto del narcisismo una religione.
Alla fine, adoravamo solo noi stessi.
Alla fine, non è stato abbastanza.

(Don Winslow, Le belve, 2010) 

spenti copioni, finte serietà

ODE ALLA IUC  ( e ai POF, ai POR, alla TUC e alla TASI...)

§ 781 del Manuale dell'Agenzia delle Entrate -formula dell'imposta minima alternativa (Ima) per le Spa: (1) l'imponibile prima della deduzione della perdita operativa netta (Pon)), più o meno (2) tutte le correzioni Ima eccetto le correzioni di adjusted common equity (Ace), più (3) regimi fiscali privilegiati, fa (4) l'imponibile Ima prima della deduzione Pon e/o della correzione Ace, più o meno (5) la correzione Ace, se presente, meno (7) la deduzione Pon, se presente (tetto al 90%), fa (8) l'imponibile Ima, meno (9) le esenzioni, fa (10) la base Ima, moltiplicata per (11) un tasso del 20% Ima, fa (12) l'Ima precedente al credito d'imposta per redditi Ima prodotti all'estero, meno (13) il credito d'imposta per redditi Ima prodotti all'estero, se presente (tetto al 90% esclusa richiesta di eccezioni 781(d)(13-16), nel qual caso allegare una comunicazione interna 781-2432 e inoltrare al capogruppo), fa (14) l'imposta minima alternativa provvisoria, meno (15) il debito d'imposta standard prima del credito meno il credito d'imposta per redditi prodotti all'estero, fa (16) l'imposta minima alternativa.

(D. Foster Wallace, Il re pallido, 2011, p. 504)

martedì 26 novembre 2013

siam tre piccoli leaderin...

Pubblicato il 

L'ANALISI

Da Grillo a Renzi, il carisma orizzontale

La dimensione carismatica del potere suscita legittime preoccupazioni anche se solo si rilegge la storia del Novecento, ma più che escluderla nel nome di una visione razionalistica della politica bisogna analizzare le differenze. Tre leader a confronto
di MASSIMO RECALCATI

Uno dei temi più vicini all'indagine psicoanalitica che attraversano il dibattito politico è quello del carisma. A destra e a sinistra, passando per il M5S, l'aggregazione del consenso non sembra poter prescindere dalla dimensione carismatica del leader.

Questa constatazione appare preoccupata soprattutto in coloro che ne sono privi e che guardano il cosiddetto "uomo solo al comando" con sospetto. Non hanno però tutti i torti. Non è forse il carisma quella forma di potere che rende ciechi, che muove le masse suggestivamente, ipnoticamente? Non è il fascino carismatico del leader a spegnere il giudizio critico celebrando religiosamente l'Imago del leader come una sorta di idolo pagano?

Indubbiamente la dimensione carismatica del potere suscita legittime preoccupazioni anche se solo si rilegge la storia del Novecento e i disastri generati da masse irretite dal fascino morboso provocato dalla voce e dallo sguardo invasati del leader. Freud ne ha fornito un ritratto insuperabile nel suo Psicologia delle masse e analisi del-l'Io proprio mentre l'Europa si infilava nel tunnel dei totalitarismi. E tuttavia queste condivisibili preoccupazioni sembra scaturiscano da una concezione della politica ancora ingenuamente razionalista secondo la quale il consenso sarebbe il risultato di un discernimento puramente logico del livello di persuasività degli argomenti dei diversi contendenti. Non era certo necessario il ventennio berlusconiano per smontare questa idea solo "cognitivista" del consenso. Uno dei contributi decisivi che la psicoanalisi ha introdotto nel campo della politica consiste, infatti, nel pensare che le scelte degli individui  -  anche quelle elettorali  -  siano sempre mobilitate non solo dal giudizio ma anche da spinte pulsionali acefale, da desideri più forti, da esigenze "illogiche" che la ragione non è mai in grado di governare del tutto. Queste esigenze non sono solo quelle avidamente pulsionali del guadagno immediato, della difesa accanita ed egoistica dei propri interessi, dell'accrescere la propria potenza, ma anche quelle  -  altrettanto pulsionali  -  dell'aspirazione al cambiamento, alla trasformazione dell'esistente, alla giustizia, all'apertura di mondi nuovi, all'affermazione coraggiosa di una visione differente del nostro futuro. Questo significa che la politica implica sempre la pulsione e il desiderio e non solo la ragione. È un dato di fatto. Gli enunciati senza la forza singolare dell'enunciazione (desiderio) risultano vuoti.

Traduciamo questa tesi più semplicemente con un esempio: io posso condividere quasi tutto di ciò che dice un segretario di partito, ma il modo in cui lo dice, le parole che usa nel dirlo, il livello singolare (desiderante) della sua enunciazione, può rischiare di contraddire proprio ciò che dice e ciò ben al di là della sua volontà poiché è il livello dell'enunciazione che può fare vivere, o morire, il valore degli enunciati. Basta entrare in un'aula universitaria per rendersene conto. Il professore preparato può non sapere cosa sia un'ora di lezione. Saper tenere una lezione non risiede solo nella retorica di chi parla, nella sua capacità di comunicazione, ma nella forza di saper incarnare la verità di quello che dice, la trasformazione che la parola introduce in chi la ascolta.

Questa forza ha precisamente a che fare con il carisma. Il problema, infatti, non è demonizzare il carisma nel nome di una visione razionalistica della politica che esclude dal suo orizzonte la dimensione della forza e dell'eccesso  -  pulsione e desiderio  -  , ma costruire una clinica differenziale del carisma. Cosa osserviamo a questo proposito? Semplice: l'esistenza di carismi differenti.

Il carisma berlusconiano non è assimilabile a quello renziano o a quello grillino. Si tratta di carismi che hanno supporti diversi: il carisma berlusconiano poggia sul fantasma della libertà, o, meglio, sulla riduzione della libertà al principio di fare quel che si vuole, sull'inno dell'individualismo  -  la riduzione della Legge a Legge
ad personam -  come valore antropologico assoluto che finisce per rendere impossibile la vita insieme. Gli altri suoi attributi  -  non secondari  -  sono quelli del potere, del sesso e del denaro che radunano il consenso a partire da un meccanismo elementare di identificazione proiettiva: essendo il nostro tempo il tempo della morte degli Ideali, ciò che conta è godere il più possibile senza vincoli di sorta e Berlusconi incarna con forza carismatica questo godimento libero dalla Legge e per questa ragione ha saputo generare un consenso ventennale attorno alla sua persona. Non nonostante infrangesse la Legge, ma proprio perché sottoponeva la Legge a una volontà  -  la sua  -  più forte. Si tratta, come si vede, di una versione del carisma che trova la sua linfa sulfurea nell'antipolitica, cioè in una rivendicazione di totale estraneità rispetto al mondo della rappresentanza politica.

È su questa linea  -  quella dell'antipolitica  -  che dobbiamo collocare anche il carisma di Grillo che, sebbene antropologicamente assai differente da quello berlusconiano, condivide la stessa rivendicazione di se stesso come di un corpo estraneo e separato dalle istituzioni democratiche della rappresentanza. In Grillo il vento dell'antipolitica è suscitato non da un fantasma di libertà, ma da quello di purezza e di incontaminazione sostenuto da un confine immunitario rigido e fondamentalmente paranoico che rende impossibile qualunque trattativa con chi non appartiene alla casta identitaria dei puri. Qui non è il potere, né il sesso, né il denaro, né una visione iperindividualista della libertà, a fondare il carisma. Le ragioni da cui scaturisce il carisma di Grillo sono le stesse ragioni della sinistra, ma in esso si miscelano in modo singolare e inquietante estremismo (verso l'esterno) e autoritarismo (verso l'interno) secondo la più tipica fenomenologia di tutti i leader integralisti.

Ci si può chiedere di quale natura sia il carisma di Renzi. Mi pare che questo carisma faccia perno essenzialmente su un'idea positiva della giovinezza. Non certo quella estetica perseguita pateticamente da Berlusconi, ma quella che coincide con l'esigenza del sogno e della trasformazione, del progetto e del coraggio, della necessaria assunzione di responsabilità che attende le nuove generazioni. Per questo, probabilmente, esso sa radunare attorno a sé quei giovani che abbandonano le sedi più tradizionali dei partiti, Pd compreso, e che rischiano di essere assorbiti dall'antipolitica dell'iperindividualismo berlusconiano o del fondamentalismo grillino. Si tratta chiaramente di un carisma che non si sostiene più  -  come accadeva per i grandi leader storici della sinistra democratica  -  sull'autorevolezza della figura paterna. Da questo punto di vista i funerali di Enrico Berlinguer non hanno solo chiuso una stagione politica, ma hanno anche segnato il tramonto definitivo del carisma patriarcale di cui il leader era la personificazione. Con Achille Occhetto inizia un processo di umanizzazione e fragilizzazione del leader che giunge sino a Matteo Renzi, il cui carisma sembra sganciarsi decisamente dalla forza verticale del padre per assumere una dimensione più orizzontale. Anziché aver nostalgia dell'epoca del leader-padre conviene interrogare la natura di questa nuova versione del carisma. Quale? Quella della fratellanza di una nuova generazione che chiede diritto di parola esigendo che questo sia il tempo nel quale dare prova della propria capacità di governo? Staremo a vedere.

lunedì 25 novembre 2013

destra adattativa

La corruzione è un cancro italiano e le inchieste giudiziarie sembra non siano servite a nulla. Da dove nasce questo malcostume?
La corruzione non è un fatto italiano perché se consideriamo gli scandali che hanno caratterizzano altre nazioni come Francia e Stati Uniti, ci rendiamo conto che non è un’esclusiva italiana. Dire che la corruzione è specificatamente italiana è un errore. Il discorso è diverso: quando il bubbone emerge, quelle società non sono indulgenti. In realtà anche gli italiani non lo sono, non sono indulgenti ma nella forma del ribellismo politico per cui abbiamo un’antropologia caratterizzata da tre sensibilità e questo vale sia per la corruzione che per il sistema politico. C’è un’area fondamentalmente adattativa che è il grosso della società italiana che è tendenzialmente di destra, e non faccio riferimento allo schieramento politico ma a meccanismi tolleranti e adattativi. La destra italiana non ha logiche e prospettive di rinnovamento, si arrangia nello status quo. Una situazione di questo genere non ha effetti dinamici e in qualsiasi variazione vediamo spostamenti adattativi, cioè una logica di sopravvivenza sia nelle condotte individuali che nei rapporti sociali. C’è un’area della popolazione dove le dinamiche adattative prevalgono su quelle innovative. Poi c’è un’Italia fondamentalmente indignata, ribelle ma sterilmente indignata. C’è un’esplosione di rabbia da Masaniello in avanti che ha caratteristiche eruttive ma non è nelle condizioni di produrre alternative di comportamento. Per cui dinanzi alla corruzione ci sono coloro che si aggregano, vogliono entrare nel giro, nella spartizione della torta e ci sono i ribelli. Poi c’è un’Italia civile che, però, è minoritaria. Ha la forza sufficiente per tutelare l’etica pubblica ma non per vincere. Quindi, sommando l’area di destra conservatrice e l’area dei ribelli vengono fuori le larghe intese perché l’Italia civile non sfonda. 
(Salvatore Natoli, intervistato oggi sul Fatto).

Oggi hanno interrogato una hostess della Costa Concordia:la notte del disastro tranquillizzava i passeggeri e li invitava a tornare in cabina. Ora piange e dice che gliel'aveva imposto il comandante.
Adattamento.

Ieri gli svizzeri hanno bocciato il referendum che cercava di dare una misura (12 a 1) al rapporto tra stipendi dei manager e quelli dei loro dipendenti. Attualmente il rapporto è spesso di 100 a 1...
Come si può spiegare che la gente comune protegga gli interessi dei ricconi ?
Assuefazione.

Ieri ho visto il film Prisoners.
Quel che allarmava di più, molto più della violenza diretta pur ben presente, era l'acquiescenza con cui la coppia nera collude con il fanatico paranoico cristiano rinato e le sue manie di farsi giustizia da solo.
L'aggressione non è nulla rispetto all' accettazione passiva del male.

Perchè la destra vince, e vincerà ancora ?
Perchè si nutre di adattamento, l'unica cultura trasversale e vincente nel nostro paese, ma -più in generale- nelle società contemporanee.
.



domenica 24 novembre 2013

la sfiga dei cervelli

Ricercatori: il sacrificio dei cervelli sull’altare dell’austerità

Gli achei volendo partire alla volta di Troia, per placare l’ira della dea Artemide, dovettero sacrificare Ifigenia, la figlia del loro re Agamennone come vittima propiziatoria. Oggi sembra che il mito di Ifigenia descriva la situazione delle nuove generazioni dei paesi dell’Europa meridionale sacrificate sull’altare dell’austerità per placare le turbolenze dei mercati finanziari. Purtroppo questo sacrificio sarà, molto probabilmente, vano poiché non serverà a rilanciare l’economia né nell’immediato né nel prossimo futuro.  Mentre i paesi più forti in Europa continuano a investire nei loro scienziati in molti altri paesi dell’Europa orientale e meridionale, i ricercatori stanno lottando per non essere schiacciati dai tagli economici con il risultato che i vincoli di bilancio legati all’austerità stanno compromettendo lo sviluppo delle ricerche innovative che potrebbero aiutare a guidarci fuori dalla crisi economica e, cosa ben più grave, stanno creando un vuoto generazionale che sarà difficile da recuperare.
La crisi economica è stata originata da fenomeni endemici legati alla spregiudicata ed eccessiva finanziarizzazione dell’economia e non da un eccessivo debito pubblico dovuto alla costruzione di unwelfare state che “non ci possiamo più permettere” come si vuole far usualmente credere. I soli paesi dell’Europa comunitaria hanno pagato un costo di quattro trilioni di dollari per salvare le banche dalla propria ingordigia di credito facile, ma al sesto anno dall’esplosione delle crisi la disoccupazione, di pari passo con le disuguaglianze nella ricchezza, è arrivata a livelli altissimi. In particolare nei paesi dell’Europa meridionale la disoccupazione giovanile è intorno al 40% e i sistemi dell’istruzione e della ricerca sono sottoposti a un attacco che ne minaccia la stessa sopravvivenza.
Amaya Moro-Martín, un’astrofisica ritornata in Spagna con la prestigiosa ma temporanea borsaRamò y Cayal prima di ritornare in America ha scritto una bellissima lettera al primo ministro, pubblicata da El Pais e dal Guardian che si conclude dicendo “Mariano [Rajoy, il primo ministro spagnolo, ndr], durante la sua amministrazione, la ricerca in questo Paese è sprofondato irrimediabilmente nel baratro della Fossa delle Marianne. E anche se i nostri colleghi scienziati hanno scoperto che c’è vita laggiù, devo dirvi che è batterica.” Anche in Grecia e Portogallo c’è stata pressione fortissima da parte dei governi per ridurre i costi a tutti i livelli, compresa la partecipazione a organizzazioni internazionali. In un confronto tra giovani scienziati dei paesi dell’Europa meridionale a cui ho recentemente partecipato ho notato grandi analogie tra la situazione italiana e quella spagnola, greca, portoghese dove la drastica riduzione negli investimenti causa una endemica  precarietà dei giovani ricercatori e un sempre più pressante “fuga dei cervelli”.
Questa politica suicida, per cui i debiti privati diventano debiti pubblici col sacrificio d’intere generazioni e delle condizioni per creare innovazione, continua ad alimentare un diffuso sentimento popolare anti-europeista che è intercettato solo dai partiti di destra (o qui). Bisogna riflettere “prima della pioggia” che arriverà presto e sarà intensa.

que viva berluscon !

Decadenza
Si avvicina la decadenza di Berlu, sembra ormai cosa fatta.
E non solo dalla carica di senatore.
Tutti decadiamo, ed anche lui. Come gli atomi di uranio (non molto impoverito, nel suo caso).
La decadenza sua è nulla, rispetto alla nostra, a quella di tutti.
Ieri mi è arrivato un sms dal Veneto, in cui una signora solidarizzava con me in quanto sardo colpito dall'alluvione. L'ho rassicurata sul mio conto : Sto bene, qui a Cagliari non è accaduto nulla di grave. D'altro lato la catastrofe avanza e mette tanta tristezza, per la vita di tutti...
E lei risponde: Mi pare di percepire il riferimento ad altre catastrofi, dietro a quella citata...Capisco, e me ne dispiaccio...
Cosa aggiungere ?

La grazia è tramontata
Non più tardi di una settimana fa l'avvocato Coppi aveva dichiarato: la grazia è tramontata.
Io, pregno di cultura greca, latina e cattolica, mi son detto: sì, è vero, la Grazia è tramontata, da tempo.
E ancora una volta non quella per lui, per Berlu.
Quella che avvolgeva tutti noi, quella che si donava al nostro sguardo e ai nostri pori.
La Grazia è finita. andate in pace...

Omicidio politico
Berlu urla al mondo che, quel che si sta perpetrando ai suoi danni, è un omicidio politico.
Come se il PD fosse capace di uccidere, politicamente, qualcuno.
Non è riuscito a far fuori neppure Veltroni o D'Alema, figuriamoci se può sbarazzarsi di Berlu.
Se non fosse stato per alcuni magistrati, sarebbe ancora lì, vivo e vegeto.
Meno male che è un criminale ed un pregiudicato (e soprattutto che ha fatto incazzare la Merkel...!), altrimenti sarebbe ancora capo del governo.

Tradimento
Comunque, se proprio ve lo devo dire, preferivo Berlu ad Alfano, Lupi, Formigoni e Mauro.
Meglio la demagogia scoperta che il gesuitismo democristiano.
Quello di chi finge di essere Gesù e invece è Giuda.

lettera aperta ai Cinque Stelle

Cari amici del Movimento 5 Stelle,

prima di tutto vorrei presentarmi: mi chiamo Enrico Euli, ho quasi 53 anni, di cui almeno trenta dedicati alla formazione nonviolenta dei movimenti sociali e politici (ecopacifisti e no-global, ma non solo...).
Da dieci faccio il ricercatore all'Università di Cagliari, dove insegno Metodologie del gioco e del lavoro di gruppo nei corsi di Scienze della Formazione.
Il corso di quest'anno è dedicato alla 'pedagogia delle catastrofi', tema sul quale lavoro da qualche tempo ed al quale ho dedicato i miei ultimi libri (Casca il mondo! Giocare con la catastrofe (2007) e Imparare dalla catastrofi (2012)).
Non ho mai avuto tessere di partito, se escludiamo la prima fase dei Verdi, in cui sono stato vicino a Roberto Cotti, vostro attuale senatore, di cui sono amico da tempo.
Da qualche tempo, tengo anche un blog, Saturnalia, in cui provo anch'io ad abbaiare alla luna.
Alle ultime elezioni non ho votato, ma -se l'avessi fatto- avrei votato per voi.
Da tempo vorrei scrivervi.
Questa mi sembra la sera giusta...


Dalla disaffezione alla defezione.

Il vostro ingresso nel teatro politico ha senz'altro generato in esso un primo, importante scossone: ha riportato all'iniziativa e all'impegno (o, perlomeno, al voto) milioni di persone che parevano destinate al silenzio, alla rassegnazione o ad una deriva distruttiva e violenta.
Ha dato un primo sbocco a quella che comunemente viene definita 'disaffezione' dalla politica di partiti ed istituzioni sedicenti 'democratici'.
In questi ultimi mesi, però, stiamo anche assistendo -spesso impotenti- a tutte le forme di resistenza, manipolazione e mistificazione di cui il sistema tradizionale appare ancora capace.
Esso rivela, almeno a breve, uno stomaco di struzzo di notevoli dimensioni, capace di digerire e triturare tutto, forse anche voi.
Da quel che leggo e sento, nonostante i vostri generosi tentativi di opposizione e innovazione dall'interno, mi pare che il sistema rischi di inglobarvi e neutralizzarvi, più che farvi riuscire -al contrario- a realizzare quel suo 'cambiamento catastrofico' che -giustamente- vi ripromettete.
Non so se condividete questa analisi, ma per me questo ora non è comunque la cosa più importante.
Mi interessa parlare, invece, del futuro, anche prossimo: quello che si avvicina, e ci conduce inesorabilmente verso le elezioni europee e, spero al più presto -ma ne dubito fortemente-, nazionali.
Condividiamo, credo, l'idea che questi due appuntamenti dovrebbero generare un secondo, decisivo scossone, tale da rivoltare gli equilibri delle attuali istituzioni politiche.
Perchè questo avvenga è necessario spostare ancor di più masse enormi di elettorato verso il M5S, a discapito -da un lato- dei partiti tradizionali e -dall'altro- dell'astensionismo.

Il mercato elettorale è oggi infatti diviso sostanzialmente in quattro:
il 60 % vota (e si divide in tre), il 40% non vota (o vota scheda bianca/nulla).
Il M5S sembrerebbe avere davanti a sé due strade:
  1. Proseguire nel tentativo di pescare nuovi voti nell'area dei votanti che ancora non lo votano; mi pare -sinceramente- una via impervia, sulla quale non sarà possibile andare molto oltre i frutti già raccolti; il centro-sinistra ed il centro-destra rappresentano un coacervo di interessi, di poteri forti e di rimozioni-assuefazioni talmente potenti e persistenti da non farci sperare in crolli improvvisi tali da rimpinguare ulteriormente il vostro consenso.
  2. Proseguire nel tentativo di ridurre l'area dell'astensione; mi pare che anche questa strada sia piuttosto improbabile, se non in misura minima e non tale -comunque- da generare spostamenti notevoli di voti. Lo scontento è crescente, e crescerà ancora, in particolare verso l'Europa. E si manifesterà, probabilmente, con una fortissima crescita dell'astensione proprio alle prossime elezioni per il nuovo Parlamento europeo.

Da psicologo non praticante (e da astensionista) direi: è più facile che proseguano ad astenersi e non che riprendano a votare e votare Cinque Stelle.
Non sarebbe meglio che il M5S facesse votare se stesso, invece, proprio invitando tutti ad astenersi ?
Se Maometto non va alla montagna...

Da esperto di gioco direi questo: che il gioco è truccato, e siamo circondati da maggioranze di giocatori che -oltretutto- barano, col consenso del banco.
Se non riusciamo a far saltare il banco e a cambiare gioco, giocare è inutile perchè non possiamo vincere anche quando vinciamo (come dimostra quel che è avvenuto dopo le ultime elezioni).
Voi direte: non abbiamo vinto abbastanza, dobbiamo andare oltre e stravincere, trionfare: solo così li manderemo a casa!
Ma c'è molto da dubitare che si possa stravincere e che se ne vadano, se stiamo al (loro) gioco.

E da persuaso nonviolento, quindi, aggiungerei: è giunto il momento di non collaborare più al loro gioco, di boicottarlo, e di iniziare a giocarne un altro, il nostro.
Passare, cioè, dalla disaffezione alla defezione.


Verso una non-collaborazione attiva, pubblica, condivisa.

A mio parere, è giunto il tempo per il M5S di animare una campagna politica di massa per boicottare le prossime elezioni politiche.
Se vogliamo davvero delegittimare il sistema dei partiti e condurlo alla sua disfatta totale, dobbiamo smontare il suo giocattolo principale, che è rappresentato indubitabilmente proprio dal rito elettorale.
Per giungere a questo si dovrà riuscire a trasformare l'astensione da azione individuale a scelta collettiva e condivisa; da atto clandestino a impegno pubblico e politico; da segno di impotenza e sterile protesta a forma di lotta e di (ri)presa del potere di cittadinanza.

Cosa può significare questo, tecnicamente ?
Dovremmo ovviamente discuterne a lungo, laddove condivideste l'idea.
Al momento, mi vengono in mente tre possibilità concrete e realizzabili, tra loro peraltro compatibili:
  1. animare un appello pubblico al non-voto, in cui milioni di persone si dichiarano indisponibili ad andare alle urne, inutilmente, ancora una volta;
  2. far modificare la scheda elettorale, in modo tale che -tra i vari simboli- compaia anche (come già accade in alcuni stati USA) il simbolo 'nessuno di loro';
  3. andare al seggio, farsi dare la scheda e renderla indietro, chiedendo che l'azione di rifiuto venga registrata e illustrata nelle sue motivazioni (una legge ce lo consente).

Credo che un'azione nonviolenta di tale portata, perfettamente legale ma così fortemente innovativa, provocatoria e disobbediente, accrescerebbe notevolmente l'impatto del M5S sul sistema politico-istituzionale ed il suo prestigio in Europa e nel mondo.

Non vado oltre per stasera,
Se foste interessati anche solo a discutere di questa possibilità sono ovviamente disponibile a proseguire con voi questa conversazione.
Immagino che vi arrivino decine di proposte come queste, più o meno valide o strampalate.
Ed immagino che siate, come dire, abbastanza oberati.
Quindi, per ora saluto e vi auguro buon lavoro e buona vita