martedì 17 dicembre 2013

la faglia che taglia

Giornate tranquille qui a Migliana, piccola frazione di Cantagallo, nei pressi di Prato.
Passeggiate con Asia, una cagna che assomiglia tanto a Fate, letture al sole -che qui è una rarità in questa stagione di nebbie e piogge-, pensieri sparsi in attesa della partenza per Fes-Marocco (domani).
Anche in questo paesetto della val Bisenzio sono arrivate le ondate dal cielo e da terra: i fiumi piccoli sono stati intombati e, fuoriuscendo, hanno trascinato molte cose con sè.
La collina sta franando e, su una linea di faglia che si è aperta, una casa si è crepata ed ora andrà demolita.
Gli anziani abitanti non parlano d'altro, guardandola tristi.

Il convegno a Bologna aveva un bel titolo e per questo ero andato: La saggezza dell'insicurezza. Danza, Esistenza, Resistenza.
Le donne che hanno organizzato erano intelligenti, tenaci e molto accoglienti.
Abbiamo mangiato bene e c'era un buon clima.
Ma gran parte delle cose che ho sentito erano di basso livello: io ero inserito dopo un marxista immaginario ed una psicologa new age, e ce n'era già d'avanzo.
Poi c'era un' artista ossessiva, simil-Serena Gatti, ed anche varie persone che la conoscevano.
Piccole famiglie la cui salute consiste nel curarsi con una malattia, il teatro.
Dopo un giorno ero già in overdose.

Giorni senza tv, quasi senza sport, con qualche passaggio internet.
La politica sta intorno, ma lontana.
I tempi rallentano ulteriormente, si svuotano.
Mi sveglio molto presto, come se fossi ad un nuovo cambio di stagione.
Mi viene sonno, ora.
Non molto da dire in più.
Le uniche parole che sento sono quelle della famiglia ospitante (in crisi nera, come quasi tutte quelle che conosco).
Non sto male qui, ma meglio partire.



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