sabato 31 dicembre 2022

morire e rinascere dell'anno (e non solo...)

 

Siamo quasi al termine del 2022 e sta per iniziare un anno nuovo.

Sto anche per compiere il mio sessantaduesimo anno di vita.

Quando sono nato il secolo ventesimo ne aveva appena compiuti sessantuno.

Sono giunto quindi al giro di boa tra il mio tempo e quello di tutti.

La cosa mi mette di buon umore: è giunto il tempo di pensare agli epitaffi per una lapide.

Auguri a tutti e tutte: che quest'anno muoia ben bene e ci prepari a rinascere...!



Veni, vidi, erravi.(1)


Partir è un po' morir.

Restar, pure. (2)


Visse come se rinunciare a fallire fosse più grave che rinunciare a riuscire. (3)


Quando la morte c'è, noi non ci siamo.

E' di questo che soffriamo. (4)


Se il frutto non muore non porta seme. (5)


La vita è bella.

In lei la morte balla. (6)


Chi non invecchia non muore. (7)


Non è morto perché si è ammalato.

Si è ammalato perché si muore. (8)


Ci mise tutta la vita per far nascere il bambino che non era stato. (9)


Sono stato modesto; non dappertutto, ma a macchie. (10)


Ha voluto parlare per tutta la vita.

Saprà tacere per tutta la morte ? (11)




  1. pseudo-Cesare

  2. pseudo-Baden Powell

  3. pseudo-Blanchot

  4. pseudo-Epicuro

  5. pseudo-Matteo

  6. pseudo-Benigni

  7. pseudo-anonimo popolare

  8. pseudo-Foucault

  9. pseudo-Picasso

    10.pseudo-Twain

    11. vero-Euli




venerdì 23 dicembre 2022

cacc(i)a all'uomo

 

La sonda robot ci saluta da Marte: le sue batterie si stanno esaurendo, è quasi sepolto dalla sabbia rossa, le sue funzioni stanno per spegnersi e preannuncia garbatamente la sua estinzione.

E voi, non vi sentite stremati ?

Pronti ai saluti finali, e non proprio agli auguri?

E poi, che cosa potremmo augurarci di vedere ancora?

 

I laureati italiani nel nostro paese vengono invitati da membri del governo ad accettare il lavoro da camerieri o al call center.

E comunque, che lo accettino o meno, il reddito di cittadinanza non durerà sino a quando ne troveranno uno che si possa considerare 'congruo' (così lo chiamano).

Nel frattempo, se non ce la fanno più ad andare avanti ed entrano in crisi esistenziale, possono sempre utilizzare il bonus psicologi o darsi alla caccia dei cinghiale nei parchi della loro città.


Il bonus scuola andrà solo ai meritevoli, quelli che prendono 100 su 100 alla maturità: non smette di piovere sul bagnato, si continua a premiare quelli già premiati dalla vita e dalla sorte e a punire chi non ce la fa e prosegue a star sotto (e giustamente, perchè 'non se lo merita').

Per questi ultimi si può sempre cercare di emigrare, magari in Gran Bretagna, così potranno sempre rifarsi una vita in Ruanda.


Questa manovra di destra, indubbiamente, presenta una sua ferrea coerenza.

Ha un merito: di essere chiara e distinta, come un'evidenza cartesiana.

Non distrugge la vita dei poveri e degli sfigati con il fioretto, come faceva il centrosinistra, ma con i fendenti violentissimi di uno spadone ben affilato, che taglia a destra e a manca.


Ma non taglia sulla guerra.

Anzi, raddoppia.

Non ci si può più fidare della Russia, proclama la Meloni, ma non si può più però neanche farsi difendere dagli Stati Uniti.

Almeno in questo i nostri patrioti si differenziano dall'incauto Zelenskj che si prostra davanti al Congresso per implorare ed ottenere nuovi Patriot.

In questa guerra, talmente permanente e così sottesa alle nostre mute vite, che ce la stiamo dimenticando.

Sino a quando non ci avvolgerà e potremo finalmente combatterla, e fieramente, avendo in pugno 'le nostre armi' e usando 'la nostra energia' (acquistate entrambe, e a caro prezzo, dagli amici di sempre).







venerdì 16 dicembre 2022

fortuna volle...

 

Cosa ci differenzia dai regimi che definiamo antidemocratici e autocratici (Iran, Russia, Turchia...) ?


Non il voto, visto che anche lì avviene e, per il senso che può avere questa parola (per loro, ma anche per noi), liberamente.

Sappiamo bene che non è così, in entrambi i casi.

Ci piace coltivare l'idea che da noi esista ancora un potere elettorale, mentre lì si voterebbe a comando, in preda alla propaganda ed alla violenza più o meno palese.

Ma il voto, anche qui da noi, è condizionato e gestito in molti modi: corruzioni e collusioni mafiose, propaganda mediatica, induzione all'astensionismo di massa.

Le nostre repubbliche non sono islamiche o sovietiche, ma non sono neppure -nella sostanza- più democratiche di quelle.


La libertà di stampa sembrerebbe più ampia, ma la differenza va progressivamente riducendosi: l'acquisizione monopolistica delle testate, i processi di reclutamento dei giornalisti, l'autocensura redazionale, il controllo politico delle reti televisive sono tutti fattori evidenti -anche qui da noi- di condizionamento profondo e giungono già ora ad un vero e proprio controllo a monte delle possibilità di critica ed indagine.

Anche la rete, nata per pluralizzare l'informazione e renderla meno dipendente dai poteri forti, è stata progressivamente acquisita da essi ed è oggi quasi totalmente in mano ai Big Data, divenendo così, inversamente alle sue promettenti origini, il contesto di un controllo ancora maggiore -ormai quasi totale- sulle nostre vite.


Le istituzioni religiose non sono alleate politiche dello Stato e sussiste un'assodata libertà di culto.

In Occidente non vi sono più teocrazie, insomma, da più di un secolo almeno.

Ma abbiamo il problema inverso: le Chiese sono ormai marginalizzate all'interno della sfera privata, in una dimensione morale ma apolitica.

Lo stesso Papa prova in vari modi ad interferire sulla politica, ma con effetti evidentemente scarsi, anche nei confronti dei suoi stessi fedeli (che, spesso, votano e scelgono politiche e politici certo non conformi alle visioni cristiane).

Se questo Papa morisse e salisse al soglio pontificio un cardinale più morbido verso il liberismo, si perderebbe anche questo debole argine contro le sue tragiche piene.

La nostra storia ci insegna, peraltro, che le Chiese -se lo valutano necessario per la loro sopravvivenza- si piegano docilmente ai regimi autocratici e alle dittature.


Lo stato di diritto, l'autonomia della magistratura, i diritti umani e di cittadinanza dovrebbero differenziarci con chiarezza.

Ma essi non sono mai stati così sotto attacco anche negli stati democratici.

I giudici ed i magistrati, per legge, non posson far altro che applicare le leggi.

E, se un parlamento fa leggi ingiuste ed illegittime, devono seguirle.

In questo, alla fin fine, siamo tutti sulla stessa barca: se i regimi politici vanno -democraticamente, cioè mediante voti a maggioranza- verso posizioni antidemocratiche ed autoritarie, non saranno certo i corpi giudiziari a potersi e volersi mettere di traverso.

Anzi: sia per quei regimi che per i nostri, essi diventano immediatamente proprio gli esecutori diretti di qualunque potenziale nefandezza ed ingiustizia, come la storia dello scorso secolo dimostra ampiamente.


Ma il punto di minore differenziazione (ed il più pericoloso) riguarda ovviamente il ruolo delle forze di polizia e degli apparati militari.

Inutile farsi illusioni sull'esistenza presunta (e mai verificata) di eserciti 'democratici'.

Al momento opportuno, gli Stati utilizzano gli eserciti per quel che servono: contro i nemici esterni, in guerra, ma in primo luogo contro le renitenti opposizioni interne.

Vi chiedo: se i cittadini italiani, francesi o tedeschi facessero quel che stanno facendo i manifestanti in Iran, quale sarebbe (o sarà, tra non molto, se accadrà) la reazione dello Stato?

Come si comporterebbero i servizi segreti, le forze dell'ordine, la cosiddetta Benemerita, i generali in campo?

Lo sappiamo già e lo vediamo già, al minimo accenno di protesta non programmata e fuori dalle righe.

L'abbiamo già vissuto a Genova nell'estate del 2001.

Ma continuiamo a guardare le immagini di Teheran o di Mosca come se si trattasse di un mondo lontano ed alieno, incompatibile con quello in cui 'ci troviamo -fortunatamente- a vivere'.

giovedì 15 dicembre 2022

nucleare sicuro

 

https://www.repubblica.it/esteri/2022/12/14/news/germania_blitz_della_polizia_tra_i_militanti_di_last_generation_volevano_formare_unorganizzazione_criminale-379019249/?ref=RHVS-BG-I270681069-P7-S1-T1

Ecco qui, ci siamo.

La criminalizzazione dei movimenti nonviolenti sarà la strada da intraprendere anche nel democratico occidente.

Il modello iraniano si avvicina anche per noi: chi si oppone in forme irrituali, irritate ed irritanti (per quanto nonviolente), andrà perseguito alla stregua di un criminale qualsiasi.

Gli attivisti tedeschi (ma anche quelli italiani) rischiano al momento sino a 5 anni di carcere.

Mi pare una buona leva di dissuasione contro qualunque forma di vera opposizione politica.

Le uniche forme consentite saranno quelle di finte ONG dalle sigle umanitarie roboanti, tipo Fight impunity o Non c'è pace senza giustizia.

Quelle che piacciono agli emiri e alle lobbies.

Quelli e quelle sì che sono criminali, ma nessuno ci fa caso (i soldi rendono tutto legale o almeno tollerabile).


Questa terribile notizia va letta insieme a quella che inneggia all'ennesimo passo verso l'energia nucleare pulita, che garantirà crescita a basso costo ed illimitata.

Tutto falso, ma intanto funziona e distrae.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/12/14/fusione-nucleare-rivoluzione-o-propaganda-il-tracollo-climatico-arrivera-molto-prima-urge-diminuire-subito-il-consumo-di-energia/6905382/

Questa mistificazione, propagandata da quasi tutti i media, va di pari passo con la precedente.

Perchè? Perchè, in attesa che le magnifiche e progressive sorti si realizzino, passeranno i decenni.

E che cosa accadrà in questi decenni che abbiamo davanti?

  1. Fine della crescita e del benessere diffuso a basso costo

  2. Reazione: Aumento della disperazione e delle proteste, violente e nonviolente

  3. Risposta: Militarizzazione della vita civile e sociale.


Già in GB questo dicembre saranno i militari a sostituire i milioni di persone che scioperano per aumenti salariali.

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/sciope

https://www.corriere.it/esteri/22_dicembre_12/gb-governo-convoca-comitato-d-emergenza-cobra-gli-scioperi-soldati-ospedali-guidare-ambulanze-3378d498-7a37-11ed-940e-9b2491325fc5.shtml

Il comitato Cobra (quello che riguarda la gestione di emergenze terroristiche) è stato convocato e prenderà le sue decisioni.

Se non basterà, si passerà ad altro.

Le politiche moderate di destra (tipiche del centro-sinistra) hanno aperto la strada a quelle di destra estrema: guerra ai poveri, guerra ai diversi, guerra ai nemici.

Il terrore, la paura ed il ricatto divengono definitivamente le dimensioni dominanti del nostro vivere.

Nessuno (o quasi) potrà più sentirsi al sicuro.

mercoledì 14 dicembre 2022

avvelena-menti

 



La guerra ormai permanente, le alluvioni e le frane, la vita trasferita sui social, l'impoverimento di quasi tutti e quasi tutto (fuorchè del risentimento e della rabbia) , il degradarsi dei luoghi e delle relazioni, il sentirsi continuamente sotto minaccia, insicuri, impotenti e soli nel vasto e violento mondo.

Tutto questo avvelena quotidianamente i pozzi delle nostre vite, insinuandosi anche nei piccoli anfratti di piacere che ancora proviamo a difendere, contaminando le strade di chi continua a non voler accettare la dittatura del denaro e del sopruso.

Quel che sta accadendo in Iran, ad esempio, riempie di dolore e di angoscia: ogni stato protegge l'altro, in modo tale che tutti possano proseguire a dominare e maltrattare -in modi più o meno garbati e 'democratici'- i loro stessi cittadini.

Noi veniamo resi silenti dalla propaganda, dal 41bis e dall'ergastolo ostativo (vedi il caso Cospito), altri -in altri luoghi, per ora- dalle torture e dalle esecuzioni in piazza.

 

 Mi piace guardare il calcio e i Mondiali di solito mi attraggono ed elettrizzano, quasi come quando ero bambino.

Ancora una volta non c'è l'Italia, è vero. Ma nonostante questo, se posso, cerco di vedere le partite, soprattutto man mano che ci si avvicina alle fasi finali.

Avevo scelto di tifare per squadre non europee e non sudamericane, in primo luogo per quelle africane: non potendo più sperare nel Senegal, confido ora nel Marocco che avanza.

Una finale Marocco-Argentina sarebbe perfetta per me.

Ma tutto questo piacere è avvelenato dal fatto che questi Mondiali siano stati comprati e stravolti dai soldi del Qatar.

Ogni volta che ne godo, non posso che sentire l'amaro in bocca, mentre il miele dell'arte calcistica e del gioco scendono nella mia gola.

L'avvelenamento monetario (forse anch'esso qatariota) è giunto poi a manifestarsi apertamente anche nel Parlamento europeo.

Niente di nuovo sotto il sole, sia chiaro.

Che Bruxelles e Strasburgo siano in mano alle lobbies si sa da tempo, e lo si fa alla luce del sole.

L'autonomia della politica e dei politici, in qualunque sede o tempo, è da sempre solo un'illusione venduta in pasto agli elettori (che, da parte loro, continuano a votare, fingendo di non saperlo o, pur riconoscendolo, trascurandone le conseguenze).

Ma colpisce che siano stati comprati proprio dei sindacalisti, dei socialisti, degli ex comunisti.

E meno male che si tratta solo di poche mele marce, così come si cerca di dimostrare anche per questi malfattori!

Purtroppo invece il veleno è nell'aria ovunque lassù: non si tratta di inquinamento della politica, ma di una politica dell'inquinamento.


I soldi del PNRR stanno avvelenando definitivamente ed ulteriormente anche la ricerca universitaria.

Vengo chiamato in questi giorni a prender parte a vari progetti che sorgono come funghi per provare a concorrere ai numerosi bandi che circolano anche nel nostro paese e nei vari ministeri.

Si improvvisa, si bluffa, ci si inventa di tutto, pur di raccattare qualche milione di euro.

Nessuna visione alternativa, nessuna idea di futuro, nessuna lungimiranza: solo assalti alla diligenza, in nome del merito, della crescita e del progresso.

Come se niente stesse accadendo e come se potessimo proseguire a vivere, a conoscere ed a studiare come sempre.

Falcone diceva 'segui i soldi' per capire verso dove stavano dirigendosi i mafiosi e dove li avresti scovata. Oggi tutti noi concepiamo solo le idee che i finanziamenti ci impongono.

La mafiosità è penetrata così -proprio come un veleno- nei nostri modi di fare, di produrre, di pensare, di essere.


Nella nuova casetta in paese in cui ogni tanto andiamo a stare per uscire dai veleni del centro città , del lavoro e della televisione, avevamo da qualche mese iniziato ad accogliere una piccola gattina grigia, randagia e quasi selvatica, che però accettava con favore i nostri croccantini.

Qualche giorno fa l'abbiamo trovata morta, gonfia di pioggia, vicina al cancello di casa, molto probabilmente avvelenata.

Sicuramente qualcuno non apprezzava la colonia di gatti che si era venuta a creare nella casa disabitata del vicino. Prima lì era tutto un miagolio, ora è solo silenzio.

E' stato un forte dolore perderla proprio ora che iniziavamo ad accarezzarci, è stato faticoso seppellirla nel nostro piccolo giardino. E ne sentiamo tanto la mancanza.





sabato 3 dicembre 2022

restare in ascolto, vedersi in azione

 https://comune-info.net/aiutateci-in-questa-corsa-contro-il-tempo/

Lo ammetto: ero rimasto basito -ed anche un po' ferito- da alcuni commenti ricevuti sul mio ultimo post pubblicato, relativo alle azioni contro il silenzio omertoso (o le false parole) che -colpevolmente e collettivamente- attornia la catastrofe climatica.

Questo intervento di XR mi rincuora e mi stimola a scrivere ancora su questo tema, che sento decisivo per le nostre vite e per le sorti di quel che ancora potremmo provare a chiamare 'politica'.

Vedo che -almeno da parte loro- non sono stato frainteso.

Lungi da me l'idea che le azioni dirette di disobbedienza civile non servano e non siano legittime ed auspicabili.

Credo anzi che da tempo non ci sia più nulla da aspettarci dai potenti di turno, dai partiti e dalle istituzioni.

E che non abbia senso quindi continuare a chiedere loro qualcosa (attraverso petizioni o appelli) o a protestare in forme convenzionali e ritualizzate (quali cortei o manifestazioni di massa su appelli generici e superati dagli eventi).

L'azione diretta nonviolenta (anche illegale) è l'unica possibilità che la nonviolenza propone quando la situazione risulta bloccata e compromessa come quella attuale.

Spero che ne nascano molte, diverse e tali da permettermi di prendervi parte in prima persona.

Appartengo a quella minoranza di persone adulte che pensa ancora di poterselo permettere, anche a costo di apparire ingenui, adolescenziali o semplicemente 'fuori'.

Ho qualcosa da perdere anch'io, e non è facile confrontarsi con il mondo adulto, anche da sessantenne quale ormai sono.

Ma non avrei paura e non mi sentirei a disagio in azioni rischiose e illegali, se potessi condividerle con altri (giovani o meno).

Il mio dubbio -lo voglio chiarire per una volta ancora- riguarda dove e come inserire queste azioni, se vogliamo creare intorno ad esse un clima favorevole ed un sostegno più ampio (e quindi favorire la possibilità di un consenso che le protegga almeno in parte dai forti rischi che esse comportano per chi le compie).

Fatta salva quindi la possibilità, la necessità e l'urgenza che qualcuno le faccia, resta da chiedersi cosa potrebbero fare le maggioranze silenziose che sinora assistono ad esse -più o meno distratte, inquiete o ambivalenti- senza che queste azioni le stimolino ad agire a loro volta.

Non credo sia probabile che queste ultime possano passare immediatamente dall'inazione simpatizzante alla disobbedienza civile illegale.

Ma potrebbero compiere azioni potenti di non collaborazione attiva all'interno di una campagna più ampia, che preveda al suo interno un'integrazione tra atti legali ed illegali.

Oppure esse potrebbero almeno trovare il modo di manifestare in forme più evidenti il loro sostegno (legale, politico, economico, sociale) alle azioni illegali in corso ed a chi coraggiosamente sceglie di compierle a suo rischio e pericolo.

Quel che conta è che si rigeneri un ponte tra le generazioni, animato da un comune senso di urgenza e disperazione, ma anche da un vero dialogo che -non rimuovendo il valore delle esperienze pregresse- sappia però aprirsi alle novità che la nonviolenza ha sempre dimostrato di saper far emergere nella sua storia.

 

domenica 13 novembre 2022

non disperdere giovani vite

 

Sto collaborando ad una proposta di PRIN con alcuni colleghi universitari di Cagliari, Foggia e Campobasso.

Il PNRR stanzia fondi per il sud e si cerca di approfittarne per un progetto contro la dispersione nelle scuole secondarie superiori.

Quel che mi ha stupito (e che ho provato a segnalare ancora una volta) è che -come in tanti altri ambiti, con risultati nulli o addirittura nocivi- ci si ponga il problema soltanto a valle e si pensi di risolverlo soltanto con innovazioni tecniche, che sollevino l'audience e l'attrattività della proposta scolastica, come per un qualunque spettacolo televisivo mal riuscito.

E quindi si propone di andare verso realtà aumentate, gamification, utilizzo dei social (compreso Tik Tok!), insegnanti trasformati in animatori, lavagne che si fanno interattive, flipped classroom che si smontano e rimontano a piacimento.

Alcune idee sarebbero anche buone, ma vengono inserite in una cornice che permane indiscussa e non sottoposta ad autocritica.

Ad esempio, non si mette in discussione l'obbligo scolastico e formativo, causa prima invece – a mio parere e non solo- della voglia di evadere e fuggire di una buona parte degli studenti.

L'obbligo non va di pari passo, come è ovvio, con la motivazione a giocare e a mettersi in gioco.

L'altro grande motivo (sommerso) è che la dispersione nasce dall'impossibilità a competere in un gioco che richiede rendimenti alti e sempre crescenti, sottoposti a valutazioni sommative sempre più spietate e feroci: il che non può che generare ansie di prestazione e desideri di sottrarsi al gioco stesso, proprio attraverso il ritiro.

La dispersione scolastica è solo uno degli elementi del ritiro adolescenziale e giovanile, sempre più diffuso e apparentemente senza rimedio ( se non si rimette in discussione un sistema che, per sua natura ed essenzialità e non 'per sbaglio', produce scarti).


Voglio mettere in parallelo -e collegare a questo- un secondo tema attuale di riflessione.

Centinaia di ragazzi, giovani e giovanissimi, stanno iniziando -in tutto il mondo- a compiere azioni dirette nonviolente di protesta per sensibilizzare sulla catastrofe climatica.

Blocchi stradali in strade molto trafficate, oppure performance che generano scandalo nei musei (macchiare vetri di opere famose, attaccarsi alle loro cornici...), sverniciamenti di vetrine e portoni, si ripetono da alcuni mesi con una certa regolarità.

E con una ancora maggior regolarità arrivano come mazzate gravose multe e/o avvii di inchieste e giudizi penali, con conseguenze potenzialmente pesanti sulle vite di questi ragazzi.

La nostra società e la nostra cultura non riescono a fare i loro passi verso una giustizia-ecologia climatica: l'unica cosa che sanno fare è punire -usando l'arma della giustizia- chi lotta per essa.

Anzichè far propria la mobilitazione per un diverso modo di stare sul pianeta, il mondo adulto e le istituzioni procedono ad inquinare, distruggere, e a rimuovere i loro misfatti, anche attraverso una progressiva marginalizzazione e criminalizzazione dei (già fragili e politicamente vergini) movimenti giovanili oggi in azione.

Anche così si producono distacco tra generazioni, sfiducia verso le istituzioni, dispersioni e fughe (anche verso prese di posizione più estreme ed aggressive).

Un consiglio ai giovani in campo, però, mi sento di darlo.

Così come ho già provato a dire durante la formazione agli attivisti di XR qualche mese fa, ritengo che questo tipo di azioni illegali siano spropositate rispetto ai costi umani subiti da chi le fa in rapporto ai risultati che si ottengono.

Non mi paiono azioni ben mirate, se quel che si vuole ottenere è l'allargamento del consenso rispetto ad esse: anzi, rischiano di inimicarsi ulteriormente le potenziali terze forze (automobilisti ed appassionati d'arte, ad esempio).

Sarebbe necessario, invece, individuare dei responsabili primi (ad esempio le compagnie petrolifere, le aziende inquinanti, i politici conniventi e le lobbies colluse...) ed organizzare delle campagne di boicottaggio e di non collaborazione attiva di massa (legali e meno rischiose per i singoli), dentro cui inserire azioni di disobbedienza civile (illegali) agite da chi se la sente,per rafforzare l'impatto mediatico e politico della campagna stessa.

Proseguire, invece, solo sulla strada delle azioni illegali singole e compiute da piccolissimi gruppi, mi sembra energeticamente troppo dispendioso, pericoloso per le conseguenze sulla vita futura di tanti giovanissimi, e -in ogni caso- anche poco redditizio per gli obiettivi che si vorrebbero perseguire.

Tanto di cappello, quindi, verso questi piccoli eroi del nostro tempo.

Ma -chiedo loro- perché non tutelarsi un po' di più, proteggendosi per quel che è possibile all'interno di iniziative più vaste, più condivise e più partecipate (ma non meno radicali ed efficaci)?

lunedì 7 novembre 2022

l'unico torto

 

Se parlassi con le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi denaro, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.

E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi denaro, non sarei nulla...

Il denaro tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta...

Ed ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e il denaro.

Ma la più grande di tutte è il denaro.

(Prima lettera ai Corinzi, 13 -testo modificato)


G. Orwell, Fiorirà l'aspidistra, 1936



Un'unica logica permea le scelte, le decisioni, i decreti di questi giorni.

La guerra dei ricchi ai poveri, degli integrati ai marginali, degli agiati ai diseredati, dei fortunati agli sfigati.


I giovani possono sfondarsi di musica a palla, sballarsi di anfetamine, riempirsi di birra come otri, ballare come scemi per tutto il giorno, ma solo se pagano in una discoteca.

I rave autogestiti e clandestini sono pericolosi, turbano l'ordine pubblico perché occupano le proprietà private (abbandonate) e non sono sotto il controllo delle autorità.

Ma soprattutto perché non sottostanno alle leggi del mercato dell'intrattenimento e del divertimento sociale organizzato.

Tutto si può fare, sotto sotto, se si paga chi di dovere e se si infrangono le leggi fingendo di seguirle.

Ma niente si può fare, se i soldi non girano e non arrivano a chi già li ha.


Gli esseri umani possono viaggiare per il mondo, ma solo se hanno soldi con sé, da spendere o, ancor meglio, da investire nei paesi in cui arrivano.

Se puoi pagarti un passaporto o una cittadinanza, va tutto bene.

Ma se ti devi sputtanare tutto quel che hai tu o la tua famiglia per pagare degli scafisti, non potrai entrare, atterrare o sbarcare qui.

A meno che non te lo meriti (per qualcosa che sai fare (sportivamente, ad es.) o per qualcosa che ti manca (malattie, minorità, disabilità)).

Se non vuoi far parte del 'carico residuale' e vuoi ottenere il diritto allo 'sbarco selettivo', devi meritartelo.

Non basta essere affamati, disperati, stremati o, semplicemente, umani.

Devi anche pagarla, se sei povero.


La catastrofe climatica procede e i paesi ricchi continuano ad abbindolare quelli poveri.

Promettendo loro protezione, aiuti, sussidi, compensazioni (che non arriveranno mai) per poterci permettere di continuare ad inquinare e distruggere il mondo, la loro vita e (più tardi possibile) la nostra.

Questo, nella migliore delle ipotesi, proseguirà ad accadere anche alla Cop27, come già è avvenuto nelle precedenti conferenze.

Credere ancora nei nuovi maghi d'Egitto ha un solo significato: voler proseguire a fare come ci pare, proseguendo a devastare i contesti in cui vivono miliardi di persone impoverite e disperate, costrette così a trasformarsi in profughi e a subire altre umiliazioni e spietati respingimenti alle nostre agiate frontiere.

La selezione è sempre e soltanto tra chi ha denaro e chi non ce l'ha.

Tutto il resto (valutazioni di merito, diagnosi sanitarie, diritti umani e internazionali...) è solo mistificazione.









domenica 6 novembre 2022

senza pace

I pacifisti sono finiti proprio male.

La pace si è manifestata  ieri per quel che è: ostaggio definitivo dei politici di professione e dei loro traffici.

Convocata da Conte, leader opportunista di un partito ondivago, il corteo ha visto la risposta delle solite sigle di comodo (sindaca(la)te-le-braghe, Arci-marci, Acli-chic, Tavolate-cavolate per la pace...) e dei soliti professionisti del dissenso consentito, più o meno preteschi.

E poi il bieco Letta ed il tristo PD, che non sanno più dove andare e non andare, ma che continuano ad essere desiderati da chi vorrebbe ancora votarli (e, spesso, -incredibile a dirsi- li vota proprio...!).

Ma sono così tanto desiderati che si preferisce togliere dalla piattaforma ogni riferimento all'invio delle armi, accontentandosi di generici richiami a negoziare e a cessare il fuoco, pur di averli a passeggiare insieme per strada.

E a passeggiare impunemente, subendo solo qualche strillo estremista, e a blaterare gli uni contro gli altri, Roma contro Milano: finte opposizioni che si oppongono tra loro per raccattare voti.

Non c'erano bandiere di partito, perchè non ce n'era bisogno: la colonizzazione della pace è gestita dai media, attraverso interviste incrociate dei leaders che si provocano tra di loro su chi è più o davvero pacifista, senza che nessuno lo sia in alcun modo nei fatti e nelle scelte concretamente assunte.

E tanta piccola gente , ingenuamente partecipe, che vorrebbe solo stare tranquilla a casa sua -e qualche volta l'anno ama perciò uscire a farsi un bel corteo, tanto per celebrare i suoi appuntamenti liturgici sul calendario sacro della laicità- strumentalizzata e presa per il culo come sempre.

I pacifisti sono riusciti infatti ad organizzare una manifestazione per dare ancora una volta spazio ai partiti e alle loro beghe ed autorappresentazioni, in barba alla pace, ai poveri ucraini bombardati (dei quali continua a non fregar nulla a nessuno) ed ai poveri russi anti-putiniani, abbandonati a se stessi.

I pacifisti oggi? Solo utili idioti che coprono e accolgono per strada veri falchi camuffati da colombe, infiltrati della guerra mascherati dall'inquietante serenità di chi sa farsi gli affari suoi.

Rattrista davvero assistere a questa ennesima svendita del pacifismo nelle mani dei peggiori.

E rattrista vedere come anche gli stessi movimenti che si dicono 'nonviolenti' ci caschino sempre e ancora come polli, aderendo a vere e proprie mistificazioni di massa, mere (auto)manipolazioni di regime.

Così si collabora a quel che accade, alla cultura ed alla politica di guerra, anche se apparentemente si sfila contro di esse.

Ecco come e perchè siamo e resteremo senza pace.


 








giovedì 27 ottobre 2022

e ci risiamo, 2...

 Ricomincia il balletto antifascisti contro fascisti.

Fascisti che organizzano dibattiti ed antifascisti che protestano non si sa bene contro chi e cosa, visto che i fascisti sono ormai al governo del paese.

L'antifascismo -come ogni 'anti'-  ha già perso da tempo.

E non è stato distrutto da Giorgia Meloni e dai fascisti, ma proprio da quelli che -negli anni- si sono definiti antifascisti, ma hanno costruito le condizioni per un'ascesa del neofascismo ( e, soprattutto, del neo-fashismo).

Inutile insistere, anche se pacificamente: si prenderanno solo altre botte.

Non giustifico le cariche agli studenti e credo siano un primo segno di quel che ci aspetta sulle piazze.

Ma non vedo che senso possa avere opporsi ad un dibattito con Capezzone, quando lo stesso ha la possibilità di pontificare giorno e notte in tv.

Significa non aver capito che la demonizzazione del nemico non funziona più: l'abbiamo già visto con Berlusconi e Trump, lo stiamo vivendo con Putin, l'abbiamo verificato ancor più di recente con la Meloni.

E, alle prossime elezioni, non funzionerà con Vox in Spagna e con il Fronte nazionale in Francia (anche se lì esiste ancora qualcosa che possiamo chiamare opposizione).

O ci si fa portatori di altri messaggi e di altre visioni o, se si continua soltanto ad osteggiare l'avversario, proseguiremo a perdere e a prenderle ( e, da ora in poi, non solo a parole o nelle urne, ma anche in faccia).

Se verrà a rafforzarsi il circuito della violenza reciproca, ci ritroveremo ancora una volta dentro il gorgo 'protesta-repressione-terrore', già vissuto negli anni del piombo.

Non possiamo sperare che siano loro, soprattutto ora che sono andati al potere, a smetterla.

Non ne avrebbero alcun interesse.

Tocca a noi.

Ma non credo che ne saremo capaci: il deficit di nonviolenza è troppo alto.



sabato 22 ottobre 2022

un secolo dopo, ci risiamo...!

 Il governo di destra-destra si conferma capace ancora una volta di manifestare fieramente la propria connotazione ideologica.

Se ne frega della post-modernità, del pensiero debole e debolissimo, della post-ideologia.

Ed ecco comparire ai nostri occhi, dopo gli spettri di La Russa e Fontana, ministeri dai nomi evocativi: del Mare (leggi: anti-immigrati), della Natalità (leggi:anti-gay e anti-aborto), della Sovranità (per lo meno 'alimentare', visto che su altre -finanziaria, informatica, politica- ci sarà ben poco da fare), del Made in Italy (scritto, paradossalmente, proprio così, in una lingua straniera, ma sovrana nell'intero mondo fashionista, produttivista e liberista), del Merito (scritto in italiano, vicino ad Istruzione.


E, a proposito di merito: i nomi dei ministeri, sinceramente colpiscono molto più dei nomi dei ministri scelti: non mi pare si possa dire che il livello sia più basso, meno familista e becero, più o meno indecente dei governi precedenti (giallo-verdi, rosa-verdi, ulivisti o draghiani).

Il tempo dei 'competenti' è finito: è tornata la politica (cioè gli uomini di partito), babe!

Se lo sono meritati, pare.

E ce li meritiamo. Non sono né meglio né peggio di noi, o almeno di coloro che li hanno votati, o che -andando a votare, chiunque abbiano scelto- hanno proseguito a collaborare a questa farsa di regime.

E' il momento di Lollo (non di Gina, ma del cognatino di Giorgia), di Danielona (quella che difenderà almeno i suoi chioschi dalla Bolkenstein), del gigante buono Crosetto (che ha sempre venduto armi e proseguirà a farlo con più agio alla Difesa; d'altronde, dove lavorava la Pinotti e che ceffo era Guerini?), dell'ineffabile Adolfino che passa dai servizi segreti ai pubblici servizi, della fanatica Roccella che soffierà fuoco e fiamme sui diritti dei miscredenti, del pio SanGiuliano che, dopo aver condotto mirabilmente il Tg2 saprà ora spaziare degnamente nel culturame nazionale (identitario e nazionalista).


Che dire?

Confortato dal fatto che tutto questo non sia fatto in mio nome.

Sconfortato da quel che dovremo vedere nei prossimi mesi: chiamati come saremo a deplorare o tifare per l'integralista di turno, ad odiare i nemici e i traditori (cioè noi stessi), a militarizzare le nostre azioni e reazioni (presentat'arm!), a nasconderci per sopravvivere (o anche solo per la vergogna di non poter far nulla contro quel che sta avvenendo e avverrà di noi e delle nostre vite).

George Orwell aveva già visto tutto di quel che stava per accadere già nel '39.

Ora, a cento anni esatti dalla Marcia su Roma, tocca a noi vederlo e -almeno sino a quando sarà possibile- dirlo.

Un po' più in basso di noi si vedevano i tetti delle case estendersi senza sosta, i piccoli tetti rossi su cui cadranno le bombe...E' ironico come continui a pensare alle bombe. Certo, è fuori di ogni dubbio che arriveranno presto. Si può intuire quanto sia vicino dalle cose che scrivono nei giornali per tirare su il morale...Come faranno i bombardieri a mancarci quando arriveranno? Non siamo altro che un unico grosso bersaglio. E probabilmente senza preavviso.

Perchè, chi è così dannatamente stupido da dichiarare guerra oggi giorno?

Se io fossi Hitler manderei i miei bombardieri nel bel mezzo di una conferenza sul disarmo. In una mattina tranquilla, quando gli impiegati sciamano sul London Bridge, quando il canarino canta e la vecchia appende i mutandoni al filo....zoom, whizz, plonk! Case che saltano in aria, mutandoni intrisi di sangue, il canarino che canta sui cadaveri...

In qualche modo è un peccato, pensai...Com'è pacifico tutto! Come delle distese selvagge senza animali selvaggi. Nessun fucile che spara, nessuno che lancia granate, nessuno che picchia qualcun altro con un manganello di gomma. Se ci pensate, nell'intera Inghilterra in questo istante probabilmente non c'è nemmeno una finestra di camera da letto da cui qualcuno stia sparando con una mitragliatrice.

Ma tra cinque anni da ora? O tra due? O uno?


Tutto d'un tratto mi sentivo pensieroso e filosofico. In parte era perchè non avevo alcun lavoro da fare...Mi sentivo d'umore alquanto profetico, l'umore in cui si prevede la fine del mondo e si prova un certo piacere nel farlo...La solita folla fluiva sul marciapiede, tutti quanti con quella folle espressione fissa sul volto che hanno le persone sulle strade di Londra, e c'era il solito ingorgo del traffico, coi grandi bus rossi e il ruggito dei motori e i clacson che suonavano.

Abbastanza rumore per svegliare i morti, ma non questa gente qua, pensai.

Mi sentivo come se fossi l'unica persona sveglia in una città di sonnambuli.

E' un'illusione, naturalmente...Questa specie di sensazione profetica che continua a sopraffarmi in questi giorni, la sensazione che la guerra sia proprio dietro l'angolo e che essa sia la fine di ogni cosa, non ce l'ho solo io. Ce l'abbiamo tutti, più o meno...Ma era così che mi sentivo.

Siamo tutti sul ponte di una nave in fiamme e nessuno lo sa tranne me.

Guardai i volti instupiditi che mi scorrevano accanto. Come i tacchini a novembre, pensai.

Senza la minima idea di cosa sta arrivando loro addosso.

Era come se avessi i raggi X nei miei occhi e potessi veder camminare gli scheletri.

Pensai in avanti di qualche anno...Succederà? Non c'è modo di saperlo. In alcuni giorni è impossibile crederlo. In alcuni dico a me stesso che non è altro che uno spauracchio messo in piedi dai giornali. In altri sento nelle mie ossa che non c'è modo di evitarlo...


Conoscete la sensazione che si aveva quando si lasciava il fronte.

Una sensazione di rigidità in tutte le articolazioni e, dentro, una sorta di vuoto, una sensazione che non potrai mai più aver interesse per qualcosa. In parte era paura e sfinimento, ma soprattutto noia. In quel tempo nessuno vedeva una ragione per cui la guerra non potesse andare avanti in eterno. Oggi, domani o il giorno dopo tornavi al fronte e forse la settimana dopo ti avrebbero ridotto in poltiglia, ma quello non era brutto come l'orribile noia della guerra che proseguiva per sempre.


Gesù! A cosa serve dire che uno non dovrebbe diventare sentimentale per ciò che c'era 'prima della guerra'?...E' anche vero che all'epoca le persone avevano qualcosa che noi oggi non abbiamo.

Che cosa? Semplicemente che non pensavano al futuro come a qualcosa da cui essere terrorizzati...

Non sentivano crollare il terreno sotto i piedi.


Nulla sembrava strano in quei giorni. Era come una macchina enorme che ti afferrava. Non si avvertiva di agire per la propria libera scelta e, al contempo, non si percepiva nessuna consapevolezza di offrire resistenza. Se la gente non avesse provato quelle sensazioni, nessuna guerra avrebbe potuto durare tre mesi. Gli eserciti avrebbero fatto i bagagli e sarebbero tornati a casa...Gli uomini nelle trincee non erano patriottici, non odiavano il Kaiser...Ma d'altro lato non venne loro in mente di provare a scappare. La macchina ti aveva afferrato e poteva fare di te quel che voleva. Ti sollevava e ti gettava in posti e situazioni di cui non avresti mai sognato e non sarebbe sembrato particolarmente strano se ti avesse gettato sulla superficie della luna...


Guerra! Iniziai a pensarci di nuovo. Arriverà presto, questo è certo.

Ma chi ha paura della guerra? Cioè, chi ha paura delle bombe e delle mitragliatrici? Tu, direte.

Sì, io ho paura, e così chiunque le abbia mai viste.

Ma non è la guerra che importa, è quel che accade dopo. Il mondo in cui anneghiamo, quel mondo dell'odio, degli slogan. Le camicie colorate, il filo spinato, i manganelli di gomma...E le processioni, i manifesti con volti enormi, e le folle di un milione di persone che esultano per il capo fino a che non rimbambiscono se stesi al punto da credere che lo adorano davvero e per tutto il tempo, dentro, lo odiano al punto da voler vomitare.

Succederà tutto questo. Oppure no? In alcuni giorni so che è impossibile, in altri so che è inevitabile. Quella sera, comunque, sapevo che sarebbe accaduto.


Perchè qualcuno, che non sia morto dal collo in su, dovrebbe dubitare che ci siano tempi brutti in arrivo? Non sappiamo nemmeno cos'è, eppure sappiamo che sta arrivando. Forse una guerra, forse un crollo...Ovunque ci stiamo dirigendo, stiamo cadendo in basso. Nella tomba, nella fogna. Non si sa nulla. E non si può affrontare quel genere di cose a meno che non si abbia dentro il giusto stato d'animo.

C'è qualcosa che abbiamo perso in questi ultimi vent'anni dopo la guerra. E' una sorta di succo vitale che abbiamo spremuto fuori finchè non è rimasto nulla.

E' tutto un correre di qua e di là! Un eterno arrabattarsi per un po' di contante. Un eterno frastuono di autobus, bombe, radio e squilli di telefono. I nervi a pezzi, gli spazi vuoti nelle nostre ossa, al posto del midollo...


Vi dirò quello che la mia permanenza a Lower Binfield mi aveva insegnato, e cioè questo: accadrà tutto. Tutte le cose che si sospettano, le cose di cui si ha il terrore, quelle che ci si convince non siano altro che incubi o che accadano solo nei paesi stranieri. Le bombe, le file per il cibo, i manganelli di gomma, il filo spinato, le camicie colorate, gli slogan, i volti enormi e le mitragliatrici che sparano dalle finestre delle camere da letto. Accadrà tutto...Non c'è scampo. Potete opporvi, se volete, o guardare dall'altra parte e fingere di non accorgervene, o prendere la vostra chiave inglese per spaccare un po' di facce insieme agli altri. Ma non c'è via d'uscita.

E' solo qualcosa che accadrà.


George Orwell, Una boccata d'aria, 1939




giovedì 20 ottobre 2022

un pazzo di scienza

 

Vi ricordate di quando il vecchio Cossiga iniziò a picconare a destra e a manca ?

Fra mille deliri alzheimeriani, scaturivano però dalle sue parole vari brandelli di verità.

Nascoste, coperte, mistificate, sussurrate da tempo.

Lo stesso sta avvenendo ora con il vecchio Berlu.

I megalomani non accettano di perdere vita e potere e lanciano i loro ultimi ululati.

Soprattutto contro i giovani lupi che, dopo essere stati allattati e coccolati a lungo, ora vogliono prendersi il branco.

Ma -inutile girarci intorno- la ricostruzione che ha dato del perché si è giunti alla guerra in Ucraina è condivisibile e realistica, suffragata dalla successione storica degli eventi.

Nell'ordine:

  • se si fossero davvero implementati gli accordi di Minsk (e i garanti di quell'accordo fossero intervenuti a correggere l'atteggiamento successivo dell'Ucraina), Putin avrebbe proseguito a ritenere più conveniente non avviare l'operazione speciale;

  • se Nato e Usa non avessero già da tempo trasformato l'Ucraina stessa in un loro protettorato economico ed in un loro avamposto militare anti-russo, Putin non avrebbe invaso quel paese;

  • se l'Occidente non avesse creato le condizioni per circondare la Russia, espandendosi non solo nei paesi europei al confine (quelli ex Patto di Varsavia), ma facendo balenare l'inclusione anche dell'Ucraina nella Nato, Putin non sarebbe intervenuto militarmente;

  • se l'Ucraina non fosse armata e foraggiata ampiamente da tutti i paesi occidentali, la guerra si sarebbe conclusa in breve, senza le attuali ricadute economiche sull'Europa e senza lo spargimento di sangue e distruzioni in quel territorio;

  • se oggi non partono una tregua, un cessate il fuoco, una trattativa è perché siamo noi a non volerla e a non cercarla; spettava all'Europa ( e non certo a Biden, Putin o Zelenski) fare da mediatrice, ed abbiamo scelto (dovuto scegliere) l'opposto, contro i nostri stessi interessi;

  • tutto questo, alla fine (ed anche su questo Berlu ha ragione), favorirà soltanto gli USA (a breve) e la Cina (a discapito degli USA e dell'Europa, e della stessa Russia) a medio-lungo termine.






mercoledì 19 ottobre 2022

università al crollo

 

Quel che è accaduto stanotte nei pressi della mia facoltà merita soltanto un funereo silenzio.

Inutile parlare, protestare, recriminare, auspicare, pregare.

Tutto è già stato detto.

E tutto appare paradossale.

Paradossale che il crollo sia avvenuto proprio a Geologia (facoltà che non frequenta quasi più nessuno, non a caso, visto che nessuno considera i geologi e li lasciano blaterare -per un attimo- solo dopo i crolli).

Paradossale che i nostri consigli di dipartimento si riunissero proprio lì (anche due settimane fa) e che discutessero di usare i fondi del PNRR per digitalizzare l'università, mentre le aule implodono.

Paradossale che questo fatto, anziché favorire la manutenzione e la sicurezza dei luoghi, porterà ad un aumento della paura a frequentare (già indotta dal Covid) e favorirà una ulteriore richiesta di DAD da parte di molti studenti (e colleghi).

Paradossale che si usino i soldi pubblici per iniziative di puromarketing, ci si riempia la bocca di internazionalizzazione e successi mai raggiunti, e poi non si riesca a tenere in piedi gli edifici come se vivessimo in un qualche paese del terzo mondo.

Paradossale che si continui a cercare la crescita, mentre dovremmo (e potremo) soltanto mantenere qualcosa di quel che abbiamo, ed anche a fatica.

martedì 18 ottobre 2022

fascisti versus fashisti

 

Cosa ci dicono questi giorni di pre-governo Meloni ?

Che la maggioranza Laruss-Ursula (quella che copre tutta la destra, da Meloni a Renzi, con qualche spruzzata anche dentro il PD) sarà la vera maggioranza in Italia.

Anche Berlu ci starà (anche si è astenuto sulla votazione del presidente al Senato, per pura ripicca): non ha alternativa, glielo hanno ricordato i suoi figli ed i suoi compari di partito.

E ieri è dovuto già tornare ed inginocchiarsi a Canossa.

Perchè Forza Italia è sopravvissuta negli anni ai (finti) attacchi della (finta) opposizione e a quelli della magistratura, ma è molto improbabile che possa sopravvivere alla tenaglia che le accoppiate Meloni-Salvini e Renzi-Calenda le stanno creando attorno.

La spolperanno pian piano, e per salti (come già accaduto con vari importanti esponenti, già nell'ultima legislatura).

Forza Italia, comunque, finirà -ormai è chiaro- solo con la morte del suo fondatore.


Purtroppo, non vedo all'orizzonte spolpatori anche per il PD e non credo che -alla fin fine-si spolperà da solo.

Renzi ci aveva provato, ma ha fallito: ecco perché ora si rivolge a destra.

Con Calenda, il gatto e la volpe attendono il fallimento del governo Meloni per riproporsi e riproporre la solita minestra in salsa UE (detta, qui da noi, agenda Draghi).

Quelli che si fanno chiamare 'moderati' infatti non sono altri che estremisti del liberismo mercatista (cioè quelli che ci governano e dominano da almeno tre decenni, dopo la catastrofe sovietica e la fine del consociativismo social-democratico-cristiano).

Sono sempre loro, lì, in attesa.

L'unico vero avversario del neo-fascismo è e sarà il neo-fashismo dell'establishment.

Fontana non dovrà lottare contro i valori della sinistra, ma contro quelli del fashionismo imperante.

E non è detto che ce la possa fare così agevolmente, visto che neppure la Chiesa cattolica ce l'ha fatta.

Il culturame fashionista è infatti talmente diffuso nella società (questa è stata la vittoria reale del berlusconismo, al di là delle sue circonvoluzioni elettorali) che qualunque altro richiamo (al passato o al futuro) che lo contesti non pare destinato al successo.

Quel che il neofashismo prevede e costruisce, infatti, è solo un eterno presente (delle mode, dello spettacolo, del consumo).

L'unica alleata possibile del tradizionalismo 'Dio Patria Famiglia' (sempre che davvero ci credano i suoi alfieri) potrebbe essere proprio quella catastrofe economica che ci indurrebbe forzatamente a ridurre spettacoli e consumi.

A quel punto, potremmo vivere un completo trionfo del neofascismo classicamente inteso.

Ma non sarà facile, né per loro né per noi, comunque vada.

sabato 15 ottobre 2022

come si lotta in tempo di guerra?

 

La destra non fa sconti e non media: sceglie due veri e dichiarati neofascisti a presiedere le Camere.

Due 'Dio, Patria, Famiglia', com'è giusto che sia.

Il 'politicamente corretto' va finalmente in soffitta, il conflitto è aperto.

Da parte loro, ed anche al loro interno.

Basta con i buonismi e le tolleranze liberal, con le parole soffuse e le scelte fashion, stile PD.

Basta con la 'moral suasion' mattarelliana e con il cerchiobottismo Fabio-Fazioso.

Che anche le opposizioni facessero di nuovo le opposizioni ed accettassero la radicalità dello scontro, aprissero i loro conflitti e non subissero soltanto quelli degli altri !

Una democrazia ne avrebbe bisogno come l'aria.

É incredibile che solo la destra ne sia capace.

Ed è per questo che vince.


La società va verso il modello della spaccatura.

La crescente divaricazione economica si manifesta finalmente anche in politica.

Il paese entra da oggi in una fase di guerra civile dichiarata.

Sempre che in Italia esista ancora una società civile che non coincida con la destra.

Come ancora si può vedere -almeno in parte- in Francia.

Non che ottengano granchè, ma almeno lì si lotta e la sinistra cresce nei consensi.

Ma perché Melenchon crescesse ci sono voluti la dèbacle ed il suicidio non assistito dei socialisti e del vecchio PCF.

Attendiamo buone nuove di questo tipo anche in Italia.

Altrimenti proseguiremo a non poter sperare più in nulla, né di buono né di nuovo.

Ci resteranno, in cambio, solo esseri spettrali alla Speranza, ectoplasmi simil-Letta, ameboidi alieni renziani e calendiani, proverbiali sapienti bersaniani d'antan.


Mentre la destra fa e dichiara guerra, a noi e ai russi, i pacifisti vanno a promuovere una manifestazione imbelle e all'acqua di rose, in cui si cerca di imbarcare ancora tutti quelli che ci stanno, PD incluso: sì ad armare l'Ucraina, ma anche (veltronianamente) sì alla tregua e alla trattativa.

Possibile che non si sia ancora capito che soltanto una scelta di difesa non armata ed il rifiuto assoluto della guerra, senza se e senza ma, potrà far rinascere un movimento che lotta per la pace?

Possibile che ancora si balbettino vuoti auspici, proseguendo -dopo otto mesi di guerra ed escalation senza rimedio- a mostrarsi incapaci di fare una scelta antimilitarista e nonviolenta integrale?

La destra vince anche così: perché il conflitto non viene aperto in profondità, alla base dei reciproci valori, ma permane vago, ondeggiante, incerto, opaco.

Il conflitto di valori e prospettive va invece posto nettamente e vissuto pericolosamente: da una parte chi vuole e fa la guerra, dall'altra chi non la vuole e non la fa.

Solo così -paradossalmente- si potrà prender parte alla guerra (civile e mondiale) in corso.

La destra, ieri, ci ha dato l'esempio.

Seguiamolo, dalla nostra parte, se c'è (o se, almeno, vogliamo pensare che potrà esistere).








mercoledì 12 ottobre 2022

ininfluenza assoluta

 

Quando gli Stati Uniti facevano quel che ora fanno i russi (contro Serbia o Iraq o Afghanistan o...) toccava a noi organizzare marce e cortei per la pace.

Solo noi andavamo in strada (con risultati sinceramente scarsi) e venivamo definiti anti-americani.

Ora è in discussione la legittimità stessa di manifestare per la pace: chi è pacifista è filo-russo ed anti-europeo (oltre che, come sempre, anti-americano).

La pace stessa è diventata inevitabilmente una parolaccia: perché può essere pronunciata soltanto da chi la invoca mentre fa la guerra e perché è finita in mano a quegli stessi partiti che hanno votato per la guerra (incluse le verginelle di Giuseppe Conte).

Ma, d'altronde, di cosa stiamo parlando?

Di fare o non fare un corteo per la pace e contro l'Armageddon nucleare.

Qualcosa oggi di totalmente inutile, di assolutamente ininfluente.

Se i potenti decidono di fare la guerra, la fanno (la stanno facendo).

Se decidessero di usare il nucleare tattico, lo faranno.

E da lì l'escalation verso la guerra nucleare globale sarebbe irreversibile.

Non c'è nulla che si possa fare ora.

Neppure da parte degli stessi governanti: il processo della guerra si alimenta da sé e non si può fermare.

Lo vediamo ogni giorno: ogni atto ne chiama un altro, ogni atto dell'uno è provocato dall'altro, ed ogni altra possibilità è esclusa.

É giunto il momento di pagare il conto.

Quel che andava fatto non è stato fatto, ed anzi abbiamo fatto esattamente quel che non andava fatto (produrre e vendere armi, fra l'altro...).

A cosa ci vogliamo attaccare ancora ?

Come dice la pubblicità di un surgelato: 'Siamo onesti!'.


Onestamente parlando, si dovrebbe ammettere che l'opinione pubblica non può più pesare perché molto semplicemente 'non c'è più'.

É solo una creazione dei media e dei social che, così come la fanno, la disfano.

Oggi infatti abbiamo e siamo soltanto un pubblico: ed il pubblico applaude o fischia, chiede il bis, urla o piange commosso, ma non può fare niente di meglio o di più.

Quando lo spettacolo finirà, questo stesso pubblico resterà stupito ed attonito e farà finta -ancora una volta- che tutto sia accaduto all'improvviso, imprevedibilmente, irrazionalmente e in un attimo.

Parleremo (se ci sarà ancora tempo e modo) di follia, di azzardo, di assurdità.

Diremo che quel che sta per accadere era inconcepibile.

Ed invece saremo noi, specie umana sapiens sapiens, ad averlo concepito, preparato e realizzato (o, perlomeno, permesso).

L'anestesia è totale: il pubblico vuole solo distrarsi, divertirsi, gozzovigliare tanto più proprio quanto più sale l'angoscia di sottofondo, la difficoltà (anche materiale) a vivere, la sensazione pervasiva di essere soltanto degli ostaggi in mano a dei criminali di professione.

Appare come un nuovo fato, infatti, quello a cui siamo sottoposti e a cui non riusciamo a sottrarci.

Non ci resta che una possibilità, se vogliamo restare umani: quella di deprimerci con coraggio.







giovedì 6 ottobre 2022

le giuste parole

 

Ora si discute se i ministri saranno tecnici o politici.

Si insiste che il governo sarà politico e che quando un tecnico va al governo diviene 'politico'.

Ma è vero l'inverso: tutto è tecnico, e non esiste più il politico.

Se uno fa il ministro lo farà tecnicamente, perchè non ha alternative.

Torniamo alla 'direzioni tecniche obbligate': ecco perchè la Meloni deve parlare con Draghi.

Non perchè lui fosse l'ex premier, ma perchè lei deve apprendere compiutamente e diligentemente il know-how tecnico per poter governare.

Se ancora esistesse la politica come gestione della tecnica non ci troveremo nella fase del dominio della tecnica.

Quindi, qualunque governo è stato e sarà tecnico, perlomeno a partire dal XXI secolo.


Noi abbiamo di fronte un governo di destra.

Il centro-destra non esiste.

Chi è liberista è di destra, perchè fa politiche di destra.

Anche se Berlusconi fa parte del PPE, ha sempre fatto e sostenuto scelte di pura destra.

Sono di destra anche Renzi e Calenda: inutile che provino a situarsi al centro, perchè il centro è occupato dal PD, che non è mai stato un partito di sinistra, ma l'unico vero partito centrista-liberal nel nostro paese.

Se il PD è di centro (come già decretò giustamente Ingrao quando scelse di non entrare nel Pds), chi sta attualmente a sinistra? Poca roba ed abbastanza vetero, sinceramente.


Dov'è la vittoria?

Con poco più di 7 milioni di voti la Meloni ne governerà 60.

Ormai basta un decimo dei cittadini e li governi tutti, proclamando di aver stravinto.

Accade già da tempo negli USA, ed ora da noi, in tutte le democrature d'occidente.

Putin dice di aver vinto, avendo acquisito ed annesso un sesto dell'Ucraina.

Intanto fa un referendum che nessuno riconosce oltre a lui.

Zelenski dice che sta vincendo e che si riprenderà tutto, anche la Crimea.

Intanto fa un decreto che vieta i negoziati con il nemico.

E nessuno gli ride in faccia.

I russi dicono che potrebbero usare il nucleare per vincere.

Gli statunitensi dicono che anche loro possono usarlo per vincere, e vinceranno.

Tutti vincono.

Ma è sempre più chiaro chi perderà: il pianeta, i viventi e tutti noi insieme.

















lunedì 3 ottobre 2022

Giorgia contro Tina

 

'Qui da voi non è niente' - mi disse.

Mi raccontò della Germania e delle carceri in Spagna. Mentre parlava mi venivano i sudori.

'Abbiamo contro tutto il mondo -mi diceva- Non farti illusioni. É questo che qui non volete capire.

Difendono il piatto e la tasca,i borghesi. Sono pronti a far fuori metà della terra, a scannare i bambini, pur di non perdere la greppia e lo staffile. Arriveranno anche in Italia, sta' sicuro. Parleranno magari di Dio e della mamma...'

(C. Pavese, Il compagno, 1947)


Lo slogan della campagna elettorale di Bolsonaro era 'Dio, Patria, Famiglia e Libertà'.

Mi pare che coincida con quello di Fratelli d'Italia o di Vox.

Con questi slogan hanno vinto e vincono.

Bolsonaro -nonostante un mandato gestito disastrosamente- ha preso ieri 50 milioni di voti e andrà comunque al ballottaggio.

D'altra parte, che dire di un fronte opposto che ancora deve affidarsi ad un catorcio come Lula?

Il vecchio che avanza (e che è avanzato da quel che resta di un passato sporco e scolorito) contro il nuovo che arretra?

E questa sarebbe un'alternativa?


Non mi dilungo su Dio, Patria e Famiglia.

É soltanto fumo da retori, che attrae ed emoziona, ma conta solo come cinica copertura del male.

La parola più pericolosa è Libertà.

Che cosa intendono (intendiamo?) infatti per essa?

Sempre ieri l'ineffabile Cingolani spiegava in tv perché la Meloni stesse già imparando da Draghi come affrontare la crisi energetica.

Ha detto che per lei, come per loro, non c'erano alternative possibili perché si trattava di una 'direzione tecnica obbligata' che richiedeva una 'continuità necessaria nella responsabilità di governo'.

Nessuna libertà di manovra, quindi.

Ma questa è la Libertà di cui parlano.

Perchè quel che conta è seguire la strada già tracciata in economia per il bene del paese, per salvaguardare la sua libertà.

Ecco il paradosso: per dirci liberi, dobbiamo proseguire a fare come chi ci ha preceduto, senza alcuna possibilità di cambiare.

Se la Meloni cambiasse, verrebbe divorata dai mercati e dallo spread (Berlusconi docet).

Se la Meloni, però, non cambia strada, alle prossime elezioni avrà la stessa sorte di Lega e M5S.

Nel primo caso, tornano al potere i tecnici competenti.

Nel secondo caso, ci si affiderà all'ennesima novità di turno o si voterà turandosi il naso ed anche altri meno nobili fori.

E il toto-truffa continuerà, sino a quando ci sarà qualcuno che andrà a votarli.


Ma la questione più grave, triste e pericolosa per la libertà delle nostre vite è -e soprattutto sarà- un'altra.

In cambio della stabilità economica (ridefinita -vedi sopra- come Libertà) -e sempre che la Meloni riesca a garantirla, vista la situazione mondiale- rinunceremo ancora ad altri pezzi di vera libertà e di vera democrazia.

La borghesia e le èlite economico-finanziarie sono interessate in primo luogo al denaro e alla produzione; il resto è opzionale.

Se c'è è meglio, anche per loro. Ma se non ci può essere, meglio tenersi il malloppo a discapito di tutto.

Il XX secolo ce l'ha già insegnato.

Ma cosa abbiamo davvero appreso da allora?

domenica 2 ottobre 2022

catastrofi possibili e catastrofiche possibilità

 

L'estate finisce ed inizia l'autunno.

Il declino, già in corso da tempo, vira ormai verso la caduta libera (e non solo delle foglie).

Ed un lungo, terribile inverno non tarderà ad arrivare.

Stiamo entrando -di fatto- in un'economia di guerra.

Continuano a rinviare, ridimensionare, rassicurare, ma nel frattempo molte cose accadono, sempre più gravi per chi sa vedere.


La guerra si fa permanente e chiude ogni possibilità di soluzione che non sia la distruzione di entrambe le parti in campo, con ogni mezzo (ricatti e sabotaggi reciproci, vendette incrociate e minacce nucleari sempre più realistiche).

Lo so che sembra assurdo, ma ci toccherà morire per Kiev.


L'economia, già asfittica da tempo, procede verso l'asfissia: sempre meno lavoro, sempre meno risorse, sempre meno scambi. In una parola: decrescita (forzata).

I ricchi si arricchiscono, i ceti medi si impoveriscono, i poveri disperano.

Le società si spezzano, crescono odio e risentimento al loro interno e verso i nemici che stanno oltre confine.


I cataclismi climatici divengono normalità dell'emergenza quotidiana.

Anche l'aria, il cielo, il sole, i fiumi ed i mari (dopo i batteri ed i virus) divengono nemici da cui proteggerci e da combattere, per poter anche soltanto sopravvivere.

La transizione ecologica si rivela per quel che è sempre stata: solo una parola vuota, buttata là per rassicurarci sulla nostra buona volontà.


In un contesto di questo genere l'unica parola che vale è solo questa: si salvi chi può.

E chi può (finanziariamente, militarmente, energeticamente) sta già provando a salvarsi da solo.

Altro che Unione Europea!

L'Europa si divide ora anche sull'economia, unico punto di condivisione reale nella sua breve storia.

Gli stati la parassitano se dà denaro con il PNRR, ma la mollano su tutto il resto.


Perchè stupirsi quindi se anche qui da noi torna ad essere premiata la logica autocratica dell'Italy first?

I voti alla destra ed il suo successo dimostrano che:

  • i governi liberisti e guerrafondai favoriscono l'ascesa delle destre;

  • non esiste un nazionalismo sovranista democratico, ma soltanto fascista;

  • è finita definitivamente l'epoca della retorica antifascista;

  • non c'è spazio (politico, prima ancora che elettorale) per una vera alternativa sino a quando sopravviverà il PD;

  • l'unica area sempre crescente è e sarà quella dell'astensione.


Se vogliamo tener conto di queste evidenze, le mie riflessioni possibili su un futuro politico alternativo (per quel che potrà contare, considerata la catastrofe che sta per sommergerci) sono al momento le seguenti:

-Pars destruens: Il fascismo nel quale già viviamo se ne frega di quasi venti milioni di cittadini che non votano.

Se gli astensionisti non si organizzeranno attivamente, non conteranno mai; non importa che le loro visioni siano disomogenee, l'unico obiettivo della loro campagna dovrà essere soltanto quello di boicottare le elezioni, paralizzarne il regolare funzionamento e renderle inutilizzabili anche per chi prosegue a votare;

-Pars construens: Il Partito Democratico è giunto al capolinea e deve scomparire: l'esperimento, mai davvero decollato, è fallito (e non sono io a dirlo).

Lo so che i piccoli e grandi gattopardi sono lì pronti e sapranno ancora una volta cambiare perché nulla cambi. Ma la sua dissoluzione potrebbe favorire l'apertura di un processo politico alternativo, coerentemente anti-liberista, non sovranista ed ecologista.

Difficile crederci ora: resta molto improbabile, ma -almeno in via teorica- si apre una fase in cui esso torna ad essere perlomeno possibile.

ps: nei giorni scorsi ho presentato per due volte (e per la prima volta), a Roma e Prato, il mio Homo homini ludus. se volete vedere i video andate su youtube (un amico mi ha filmato e registrato integralmente, senza il mio benvolere, ma...):

 

Parte 1.

https://www.youtube.com/watch?v=3-Hoa-dBiww

Parte 2.


Parte 3.


Parte 4.