lunedì 3 ottobre 2022

Giorgia contro Tina

 

'Qui da voi non è niente' - mi disse.

Mi raccontò della Germania e delle carceri in Spagna. Mentre parlava mi venivano i sudori.

'Abbiamo contro tutto il mondo -mi diceva- Non farti illusioni. É questo che qui non volete capire.

Difendono il piatto e la tasca,i borghesi. Sono pronti a far fuori metà della terra, a scannare i bambini, pur di non perdere la greppia e lo staffile. Arriveranno anche in Italia, sta' sicuro. Parleranno magari di Dio e della mamma...'

(C. Pavese, Il compagno, 1947)


Lo slogan della campagna elettorale di Bolsonaro era 'Dio, Patria, Famiglia e Libertà'.

Mi pare che coincida con quello di Fratelli d'Italia o di Vox.

Con questi slogan hanno vinto e vincono.

Bolsonaro -nonostante un mandato gestito disastrosamente- ha preso ieri 50 milioni di voti e andrà comunque al ballottaggio.

D'altra parte, che dire di un fronte opposto che ancora deve affidarsi ad un catorcio come Lula?

Il vecchio che avanza (e che è avanzato da quel che resta di un passato sporco e scolorito) contro il nuovo che arretra?

E questa sarebbe un'alternativa?


Non mi dilungo su Dio, Patria e Famiglia.

É soltanto fumo da retori, che attrae ed emoziona, ma conta solo come cinica copertura del male.

La parola più pericolosa è Libertà.

Che cosa intendono (intendiamo?) infatti per essa?

Sempre ieri l'ineffabile Cingolani spiegava in tv perché la Meloni stesse già imparando da Draghi come affrontare la crisi energetica.

Ha detto che per lei, come per loro, non c'erano alternative possibili perché si trattava di una 'direzione tecnica obbligata' che richiedeva una 'continuità necessaria nella responsabilità di governo'.

Nessuna libertà di manovra, quindi.

Ma questa è la Libertà di cui parlano.

Perchè quel che conta è seguire la strada già tracciata in economia per il bene del paese, per salvaguardare la sua libertà.

Ecco il paradosso: per dirci liberi, dobbiamo proseguire a fare come chi ci ha preceduto, senza alcuna possibilità di cambiare.

Se la Meloni cambiasse, verrebbe divorata dai mercati e dallo spread (Berlusconi docet).

Se la Meloni, però, non cambia strada, alle prossime elezioni avrà la stessa sorte di Lega e M5S.

Nel primo caso, tornano al potere i tecnici competenti.

Nel secondo caso, ci si affiderà all'ennesima novità di turno o si voterà turandosi il naso ed anche altri meno nobili fori.

E il toto-truffa continuerà, sino a quando ci sarà qualcuno che andrà a votarli.


Ma la questione più grave, triste e pericolosa per la libertà delle nostre vite è -e soprattutto sarà- un'altra.

In cambio della stabilità economica (ridefinita -vedi sopra- come Libertà) -e sempre che la Meloni riesca a garantirla, vista la situazione mondiale- rinunceremo ancora ad altri pezzi di vera libertà e di vera democrazia.

La borghesia e le èlite economico-finanziarie sono interessate in primo luogo al denaro e alla produzione; il resto è opzionale.

Se c'è è meglio, anche per loro. Ma se non ci può essere, meglio tenersi il malloppo a discapito di tutto.

Il XX secolo ce l'ha già insegnato.

Ma cosa abbiamo davvero appreso da allora?

1 commento:

  1. " Tutto cambia perché nulla cambi" , espressione letteraria che credo possa essere plausibilmente attuale e pertinente in questo mefitico e paludoso scenario...

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