mercoledì 12 ottobre 2022

ininfluenza assoluta

 

Quando gli Stati Uniti facevano quel che ora fanno i russi (contro Serbia o Iraq o Afghanistan o...) toccava a noi organizzare marce e cortei per la pace.

Solo noi andavamo in strada (con risultati sinceramente scarsi) e venivamo definiti anti-americani.

Ora è in discussione la legittimità stessa di manifestare per la pace: chi è pacifista è filo-russo ed anti-europeo (oltre che, come sempre, anti-americano).

La pace stessa è diventata inevitabilmente una parolaccia: perché può essere pronunciata soltanto da chi la invoca mentre fa la guerra e perché è finita in mano a quegli stessi partiti che hanno votato per la guerra (incluse le verginelle di Giuseppe Conte).

Ma, d'altronde, di cosa stiamo parlando?

Di fare o non fare un corteo per la pace e contro l'Armageddon nucleare.

Qualcosa oggi di totalmente inutile, di assolutamente ininfluente.

Se i potenti decidono di fare la guerra, la fanno (la stanno facendo).

Se decidessero di usare il nucleare tattico, lo faranno.

E da lì l'escalation verso la guerra nucleare globale sarebbe irreversibile.

Non c'è nulla che si possa fare ora.

Neppure da parte degli stessi governanti: il processo della guerra si alimenta da sé e non si può fermare.

Lo vediamo ogni giorno: ogni atto ne chiama un altro, ogni atto dell'uno è provocato dall'altro, ed ogni altra possibilità è esclusa.

É giunto il momento di pagare il conto.

Quel che andava fatto non è stato fatto, ed anzi abbiamo fatto esattamente quel che non andava fatto (produrre e vendere armi, fra l'altro...).

A cosa ci vogliamo attaccare ancora ?

Come dice la pubblicità di un surgelato: 'Siamo onesti!'.


Onestamente parlando, si dovrebbe ammettere che l'opinione pubblica non può più pesare perché molto semplicemente 'non c'è più'.

É solo una creazione dei media e dei social che, così come la fanno, la disfano.

Oggi infatti abbiamo e siamo soltanto un pubblico: ed il pubblico applaude o fischia, chiede il bis, urla o piange commosso, ma non può fare niente di meglio o di più.

Quando lo spettacolo finirà, questo stesso pubblico resterà stupito ed attonito e farà finta -ancora una volta- che tutto sia accaduto all'improvviso, imprevedibilmente, irrazionalmente e in un attimo.

Parleremo (se ci sarà ancora tempo e modo) di follia, di azzardo, di assurdità.

Diremo che quel che sta per accadere era inconcepibile.

Ed invece saremo noi, specie umana sapiens sapiens, ad averlo concepito, preparato e realizzato (o, perlomeno, permesso).

L'anestesia è totale: il pubblico vuole solo distrarsi, divertirsi, gozzovigliare tanto più proprio quanto più sale l'angoscia di sottofondo, la difficoltà (anche materiale) a vivere, la sensazione pervasiva di essere soltanto degli ostaggi in mano a dei criminali di professione.

Appare come un nuovo fato, infatti, quello a cui siamo sottoposti e a cui non riusciamo a sottrarci.

Non ci resta che una possibilità, se vogliamo restare umani: quella di deprimerci con coraggio.







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