Cari
amici del Movimento 5 Stelle,
prima
di tutto vorrei presentarmi: mi chiamo Enrico Euli, ho quasi 53 anni,
di cui almeno trenta dedicati alla formazione nonviolenta dei
movimenti sociali e politici (ecopacifisti e no-global, ma non
solo...).
Da
dieci faccio il ricercatore all'Università di Cagliari, dove insegno
Metodologie del gioco e del lavoro di gruppo nei corsi di Scienze
della Formazione.
Il
corso di quest'anno è dedicato alla 'pedagogia delle catastrofi',
tema sul quale lavoro da qualche tempo ed al quale ho dedicato i miei
ultimi libri (Casca il mondo! Giocare con la catastrofe (2007) e
Imparare dalla catastrofi (2012)).
Non
ho mai avuto tessere di partito, se escludiamo la prima fase dei
Verdi, in cui sono stato vicino a Roberto Cotti, vostro attuale
senatore, di cui sono amico da tempo.
Da
qualche tempo, tengo anche un blog, Saturnalia, in cui provo anch'io
ad abbaiare alla luna.
Alle
ultime elezioni non ho votato, ma -se l'avessi fatto- avrei votato
per voi.
Da
tempo vorrei scrivervi.
Questa
mi sembra la sera giusta...
Dalla
disaffezione alla defezione.
Il
vostro ingresso nel teatro politico ha senz'altro generato in esso un
primo, importante scossone: ha riportato all'iniziativa e all'impegno
(o, perlomeno, al voto) milioni di persone che parevano destinate al
silenzio, alla rassegnazione o ad una deriva distruttiva e violenta.
Ha
dato un primo sbocco a quella che comunemente viene definita
'disaffezione' dalla politica di partiti ed istituzioni
sedicenti 'democratici'.
In
questi ultimi mesi, però, stiamo anche assistendo -spesso impotenti-
a tutte le forme di resistenza, manipolazione e mistificazione di cui
il sistema tradizionale appare ancora capace.
Esso
rivela, almeno a breve, uno stomaco di struzzo di notevoli
dimensioni, capace di digerire e triturare tutto, forse anche voi.
Da
quel che leggo e sento, nonostante i vostri generosi tentativi di
opposizione e innovazione dall'interno, mi pare che il sistema rischi
di inglobarvi e neutralizzarvi, più che farvi riuscire -al
contrario- a realizzare quel suo 'cambiamento catastrofico'
che -giustamente- vi ripromettete.
Non
so se condividete questa analisi, ma per me questo ora non è
comunque la cosa più importante.
Mi
interessa parlare, invece, del futuro, anche prossimo: quello che si
avvicina, e ci conduce inesorabilmente verso le elezioni europee e,
spero al più presto -ma ne dubito fortemente-, nazionali.
Condividiamo,
credo, l'idea che questi due appuntamenti dovrebbero generare un
secondo, decisivo scossone, tale da rivoltare gli equilibri delle
attuali istituzioni politiche.
Perchè
questo avvenga è necessario spostare ancor di più masse enormi di
elettorato verso il M5S, a discapito -da un lato- dei partiti
tradizionali e -dall'altro- dell'astensionismo.
Il
mercato elettorale è oggi infatti diviso sostanzialmente in quattro:
il
60 % vota (e si divide in tre), il 40% non vota (o vota scheda
bianca/nulla).
Il
M5S sembrerebbe avere davanti a sé due strade:
- Proseguire nel tentativo di pescare nuovi voti nell'area dei votanti che ancora non lo votano; mi pare -sinceramente- una via impervia, sulla quale non sarà possibile andare molto oltre i frutti già raccolti; il centro-sinistra ed il centro-destra rappresentano un coacervo di interessi, di poteri forti e di rimozioni-assuefazioni talmente potenti e persistenti da non farci sperare in crolli improvvisi tali da rimpinguare ulteriormente il vostro consenso.
- Proseguire nel tentativo di ridurre l'area dell'astensione; mi pare che anche questa strada sia piuttosto improbabile, se non in misura minima e non tale -comunque- da generare spostamenti notevoli di voti. Lo scontento è crescente, e crescerà ancora, in particolare verso l'Europa. E si manifesterà, probabilmente, con una fortissima crescita dell'astensione proprio alle prossime elezioni per il nuovo Parlamento europeo.
Da
psicologo non praticante (e da astensionista) direi: è
più facile che proseguano ad astenersi e non che riprendano a votare
e votare Cinque Stelle.
Non
sarebbe meglio che il M5S facesse votare se stesso, invece, proprio
invitando tutti ad astenersi ?
Se
Maometto non va alla montagna...
Da
esperto di gioco direi questo: che il gioco è truccato, e
siamo circondati da maggioranze di giocatori che -oltretutto- barano,
col consenso del banco.
Se
non riusciamo a far saltare il banco e a cambiare gioco, giocare è
inutile perchè non possiamo vincere anche quando vinciamo (come
dimostra quel che è avvenuto dopo le ultime elezioni).
Voi
direte: non abbiamo vinto abbastanza, dobbiamo andare oltre e
stravincere, trionfare: solo così li manderemo a casa!
Ma
c'è molto da dubitare che si possa stravincere e che se ne vadano,
se stiamo al (loro) gioco.
E
da persuaso nonviolento, quindi,
aggiungerei: è giunto il momento di non collaborare più al loro
gioco, di boicottarlo, e di iniziare a giocarne un altro, il nostro.
Passare,
cioè, dalla disaffezione alla defezione.
Verso
una non-collaborazione attiva, pubblica, condivisa.
A
mio parere, è giunto il tempo per il M5S di animare una campagna
politica di massa per boicottare le prossime elezioni politiche.
Se
vogliamo davvero delegittimare il sistema dei partiti e condurlo alla
sua disfatta totale, dobbiamo smontare il suo giocattolo principale,
che è rappresentato indubitabilmente proprio dal rito elettorale.
Per
giungere a questo si dovrà riuscire a trasformare l'astensione da
azione individuale a scelta collettiva e condivisa; da atto
clandestino a impegno pubblico e politico; da segno di impotenza e
sterile protesta a forma di lotta e di (ri)presa del potere di
cittadinanza.
Cosa
può significare questo, tecnicamente ?
Dovremmo
ovviamente discuterne a lungo, laddove condivideste l'idea.
Al
momento, mi vengono in mente tre possibilità concrete e
realizzabili, tra loro peraltro compatibili:
- animare un appello pubblico al non-voto, in cui milioni di persone si dichiarano indisponibili ad andare alle urne, inutilmente, ancora una volta;
- far modificare la scheda elettorale, in modo tale che -tra i vari simboli- compaia anche (come già accade in alcuni stati USA) il simbolo 'nessuno di loro';
- andare al seggio, farsi dare la scheda e renderla indietro, chiedendo che l'azione di rifiuto venga registrata e illustrata nelle sue motivazioni (una legge ce lo consente).
Credo
che un'azione nonviolenta di tale portata, perfettamente legale ma
così fortemente innovativa, provocatoria e disobbediente,
accrescerebbe notevolmente l'impatto del M5S sul sistema
politico-istituzionale ed il suo prestigio in Europa e nel mondo.
Non
vado oltre per stasera,
Se
foste interessati anche solo a discutere di questa possibilità sono
ovviamente disponibile a proseguire con voi questa conversazione.
Immagino
che vi arrivino decine di proposte come queste, più o meno valide o
strampalate.
Ed
immagino che siate, come dire, abbastanza oberati.
Quindi,
per ora saluto e vi auguro buon lavoro e buona vita
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