Tony Hastings era una persona civile, veniva da una famiglia perbene, gente colta e intellettuale, di buone maniere e generosa...Gli avevano insegnato a odiare i pregiudizi e la crudeltà...Leggeva libri, ascoltava musica, suonava il piano e aveva i quadri della moglie appesi alle pareti della sua casa circondata da un prato dove cresceva una quercia. Teneva un diario. A volte lo coglieva il sospetto che essere una persona civile nascondesse una grande debolezza, ma siccome non riusciva a concepire un rimedio si era aggrappato a quel suo modo di vivere e ne aveva fatto un punto di orgoglio.
Prima che accadesse ciò che era accaduto, la sua grande paura era stato il crollo della civiltà; temeva di ritrovarsi in mezzo alle macerie. Per colpa della guerra atomica, o dell'anarchia, o del terrorismo. Che cosa terribile per l'umanità se secoli di fatica fossero andati distrutti. Le letture serali offrivano catastrofiche alternative: l'anidride carbonica avrebbe tropicalizzato e desertificato il mondo; il sole ci avrebbe abbrustoliti attraverso il buco dell'ozono. Inoltre c'era sempre la possibilità, assai meno remota, di restare nell'ingranaggio, come quando le macchine si accartocciano in autostrada.
Adesso pensò: Adesso conosco tutto questo. So cosa c'è la fuori, quelle sono le mura di Troia. In preda allo shock per il suo lutto, sapeva che era importante la compostezza, proprio perchè aveva una bomba dietro le palle degli occhi che sarebbe esplosa se non stava attento. L'unica era disinnescarla con un prudente rituale. Era importante che si ricordasse chi era: Tony Hastings, professore, residente a , figlio di, padre di. Camminando per strada nel buio ripetè il proprio nome. Organizzò parole, compose pensieri. Si rasò con cautela intorno ai baffi...
Tony pensò che i piani di Louise fossero ingenui e sciocchi e le domandò: 'Cosa farà quando il mondo salterà in aria ?'.
Lei lo guardò confusa. 'Dice per la bomba atomica ?'.
'Certo. La bomba. E la pioggia radioattiva. Le ustioni...'
Louise era allibita. 'Bè, non è detto che debba scoppiare per forza'.
Ah! Tony Hastings scosse la testa, fece schioccare le labbra, si appoggiò indietro allo schienale e le disse tutto....Raccontò che dopo l'esplosione sarebbe arrivato il fuoco e chi si salvava da quello subiva la ricaduta radioattiva...'Si illude che non succederà ?'
Louise Germane rispose:'La guerra fredda è finita'.
Tony provò una rabbia fredda e altezzosa: 'Ah sì, eh ? Adesso arriva il resto del mondo, Gli arabi, i pachistani. Il terzo mondo. Tutti quanti. Crede che non abbiano motivi di risentimento ?'
Lei rispose: 'Mi spaventa di più l'effetto serra'.
Ma neanche questo sembrava preoccuparla più di tanto. Lui glielo precisò: 'Il mondo sta morendo! La malattia è terminale, gli spasmi dell'agonia sono già iniziati'.
'Chiunque può morire domani in un incidente', ribattè Louise.
Lui partì all'attacco: 'La nozione tradizionale che gli altri continueranno a vivere dopo di noi non è come sapere che l'umanità sta morendo e che tutto ciò per cui gli esseri umani hanno vissuto sarà cancellato'.
Eccolo il mite, civile Tony Hastings: schizzato, fanatico, bisbetico. Schiumante di furore. A volte per giorni interi. Il giornale del mattino mentre faceva colazione era pieno di schifezze, gli editoriali, le lettere, la stupidità, i pregiudizi...
Arrotolando gli spaghetti con la forchetta, Francesca evitò di guardare Tony negli occhi, Dài, buttati.
'Perchè non andiamo a fare un giro in auto ?'.
Lei inarcò le labbra per accogliere gli spaghetti , poi si pulì la bocca elegante dalla salsa di pomodoro. 'Dove potremmo andare ?'.
'Dove ci pare'.
'Va bene'.
Detto, fatto. Andarono su un belvedere sopra il fiume...e Tony avvertì un impulso erotico di straordinaria energia: non provava niente di simile da nove mesi, nemmeno quella sera a New York.
Tony parlò del buco dell'ozono, del riscaldamento globale, della progressiva desertificazione della terra sotto il sole canceroso. Si accorse che si lasciava trasportare dall'eloquenza. Si accorse che Francesca si annoiava. Pensò: Non ho più nulla di piacevole come persona, e l'impeto sessuale si dileguò...
Videro il luogo mentre Susan muoveva la torcia elettrica sopra il cadavere, poi le sue mani gli toccarono la faccia. Tornò indietro, pallidissima.
'Ha gli occhi aperti', disse.
'E' quello che succede quando muori -disse Ingrid-. Apri gli occhi ma non ci vedi più.
Le cose inacidiscono. Il cibo si guasta, il latte si caglia, la carne marcisce...
(Austin Wright, Tony & Susan, 1993)
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