giovedì 14 ottobre 2021

me ne frego e ti frego: ecco dove sta il fascismo

Da oggi l'Italia è una repubblica fondata sulla salute.

Il certificato verde diventa la chiave d'accesso obbligata anche alla possibilità di lavorare.

Il diritto al lavoro diviene così secondario rispetto a quello sanitario.

Eppure ci sarà stato un motivo per cui il primo stia nell'articolo 1 e l'altro solo al 32.

Ma quel motivo è dimenticato oggi.

Se il lavoro era già da tempo un fondamento retorico e illusorio, ancor più lo è quello alla salute in un mondo che provoca quotidianamente tumori, inquinamento, dolore e morti proprio al fine di lavorare e produrre senza remore.

Ma il problema da risolvere è il Covid.


Quando mi sono vaccinato mi era stato detto che così avremmo raggiunto l'immunità di gregge.

Ora dicono che a loro non basta neppure l'80% della popolazione vaccinata.

Mi sento fregato.

Quando ho scaricato il certificato verde (allora non obbligatorio) mi era stato detto che mi avrebbe permesso di circolare e viaggiare in Europa.

Ora devo usarlo per andare al cinema e allo stadio, per lavorare e studiare, per stare in società.

Mi sento fregato.

E se mi sento fregato, maltrattato, umiliato, inascoltato io (che mi sono volontariamente vaccinato e green-passato), immagino cosa provino tutti coloro che non l'hanno fatto.

E si vede cosa provano attraverso il loro agire: astensionismo elettorale ancor più crescente, proteste nei luoghi di lavoro, manifestazioni pubbliche con strascichi squadristici d'antan.

A cui si risponde con reazioni antifasciste anacronistiche e ulteriormente distrattive rispetto alla questione centrale: lo squadrismo di stato, ricattatorio e vessatorio, che oggi si esercita verso ampie minoranze di cittadini che vanno puniti per la loro scelta di non vaccinarsi e di non certificarsi.

Chi obbedisce e diviene un fedele va premiato, chi disobbedisce e fa l'infedele va punito.


Perché il fascismo oggi sta nella finanza (ha ragione Di Battista), nell'establishment politico-economico, nel totalitarismo del mercato, nell'irregimentazione sanitaria.

I loro esponenti non sono così stupidi da definirsi fascisti, come fanno i folkloristici Fiore&Castellino, ma lo sono di fatto.

Si dichiarano tutti antifascisti, ma per non vedere la trave nel loro occhio.

Quando Letta dice che pagare i tamponi a chi non vuole vaccinarsi sarebbe equivalente ad un condono per gli evasori fiscali, cerca consapevolmente di dimenticare che tutti i cittadini (sino a prova contraria) non sono evasori, ma pagano le tasse e quindi anche le spese sanitarie; e che i vaccini non sono gratis perché gli Stati li hanno già pagati e profumatamente alle multinazionali farmaceutiche, senza chiedere nulla in cambio (spendendo cifre di gran lunga superiori a quelle che lo Stato spenderebbe per finanziare i tamponi a chi li richiede).


Quel che si richiede è una garbata sottomissione totalitaria.

Garbata, ed ancora in punta di fioretto, ma sino a quando?

Già si profilano nuove strategie della tensione, evidenti prodromi di guerra civile, permanenti stati d'emergenza, inquietanti richiami liberticidi degni di Scelba e Kossiga.

Quel che sta accadendo, col pretesto della pandemia, è un precedente che apre a tempi terribili, ad una dittatura da Stato etico che -con mezzi di condizionamento, controllo e repressione più potenti di qualunque fascismo già conosciuto- dovrebbe comunque ricordarci qualcosa.

 

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