Sì, qualcosa si è mosso oggi: molte donne hanno deciso che non è più tempo di festeggiare e hanno scelto di riprovare a lottare.
Hanno mangiato la foglia ed hanno capito chiaramente che, dietro la retorica istituzional-quirinalizia (ancora oggi Mattarella ha organizzato la sua manieristica kermesse con attrici, nane e ballerine, tutte messaggere di pace...), si nascondono violenza, diseguaglianze, ingiustizie profonde e persistenti.
Attenzione: non solo negli stupri e nella sopraffazione aperta, ma anche nella violenza strutturale e culturale, apparentemente gentile e vellutata, di tutto il sistema politico-economico.
Un bel passo avanti, anche per la scala globale dello sciopero.
Sarebbe stato ancora meglio inventarsi qualche forma di protesta un pò meno spuntata e ritualistica (ad esempio: denunciare i datori di lavoro discriminanti, occupare le sedi di istituzioni monosessuate, rifiutarsi davvero di curarsi della famiglia o dei figli, almeno per una settimana, e far vedere gli effetti...).
Ma è già qualcosa.
E' importante riportare al centro il conflitto, anche quello tra i sessi.
In una fase in cui si cerca di nasconderlo, con i falsi egualitarismi, ma anche con le trovate transgender, queer e gender fluid che dir si vogliano.
Forme di liberazione e di automanipolazione apparenti, che riflettono una schiavitù profonda nei confronti della tecnologia e del mercato.
Forme confuse di opposizione a qualcosa che invece assomiglia paurosamente a quel che si dice di voler superare e combattere.
Forme violente di straniamento dalle matrici ecologiche e sessuate dei nostri esseri.
Non ho una visione essenzialista, nè identitaria, nè ontologica, nè naturalistica ingenua.
Ma credo che certe soglie sia meglio non superarle, che siano sacre e che definiscano, biologicamente e/o culturalmente, la nostra specie.
Sono favorevole che ognuno faccia l'amore come e con chi crede.
Ma credo sia bene che i figli siano fatti solo da un uomo e una donna, ad esempio.
Non con uteri o spermi in affitto, mirabolanti provette, operazioni in vitro.
E non credo che la sanità pubblica debba offrire, magari a spese della fiscalità generale, questi servizi.
Un'ultima considerazione sulle manifestazioni di oggi: secondo me le donne sbagliano ad andare sotto gli ospedali per opporsi all'obiezione di coscienza dei medici anti-abortisti.
Non dovrebbero opporsi all'obiezione, ma richiedere che lo stato garantisca in altre forme l'attuazione della legge 194, e non solo di quella...
La strada aperta dalla Regione Lazio, pur con alcuni rischi in generale, mi sembra una strada perlomeno percorribile.
Tra pochi minuti e' gia' domani e sara' la giornata mondiale per la tutela degli aghi di pino.
RispondiEliminaLotare, lotare, lotare, con forse.