venerdì 11 luglio 2014

generi di s-conforto

Mi sveglio dolorante, faccio fatica ad alzarmi.
Dopo essere (quasi) guarito sul lato sinistro, ora soffro su quello destro.
Niente di così grave, ma ieri una gentile signora con bambino mi è venuta addosso ad uno stop, mentre giravo in bici in quel di Selargius.
Altro urto, altra corsa. Mi dovrò far esorcizzare in quest'anno di grazia 2014 ?
Ma quel che mi ha fatto più male non è stato il suo errore ('mi sembrava che fosse già passato', ha esclamato la miopissima guidatrice controsole), ma il fatto che sia restata lì, dentro la macchina, a guardare, tra l'indifferente e il paralitico, senza neppure scendere, senza neppure far finta di essere sconfortata per se stessa o solidale con me.
Che cosa puoi dire a persone simili, che cosa puoi provare per loro ?
Inforchi la bici, e vai via, sperando che le tue ossa abbiano retto all'urto.
Ma la psiche, quanto può reggere davanti a tutto questo analfabetismo sentimentale ?

Sotto casa hanno aperto un circoletto in cui si incontrano e sbevazzano indigeni e non.
Giorno e notte, tra accese discussioni sui mondiali, litigate prossime alla rissa, bambini vocianti e cani latranti. Ieri non riuscivo a riposare, neppure il pomeriggio.
In tutto il quartiere sono in corso proteste contro la movida notturna, da cui la mia via è stata grazie al cielo risparmiata.
Una signora, l'altra notte, è stata denunciata perchè ha tirato un secchio d'acqua sopra le teste di un gruppetto scalmanato al tavolino di un bar.
Questa società sta tra il deserto silenzioso e il bordello senza requie e senza limiti.
Possibile che non si trovi un livello di buona educazione almeno sufficiente a convivere ?
Possibile che si debba ricorrere ai vigili, alle leggi, agli stupidi divieti ?
O che si debba urlare e venire alle mani ?

Sto andando al terreno più volte che posso, ad innaffiare i gracili alberelli, in questa stagione secca, che non si immagina neppure di far piovere (sino a quando non arriverà la solita 'bomba d'acqua' ad alluvionarci...):
La cisterna si sta svuotando, e provo a salvare i moribondi, a sciacquettare i sempreverdi.
Reggono mandorlo e limone, melograno in apnea, cachi, mandarino e pero in coma.
Mi chiedo se continuare a dare acqua a chi sembra morto, se non dedicarmi solo ai vivi.
Prendersi cura, che scelta complicata...
L'ulivo, intanto, promette bene per l'autunno, carico di frutti.
Anche il fico è bello ricco, ma i frutti restano ancora piccoli.
Proseguirò a luglio, poi partirò per un mese.
Che fare ?

Mio nipote undicenne mi invita a casa sua, sembra che ci tenga a incontrarmi, a vedere le partite con me.
Poi, quando arrivo, è attaccato allo smart phone, a Facebook, alla Play, ai cartoni animati in tv.
E' vivace, intelligente, sensibile.
Ma è completamente schiavo della tecnologia e dei contatti virtuali.
Mangerebbe solo patatine, hamburger, sofficini e pasta senza sugo.
Si fa due docce al giorno, si guarda i pettorali e la tartaruga allo specchio, si profuma.
'Puzzi, zio, vuoi del profumo ?', mi chiede con gentilezza e sarcasmo.
E' una vera e propria strage degli innocenti quella che è in corso.
Possibile che si siano scavati tutti questi anni luce tra noi e loro, in così poco tempo ?
E cosa ci resta da fare ? Separarci ? Vivere da alieni ? Proseguire a comunicare (su Skype) ?





1 commento:

  1. Piove
    in assenza di ermione
    se Dio vuole,
    piove perché l’assenza
    è universale
    e se la terra non trema
    è perché Arcetri a lei
    non l’ha ordinato.
    (da Piove, E. Montale)

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