La signora ucraina continua a ricamare i suoi fiori.
Un'altra ha sbagliato tintura e ha pochissimi capelli stinti, raccolti da una fragile coda.
La bici gialla è sempre parcheggiata al lampione spento (anche di notte).
Una coppietta di giovanissimi si bacia, si slingua e si lecca con passione (ogni giorno ce n'è una, almeno, e si soffre...)
Il fresco dei ficus, al venticello delle 8.00, è piacevole, certo...
E quest'estate è tornato il rubinetto dell'acqua per tutti.
Due netturbine raccolgono lentamente piccoli rifiuti dalle aiuole: una è grassottella, l'altra è magrissima.
Il solito signore con i capelli bianchi e impomatati cammina con la sua solita borsa di plastica, in attesa di tartassare di parole le povere e malcapitate signore straniere di turno.
Il piccolo buddha, un senza dimora che ogni mattina si siede muto vicino a me, è anche oggi qui: guarda davanti a sè, con gli occhi fissi verso non si sa dove o cosa, come ogni giorno.
Una ragazza cinese, unica novità della giornata, fa correre un cagnolino tra gli spruzzi degli innaffiatori.
Ride, ed anche il cane sembra felice.
Io, con la mia consumata sportina di libri del giorno, guardo la gente che passa, nel traffico.
Penso, ascolto i miei dolori d'ossa, scribacchio, mi domando (e dico...)
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