giovedì 20 novembre 2014

l'opposizione della realtà



Due piccole fonti di conforto.
La prima è che la realtà italiana rivive il conflitto, almeno nella forma della rappresentazione pubblica.
Escono allo scoperto i dislivelli di potere, di classe, di casa, di censo, di facce.
Molte persone, italiane e non, si trovano di nuovo in strada, fuori dalle loro case occupate, dai loro tuguri dismessi.
Le metropoli rigurgitano quel che che avevano provato a nascondere, a seppellire nelle loro caverne.
Vengono fuori i miserabili, dalle fogne, come topi, come novelli Jean Valjean.
E non si può più tollerare che la legge sia aggirata, sospesa.
E' la legge di Renzi: aprire il conflitto, esplicitamente, contro i deboli.
Umiliarli definitivamente, ricacciarli all'angolo per sempre, scacciarli dalla sua terra promessa, che conosce solo il buono, il bello, l'ottimismo, il benessere.
Chi sta male, deve sparire dalla vista.
Chi non ce la fa, scompaia.
In questo non è democristiano, è puramente liberista.
Ma far emergere il conflitto senza remore e ritegno è un passo avanti per un paese come il nostro.


Il secondo motivo di conforto è che, al di la di tutte le rappresentazioni, positive o negative, al di là di tutti i racconti, le favole e le promesse, al di là di tutte le apparenti opposizioni politiche, Renzi si trova sempre più davanti al suo unico, grande, invincibile oppositore: la Realtà.
Una realtà che sta lì, terribile e spietata, che si chiama Catastrofe e che procede, senza sforzo alcuno, e ci assedia, nonostante qualunque sforzo, anche enorme, di qualunque uomo su questa terra, si faccia chiamare Renzi, Berlusconi, Obama o Dio.
L'irrimediabile si para davanti a noi, in tutto il suo fulgore, e non conosce requie, non si guarda alle spalle, non conosce pentimenti, pietà o sentimenti.
Va, sempre avanti, ricacciandoci indietro, e sbalzandoci avanti, verso terre incognite...

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