Avete sentito di quell'uomo folle
che, accesa una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al
mercato e si mise a gridare incessantemente:'Cerco Dio, cerco Dio!'.
E poiché proprio là si trovavano
raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò la loro
grande ilarità...
A questo punto l'uomo folle tacque e
rivolse di nuovo lo sguardo ai suoi ascoltatori; anch'essi tacevano e
lo guardavano stupiti.
Finalmente gettò a terra la sua
lanterna che andò in frantumi e si spense.
'Vengo troppo presto -disse- non è
ancora il mio tempo. Questo enorme avvenimento è ancora per strada e
sta facendo il suo cammino: non è ancora arrivato alle orecchie
degli uomini.
Per essere visti e riconosciuti,
lampo e tuono hanno bisogno di tempo, il lume delle costellazioni
vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state
compiute.
Questa azione è per loro ancora più
lontana della più lontana delle costellazioni: eppure sono loro che
l'hanno compiuta!...'
Quanto di più sacro e di più
possente il mondo possedeva fino a oggi si è dissanguato sotto i
nostri coltelli.
Chi detergerà da noi questo sangue
?
Con quale acqua potremmo noi lavarci
?
Quale festa sacrificale, quale rito
purificatore dovremo istituire ?
La grandezza di questa azione non è
forse troppo grande per noi ?
Non dovremmo divenire dèi noi
stessi per esserne all'altezza ?...
Che cosa abbiamo fatto sciogliendo
la terra dal suo sole ?
Dove va essa ora ?
Dove andiamo ora noi lontani da ogni
sole ?
Non è il nostro un eterno
precipitare ?
E all'indietro, di fianco, in
avanti, da tutti i lati ?
Esiste ancora un alto e un basso ?
Non andiamo forse errando in un
infinito nulla ?
Non alita su di noi lo spazio vuoto
?
Non fa sempre più freddo ?
Non si fa notte e sempre più notte
?
Non occorrono lanterne in pieno
giorno ?...'
(F. Nietzsche, La gaia scienza,
1882)
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