thang - scale
Commetto errori con regolarità, il più sorprendente l'ho fatto un giorno con la parola 'rebelle', 'ribelle', che credevo derivasse da 'belle': essere bella di nuovo perchè la bellezza si guadagna e si perde.
La Mamma mi ripeteva spesso che, in caso di conflitto, è preferibile ritirarsi piuttosto che offendere qualcuno, anche se colpevole.
Se infanghiamo l'altro, ci sporchiamo la bocca perchè prima dobbiamo riempirla di rabbia, sangue e veleno.
Da quel momento, smettiamo di essere belle.
Credevo che quel 're' della parola 'rebelle' aprisse la strada a una redenzione, alla redenzione che ci avrebbe permesso di recuperare la bellezza di un tempo...
va-li - valigia
L'ultima volta che ci siamo visti a Parigi, mentre chiudevamo in fretta la mia valigia, Luc mi ha chiesto: 'Se la settimana prossima mi presentassi alla porta di casa tua, cosa diresti ?'.
Di riflesso, senza pensarci nemmeno un attimo,, baciandolo ho risposto con un'unica parola: 'Catastrofe'.
Era una domanda vera e non l'avevo capita.
yen lang - silenzio
Queste visite dall'estetista mi permettevano di riprodurre sul mio corpo i nèi rossi di Luc, che conoscevo a memoria.
Credo che il giorno in cui mi sarò tatuata tutti i suoi nèi, unendoli potrò disegnare la mappa del suo destino sul mio corpo.
E quel giorno, forse lui si presenterà alla mia porta, mi prenderà la mano come faceva d'istinto e baciandomi impedirà che io dica: 'Catastrofe'.
Kim Thùy, Nidi di rondine, Nottetempo, 2014
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