L'industriale Artom dichiara:
Casaleggio ci ha reso partecipi del suo punto di vista, che
condividiamo. Sostiene di ribaltare il problema, e cercare di
salvaguardare il reddito delle persone, non il loro posto di lavoro. A
fine giugno scadrà la cassa integrazione straordinaria. Invece di
spendere quei soldi, e molti altri ancora, per cercare di salvare
aziende in difficoltà, bisogna lasciarle fallire serenamente. Così si
eviterebbe di buttare soldi inutilmente, e li si potrebbe investire per
il reddito di cittadinanza. Noi condividiamo quest’ottica strategica, ma
per realizzarla bisognerà cambiare la mentalità del mondo del lavoro
italiano.
Concordo pienamente.
Basta con il lavoro da difendere, difendiamo il reddito minimo e abbassiamo prezzi e consumi.
Tutti più poveri, ma con l'essenziale per vivere.
Lucia Annunziata scrive:
Non capisco come il sistema politico possa essere in diniego così
assoluto. Piaccia o meno, Grillo e il suo movimento hanno vinto
qualunque partita sia stata giocata fin qui. E ora, con il voto online
per indicare il nuovo Presidente della Repubblica, hanno trovato il modo
per condizionare anche la scelta per il Quirinale.
La tattica del M5S è stata per altro semplicissima. Il rifiuto di fare accordi sia con Bersani che con Berlusconi
ha bloccato ogni tatticismo parlamentare riducendo le alleanze alla
sola opzione Pd/Pdl. Una possibilità che ha fatto subito riemergere
dentro il centrosinistra, e non solo, tutte le mai sopite tensioni sul
rapporto fra le due coalizioni (inciucio o no?).
Stesso approccio per l' elezione presidenziale.
La selezione online del candidato dei cittadini di Grillo
sembra una mossa minoritaria e di scarsa legittimità: il Presidente in
Italia viene eletto dal Parlamento, dopotutto, e non con il consenso
popolare diretto. Il voto online potrebbe essere dunque considerato poco
più di un gioco.
Ma la forte richiesta di partecipazione diretta che si respira in
questi tempi dà al metodo online la legittimità "emotiva" di un mini-
referendum. Non solo: il gruppo selezionato dai M5S smuove il Sudoku
politico in cui siamo bloccati.
La rosa contiene infatti una possibile soluzione alla attuale paralisi: almeno due dei nomi dei dieci,
Bonino e Prodi, sono candidati che il Pd potrebbe votare. Dunque, se
solo si volesse, da questo momento una maggioranza fra M5S e Pd ci
sarebbe. Viceversa, se nessuno dei due candidati in comune fra Pd e M5S
sarà eletto, i cittadini di Grillo potranno urlare alla "svendita" del
Pd, incastrandolo, ancora una volta, alla sua ambiguità.
Silvio Berlusconi, che ha ben capito la delicatezza di questo snodo, non a caso davanti a migliaia dei suoi fan a Bari ha tracciato una linea di guerra proprio sulla elezione di Prodi a Presidente.
Come si vede, la natura della vittoria del M5S è nella dinamica che è
riuscito ad innescare, obbligando tutti a concentrarsi su tutto quello
che è nuovo. Definendo la "novità" non con criteri generazionali, alla
Renzi (nella rosa per il Quirinale sono tutti molto avanti negli
anni), ma di "estraneità" al sistema come fin qui conosciuto.
La forza trainante dei cittadini grillini è possibile che non sia
profonda, e nemmeno duratura. Nel giorno per giorno, i nuovi eletti
faticano. Appaiono sprovveduti di soluzioni concrete, e incapaci di
muoversi su tutti i versanti della società, non solo quello parlamentare
- è significativo che sulle questioni del lavoro e della crisi, in
questo momento al centro delle scelte più urgenti, siano assolutamente
muti.
Ma questi limiti non diminuiscono l'impatto avuto dai grillini. La
politica italiana è nelle mani dei loro veti e consensi. E se il
Parlamento è la testa del Paese, è il caso di aspettarsi un inevitabile
effetto trickle down, come nella famosa teoria economica così cara a
Reagan.
Concordo pienamente, anche con lei.
Ora il PD può scegliere tra due forni: se sceglie come al solito di stare con Berlu, cavoli suoi !
Bravo anche Renzi: basta con Marini e Finocchiaro. Que se ne vayan todos !
(Ma, detto tra noi, Bonino e Prodi non mi sembrano meglio. A quel punto andiamo verso Rodotà...sù, un piccolo sforzo ancora, sù...)
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