lunedì 8 aprile 2013

per il Bene della Causa

Negli anni 70 furoreggiava tra l'intelligencia italiana un russo smagrito e con la barba: Alexander Solgenitsin (Alexandr Solzenicyn), reduce dai lager siberiani, fiero oppositore di Breznev e delle altre mummie sovietiche.
In un suo libro, più breve e meno noto di 'Ivan Denisovic' o 'Arcipelago Gulag', intitolato 'Per il bene della causa', descriveva con grande chiarezza i limiti morali e politici del cosiddetto 'socialismo reale'.
Le peggiori menzogne e calunnie, i più vili tradimenti della parola data e degli ideali, i più sfacciati doppiogiochismi e tatticismi, le più orribili nefandezze e i più efferati sterminii: tutto veniva giustificato per il Bene della Causa.
Che, nella retorica del regime, significava; per lo Stato, per la Salvezza della Patria contro il nemico interno, per l'Ordine delle Istituzioni, per il Comunismo assediato dai Nemici esterni, per il Bene supremo del Proletariato, etc etc.
Oggi gli stessi comunisti di allora ammettono che i motivi veri erano altri: per stare al potere, per controllare e dominare un paese sotto un'oligarchia, per mantenere lo status quo, per far pagare i conti ai dissidenti interni, per arrivare al potere di uno solo contro tutti  (eliminando -fisicamente- anche i suoi stessi ex amici).

Che cosa è rimasto al PD della cultura comunista di allora ?
Soltanto questo, purtroppo: la sua doppiezza morale.
Quella che portò Stalin a fare il patto segreto Molotov-Ribbentrop, permettendo ad Hitler di espandersi nell'Est Europa, senza colpo ferire.
Quella che portò Togliatti a far morire il compagno Gramsci in carcere, in accordo con i nemici fascisti.
Quella che portò il PCI e la CGIL a fare i campi pacifisti e a sostenere le industrie d'armi e le 'missioni di pace'.
E -oggi- a dirsi ambientalisti, ma -nel frattempo- a sostenere l'ILVA, il carbone Sulcis, e a far costruire la TAV.

La stessa doppiezza (a)morale che porta oggi il PD a proseguire, di fatto, l'inciucio con il PdL.
Non è facile ancora capire chi e come questo accadrà nei prossimi giorni e mesi.
Inutile fare previsioni precise: nelle porcate sono da sempre molto creativi.
Ma riemerge con evidenza la solita tentazione profonda, il persistente ed incurabile riflesso condizionato.
E ne vedremo gli effetti a breve: sia nella scelta del prossimo Capo dello Stato, sia in quella del prossimo governo, più o meno balneare.
Il segnale chiaro è arrivato dal rifiuto (del PD e del Pdl, e del loro amico Grasso) a far partire le Commissioni parlamentari, col pretesto che non si potrebbe ancora fare -in assenza di un nuovo governo- la spartizione delle loro cariche.
In un paese in cui tutto funziona ad interim, i Presidenti delle Commissioni, invece, devono essere sicuri e permanenti !  Per il bene della causa, evidentemente.
Ed invece quel che appare evidente è proprio la manovra a tenaglia, orchestrata da Napo (e Repubblica e Corriere) e condotta dai -già di fatto- alleati di sempre (PD e PdL), contro Grillo ed il suo 'parlamentarismo diretto'.
Come sapete, ho sempre considerato illusoria la speranza del M5S di giungere a far funzionare il Parlamento come se fosse un' assemblea in diretta online o una rete internet.
E quel che sta avvenendo dovrebbe dar loro ulteriormente da pensare se sia stato un bene entrare là dentro.
Ma, detto questo, non sussistono motivi -se non di bottega- per impedire al Parlamento di iniziare a funzionare con il Governo Monti ancora in sella, seppure ad interim (e, visti i chiari di luna, chissà per quanto ancora...)
Ed eccoci ancora una volta ostaggi di pochi, di poteri ben visibili e insieme occulti, in parte messi lì da noi (voi), in parte indipendenti dalla nostra volontà (ma ben dipendenti da volontà altrui).
La grazia di Napo al militare USA (ultima ed ennesima vergogna del suo mandato) ci chiarisce ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, chi comanda veramente in Italia.

















1 commento:

  1. Sembra che qualcosa nel PD si stia muovendo...forse.....a proposito delle commissioni.
    Citare un blog di un deputato PD mi fa venire un brivido lungo la schiena...ma non riesco a non leggere cosa scrive Pippo Civati. Del quale, lo confesso, condivido alcune posizioni.

    Ecco il post
    http://www.ciwati.it/2013/04/08/a-proposito-delle-commissioni-ultimo-post/

    Manuele

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