giovedì 3 dicembre 2015

esser(i) umani

Egli.
Egli ha due avversari; il primo lo incalza alle spalle, dall'origine, il secondo gli taglia la strada davanti. Egli combatte con entrambi. Veramente il primo lo soccorre nella lotta col secondo perchè vuole spingerlo avanti, e altrettanto lo soccorre il secondo nella lotta col primo perchè lo spinge indietro. Questo però soltanto in teoria, poiché non ci sono soltanto i due avversari ma anche lui stesso; e chi può dire di conoscere le sue intenzioni ? Certo sarebbe il suo sogno uscire una volta, in un momento non osservato - è vero che per questo ci vuole una notte buia come non è stata mai – dalla linea di combattimento, e per la sua esperienza nella lotta essere nominato arbitro dei suoi avversari, che combattono tra loro.
(F. Kafka)


Infine, la Volontà -sia che voglia a ritroso, sia che voglia in avanti e senta la propria forza- trascende la semplice datità del mondo. Tale trascendenza è gratuita e corrisponde alla traboccante sovrabbondanza della Vita...
A questo trascendere, che è connaturato al volere, Nietzsche dà il nome di 'Oltrepassamento'. Esso diviene possibile in ragione dell'abbondanza: l'attività stessa è percepita come creatività, e la 'virtù' che corrisponde a tutto questo complesso di idee è la Generosità, l'oltrepassamento vittorioso della sete di vendetta. E' lo sperpero, la 'baldanza temeraria di una volontà straripante e prodiga' che dischiude un futuro al di là del passato e del presente. Il sovrappiù costituisce la conditio sine qua non di ogni cultura.
(H. Arendt)


Di fronte a ciò che 'fu', il volere non ha più nulla da dire, il 'così fu' resiste al volere della Volontà, è avverso e contrario alla Volontà. Ma con questa avversione, ciò che è contrario mette radice nel volere stesso. Il volere ne soffre. La Volontà, cioè, soffre di se stessa, dell'andato via, il passato. Ma il passato discende dal passare. Così la Volontà stessa vuole il passare. L'avversione della Volontà contro ogni 'così fu' appare come volontà di far sì che tutto perisca, dunque di volere che tutto meriti di perire. L'avversione che nasce nella volontà è così la volontà contro tutto ciò che passa -ossia contro tutto ciò che sorge a partire da un sorgere e perdura.
(M. Heidegger)


Per quanto piccoli siano l'estensione e il grado cui possano arrivare le doti naturali di un uomo, indicherà in lui un uomo dal largo modo di pensare il fatto che si elevi al di sopra delle condizioni soggettive private del proprio giudizio, tra le quali tanti altri sono confinati, e rifletta su di esso da un punto di vista generale (che può determinare soltanto mettendosi dal punto di vista degli altri).
(I. Kant)



(da H. Arendt, La vita della mente, 1971)

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