Egli.
Egli ha due avversari;
il primo lo incalza alle spalle, dall'origine, il secondo gli taglia
la strada davanti. Egli combatte con entrambi. Veramente il
primo lo soccorre nella lotta col secondo perchè vuole spingerlo
avanti, e altrettanto lo soccorre il secondo nella lotta col primo
perchè lo spinge indietro. Questo però soltanto in teoria, poiché
non ci sono soltanto i due avversari ma anche lui stesso; e chi può
dire di conoscere le sue intenzioni ? Certo sarebbe il suo sogno
uscire una volta, in un momento non osservato - è vero che per
questo ci vuole una notte buia come non è stata mai – dalla linea
di combattimento, e per la sua esperienza nella lotta essere nominato
arbitro dei suoi avversari, che combattono tra loro.
(F. Kafka)
Infine, la Volontà
-sia che voglia a ritroso, sia che voglia in avanti e senta la
propria forza- trascende la semplice datità del mondo. Tale
trascendenza è gratuita e corrisponde alla traboccante
sovrabbondanza della Vita...
A questo trascendere,
che è connaturato al volere, Nietzsche dà il nome di
'Oltrepassamento'. Esso diviene possibile in ragione
dell'abbondanza: l'attività stessa è percepita come creatività, e
la 'virtù' che corrisponde a tutto questo complesso di idee è la
Generosità, l'oltrepassamento vittorioso della sete di vendetta.
E' lo sperpero, la 'baldanza temeraria di una volontà straripante e
prodiga' che dischiude un futuro al di là del passato e del
presente. Il sovrappiù costituisce la conditio sine qua non di ogni
cultura.
(H. Arendt)
Di fronte a ciò che
'fu', il volere non ha più nulla da dire, il 'così fu' resiste al
volere della Volontà, è avverso e contrario alla Volontà. Ma con
questa avversione, ciò che è contrario mette radice nel volere
stesso. Il volere ne soffre. La Volontà, cioè, soffre di se stessa,
dell'andato via, il passato. Ma il passato discende dal passare.
Così la Volontà stessa vuole il passare. L'avversione della Volontà
contro ogni 'così fu' appare come volontà di far sì che tutto
perisca, dunque di volere che tutto meriti di perire.
L'avversione che nasce nella volontà è così la volontà contro
tutto ciò che passa -ossia contro tutto ciò che sorge a partire da
un sorgere e perdura.
(M. Heidegger)
Per quanto piccoli
siano l'estensione e il grado cui possano arrivare le doti naturali
di un uomo, indicherà in lui un uomo dal largo modo di pensare
il fatto che si elevi al di sopra delle condizioni soggettive private
del proprio giudizio, tra le quali tanti altri sono confinati, e
rifletta su di esso da un punto di vista generale (che può
determinare soltanto mettendosi dal punto di vista degli altri).
(I. Kant)
(da H. Arendt, La vita
della mente, 1971)
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