venerdì 4 dicembre 2015

porchi mondi

Requiem era il contrario di Lucien, che dava sui nervi a tutto il Tram col suo linguaggio fumoso, quell'ipocrita, sempre lì a scribacchiare sui suoi pezzi di carta invece di dirti la verità in faccia...Ammorbava proprio tutti, Lucien. Non si regolava! A che serve darsi aria di intellettuae a destra e a manca se poi l'equazione deve restare la stessa. Le strade che portano alla verità e all'onestà sono interrotte da inondazioni, porcherie, cacate di cane, bugie, distacchi di corrente, e allora perchè lui si incaponiva a credere in un mondo possibile ? Perchè si sforzava di ridurre l'umanità ai sogni e alle citazioni che accozzava insieme alle sue cartacce ? Questa si chiama vigliaccheria, o magari pure amnesia, o un misto delle due.
Il mondo è irrecuperabile, dixit Requiem...
Riflettiamo...Noi cosa faremo al posto del poeta maledetto ? Risposta di Requiem: la tragedia è già scritta, noi ci mettiamo la prefazione. E allora mettiamocela, questa prefazione...

Religione della pietra: il meteo non sappiamo nemmeno cosa sia. Il meteo siamo noi, per non dire che inventiamo un sistema solare tutto nostro. Il sole sorge alla Gare du Nord a tramonta al Tram fra due tette-pompelmo. Noi siamo i principi delle nubi dell'arrabattarsi, i figli della terra e della ferrovia. Questo è il Nuovo Mondo. Non vai a letto ma ti mettono a letto. Non mangi ma ti mangiano. Non accoppi ma ti accoppano. Questo è il Nuovo Mondo. Ognuno per sé e la merda per tutti. Questa è la giungla.

(Fiston Mwanza Mujila, Tram 83, 2014)


I vicini di panchina di stamane mi raccontano il mondo.

Un vecchio elegante, camicia splendente, giacca gilet e papillon giallo, fuma la pipa lentamente.
Occhi chiari, profumo di colonia, puro ottocento francese.
I suoi occhi chiari e liquidi avvolgono l'aria e mi commuovono.

Un altro, più trasandato, se ne sta al sole, col cappello che mette e toglie di continuo.
Legge una rivista, non sembra interessato, dopo poco si alza e cammina.
Ma prima fatica a piegarsi per legarsi i lacci, sembra che rinunci, poi ce la fa.

Una ragazza vestita di nero, si guarda allo specchio dello smart phone, si scioglie i capelli, si accarezza le mani, cura le unghie smaltate di rosso, si gratta la schiena e si toglie i brufoli.
Quando non si tocca o guarda, con attenzione e scrupolo profondi, esclusivi, chatta sul cellulare.
Per mezz'ora buona. Poi si mette gli occhiali scuri e se ne va.

Un tossico guarda tra le aiuole che ci proteggono in parte dal traffico, e cerca le dosi nascoste da qualcun altro, tra le fronde e i topolini che occhieggiano tra esse.
Ha uno sguardo feroce, attivissimo e spento.

Il mio venditore abituale di Diabolik ripassa a trovarmi dopo molto tempo.
Ma non vende più i suoi libri e giornaletti.
Ora si è convertito e gira la città, le chiese, gli ospedali per pregare, e convertire.
Un mese fa è caduto in casa ed ha avuto una sensazione di paresi alle gambe. Non riusciva ad alzarsi e, novello Saulo, Dio gli ha parlato. Ora crede.
La sua vita di peccatore si è conclusa, ora Gesù è con lui, ed è tutto per lui.

Il mondo è qui, intorno a me, nel suo malato fulgore.
Ed è dentro di me.
Nei miei ricordi di poco tempo fa.
Un anno fa giravo intorno alla base inglese di Akrotiri, a Cipro, in bici.
E' circondata da un grande lago salto e asciutto, su cui ho affondato più volte, e lasciato le mie scie.
Ed è prossima ad un monastero in cui miagolano cento gatti.
Sentivo i reattori sibilare a fianco al mare, e li vedo ora che decollano verso la Siria.
Gli inglesi occupano questo territorio, ultimo residuo coloniale sull'isola di Venere.
A nord dell'isola, turchi -arabi e musulmani- chissà cosa ne pensano...

Mi ritornano alla mente anche i confini permeabili tra Tunisia e Libia, le strade di sabbia sotto il diluvio, i suk sulla strada di ogni paese sulla strada. Che ne sarà ora di tutta quella vita ?
Ora da lì passano i guerriglieri, si posizionano i servizi segreti di mezzo mondo, i militari coalizzati contro il Male.
I pozzi di petrolio passano da una mano all'altra, vengono bombardati e inquinano il cielo, ci riducono a vittime sacrificali per la loro conquista.
I nostri dei d'oro (nero) ci chiedono il conto (malauguratamente, profondamente in rosso, sangue...).



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