Leggere 'La famiglia Radley' di Matt Haig (quello de 'Gli
umani') è stato emozionante.
Una famiglia di vampiri, che vivrebbero di sangue e di forti
sensazioni, hanno cercato per anni di normalizzarsi e di diventare astinenti:
hanno messo su lavoro, casa, famiglia, come tutti.
Ma il richiamo della (loro) vita, a un certo punto, rifà
breccia e si ritrovano a godere e soffrire come non mai.
Una buona (ed esilarante) metafora della nostra vita
quotidiana, scarnificata immagine dei sogni di bambino fattosi adulto.
Vedere 'The lobster' è un'esperienza inquietante ed
eccitante.
Un film fantascientifico, ma non troppo, che descrive una
società in cui è vietato essere e restare single ed in cui solo la coppia e la
famiglia rappresentano la meta sociale da raggiungere e il simbolo di una vita
sana e felice. Vivere da soli è considerato un crimine (oltre che una palese
scomodità personale): in una società super individualista è fondamentale
salvare le apparenze.
Ormai solo la surrealtà satirica ci fa capire come viviamo
davvero, dentro quali assurde mitologie, in mezzo a quali automatismi
infalsificabili.
I single, costretti a risiedere in una struttura protetta,
possono allungare il loro tempo di vita soltanto cacciando e catturando altri
single, quelli che sono riusciti a nascondersi nei boschi e che vivono braccati
e clandestini, reietti sociali in piena regola.
Ma mentre nell'albergo il sesso è consentito almeno dentro
il matrimonio, nel bosco non sono consentiti rapporti sessuali o affettuosi: lì
vige l'antiideologia dell'essere 'assolutamente single'.
Ma il film più bello e mentalmente eccitante dell'anno è
stato, qualche sera fa, 'Dio esiste e vive a Bruxelles'. Un soggetto
ricchissimo, pieno di personaggi, nel miglior stile Woody Allen delle origini,
ma con una profondità tipicamente europea.
Un Dio tirannico verso il Figlio (che è stato ripudiato dopo
la sua missione evangelica e partecipa alla vita familiare camuffato in una
statuetta benedicente), la moglie (sottomessa e maltrattata ogni giorno, come
molte mogli), e la figlia (protagonista e narratrice del film, che a un certo
punto scappa di casa fuoriuscendo da una lavatrice e ritrovandosi nel mondo).
Le storie dei potenziali apostoli, i cambiamenti che
avvengono nella loro vita, la sensibilità e la forza dei vari passaggi che si
succedono man mano, danno vita ad un racconto che -di questi tempi- appare
quasi miracoloso. Andate a vederlo, assolutamente...Dio lo vuole!
Per concludere in bellezza, anche il giardinetto ieri
pomeriggio ha offerto un nuovo ed inusuale spettacolo. Una giovane coppia,
forse straniera, si è seduta in pieno sole sulla panchina a fianco della mia.
Io, come sempre, leggevo o facevo parole crociate, non ricordo.
Dopo dieci minuti, sollevo lo sguardo, e vedo che lei
-reclinata in avanti- sta facendo un pompino in piena regola al suo partner,
che -goffamente, ma senza manifestare alcun disagio- le copre la testa
riccioluta e languidamente agitata con la giacca.
I barboni residenti (incluso lo scrivente) si godono lo
spettacolo, tra lo stupefatto e l'ammirato.
Poi mi sono spostato, visto che loro proseguivano oltre
modo: la mia pudicizia ha vinto, constatato che la loro non dava segno di
brillare eccessivamente.
Comunque, non si sono fatti dei selfie nel frattempo, è già qualcosa.
Chi potrebbe pensare che un modesto e degradato giardinetto
possa divenire teatro di tali eccitanti filmini ? Mi sa che non andrò più neppure al cinema.
Si vive così, come vedete, tra un terrore e l'altro, tra uno
spettacolo e l'altro, tra un miracolo e l'altro.
Immagino che sia la vita di tutti, anche di chi non la
racconta.
E tu chiamale, se vuoi, ec-citazioni...
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