mercoledì 2 dicembre 2015

incensurate recensioni



Leggere 'La famiglia Radley' di Matt Haig (quello de 'Gli umani') è stato emozionante.
Una famiglia di vampiri, che vivrebbero di sangue e di forti sensazioni, hanno cercato per anni di normalizzarsi e di diventare astinenti: hanno messo su lavoro, casa, famiglia, come tutti.
Ma il richiamo della (loro) vita, a un certo punto, rifà breccia e si ritrovano a godere e soffrire come non mai.
Una buona (ed esilarante) metafora della nostra vita quotidiana, scarnificata immagine dei sogni di bambino fattosi adulto.

Vedere 'The lobster' è un'esperienza inquietante ed eccitante.
Un film fantascientifico, ma non troppo, che descrive una società in cui è vietato essere e restare single ed in cui solo la coppia e la famiglia rappresentano la meta sociale da raggiungere e il simbolo di una vita sana e felice. Vivere da soli è considerato un crimine (oltre che una palese scomodità personale): in una società super individualista è fondamentale salvare le apparenze.
Ormai solo la surrealtà satirica ci fa capire come viviamo davvero, dentro quali assurde mitologie, in mezzo a quali automatismi infalsificabili.
I single, costretti a risiedere in una struttura protetta, possono allungare il loro tempo di vita soltanto cacciando e catturando altri single, quelli che sono riusciti a nascondersi nei boschi e che vivono braccati e clandestini, reietti sociali in piena regola.
Ma mentre nell'albergo il sesso è consentito almeno dentro il matrimonio, nel bosco non sono consentiti rapporti sessuali o affettuosi: lì vige l'antiideologia dell'essere 'assolutamente single'.

Ma il film più bello e mentalmente eccitante dell'anno è stato, qualche sera fa, 'Dio esiste e vive a Bruxelles'. Un soggetto ricchissimo, pieno di personaggi, nel miglior stile Woody Allen delle origini, ma con una profondità tipicamente europea.
Un Dio tirannico verso il Figlio (che è stato ripudiato dopo la sua missione evangelica e partecipa alla vita familiare camuffato in una statuetta benedicente), la moglie (sottomessa e maltrattata ogni giorno, come molte mogli), e la figlia (protagonista e narratrice del film, che a un certo punto scappa di casa fuoriuscendo da una lavatrice e ritrovandosi nel mondo).
Le storie dei potenziali apostoli, i cambiamenti che avvengono nella loro vita, la sensibilità e la forza dei vari passaggi che si succedono man mano, danno vita ad un racconto che -di questi tempi- appare quasi miracoloso. Andate a vederlo, assolutamente...Dio lo vuole!

Per concludere in bellezza, anche il giardinetto ieri pomeriggio ha offerto un nuovo ed inusuale spettacolo. Una giovane coppia, forse straniera, si è seduta in pieno sole sulla panchina a fianco della mia. Io, come sempre, leggevo o facevo parole crociate, non ricordo.
Dopo dieci minuti, sollevo lo sguardo, e vedo che lei -reclinata in avanti- sta facendo un pompino in piena regola al suo partner, che -goffamente, ma senza manifestare alcun disagio- le copre la testa riccioluta e languidamente agitata con la giacca.
I barboni residenti (incluso lo scrivente) si godono lo spettacolo, tra lo stupefatto e l'ammirato.
Poi mi sono spostato, visto che loro proseguivano oltre modo: la mia pudicizia ha vinto, constatato che la loro non dava segno di brillare eccessivamente.
Comunque, non si sono fatti dei selfie nel frattempo, è già qualcosa.
Chi potrebbe pensare che un modesto e degradato giardinetto possa divenire teatro di tali eccitanti filmini ?  Mi sa che non andrò più neppure al cinema.

Si vive così, come vedete, tra un terrore e l'altro, tra uno spettacolo e l'altro, tra un miracolo e l'altro.
Immagino che sia la vita di tutti, anche di chi non la racconta.
E tu chiamale, se vuoi, ec-citazioni...

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