venerdì 19 dicembre 2014

vivi o imbalsamati ?

'E' solo morendo a se stessi che si rinasce a vita eterna...' dice la preghiera semplice di San Francesco.
Gli esseri umani hanno molta paura di lascia andare ciò che impedisce loro di spiccare il volo, ma se non si conosce e non si attraversa la valle degli impedimenti e della paura è molto difficile poter celebrare la vita con gioia e profonda gratitudine...
Non c'è nessuna emozione che noi viviamo che non muoia, dando luogo, proprio in virtù della sua morte, a un'altra emozione.
Non c'è nessun pensiero che possa formarsi dentro di noi, se prima non c'è stata la morte di qualche altro pensiero, diverso per complessità, per contenuto...
Non c'è nulla nell'esistenza degli esseri umani che ci è dato di conoscere e di contattare, in cui non sia presente questo fenomeno facilmente osservabile e verificabile: qualcosa deve morire perchè qualcos'altro possa vivere.
Se non muore qualche cosa, se non muore qualche meccanismo, se non muore qualche attaccamento, se non muore qualche forma, se non muore qualche sostanza, se non muore qualcosa di fortemente radicato in noi, non può nascere nulla di nuovo...
Se lasciata così com'è, se rispettata e accettata da noi, dentro e fuori di noi, la vita si pone all'estremo opposto dell'imbalsamazione.
Nel mentre, per la maggior parte di noi, sembrerebbe invece che ogni sicurezza nasca dalla possibilità di imbalsamare ciò che ci sembra buono.


(Miten Veniero Galvagni, Il bruco e la farfalla, 2009)

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