2 marzo.
La tua ultima lettera...Ancora una volta ti ripeto, non preoccuparti per me. Sto bene, davvero...
A volte rabbrividisco nel rendermi conto che sono inadatto ad essere amato da chiunque.
E che, per quello che mi sembra un innato idealismo, non c'è niente al mondo che vada bene, e la mia solitudine è un desiderio masochistico...
Tutto intorno a me vedo meschinità, stupidità, ipocrisia.
E la conseguenza è che mi guardo diventare sempre più intollerante; e, dunque, per timore di offendere, mi allontano dalla società.
Odio me stesso per quella che giudico insofferenza verso gli altri, eppure non posso farci niente...
Al tempo stesso, però, ho un profondo desiderio di amare e di essere amato, pur sapendo che è impossibile...
Credo di essere, nel profondo, in fuga dalla realtà.
Mi muovo in un mondo indistinto di suoni e colori cangianti, sprovvisto di parole e di senso.
Al tempo stesso credo fermamente che vivere sia più importante dell'arte...
In me c'è una terribile timidezza che rende difficili anche le situazioni più semplici, una riluttanza a parlare, un disagio che inasprisce la mia solitudine.
Dico tutte queste cose di me per fartele sapere, perchè sembrava che le volessi sapere.
Forse, in ogni caso, te ne eri già resa conto.
Questo mio meditare e questa malinconia sono incurabili.
Ma nonostante tutto io sento di essere, al centro di me stesso, forte, tanto forte da non cedere mai, a prescindere dalle difficoltà.
In un certo senso, è questa la cosa che mi spaventa di più...
(Paul Auster, Notizie dall'interno, 2013)
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