lunedì 22 dicembre 2014

il giorno del giudizio

Il primo segno che qualche cosa cambiava o era cambiato nel mondo si ebbe una mattina quando maestro Mossa, rotolando per il selciato con la frotta dei ragazzi che lo seguivano, si accorse che il suono della campanina del Convento non accompagnava, e quasi ritmava, i suoi passi...
Gli parve che un grande silenzio si diffondesse per la città, e che tutti si dovessero fermare,come in quelle bancarelle che figurano tutti i mestieri, quando la carica finisce...
La campana del Convento non voleva nulla. Essa aveva una voce -tan tan tan- che scaturiva dalle lunghe bracciate di ziu Longu, come ieri da qelle di qualche frate o converso ancora mezzo addormentato, se pure non suonava da sola, dopo tanti anni...
Era una delle due voci di Nuoro. L'altra era il rullo del tamburo di ziu Dionisi, il banditore municipale...Durudum-durudum-durudum. Ziu Dionisi usciva verso il tramonto, col tamburo che gli pendeva sul ventre da una cinghia consunta, per annunziare che nel celliere di Mucubirde era arrivato vino d'Oliena a 20 centesimi al litro, o a casa di Peppedda 'e Maria Jubanna era 'sceso' un forestiero che comprava pelli di volpe, o che al cinema Olimpia c'era un programma nuovo...
Queste erano le due voci di Nuoro, e ora una di esse si sera spenta per sempre. Presto anche l'altra l'avrebbe seguita perchè ziu Dionisi era vecchio, e non sarebbe stato facile trovargli un successore.
Così Nuoro sarebbe rimasta muta, come qualunque città, come qualunque borgo, e i nuoresi non si sarebbero più riconosciuti in queste piccole cose senza importanza, ma che erano il segno della misteriosa comunione che si stabilisce tra gli uomini che vivono sotto uno stesso cielo.
Adesso per sapere se era l'ora, ciascuno avrebbe guardato il suo orologio, come del resto era naturale...

(Salvatore Satta, Il giorno del giudizio, 1979)
































































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