domenica 14 dicembre 2014

ancora scambi di carte tra nonnetti

Si può pensare a una vita nell'arte, schematicamente divisa in due o forse tre stadi.
Nel primo trovi -o ti poni- una domanda importante.
Nel secondo ti dai da fare per rispondere.
Se vivi abbastanza a lungo arrivi al terzo stadio quando la domanda importante comincerà ad annoiarti e avrai bisogno di guardare altrove.
Un caro saluto John

Viviamo in un'epoca di infiniti laboratori di scrittura, corsi di laurea in scrittura creativa, ci sono più poeti per centimetro quadrato che mai nella storia...e, nonostante tutta questa attività, si scrivono poche cose degne di nota. Le idee fervide che avevano alimentato le innovazioni dei prmi modernisti sembrano estinte. Nessuno crede che la poesia (o l'arte) possano più cambiare il mondo. Nessuno è dedito a una sacra missione. Oggi i poeti sono dappertutto, ma si parlano solo fra di loro.
Un caro saluto Paul

Nell'ultima lettera passi in rassegna i nomi dei poeti americani del dopoguerra...
Dove sono i loro simili oggi ?
Ma devo andare cauto a rispondere troppo in fretta: è noto che i vecchi sono tristemente ciechi alle virtù dei giovani.
Ma non mi pare che tra i lettori odierni siano tanti quelli che si fanno guidare nella vita dalle parole dei poeti contemporanei. Mentre credo che negli anni Sessanta e fino a un certo punto degli anni Settanta un sacco di giovani -anzi, molti fra i migliori- scegliessero la poesia come la miglior guida possibile per la vita.
E' accaduto qualcosa, a me pare, tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta, per cui le arti hanno ceduto il ruolo di guida per la nostra vita interiore.
Sono pronto ad ascoltare diagnosi di carattere politico, economico o anche storico a livello mondiale, di quanto è accaduto in questo lasso di tempo, e tuttavia penso che gli scrittori e gli artisti in generale non sono stati in grado di opporsi alla sfida nei confronti del loro ruolo guida, e che per questo oggi siamo più poveri.
Un caro saluto, John

Forse sviscerando questi temi si possono trovare delle risposte, ma io non ho trovato altro che tristezza. Però hai ragione. Se n'è andato qualcosa che prima c'era...E una cosa è sicura: la stupidità è aumentata su tutti i fronti. Se leggiamo le lettere dei soldati della guerra di Secessione, molti di loro si rivelano più colti, eloquenti e più sensibili alle sfumature della lingua della maggioranza dei professori di inglese di oggi.
Cattive scuole ? Cattivi governi che permettono l'esistenza delle cattive scuole ? O semplicemente troppe distrazioni, troppe luci al neon, troppi schermi di computer, troppo rumore ?
Con grande affetto, Paul

Borges ipotizza l'irruzione nella nostra storia (e cioè nel corpo della memoria storica che noi in generale condividiamo) di un'enciclopedia, che una volta completata avrà il potenziale di soppiantare il vecchio passato con uno nuovo e dunque con un nuovo presente – il che servirà potenzialmente a ri-crearci...
Applicata alla crisi finanziaria, la proposta di Borges mi sembra, almeno in teoria, praticabile...
Il problema vero è se vogliamo davvero un nuovo ordine finanziario, se riusciamo ad accordarci su una nuova serie di numeri, è questo il problema.
I numeri in sé non offrono resistenza: la resistenza è dentro di noi.
Così il quadro della realtà che ci circonda è proprio quello che possiamo aspettarci: noi, 'il mondo', preferiamo vivere fino in fondo la triste realtà che abbiamo creato (la realtà del tutto artificiale della crisi) piuttosto che ipotizzare una nuova realtà negoziata.
Cari saluti, John

Si direbbe che nel governo e nelle forze armate sudafricane ci fossero persone intelligenti che fin dal 1980 si erano rese conto che i bianchi non avrebbero potuto mantenere per sempre il monopolio del potere.
Quello che li tratteneva dal parlare apertamente era il timore ben fondato di trovarsi precipitati in un deserto politico e professionale.
Si venne così a creare una situazione paradossale in cui l'elite dominante giunse a includere un numero crescente di persone che sapevano che l'apartheid era senza via d'uscita ma preferivano chiudersi nel silenzio, mentre il vero e proprio esercizio del potere gravitava sempre di più nelle mani degli irriducibili, gli estremisti di destra.
Se qualcosa di analogo sta accadendo dietro le quinte in Israele, allora forse può darsi che ci sia qualche speranza dopo tutto.
Uno scenario possibile: il potere passa da personaggi alla Netanyahu al genere Lieberman, e per reazione si verifica una specie di rivoluzione di palazzo extracostituzionale...
Cari saluti, John

Il tuo sgomento è il mio: lo sgomento condiviso di due persone anziane su come va il mondo.
Come si fa a evitare il destino risibile di diventare nonnetti, quel tipo di vecchio che quando si imbarca in uno dei suoi discorsi 'Ai miei tempi' fa ruotare gli occhi dei ragazzini in una disperazione silenziosa ?
Il mondo sta andando all'inferno in un cestino, diceva mio padre, e suo padre prima di lui, e così via risalendo sino ad Adamo. Se il mondo sta veramente andando all'inferno da tanti anni, non dovrebbe essere arrivato ? Quando mi guardo intorno, quello che vedo non è proprio l'inferno.
Ma qual'è l'alternativa a lagnarsi ? Serrare le labbra e sopportare gli insulti ?
Un caro saluto John

Caro Nonnetto,
mi sono sempre chiesto come il mondo, che è tanto grande, possa stare in qualcosa di così piccolo come un cestino...
La verità è che lamentarsi può essere divertente e, in qualità di signori in rapido invecchiamento, osservatori stagionati della commedia umana, sagge teste grigie che hanno già visto tutto e non si sorprendono più di nulla, ritengo nostro dovere lagnarci e brontolare, attaccare le ipocrisie le ingiustizie le idiozie del mondo in cui viviamo.
Lasciamo che i giovani al sentirci parlare stralunino gli occhi.
Dobbiamo tirare avanti più vigili che mai, come profeti negletti che gridano nel deserto, perchè il solo fatto che stiamo combattendo una battaglia perduta non significa dover abbandonare la lotta.
Tuo in amicizia Paul

A partire dal 1970 si è diffusa una visione piuttosto gretta, sostenuta e propagata in tutto il pianeta, una visione degli esseri umani come macchine dall'interesse egoistico e dell'attività economica come gara di tutti contro tutti per il tornaconto materiale.
Di conseguenza si è andata affermando una nozione degradata di quel che costituisce la vita politica, che a sua volta ha determinato un'opinione piuttosto sprezzante della pratica politica.
Perciò gli stessi politici che non hanno fatto niente per opporsi...cominciano a capire la rabbia e il disprezzo, il disprezzo rabbioso degli elettori che li considerano poco più che macchine di interesse privato.
La parola 'fiducia' ha perso ogni valore.
Se un politico oggi pronunciasse da un podio le parole 'Vi chiedo di avere fiducia in me', anche se in tutta buona fede, sarebbe messo a tacere a furia di risate.
Un saluto da questi tempi bui, John

La mia visione ostile, in quanto membro vita natural durante della classe dei governati, è che sia ingenuo aspettarsi che i nostri governanti ci portino verso un futuro migliore.
Hanno affari ben più importanti di cui occuparsi.
Perciò fino a quando riusciranno a sistemare in maniera pacifica il problema della successione, non chiederò nient'altro.
Per problema di successione intendo semplicemente il passaggio di potere dall'uno all'altro senza esporre a violenza la popolazione.
Basta guardare gli stati che non hanno risolto il problema della successione per rendersi conto di quanto sia importante la questione, e per contrasto quanto sia terribile vivere in un paese in cui i contendenti fanno ricorso alle armi per conquistarsi il potere.

Quel che sconcerta di più è capire in quale epoca storica viviamo: in un'epoca puritana o in una permissiva. Perchè sono presenti entrambe le caratteristiche...
L'ipotesi che azzardo è che la nostra epoca sia tendenzialmente ostile al desiderio e voglia punirlo.
I miei migliori saluti, John

Alcuni rabbini stanno discutendo le possibili circostanze che potrebbero impedire a una persona di recitare le sue preghiere quotidiane. Un rabbino menziona come impedimento la merda.
Se ti ritrovassi ritto di fianco a un mucchio di merda, sarebbe blasfemo invocare il santo nome di Dio, no ? Gli altri rabbini concordano. Ovviamente si va da un'altra parte.
Ma se non puoi andare da un'altra parte ?
Un rabbino propone di coprire la merda con un telo, o con della carta.
Purchè la merda non si veda, dice, puoi fare come se non ci fosse.
Gli altri rabbini concordano.
Poi il rabbino più giovane tira fuori un caso rognoso. E se hai la merda attaccata alla suola della scarpa e non lo sai ? Ti è permesso pregare, oppure no ?
Ricordo che la frase seguente era questa: 'A ciò non ebbero alcuna risposta'.
I più cari saluti Paul


Il tuo commento sulla situazione attuale in Egitto mi sembra giustissimo.
Si guardano quei giovani entusiasti sulle strade del Cairo, dai volti freschi e intelligenti, che dicono alle cineprese della televisione com'è bello sentirsi liberi, e quanto desiderano l'avvento di un nuovo Egitto, e viene da chiedersi cosa diranno tra due o tre anni quando una nuova elite dominante si sarà installata al potere.
Continuo a pensare che è solo in quei brevissimi interregni, quando un potere è stato rovesciato e il successivo deve ancora installarsi, che le persone provano davvero il sapore della libertà, ad esempio in Europa tra l'eclisse del nazismo e l'arrivo della Nuova Austerità.
Com'è rara l'occasione per le masse di mettersi a ballare nelle strade!
E com'è buffa questa parola, le masse !
Un caro saluto, John


Caro Paul,
ho scoperto di recente una poesia di Ammons pubblicata postuma: Invecchiare invecchia, dice...
Io non mi sento per niente così...Ho di continuo delle rivelazioni o almeno le cose mi sembrano più a fuoco. Quello che vedo lo vedo più chiaramente di quando ero giovane. Mi illudo ?
Prendiamo la Libia...Come fa bene al nostro senso della realtà assistere alla cacciata di uno dei più orribili dittatori del mondo...
Naturalmente (e qui entra lo spirito del pessimismo ammoniano) l'euforia nelle strade di Tripoli si spegnerà di fronte alla realtà di salari non pagati, di tagli dell'elettricità e di immondizie non raccolte, e senza dubbio il regime che sostituirà Gheddafi si rivelerà venale e corrotto e persino dittatoriale.
Ma almeno quei giovani uomini che girano per le strade nei loro furgoncini Toyota, sparando colpi in aria con i kalashnikov, avranno qualcosa da ricordare per il resto della vita, qualcosa da raccontare ai nipotini. Giorni di gloria!
Forse per questo fanno le rivoluzioni, e forse questa è l'unica cosa che bisogna aspettarsi da loro: una o due settimane di libertà, esultare dall'alto della propria fora e bellezza (essere amati da tutte le ragazze), prima che i vecchi grigi riprendano il controllo e la vita torni alla normalità.
Il mondo continua a farci delle sorprese. E noi continuiamo a imparare.
Tuo fraternamente, John

(Paul Auster-John Coetzee, Qui e ora, 2014)


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