giovedì 11 dicembre 2014

un'aria da dylan



LA LUCE APPARE DOVE NON SPLENDE SOLE

La luce appare dove non splende sole;
Dove non scorre mare, le acque del cuore
Spingono i loro flutti;
E, sparsi fantasmi con lucciole nel capo,
Le creature di luce
Sfilano lungo la la carne dove nessuna carne copre le ossa.

Una candela nelle cosce
Riscalda seme e giovinezza e brucia i semi dell'età;
Dove non germina alcun seme,
Il frutto d'uomo spiana le grinze sotto gli astri,
Lucido come un fico;
Dove cera non è, mostra i suoi fili la candela.

L'alba appare dietro gli occhi;
Dai poli del cranio e dell'alluce il sangue ventoso
Scivola come un mare;
Non picchettati, non recinti, i pozzi del cielo
Sgorgano sotto la verga
Che divina in un sorriso il petrolio del pianto.

La notte nelle orbite contorna,
Luna di pece, il limite dei globi;
Il giorno illumina l'osso;
Dove non fa mai freddo, la raffica che spella
Slaccia le vesti dell'inverno;
Il film primaverile dalle palpebre pende.

La luce appare nei segreti appezzamenti,
Sugli scarti del pensiero dove i pensieri esalano alla pioggia;
Quando le logiche muoiono,
Il segreto del suolo cresce attraverso l'occhio
E il sangue balza nel sole;
Sopra i terreni esausti l'alba arresta il suo corso.


QUANDO AVRAI MACINATO QUELLA BELLEZZA IN POLVERE

Quando avrai macinato quella bellezza in polvere
Che fugge davanti al respiro
E, al tatto, trema di febbre d'amante,
O l'avrai sezionata per guardarla più a fondo,
Ingrandita e resa smisurata
A detrimento di una parte,
Rovescia, e accorgiti a un'occhiata,
Che saggezza è follia, l'amore no,
Il senso non può che mutilarlo, saggezza lo sfigura,
Follia lo purifica e fa vero.
Perchè follia esisteva
Quando saggezza non albergava nell'anima
Ma nel corpo dell'anima e dei sassi,
Esisteva, quando il senso arrivò fino ad essi.
Che crescevano sulle colline o brillavano sott'acqua.
Vieni savio nella stoltezza,
Va stolto e sii il buon fratello di Cristo.
Che chi lo amava era saggio e sensibile
Quando follia insorgeva, calda nel cuore insensato.


C'E' MOLTO NEL MONDO CHE NON MUORE

C'è molto nel mondo che non muore
E molto che vive per perire,
che sorge e cade, sboccia per appassire.
Il sole di stagione, che dovrebbe conoscere il tramonto
Fino al secondo della buia venuta
La morte avvista e vede con terrore
Nel fluido cielo la costola di un cancro.
Ma noi, rinchiusi nelle case del cervello,
Rimuginiamo su ogni pianta di serra
Che sputi intorno le sue foglie senza linfa,
E sorvegliamo la mano del tempo che in eterno
Scandisce il mondo,
Chiusi nel manicomio imploriamo di respirare aria fresca
C'è molto nel mondo che muore;
Il tempo non guarisce né risuscita;
Eppure, pazzi di sangue giovane o macchiati dagli anni,
Siamo ancora restii a rinunciare a ciò che resta,
sentendo il vento sul capo che non rinfresca
E sulle labbra l'arida bocca della pioggia.

(Dylan Thomas, Poesie e racconti)

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