Ieri sera ho visto 'Pride'.
Un episodio di solidarietà tra minatori del Galles (oppressi e sterminati dalla Thatcher, arresisi dopo quasi un anno di scioperi ad oltranza) e un gruppo di gay e lesbiche londinesi (emarginati e ridotti a pervertiti dalla cultura puritana inglese).
Bellissima storia, davvero commovente e sentita, divertente e tragica.
E, nonostante le tristezze di quel tempo, una storia di vera, reciproca solidarietà.
Sul portale della mia Università, leggo oggi di due borse di studio destinate a 'studenti aventi diritto
non beneficiari', ricavate dai fondi che due associazioni studentesche hanno raccattato vendendo gadget, magliette e facendo sottoscrizioni tra studenti.
Detto in soldoni: gli studenti si fanno le borse di studio da soli, solidarizzando con chi ne avrebbe diritto, ma non le può ricevere di fatto, perchè lo Stato non dà i soldi perchè questo avvenga.
Ovviamente, il Rettore esulta.
La Thatcher non esultava, allora.
Come mai ?
Come mai ?
Trovate la differenza.
Eppure, nella melassa in cui siamo immersi, la differenza non si nota più tanto facilmente.
Così come non è facile capire per tutti che EXPO' 2015 non ha nulla a che vedere con la fame nel mondo, o con la solidarietà verso chi soffre di stenti e denutrizione.
E infatti hanno già venduto 8 milioni di biglietti.
Che non compenseranno le assurde spese faraoniche e le tangenti in circolo, ma danno l'idea di quanto siamo confusi: in altri tempi, EXPO' sarebbe stata oggetto di boicottaggio, oggi 'è un'opportunità per il paese'.
Anche l'esperienza del donare è del tutto corrotta.
Oggi in tv intervistavano persone dedite all'autoregalo.
Approfittano del Natale per autoregalarsi un tablet, uno smartphone, una stecca reggi-selfie.
Tra poco si faranno un auto-intervista...
E la chiameranno libertà, o solidarietà verso se stessi.
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