Una storia triste ti voglio raccontare
è la storia di uno che respira male,
in una città che puzza di sangue,
in un mondo che non sa sorridere e piange...
Nel 1982 scrivevo canzoni, ogni tanto, credevo di essere un poeta, ero innamorato.
Una iniziava così.
Come vedete non ero proprio un allegrone, tra le nebbie di Padova.
E già vedevo il marcio.
Vocazione materna e paterna e sororale, ben radicata in famiglia.
Ancora oggi, in un testo, vedo subito gli errori di ortografia (ma non li correggo più).
Ieri ho visto un omone nero, a New York o in qualche suo ghetto più precisamente, soffocato dalla polizia.
Dopo aver emesso più volte gemiti del tipo 'Non posso respirare', è morto di asma e di infarto.
Il piccolo Loris è stato invece soffocato con una stringa da elettricista, quasi certamente da un parente stretto.
Insomma, già non c'è aria per respirare, con nulla al collo.
Se poi anche ci stringono, e ci vogliono proprio ammazzare...!
L'aria puzzolente sale anche dal Campidoglio, dalla nostra Mafia Capitale.
Si sa che è tutto più o meno così, la differenza è solo tra chi viene scoperto e chi no.
Gli immigrati del giardinetto lo sapevano già, chissà perchè, e me lo dicevano: qui si fanno soldi, e tanti, sulla nostra pelle.
Ma fanno anche finta di non volerci, di volerci mandar via.
Siamo un pezzo importante dell'economia, proprio se non lavoriamo, se veniamo accolti e assistiti.
Il volontariato e le ONG ci lucrano sopra.
Povero Bergoglio.
Dice che non si devono far soldi sui poveri e sui negri.
Ma perchè cos'ha fatto (anche) la Chiesa sinora ?
Non si respira, si sente puzza (di marcio, di bruciato, di infetto).
Siamo noi a vivere in una discarica, a fianco ad un campo rom.
Una discarica morale.
Nessun commento:
Posta un commento