Ho detto a Chelsie, che baciava Cody
tra le gambe per farlo ridere: non sarà sempre così. Non avrai più
il seno per nutrirlo né l'abbraccio per farlo smettere di piangere.
Sarà un estraneo terribilmente amato che non potrai consolare in
nessun modo. Potrà ancora avere bisogno di te. Non più desiderio.
Il desiderio e il bisogno, negli uomini adulti, sono due forze
distanti, che puntano in direzioni opposte.
Ho smesso di ascoltare, tutte le
frasi che cominciano con 'la sinistra, se devo essere sincero ' o 'la
sinistra, per chiamare le cose col loro nome' mi inducono ad isolarmi
acusticamente, a tapparmi le orecchie...
Ho parlato per non ascoltare.
'Anche tu confondi la sinistra con
l'età delle illusioni. La leggenda d'aver ragione che ha nutrito la
nostra seconda infanzia. Quando ci facevamo carico dei mali del mondo
come se ne conoscessimo la cura, con l'altruismo distratto di chi può
sperperare il suo tempo'.
Mi ha guardata con uno stupore
lusinghiero. Ho continuato: 'Se sinistra corrisponde a gioventù,
parrebbe piuttosto naturale decretarne la fine, passati i cinquanta.
Il problema è semmai che non siamo riusciti a contagiare le
giovinezze seguenti. Dopo di noi tre infornate di giovani dediti alla
dissipazione'.
Mi pare impossibile di aver
concepito ciò che sto vivendo. C'è qualcosa di sbagliato in me, una
volontà luciferina che applico dove arrivo, dove mi consente di
arrivare la mia piccola anima, la mia anima senza grandezza e senza
pace, sempre occupata a sbarcare il lunario.
Mi pare impossibile, ma è la
verità. Sta accadendo. Siamo tutti attorno a un tavolo...
Ho bisogno di pensare che non si
perde la grazia: Nemmeno quando si arriva in fondo.
Nino ansima in salita. Anche lui. Io
no. Mi aggrappo alla mia superiore dotazione di fiato, come se
potesse garantirmi un presente più lungo, un futuro più intatto.
'Me lo ricordo, dice Anna, le parole
escono dalle sue labbra nascoste nel fiato, poco intellegibili, 'ti
tendeva degli agguati...e tu rispondevi sempre...ti preparavi per
giorni...ci studiavi...studiavi da spiritosa...povera marmocchia.'
'Ero talmente stupida'.
Anna chiude gli occhi e sorride.
'Per questo eri allegra.'
Sono uscita dalla stanza quando
Peter si è sdraiato accanto a lei sull'altra metà del letto. Ho
sostato fuori dalla porta, sul terrazzino. In ascolto, come se
davvero la rete metallica potesse cigolare di nuovo sotto l'urto di
due corpi che si compenetrano e si contraggono, uno sull'altro, uno
dentro l'altro. Aspetto l'urlo appagato di Anna, la pausa di silenzio
e poi quel mormorio molle, intimo, rotto da risate brevi che mi è
sempre sembrato il completamento affettivo del piacere.
Non sento niente.
Quando sono tornata in cucina, non
so dopo quanto tempo, la luce era spenta.
Non c'era più nessuno.
(Lidia Ravera, Il terzo tempo, 2017)
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