martedì 29 maggio 2018

facili profezie

Stiamo comprendendo che le elezioni sono divenute dei rituali per il mantenimento di un ceto politico professionale; e che, anche laddove vengano eletti rappresentanti validi e onesti, la loro possibilità di pesare e di cambiare le decisioni già prese altrove, in sedi non parlamentari, è sostanzialmente nulla; e che, anche laddove essi riuscissero a decidere altrimenti, i governi sarebbero immediatamente 'commissariati' da quei tirannici poteri, finanziari e tecnocratici, da tempo dominanti e che ormai chiamiamo familiarmente 'la troika'.

Saramago, in due suoi famosi e profetici romanzi ha immaginato una società i cui cittadini perdono progressivamente la vista e non vanno più a votare.
L'unico sciopero che oggi potrebbe pesare sarebbe proprio questo: lo sciopero del voto.

Si verificano alcune situazioni in cui egli ritiene alcune leggi talmente ingiuste da rendere l'obbedienza ad esse un disonore...E per manifestare la sua protesta contro l'azione dei legislatori egli può ritirare la sua collaborazione allo Stato, disobbedendo anche ad altre leggi la cui violazione non implica un comportamento immorale.

Il non-voto, l'astensionismo politico (non clandestino e puramente individuale, com'è oggi, ma pubblico, coscientemente e collettivamente agito all'interno di una campagna nonviolenta di massa) rappresenterebbero oggi -prima che sia troppo tardi e sino a quando saremo ancora chiamati a votare- l'unica modalità per la ripresa del potere da parte dei cittadini in occidente.
Se non sorgerà un 'movimento per la disperazione' capace di gestire politicamente il fenomeno, che è e sarà sempre più crescente, dell'astensionismo, non ci resterà altro che assistere passivamente al progressivo spolpamento delle nostre democrazie, di cui resterà a breve soltanto un'ectoplasma senz'anima, una parvenza di scheletro.

Sempre che i despoti di turno non decidano di sbarazzarsi -presto o tardi- anche di questa. 

(Enrico Euli, Fare il morto, 2016)

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