domenica 20 ottobre 2013

la società della stanchezza

Qualche giorno fa sono entrato in contatto con un libriccino della Nottetempo, intitolato 'La società della stanchezza', scritto da un coreano-tedesco, che si fa chiamare Byung Chul Han.
Vi ho trovato molte mie meditazioni di questi ultimi tempi, con qualche idea nuova e provocatoria, su cui ripensare ancora.
L'ho consigliato già a tanti, ed anche stamattina mi è ricapitato di parlarne ad una cara amica al bar.
Si sentiva stanca: di scrivere, di leggere, di quasi tutto. Come me.
Per confortarla, e favorire la sua deriva depressivo-evolutiva, gliene ho parlato.
Vedremo gli effetti.
Ma su questo librino ci ritorneremo, prima o poi.

A proposito di stanchezza, credo che non possa che prendere tutti alla vista di quel che è riaccaduto ieri a Roma: rituali pacifici e rituali violenti, in un'impotenza collettiva, condivisa e generale, che ci avvolge.
I soliti  'antagonisti' che provano a riprender voce, mescolando tutto insieme in un magma confuso, in cui anche la lotta Anti-TAV (unica vera novità nel panorama politico nazionale) va a perdersi.

Oppure quanto ci stanca sentire la puttana di turno da Santoro che continua a parlarci delle manie sessuali di Berlu, dei festini di Arcore, e della fidanzata lesbica o forse zoofila.
O a vedere Letta che si atteggia a nuovo De Gasperi, nella camera ovale di Obama.
O i sindacati che chiamano allo sciopero generale, minaccia suprema contro l'ingiustizia...
Basta, vi prego!
Mi stancano totalmente, come i finti minuetti a suon di spranga intorno alla salma di Priebke o le inermi manifestazioni per la difesa della Costituzione che non c'è.
Ma possibile che in questo paese non si riesca a fare altro che proseguire a ciurlare nel manico ?




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