giovedì 10 ottobre 2013

il cerchio si chiude

Invocano lo stato di necessità.
Ma quel che gli interessa è soltanto la necessità dello stato.
Lo stanno facendo: hanno costruito delle regole inapplicabili e -nonostante tasse e sacrifici- non si riesce a starci dentro.
Più stringiamo la cinghia e più sale il debito.
Più il goveno facit e più sale il deficit.
Non saremo in mano a dei deficitenti ?
Da qui l'emergenza permanente.
L'emergenza va gestita da governi d'emergenza: da qui le larghe intese in salsa presidenzialista all'italiana (ma non è diverso in Francia o in Spagna o in Grecia, indipendentemente dai modelli elettorali o costituzionali),
Tiberio ricordava sempre ai suoi prefetti che un buon pastore tosa le pecore ma non le scuoia (Svetonio).
Invece questa volta no, hanno deciso che -dopo la tosa- ci scuoieranno.
E' lo stato di necessità, babe...

Ma l'Italia è davvero ben poca cosa rispetto a quel che sta accadendo nel mondo.
Gli USA stanno gradualmente ma precipitosamente perdendo il controllo di se stessi e del pianeta.
Rischiano il default.
Hanno ucciso Bin Laden, ma stanno perdendo contro Al Qaeda e i sauditi.
Gli resta solo la guerra, ma sono già stati sconfitti.
E l'odio verso di loro cresce ovunque sulla terra.
Il declino dell'Impero, avviato dall'era Bush padre, avanza inesorabilmente.
Che ne sarà di tutti noi, suoi sudditi da sempre ?
I cinesi, intanto, già si leccano i baffi.

Forse non ce n'è bisogno, a questo ci pensiamo da sempre noi.
Ma sarebbe bene che - da ora in poi- tutti gli immigrati, prima di scappare dalle loro terre, si premurino di far scoppiare una guerra o almeno qualche bomba ben messa nel proprio paese.
Così si trasformano in profughi e potranno essere accolti. Forse, e male, ma sarà già qualcosa.
Intanto, per quelli che non hanno avuto la fortuna di morire in mare, inizia la trafila scientifica delle identificazioni, delle denunce, delle contenzioni, delle prigionie democratiche.
Bisogna capire se possono essere considerati degni d'asilo o soltanto degli immigrati clandestini in odor di reato.
Come al bivio, sui binari di Birkenau.












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