Cosa c’è che non va nel mondo moderno
Mentre siamo impegnati con Twitter, Facebook e gli smartphone precipitiamo verso la catastrofe
(oggi, su Internazionale)Però arriverà, deve arrivare, il momento il tempo e il luogo in cui qualcuno di molto molto autorevole senza essere per questo canzonato e dal coro irriso dica no, non è quello che deve, non è questo che devi accettare per essere accettata. Non devi fare silenzio. Verrà il giorno in cui questo tempo avariato scadrà e sarà buttato come uno yogurt andato a male e ricominceremo tutti, dalle case, dalle televisioni, dai giornali, dalle scuole elementari a dire alle bambine: quando ti chiedono di stare al loro gioco, digli di no. È un gioco sbagliato, non è il tuo gioco. Non è nemmeno un gioco.
Verrà il giorno in cui capiremo l'abisso in cui siamo precipitati pensando che fosse l'anticamera del privé del Billionaire, che fortuna essere ammessi all'harem, e sapremo di nuovo dire, come i nostri nonni ci dicevano: è una trappola, bambina. Quando ti chiedono di mostrargli le mutande non è vero che si alza l'auditel, come dice la canzone scema. Quando te lo chiedono vattene, ridigli in faccia e torna a casa.
(Conchita De Gregorio, oggi su Repubblica)
Circondati dalle armi di distrazione di massa ci dirigiamo, muti ed autosacrificali, verso il supplizio.
Senza dire no, senza fare nulla, continuando a twittare.
E la chiamiamo modernità.
La catastrofe è l'unica, vera modernità.
(oggi, su Saturnalia)
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