venerdì 4 ottobre 2013

giornata di lutto irrazionale

Col passare delle ore mattutine divenne sempre più difficile governare la barca.
Un vento a sessanta nodi la spingeva contro le onde di prua, e poi i marosi la sollevavano di poppa minacciando di sbatterla di traverso. A metà mattino, più che procedere, era sballottata da un'onda all'altra...Verso mezzogiorno avvistarono le prime incrostazioni di ghiaccio.
Shackleton cercò di ritardare più possibile la decisione inevitabile. Pomparono e sgottarono, e batterono sul ghiaccio per staccarlo dalla barca. Intanto lottavano per tenerla di prua nel vento. Ma fu vano. L'impeto del mare era superiore a quanto la barca potesse sostenere e Shackleton diede l'ordine di abbandonare la lotta contro di esso...
La barca sembrava indemoniata. Ballava paurosamente a ogni ondata...Non un solo attimo di riposo per il povero equipaggio. Unica cosa da fare, resistere.
(A. Lansing, Endurance, TEA, 1959)

Dedico questo brano alle centinaia di morti di ieri, a quelli che verranno ancora a migliaia, a tutti i cadaveri del Cimitero Mediterraneo, le decine di migliaia di vittime di questa guerra che la Fortezza Europa conduce da anni contro arabi e neri di Africa e Asia. Le nostre leggi razziali sono ancora in piedi e danno i loro frutti, che siano intitolate a Turchi-Napolitani o a Bossoli-Fini: Ed i nostri lager funzionano come tali, che si chiamino CPT o CIE.
E meno male che il regime di Gheddafi è finito e non possiamo più accordarci con lui per i respingimenti ben pensati da Maroni: il che aveva il vantaggio di non farci assistere a scene come quelle di ieri, visto che in Libia li ammazzavano per noi, lontano da nostri occhietti sensibili. Bei tempi!

Davanti a questo ennesimo 'naufragio con spettatori' la retorica nazionale ci invita al lutto, al silenzio e alla riflessione, al capitalismo rampante che sa farsi compassionevole alla bisogna.
E se la prende con gli scafisti cattivi, con gli schiavisti, con i mercanti della tratta.
E straparla di 'vergogna', ovviamente.
Per qualche attimo fingiamo di non essere noi quelli che sfruttano le loro terre, le spolpano da secoli, le distruggono con fabbriche e armi e che li costringono a scappare e a cercare disperatamente altre terre, altre possibilità nella catastrofe.
Fingiamo di non essere noi quelli di Schengen, quelli che gli impediscono di prendersi una nave Tirrenia per cento euro e venirsene qui in cuccetta, come tutti, a conoscere il mondo e a capire se c'è un posto per vivere anche per loro.
Come se non fossero loro, il FMI e la BCE, ad immiserire i loro stessi concittadini 'comunitari', soprattutto del Sud e dell'Est Europa, portandoli alla rovina e alla fame e favorendo così l'insorgere di risentimenti e paure feroci verso i poveri ancora più poveri che arrivano dal mare.
Le banche stanno ammazzando i bianchi, figuriamoci che cosa gliene frega dei neri...!
(Con buona pace della nostra cara ministra e del nostro caro Papa e dei loro richiami all'uguaglianza e alla solidarietà (pelosa)).

Tutte cose risapute, ma che è bene ricordare e ripetere.
In questa giornata di lutto irrazionale.




1 commento:

  1. L'Endurance è il mio libro dell'anno. Sono contenta tu l'abbia letto.

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