martedì 26 marzo 2013

il cubo di shubik

Nel 1971, Martin Shubik, professore di matematica a Yale, propose un gioco, poi divenuto famoso nella Teoria dei Giochi.
Si mette all'asta un dollaro e inizialmente lo si vende ad un cent.
L'escalation dei rilanci è tale che alla fine, in media, chi vince spende 3,40 dollari pur di averne 1.
Tanti adulti, maturi e intelligenti, hanno preso parte a questo gioco, di loro spontanea volontà, accettando alla fine di pagare 3 o 4 dollari per averne uno solo.
E' quel che si chiama 'effetto Macbeth': si procede verso la distruzione totale quando si è andati troppo oltre per frenare la propria ambizione verso un obiettivo da raggiungere.
Come recita il bardo:
'Mi sono inoltrato nel sangue fino al punto che, se non dovessi spingermi oltre il guado, il tornare indietro mi sarebbe tanto pericoloso quanto l'andare innanzi...'.

'Ho investito troppo per lasciare', insomma.
Questo è il motivo per cui tanti matrimoni vanno avanti, tante scommesse procedono sino alla rovina, tanti giochi divengono mortali, tanti investitori ricorrono agli usurai.
E perchè ci inoltriamo nella catastrofe, senza riuscire a fare dei passi indietro.
E, in piccolo, perchè Bersani e Napo procedono nelle loro missioni impossibili, in attesa di miracoli.
I giochi creano dipendenza, gioca responsabilmente.
Ecco, questa sarebbe una vera presa di responsabilità: smettere.
Riconoscere la propria psicosi coattiva e farsi curare.
E invece, per avere un briciolo di tempo e di spazio e di potere e di denaro in più, siamo capaci di devastare e di violentare interi sistemi, umani e naturali, di mettere a repentaglio legami, significati, contesti costruiti in secoli, millenni o addirittura milioni di anni.
'Tanto, anche se io mi fermo, il gioco andrebbe avanti, e lo farebbero altri al mio posto e peggio di me...'.  Parola d'ordine dei 'socialdemocratici' e dei 'moderati'.
Alibi, da sempre, per qualunque collusione e misfatto.

Da un'asse all'altra avanzavo,
così lenta, prudente.
Sentivo le stelle sul capo,
e sotto i piedi il mare.
Questo solo sapevo: che un altro
passo sarebbe stato irrevocabile.
Ed avevo quell'andatura incerta
che chiamano esperienza.
(E. Dickinson)









1 commento:

  1. Allora i re della terra e i grandi, i capitani, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti; e dicevano ai monti e alle rupi: Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello, perché è venuto il gran giorno della loro ira, e chi vi può resistere?

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