domenica 10 marzo 2013

viva la libertà!

Forse è destino che i gorghi del mare ci affondino; forse,
nostro destino è toccar quelle isole della Fortuna,
dove vedremo l’a noi già noto, magnanimo Achille.
Molto perdemmo, ma molto ci resta: non siamo la forza
più che nei giorni lontani moveva la terra ed il cielo:
noi, s’è quello che s’è: una tempera d’eroici cuori,
sempre la stessa: affraliti dal tempo e dal fato, ma duri
sempre in lottare e cercare e trovare né cedere mai.
(Tennyson, Ulysses)

Ieri sono finalmente riuscito a vedere 'Viva la libertà!'.
Un film visionario, divertente e tragico. Lungimirante, soprattutto dopo queste elezioni.
Molti temi di questo blog riassunti in meno di due ore: la catastrofe, la sottrazione e la fuga, il vecchiume del noto, la passione e la follia delle utopie politiche, la riscoperta di relazioni umane, non accelerate e non mercantili...
Ed ancora: il richiamo dell'ekstasis, il consenso per identificazione e acclamazione, la povertà del parlamentarismo, il fascino della 'nuova politica' contro la 'vecchia' (G. Mosse docet) ...
Temi attualissimi, simili a quelli che hanno già attraversato più volte il secolo scorso, con risultati appassionanti, ma anche sdruccioli e rischiosi.
Qualcosa si ripete, insomma, seppure in forme nuove.
Il Movimento 5 stelle riapre infatti a tutte le dimensioni da tempo trascurate nella politica della rappresentanza e dei partiti:
-la costruzione del consenso, tra unanimismo, maggioranze e minoranze, e dissensi.
-il rapporto tra orizzontalità e verticalità nelle reti sociali.
-il passaggio tra movimento ed istituzionalizzazione.
-le visioni ecologiche e di rete, per le loro ricadute interne, ma soprattutto esterne al movimento (l'Europa, lo sviluppo, la pace e la guerra, il lavoro...).

Ieri, un neo-deputato grillino ha dichiarato:
“Casaleggio ha sottolineato l'importanza di riuscire a mantenere un gruppo compatto, capace di lavorare insieme senza dissidi interni per portare avanti il nostro programma con sicurezza e linearità. Come sempre, ci ha confermato che il ruolo dello Staff è quello di dare un indirizzo politico che i nuovi eletti avranno poi la responsabilità di trasformare in decisioni e iniziative”.

Oppure l'amico Cotti che ammette:
'Se accettiamo l'alleanza con i partiti, Casaleggio ci lascia...'.

Chiarisco una volta per tutte: sono favorevole ad accelerare la catastrofe del sistema fondato sui partiti e da essi monopolizzato e devastato per decenni.
(Opportunisticamente, lo stesso Monti non voleva definire 'Scelta civica' come un partito e parlava male della 'vecchia politica'; e lo stesso Maroni, che fiuta l'aria, ha deciso di afferire in Parlamento alla sua lista civica e non più al gruppo della Lega; e, in alcuni luoghi, ad es. a Macomer, alcuni cittadini -anche tesserati- invitano a primarie aperte e libere per la scelta di candidati e sindaco alle prossime amministrative, saltando i partiti esistenti...)
Voglio che finisca prima possibile l'occupazione abusiva di suolo pubblico, insomma.
E sono convinto che i modi di discutere, decidere, organizzarsi dei partiti esistenti siano antidiluviani, violenti e inefficienti.
E sono favorevole al rifiuto della mela avvelenata che giunge oggi dal PD e dai suoi intellettuali di scorta.

Ma è evidente che il modello 5 stelle, al suo interno, risponda alla complessità delle dimensioni citate con molta ingenuità, semplificazione e, francamente, con una certa dose di auto-illusionismo.
Assomiglia a quello di una setta o di una comunità alla Muccioli più che a qualcosa di nuovo, che apra veramente ad una  'democratizzazione della democrazia'.
'Basta che funzioni!' dirà qualcuno.
Sì, ma per quanto potrà reggere ? E -se funzionasse davvero e a lungo- quali rischi porta con sè ?
Sarebbe facile e giusto dire: Meglio comunque sperimentarlo, piuttosto che stare nella palude e continuare a far fare la politica ai soliti noti...
E mi va anche bene.
Ma i dubbi restano.
Infatti,  è qui che interviene la manipolazione, una manipolazione che utilizza nel discorso concetti positivi e condivisi come l'autonomia, la partecipazione, la convivialità, la motivazione..., per convincere gli individui che arriveranno via via a dare un senso alla loro esistenza e ad avere fiducia nella vita. Si tratta di riuscire progressivamente a far credere, far fare o far agire, con tutti i mezzi....Ciò che conta è l'adesione al gruppo...
(Michela Marzano, parlando di Scientology).








3 commenti:

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  2. Enrico,
    te l'avevo detto che Viva la libertà valeva la pena ;)

    Ti sto seguendo in questi giorni con attenzione e noto che non hai mai fatto riferimento a un "tuo" tema ricorrente, quello della antinomia fra competere nella collaborazione o collaborare a competere.

    Posto che la decisione di ricorrere alla strategia della competizione alla collaborazione non può dipendere da ciò che si pensa dell'avversario, altrimenti diventerebbe mero tatticismo (e come avrebbe fatto Gorbaciov a applicarlo con Reagan?), non ricorri a queste categorie perché non applicabili nella spirale della catastrofe?

    Altrimenti, non si potrebbe dire che attualmente la tattica del M5S è di collaborare alla competizione? E secondo te, se passassero al paradigma opposto, cosa dovrebbero fare?

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  3. Leggendo l'ultima parte del tuo post (la citazione di Michela Marzano) non riesco a non pensare a "L'Onda" (di Dennis Gansel), mandato in onda da Rai Movie sabato scorso.
    Quanta inquietudine ho provato! Quanta paura del populismo e della sua incredibile capacità di attivare, di creare monoliti polarizzati (noi/loro). "Cittadini 2.0" VS "Elettori dei paleo-partiti".
    Credo che anche i palinsesti siano costruiti ad arte (meta-messaggi), ma indipendentemente dalle reali o artefatte similitudini tra "populismi" o presunti tali, credo che sia importante mantenere sempre un campanello d'allarme, una sorta di rumore di fondo che ci "obblighi" a riconsiderare periodicamente e con sgauardo critico il cammino sul quale ci stiamo muovendo.
    Nel frattempo, resta il disagio ed il fastidio latente allo stomaco....

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